Korg Kronos é attualmente una delle workstation più potenti e più apprezzate sul mercato. sogno proibito di molti, vediamo come se la cava in un setup live.
Nata in seguito ad Oasys, di cui eredita gran parte del progetto, Kronos può essere considerata la summa di tutte le caratteristiche interessanti delle workstation degli anni passati, arricchita da una serie di nuove dotazioni che la rendono ancora oggi, con la versione 2, uno strumento davvero complesso e completo. Non ci dilungheremo qui a descrivere ciò che è stato già scritto e detto. Basta sfogliare la rete per trovare decine di recensioni e commenti entusiastici di autorevoli recensori e di felici possessori di Kronos. Quello che ci proponiamo di fare, in queste pagine, è scendere un po' più in profondità, valutando sul campo l’ammiraglia di Korg. Cercheremo di analizzare le caratteristiche di Kronos da una prospettiva diversa, partendo da esigenze comuni.
Korg Kronos 2 è disponibile nelle versioni a 61, 73 e 88 tasti
Workstation o software?
Attualmente molti tastieristi decidono di costruire il proprio setup live intorno ad un computer. I vantaggi sono molti: investendo una cifra modesta, possiamo disporre dello stesso potenziale sonoro di una buona workstation. Se poi siamo disposti a spendere un paio di migliaia di euro, possiamo trasportare in uno zainetto l'equivalente di decine e decine di strumenti acustici, elettrici ed elettronici, costruendo setup che neanche Rick Wakeman, Jean Michel Jarre e Vangelis messi insieme si sono mai portati sul palco. Il tutto con la comodità di non avere alcun TIR al seguito né un mutuo trentennale da pagare.
Sostanzialmente anche Kronos è un computer, così come lo sono altri progetti come Muse Receptor o OpenLabs Miko. Se apriamo Kronos, al suo interno troviamo una motherboard da PC con un processore Atom, due slot DIMM per memorie RAM, porte SATA, HD, USB e altre connessioni classiche. Possiamo quindi dedurre che Kronos può sostituire in toto un computer in un setup live moderno? Se la soluzione del notebook non ci soddisfa pienamente e una normale tastiera non ha la flessibilità e la versatilità timbrica di un computer imbottito di virtual instrument, Kronos può fare al caso nostro. Al suo interno pulsano ben nove motori di sintesi capaci di coprire altrettante aree timbriche. Per i dettagli vi rimandiamo al box "Nove motori per me".
L'uso di HD SSD interni e il supporto per il direct streaming aprono la via non solo alle espansioni acquistabili on line, ma anche a multi-campionamenti in formato Akai o SoundFont2 scaricati o generati per conto nostro, grazie a software di robot sampling. Se possediamo una tastiera di cui siamo follemente innamorati, possiamo campionarla e caricare il risultato in Kronos, a costo e ingombro pari a zero!
Nel retro troviamo tutte le connessioni
Solo Kronos, what else?
Come abbiamo detto prima, Kronos dispone di una quantità tale di preset che nella maggior parte delle situazioni live non abbiamo bisogno d'altro. Dal vivo però disporre di una tastiera sola può essere scomodo. A volte la praticità di avere due o tre tastiere, ciascuna dedicata ad un suono diverso, si rivela una soluzione più pratica rispetto a complicate programmazioni di split, layer e cambi programma durante un brano. Se nel setup aggiungessimo uno o più expander o un computer, avremmo bisogno anche di una MIDI patchbay o di un hub USB, nonché di una master keyboard o di un software per collegare tutto e cambiare con un solo click i suoni di tutti i generatori. Diversamente, ci troveremmo costretti ad ogni brano a cliccare spasmodicamente su tutte le tastiere! Vediamo quindi come configurare un setup molto compatto composto da Kronos e da una tastiera muta.
