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Test: Maselec MLA-3, compressore multibanda


La divisione di più bande all’interno di uno spettro audio a cui applicare compressioni differenti è cosa nota, soprattutto nel mondo del software. Più raro trovare questa possibilità in hardware e facile confondere un multibanda come compressore da mastering, cosa che per molti addetti al mastering è da non usare. Bob Ludwig docet

L’MLA-3 è un compressore multibanda con ogni controllo dotato di selettore a scatti. Il segnale in ingresso è diviso in tre bande grazie a dei filtri a 6 dB/ Oct che realizzano due punti di crossover. Ogni banda viene quindi introdotta in un compressore stereo dotato dei classici controlli di gestione della dinamica, in modo di trattare separatamente bande. Poiché ogni banda ha il proprio controllo di gain, è possibile usare MLA-3 anche come equalizzatore e questo è un bel vantaggio che ci fa pensare a un compressore con equalizzatore multibanda, con il classico suono eccellente di Maselec.

Apertura Maselec MLA-3

Hardware

Un’occhiata all’interno di MLA-3 dimostra l’impiego di componenti di alta qualità, a cominciare dagli operazionali Burr Brown OPA 2228P e una serie di relè che annullano qualsiasi rumore di MLA-3. I due ingressi audio bilanciati elettronicamente hanno una impedenza di 100 kOhm con un massimo livello di ingresso pari a + 29 dBu e sono basati su circuiti con Burr Brown INA 137PA e Burr Brown OPA2134PA. Le due uscite, sempre elettronicamente bilanciate, sono basate su Burr Brown OPA 228P e OPA 2134PA, con una impedenza d’uscita di 33 Ohm e un livello massimo di +28 dBu in 600 Ohm. Si notano alcune soluzioni che avevamo già incontrato nell’MEA-2 e qui riproposte per i selettori legati al gain. Presente anche qualche operazionale standard di servizio, fuori dalla catena audio. Il VCA è basato sul THAT 2180LA. L’interruttore è posteriore e può rimanere sempre acceso, perché l’operatività è controllata da uno switch su pannello anteriore. La risposta in frequenza va da 1 Hz a 500 kHz, il rumore + a -90 dBu. Direttamente da Leif Mases apprendiamo che il compressore lavora con VCA in forward e feedback simultaneamente, con una particolare attenzione ai filtri per evitare distorsioni di fase. Di più non vuole dire. Per inciso l’MLA-2, compressore a due bande, usa un circuito ottico, qui assente.

L'interno di MLA-3

L'interno di MLA-3

Un particolare del circuito VCA

Un particolare del circuito VCA

Operatività

Il pannello è diviso in sei sezioni. Cominciando da sinistra troviamo la sezione dedicata agli ingressi e ai controlli generali. Qui è possibile stabilire le due frequenze di crossover per le tre bande (100, 200, 400 e 800 Hz per Low, 1.5, 3, 6, 12 kHz per High, la banda Mid è posta tra le due frequenze selezionate) con due filtri passivi a 6 dB/Oct. Un parametro Threshold permette di stabilire, per tutte le bande contemporaneamente, un primo livello di soglia di compressione, da 0 a 10 dB. Sidechain Link consente di selezionare le modalità di sidechain tra le bande: L+M utilizza il segnale compresso della banda Low per il controllo della compressione della banda Mid, L+H utilizza Low compresso per controllare la compressione di High, L+MH impiega Low sia per Mid che per High. Con Off ogni banda è separata e indipendente, mentre con Linked tutte le tre bande usano lo stesso segnale e il medesimo grado di compressione, esattamente come in un  classico compressore stereo.

