La via Emilia, storica strada dai paesaggi variegati, tanti dialetti, cibi succulenti... e culla anche di location un tempo dedite alle più diverse attività a cui oggi è stata data una seconda vita, anche musicale!
Excantine Studio è un esempio perfetto di questo trend: in uno stabile costruito nel dopoguerra dove alloggiava una cantina vinicola, oggi sorge uno degli studi più interessanti di tutta la regione. Simone Pirazzoli, proprietario e studio manager, ci accompagna alla scoperta della sua perla.
Audiofader Da dove ha preso origine l’idea di questo studio e come si è evoluto negli ultimi cinque anni?
Simone Pirazzoli Come molti ho iniziato a frequentare uno studio di registrazione durante le superiori mentre suonavo la chitarra con una band, passavo il pomeriggio e la sera a fare da assistente per capire come registrare al meglio le demo del mio gruppo, in poco tempo mi sono innamorato di questo lavoro e ho capito che era quello che mi sarebbe piaciuto fare. Dopo tantissima gavetta in giro tra studi vari e live, oltre all'esperienza crescevano anche i clienti e quindi l'esigenza di avere una struttura mia dove poter lavorare. Fu durante la registrazione di un tributo ad Alex Baroni iniziato nel 2004/2005 che ho avuto occasione di conoscere Marco Borsatti che a sua volta mi ha presentato Josif Vezzoli e Chris Clifford, un progettista londinese bravissimo con grandissima esperienza nella costruzione di studi di registrazione che mi ha dato subito molta fiducia. Volevo uno studio immerso nel verde e con tanta luce naturale. La sala di ripresa e la regia si affacciano con grandi vetrate su un ampio giardino ed è possibile registrare per ore potendo vedere lo scorrere della giornata; c'è anche uno studio B sempre con luce naturale perfetto per registrare voci, fare intonazioni ed editing vari senza interrompere il lavoro nella regia A. La sala di ripresa principale è di circa 30 mq, ha un ottimo suono per le batterie e grazie a pannellature mobili riesco ad avere un'acustica viva o asciutta in base alle varie esigenze. Confinante c'è anche una room cantina piuttosto grande tutta in mattoni a vista di circa 50 mq che uso come camera riverberante aggiuntiva per certe batterie rock old style. Questo studio doveva essere un luogo dove un gruppo poteva realmente creare e trovare il suo suono! Per questo negli anni ho comprato tanti amplificatori per chitarra, per basso, moltissimi pedalini che uso anche in mix, ho un bel piano verticale Yamaha UX1 degli anni '80, echo a nastro e tantissimo outboard vintage e non, sempre in espansione. I musicisti che vengono qui in studio devono poter fare qualcosa di diverso rispetto a quello che possono fare a casa! Grazie a questa struttura negli ultimi cinque anni ho lavorato tantissimo e collaborato con bravissimi colleghi, arrangiatori e musicisti. Credo che l'esperienza più importante sia maturata a fianco di Marco Borsatti e Celso Valli. Negli ultimi anni, sono personalmente molto cresciuto, ho anche investito parecchio sia in hardware che in software diventando così molto competitivo.
AF Quali sono state le esperienze chi ti hanno portato a oggi?
SP Per molti anni ho fatto tanto live con vari gruppi, poi piano piano con qualche artista più famoso, capitarono Dirotta su Cuba, Maceo Parker varie volte, tanti jazzisti e contemporaneamente tanto studio, i primi dischi per Irma records di Bologna con Guido Caliandro e poi Ricky Rinaldi e Frank Nemola, il periodo acid jazz, le produzioni con Alberto Mantovani e Pier Mingotti di jungle, drum&bass, triphop, la nascita degli Skin 4 sempre per Irma (rec, mix e co-produzione), produzione di House Music con Robert-eno e i Relight Orchestra The Party, ancora Live con Rudy Rotta, Luisiana Red ed Eugenio Finardi, i dischi con Giorgio Cavalli (chitarrista di Vinicio Capossela), collaborazioni con Mirco Bezzi fonico negli studi di Medicina, con Gaetano Pellino allo Sudio Sweet Valley di Junior Magli. A questo punto vista la situazione positiva decisi di realizzare un piccolo studio mio (ora è lo studio B) dove poco dopo registrai un tributo per Alex Baroni con oltre 100 musicisti e dove mixai il brano “L'amore ha sempre fame” cantato da Mario Biondi. Dopo l'apertura del nuovo studio Excantine, ci sono state moltissime realizzazioni mie e per conto terzi, con Marco Borsatti i mix di Ornella Vanoni, Gatto Panceri, poi Pierdavide Carone (mixai un brano e registrai le voci), con Antonello D'Urso al mixer e Vince Pastano (chitarrista di Vasco Rossi e Luca Carboni) alle chitarre e arrangiamenti il disco di Guido Elmi dove collaborò anche il maestro Beppe D'Onghia, un numero altissimo di band tra indie, rock e folk, un sacco di collaborazioni personali o come studio, Francesco Renga, Luca Carboni (sempre con Antonello D'Urso), Carmen Masola (registrazione voci), Il Volo (registrazione voci), Irene Grandi (con Nicola Fantozzi e Marco Monforte), col produttore Lorenzo Sebastiani vari artisti, Fio Zanotti, David Sabiu, con Sandro Scala Boom Boom Vibration feat. Alborosie e Scimmie metropolitane col produttore Alberto Mantovani tantissimi dischi, tra cui Federico Stragà, per il Messico le Jeans (mix Marco Borsatti) e Jeans Live in Città del Messico (mio mix), Aleandro Sirvent, Patylu, ho lavorato con tantissimi musicisti turnisti, produttori e fonici. I Markonee (registrazione album, mixato poi da Beau Hill) con Alex Volpi dell'Antoniano, Roberto Barillari, Fulvio Ferrari, Ettore Grenci. ecc. Molte produzioni indie con la Liquido Records di Vincenzo Pastano, Antonello D'Urso (Franco Battiato e Alice) e Max Messina, ottimi musicisti e persone stupende, anche Ignazio Orlando bravissimo produttore/arrangiatore. Collaboro dal 2013 con Red Ronnie per la realizzazione audio del Roxy Bar dove ho lavorato con tantissimi artisti.