Procediamo nel seguente modo: sul retro di Kronos abbiamo due porte USB alle quali possiamo collegare altrettanti controller USB MIDI class compliant (box “Controller USB”), più uno all'ingresso MIDI In. Ciascun controller trasmetterà per comodità su un canale MIDI diverso. Colleghiamolo alla porta USB o MIDI In e impostiamo che trasmetta sul canale 2. A questo punto programmiamo le Combination, scegliendo e assegnando i Program al canale 1 se vogliamo che vengano suonati dai tasti di Kronos, altrimenti al canale 2 se vogliamo utilizzare la tastiera aggiuntiva. Col comando "Add to Set List" inseriamo le Combination all'interno delle Set List. Infine assegniamo al pedale switch il cambio slot all'interno della Set List, tramite Global>Controllers>Foot Switch Assign>Program Up. Questo ci permette di passare da un brano all'altro della scaletta istantaneamente, qualunque sia il numero di Program in uso, senza interruzioni del suono e senza staccare le mani per cambiare suoni su tastiere ed expander. Anche un computer o una master keyboard fanno questo, ma sono apparecchi in più che dovremmo trasportare, montare e collegare. Più sono i cavi da collegare e i software da gestire e più aumenta il rischio di guasti, errori, in altre parole problemi. Il vantaggio di questa soluzione è che abbiamo un solo generatore sonoro, quindi semplicità assoluta. Utilizziamo la Combination di Kronos come rack o VST Host.
Setup con Kronos più un generatore sonoro aggiuntivo
In alcune situazioni potremmo aver bisogno di disporre di un generatore aggiuntivo. Un sintetizzatore analogico, una batteria elettronica, un pianoforte elettrico, un synth digitale vintage. In una situazione tradizionale ciò ci costringerebbe a portare con noi un mixer, un processore effetti, in definitiva un rack con cavi, peso, ingombro, possibili grattacapo. Kronos dispone di una comoda coppia di ingressi analogici (ma anche di uno digitale ottico, se il nostro generatore aggiuntivo sfrutta questo formato) cui possiamo collegare la nostra sorgente esterna. A questo punto da Global>Audio>Bus Select scegliamo se l'audio degli Input 1/2 deve andare direttamente alle uscite L/R, oppure entrare in uno dei processori effetti insert IFX o ancora andare ad un'uscita separata. Così facendo però l'impostazione sarà fissa per tutte le Combination che andremo a programmare. E se invece vogliamo usare differenti effetti e volumi da brano a brano? È sufficiente andare in Combinaton>Play>Audio In e togliere la spunta da "Use Global Settings". In questo modo potremo decidere per ciascuna Combination, quali e quanti effetti dovranno essere applicati al nostro segnale esterno e impostarne il volume. Quindi mixer e multieffetto risultano completamente sostituiti da Kronos. Se la sorgente esterna è un MiniMoog o un altro strumento sprovvisto di memorie e MIDI, il lavoro finisce qui. Ma se abbiamo collegato un synth MIDI e vogliamo che la Combination cambi suoni anche al modulo esterno? La prima cosa da fare è andare in Combination>Play>Prog Select/Mixer e impostare un canale come EXT o EX2, anziché INT. Ciò dice a Kronos che tutte le impostazioni di quel canale non sono riferite al motore interno, ma ad un generatore esterno, compresi i comandi di Note On/Off. La differenza tra EXT e EX2 è che solo quest'ultima ci consente di inviare, oltre al Program Change, anche i Control Change LSB/MSB per il cambio banco, alla pagina Timbre Parameter>MIDI. Va da sé che se vogliamo inviare note trasposte di due semitoni o filtrare alcuni eventi MIDI, possiamo benissimo farlo dalle finestre Timbre Parameter>Pitch e MIDI Filter/Zones>MIDI Filter 1/2/3. Un esempio? Mettere in layer il piano di Kronos ad un tappeto di un synth esterno, trasponendo quest’ultimo di 12 semitoni più in alto e filtrando il CC64, in modo che quando agiamo sul pedale sustain, questo agisca solo sul piano e non impasti le note di tappeto. Possiamo fare in modo che solo una porzione della tastiera di Kronos comandi il modulo esterno o solo a determinati valori di Velocity, tramite le schermate Keyboard Zones e Velocity Zones. Se invece il modulo esterno non è un expander ed è dotato di una sua tastiera, è importante spegnere il canale impostato su EXT/EX2.
Per finire un piccolo trucco per l'inserimento di testo che da touch screen non è particolarmente veloce: collegando una normale tastiera USB alla porta sul retro di Kronos, possiamo digitare testo molto più comodamente! Non è richiesta l'installazione di alcun driver. Provare per credere!