I controlli delle tre bande

I controlli delle tre bande

A guidare il livello di compressione sarà la banda a cui viene applicata maggiore compressione, la quale sarà applicata anche alle altre due. In questo modo il compressore rimane stereo e identico per tutte le bande, ma il livello di compressione sarà determinato, in tempo reale, dalla banda il cui sidechain attiva maggiormente il compressore. Le tre sezioni centrali consentono di gestire il compressore (sempre stereo) con Ratio (1:1, 1.4:1, 1.6:1, 2:1, 3:1. 6:1), Gain (-2.5/+2.5 dB a passi di 0.5 dB), Attack, Release e Threshold, quest’ultimo con escursione identica per le tre bande, da +/- 10 dB a passi di 1 un dB. Poiché MLA-3 lavora con livelli elevati di dBu, vi troverete più spesso a lavorare con valori positivi che non negativi. Per la banda Low, i valori di attacco sono di 3, 10, 30, 100, 150 e 200 millisecondi e rilascio di 0.1, 0.2 0.4, 0.8, 1.6, 3.2 secondi. Mid ha valori di attacco di .5, 1, 3, 10, 30, 100 millisecondi e rilascio di .05, .1, .2, .4, .8, 1.6 secondi. High ha valori di attacco di .3, 1, 3, 10, 30, 100 millisecondi e rilascio di .02, .05, .1, .2, .4, .8 secondi. Uno switch S/C Boost consente di incrementare il livello delle alte frequenze nel segnale di sidechain, evitando così di abbassare troppo la soglia con conseguente eccesso di compressione sulle frequenze adiacenti al punto di crossover.

I controlli di crossover

I controlli di crossover

Il livello di compressione delle tre bande è visibile con le tre barre di 11 LED blu. Se si illumina il valore 0 significa che un inizio di compressione intorno alla soglia. Da 0 a 2 dB i LED si illuminano per ogni 0.5 dB di compressione, da 2 a 8 dB per ogni dB in più di compressione. Le barre diventano molto utili quando si utilizzano schemi di sidechain differenti da quelli indipendenti, perché con un colpo d’occhio si evidenziano i comportamenti della compressione. La sezione finale è dedicata ai controlli generali, con lo switch di Power, il selettore per ascoltare la banda Low, Mid, High, la somma e il segnale originale, e infine il selettore di gain all’output da -5.0 dB a +5.0 dB. Le connessioni posteriori sono limitate agli ingressi e uscite stereo.

In prova

MLA-3 dimostra come nel mondo dell’hardware sia ancora possibile trovare soluzioni e fornire nuovi mezzi artistici per chi vuole controllare ogni particolare. MLA-3 può essere usato come equalizzatore su tre bande, compressore da una a tre bande, compressore ed equalizzatore multibanda, compressore con segnali di sidechain differenti. Il tutto con una qualità del suono e una precisione eccellente. Non ci sono mai problemi nel suo utilizzo e l’unica cosa da sapere riguarda l’S/C Boost per le alte, dopo di chi si è pronti a partire. Vediamo un esempio passo dopo passo per capire come funziona. Il nostro viaggio comincia con un pezzo di classica dove i timpani, ripresi insieme all’orchestra, sovrastano l’intero pezzo. Usare l’equalizzatore è in questo caso impossibile, perché si taglierebbe sui bassi ma scomparirebbero anche il timpano e le viole. La soluzione? Usare la compressione sulla banda maggiormente usata dai timpani, in modo da ridurre le code e liberare spazio per le altre. Il trucchetto consiste nel tenere invariata la prima porzione del timpano, quella che detta l’attacco, e comprimere anche di 6 dB la rimanente porzione con tempi di rilascio piuttosto lenti, in modo da evitare che il decadimento del timpano e il riverbero ricompaiano immediatamente. Andiamo con ordine per capire tutti i passaggi. Applichiamo ora il primo filtro a 800 Hz, senza toccare la compressione. Visto che ci siamo alziamo anche di 1.5 dB il livello degli ingressi, perché il file audio ha livelli bassi in partenza. A questo punto agiamo sul compressore. Impostiamo dei tempi lunghi di attacco per conservare solo la porzione percussiva del timpano, nel nostro caso siamo a 150 millisecondi. Per ridurre solo la coda e il riverbero, impostiamo tempi di rilascio a 0.8 secondi (piuttosto lunghi) e comprimiamo con un rapporto di 3:1, settando la soglia in modo da arrivare alla compressione desiderata. Qui si può pensare di agire in due modi: il primo è di usare il gain per recuperare i dB persi, il secondo è quello di non toccare il gain ma modificare la soglia per trovare il bilanciamento ottimale tra i livelli delle bande. I due metodi danno risultati molto differenti: se dobbiamo usare il gain interverremo per forza anche sull’equalizzazione della banda limitrofa, in questo caso i medi. Al contrario, usando solo la compressione l’intervento è meno evidente, anche come colorazione, sui medi, con risultati più naturali. È da notare che essendo la nostra banda Low impostata a 800 Hz, usando un gain negativo puliremo in parte la confusione su questa banda. Tuttavia, in questo modo saremo costretti a ridurre anche la compressione e non agiremo più sulla coda come desiderato. Già da qui è possibile evidenziare la flessibilità di un compressore multibanda, che va ben oltre alla semplice compressione. Identifichiamo ora la banda dei medi, selezionando la frequenza del secondo filtro di crossover. 6 kHz sembrano essere più che adeguati. Lavoriamo ora sulla compressione. Essendo questa una regione ricca di attacchi importanti, tra archi e fiati, preferiamo mantenere la massima naturalezza con tempi di attacco a 30 millisecondi, rilascio a 0.05 secondi e un rapporto di compressione si 1.4:1. Livello massimo di compressione pari a 2 dB. Per ora non tocchiamo il gain. L’ultima banda è quella High. La banda High ha un livello energetico molto basso, in confronto alle altre ed è per questo motivo che MLA-3 ha uno switch per incrementare il livello di questo segnale quando lo si usa come sidechain, così da garantire maggiore compressione. La banda High è del tutto particolare perché è al di fuori delle formanti degli strumenti, in molti casi, ma è anche quella che contiene la maggior parte di microdettagli sulla spazialità. Con la compressione possiamo aumentare o diminuire la visibilità dell’ambiente e anche i dettagli. La nostra scelta è una via di mezzo. I tempi di attacco sono a 3 millisecondi, così da conservare la parte percussiva e il rilascio è velocissimo a 0.02 secondi, giusto per non perdere l’aria mantenendo i dettagli. Scegliamo però un rapporto di compressione alto (6:1) che ci porta, con la soglia, a circa 3 dB di compressione. Lo scopo è sottolineare gli attacchi e mantenere la sensazione di aria intorno agli strumenti. A questo punto possiamo mettere tutto quanto insieme, ricordandoci di alzare il gain finale, qui di + 4.5 dB, per recuperare il livello perso dalla compressione.

Il metering e i controlli di output

Il metering e i controlli di output

Conclusioni

È bene chiarire che multibanda non significa mastering, anche se è possibile usarlo per tale scopo date le caratteristiche operative di MLA-3. Un multibanda vero, come questo, è essenziale per curare i problemi di equalizzazione intrinseci di alcuni strumenti, primo fra tutti il pianoforte, perché consente di tenere sotto controllo la dinamica di alcune frequenze che possono esplodere. Altresì, diventa uno strumento creativo per decine di altri problemi nel mix, consentendo di mantenere neutrale il timbro. Lo scopo di MLA-3 è proprio questo: la neutralità di un processo che, cambiando i rapporti di equalizzazione, potrebbe essere distruttivo sul bilanciamento timbrico. Ciò che può essere realizzato con MLA-3 è qualcosa di nuovo nella compressione, anche perché suona molto meglio di qualsiasi altro compressore multibanda in software. Il prezzo è ottimo, considerando la qualità, e una volta che ci avete preso la mano sarà difficile farne a meno quando è il totale controllo la vostra finalità.

 

INFO

Funky Junk

 

Articolo pubblicato nel novembre 2008.

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