È disponibile anche una sgargiante edizione oro
E se proprio abbiamo bisogno di strumenti virtuali?
Qualora fosse strettamente necessario affiancare VSTi a Kronos, vuoi per la maggiore offerta di strumenti virtuali, vuoi per la migliore qualità di un determinato prodotto, possiamo comunque appoggiarci a Kronos per semplificare il setup e ridurre spese e collegamenti. Installando sul computer i driver scaricabili dal sito ufficiale, possiamo sfruttarlo come interfaccia Audio/MIDI. Con un solo cavo USB possiamo suonare dalla tastiera di Kronos gli strumenti virtuali presenti nel computer e riceverne l'audio, che arriverà agli ingressi in Global>Audio>USB. La qualità dei convertitori DA è sicuramente migliore di quella di molte interfacce audio integrate nei notebook.
Collegando invece un iPad o un iPhone alla stessa porta USB B (tramite Camera Kit) possiamo utilizzare questi dispositivi come generatori sonori esterni per basi oppure come lettori multimediali per musica di sottofondo. Da Global>Audio assegnare L/R agli ingressi USB, così come fatto con il computer.
Conclusioni
Korg Kronos è sicuramente una delle migliori workstation attualmente sul mercato, se non la migliore. Si percepisce che è il prodotto di un’azienda esperta che ha messo a frutto la conoscenza accumulata negli anni ed ha ascoltato le esigenze degli utenti. L’interfaccia è programmata in modo impeccabile: ogni funzione indispensabile è presente e facilmente raggiungibile. L’utilizzo di nove motori di sintesi consente di emulare diverse tipologie di strumenti che in passato hanno costretto i tastieristi ad appoggiarsi a più tastiere o più VSTi, complicandosi la vita. Le porte USB e gli ingressi audio effettabili rendono superfluo l’utilizzo di patchbay, mixer e processori. La presenza di un veloce disco SSD e la possibilità di montarne un secondo permette di estendere ulteriormente la libreria di Combination e Program, personalizzandola a piacimento anche importando da librerie di campionatori (previa conversione in formato SF2/Akai) o creando i propri multi-sample. Kronos può quindi tranquillamente sostituire setup più complessi, senza dovere per questo rinunciare a sonorità o funzioni. Come sempre la fame vien mangiando, quindi avremmo gradito la possibilità di caricare altri motori, come i plug-out di Roland AIRA. Qualcosa è migliorabile nel sistema di gestione delle drawbar di CX-3 che non riceve comandi CC, ma sono dettagli che si notano solo quando una macchina è quasi perfetta.
Tastierista virtuale o reale?
Dopo 15 anni di setup hardware in situazioni live, sono passato all’utilizzo di strumenti virtuali. Da più di 10 anni ormai, il mio equipaggiamento è costituito fondamentalmente da due master keyboard e da un notebook con NI Kore. Ovviamente negli anni computer, VSTi e controller sono cambiati, ma il concetto è sempre lo stesso: andare in sala prove o sul palco con un portatile e poterci collegare anche un paio di tastiere qualsiasi presenti in loco. Risultato: riduzione del peso e degli ingombri al minimo, ma con un arsenale sonoro molto ampio e personale. Ora però sto ipotizzando di mettere Kronos al centro di tutto, al posto del controller 61 tasti e del notebook. Di fatto riduco ancora ingombro, peso e cablaggi. Spendo qualcosa di più, ma guadagno in rapporto macchina-utente: pur utilizzando Kore (ottimo per controllare il VSThost stesso, cosa che altri produttori non hanno considerato, le Kontrol S in parte lo fanno) e controlli programmati sulle master, non ho lo stesso feeling di una tastiera reale.
Nove motori per me
Kronos include nove motori di sintesi che emulano la maggior parte degli strumenti comunemente utilizzati da un tastierista. Le alternative attualmente sono utilizzare strumenti reali oppure emulazioni software/hardware. Kronos è sicuramente più compatto ed economico di un arsenale di mostri sacri vintage e orchestre con decine di elementi, ma al contrario di un sistema basato su computer e strumenti virtuali, non consente di caricare generatori a piacimento.
SGX-1, pianoforti acustici: meno realistici di un multi-sample da svariati GB o di sistemi a modelli acustici tipo PianoTeq o TruePiano, ma molto definiti e più compatti, caratteristiche da non sottovalutare in un mix, sia live che in studio.
MDS, pianoforti elettrici: realistici, gradevoli, per tutti i gusti, tendenzialmente morbidi, forse per scelta di sonorità più soft, forse per intelligibilità nel mix. Questo motore di sintesi a modelli supera il limite dei multisample di tipo “velocity-switched” e si avvicina molto a prodotti apprezzati come AAS Lounge Lizard EP.
CX-3, organi elettromeccanici: evoluzione dello storico Korg CX-3, offre simulazioni di questa importante tipologia di strumento con attenzione ad ogni dettaglio. Fold-back, amplificatore valvolare, leslie, vibrato/chorus. I preset originali non sono a mio parere eclatanti, ma un nuovo sostanzioso banco, presente sull’HD di Kronos 2 o scaricabile dal sito ufficiale, contiene suoni programmati da guru internazionali dell’organo Hammond (Keith Emerson solo per citarne uno) che suonano in modo molto più convincente.
HD-1, PCM, campionamento e Wave Sequencing: questo motore è responsabile di tutti i suoni basati su multi-campionamento ed è quello adottato quando carichiamo samples autoprodotti o importati. Inoltre consente di riprodurre le sonorità della ancora valida Korg Wavestation. In altro a sinistra troviamo appunto un comodo joystick vettoriale.
MS-20EX e PolysixEX: emulazioni dei sintetizzatori Korg MS20 mediante tecnologia CMT (Component Modeling Tecnology, analoga alla VCM di Yamaha e alla ACB di Roland) e Polysix. Grazie a questi due moduli Kronos può creare sonorità squisitamente vintage, sempre senza perdere di vista la resa generale, prima dell’emulazione spinta dell’analogico. In altre parole la simulazione non è estremizzata come su alcuni soft synth dove il realismo va a discapito della compattezza del suono e delle risorse dei DSP. Quindi se cercate una fedele emulazione di SynBrass Oberheim potreste non rimanere completamente soddisfatti.
AL-1, Analog Synthesizer: completa la terna di emulazioni analogiche questo motore nato con Oasys, più complesso dei precedenti in termini di catena di sintesi e ispirato a nessuno strumento in particolare.
MOD-7, Waveshaping VPM Synthesizer: motore basato su Variable Phase Modulation, wave-shaping, ring modulation, campioni e sintesi sottrattiva, gestiti da un pannello, in verità non proprio user friendly, con patch cord in stile modulare. Interessante la funzione di questo modulo di importare e riprodurre program in modulazione di frequenza (FM) della sterminata libreria di preset Yamaha DX-7.
STR-1, Plucked Strings: termina la carrellata questo motore a modelli fisici dedicato alle sonorità degli strumenti a corda quali chitarre acustiche ed elettriche, clavicembalo, clavinet, arpa, campane e strumenti etnici. L’utilizzo di modelli fisici anziché campionamenti, come nel caso dei pianoforti elettrici, offre una risposta alla velocità senza soluzione di continuità, a tutto vantaggio della suonabilità. Ricordiamo che i precursori di questa tecnologia furono Yamaha con VP1, VL1 e VL7 e Technics WSA1.
Controller USB
Le due USB sul retro alimentano master keyboard e controller. È possibile far passare anche dati MIDI? Sì, se la tastiera è USB MIDI Class Compliant. Alcuni modelli testati: M-Audio Axiom, KeyRig, Keystation e Oxygen, AKAI MPK49, Alesis Q49, QX49 e V49, Behringer UMX490, Novation Remote SL MkII, Korg Taktile, Microkey, nanoControl, nanoKey e NanoPad, Roland AX-Synth, Studiologic VMK-88. Attenzione però: Novation Impulse è class compliant, funziona per esempio con iPad, ma non con Kronos. Si consiglia quindi sempre di provare prima di aprire il portafogli!
PRO
Nove motori sintesi
Connettività estesa
Flessibilità d’uso
CONTRO
Non è possibile assegnare le drawbars a CC, servono SysEx
Manca il search nell'help
Investimento importante
Info: Eko Music Group