AF Quali sono state le maggiori difficoltà di questi anni e quali strade sono risultate più utili da percorrere?
SP Le difficoltà in Italia sono le stesse per tutti i lavori credo, burocrazia e troppe tasse che impediscono a una piccola azienda di investire gli utili e crescere velocemente; per quanto mi riguarda al momento c'è molto fermento e il lavoro non manca, anche se i budget si sono abbassati e ci sono tanti ragazzi, molti di loro talentuosi con tanta voglia di emergere, di fare musica. Fortunatamente non manca la passione, è solo cambiato il modo. In studio oltre a realizzare interamente un album, oggi i gruppi arrivano con pre produzioni fatte a casa di buona qualità: qui registrano le batterie, fanno il reamp delle chitarre e dei bassi, curano il missaggio, ottimizzando così i tempi e i costi. Si realizzano anche mix online: spesso i file arrivano da studi diversi e sono da assemblare. La ricetta è essere disponibili, ascoltare le richieste e avere flessibilità, saper consigliare ai ragazzi la strada migliore da percorrere, instaurare un rapporto di fiducia con loro! Poi certamente serietà, professionalità, attrezzature sempre funzionanti, pulizia ed efficienza aiutano.
AF Qual è la filosofia dello studio e cosa offrite ai musicisti e produttori rispetto ad altri studi?
SP L'Excantine è uno studio professionale che si occupa di registrazione, mix e mastering, sorge in una ex cantina vinicola all'interno di una villa del dopoguerra a Imola (Bo) e offre una serie di sale (anche il bagno è una echo chamber molto interessante, cablata con la regia) con sonorità diverse e caratteristiche, punta a sperimentare suoni con macchine analogiche, microfoni di qualità e microfoni low-fi assieme alle più moderne tecnologie (Avid Pro Tools 12 HDX e tantissimi plug-in), tutto nel massimo relax. Ultimamente ci siamo attrezzati anche per registrare live fino a sei musicisti contemporaneamente con i rispettivi personal monitor gestibili in autonomia. Lo studio si rivolge a chi cerca creatività nei suoni e non solo sonorità standard pre-confezionate, a chi piace sperimentare con la regola che nell'audio è vero tutto e il contrario di tutto. Sappiamo ascoltare i musicisti e cerchiamo di venire incontro alle loro esigenze, sempre. Per questo quando posso mi piace comprare outboard usato magari di 30 o 40 anni fa, con una sua storia, perché lo studio ha una sua anima: ho oggetti provenienti da studi RAI degli anni '70, di famosi studi italiani degli anni '80, ma anche di studi inglesi, ho un Ursa Major marchiata Rockfield Studio (dove i Queen registrarono Bohemian Rhapsody). Quando crei musica tutto questo per me è importante: non sono un esoterico ma le apparecchiature hanno una loro energia, si sente e a me piace offrirla ai miei clienti. Negli ultimi anni, visto la crescente richiesta, assieme a Filo Baietti offriamo un servizio di video clip, maturando velocemente clienti importanti tra i quali i Dream Theater (Our new world - Official Video Roadrunner), la Warner con le interviste dei Muse (per Sky), Blur, Duran Duran e Charlie Puth, Alejandro Sirvant e Patylu per il Messico con i loro Making Of qui in studio, poi in Italia i videoclip di Simona Molinari, Federico Stragà, Guido Elmi, Immanuel Casto, Tyng Tiffany, Bobby Solo e tantissimi altri. Come aziende al momento abbiamo lavorato per Porsche Italia ed Ernest & Young. Abbiamo poi anche fotografi e grafici e la possibilità di inserire i brani su iTunes, per poter eventualmente offrire ai nostri clienti un servizio completo.
AF Hai deciso di integrare pesantemente l’outboard analogico, come lo gestisci in mix e per il recall?
SP In mix mi piace utilizzare molto outboard esterno. I miei miti (Vance Powell, Steve Albini, Michael Wagener, Chris Lord Alge, Butch Vig e Daniel Lanoise solo per citarne alcuni) ne sono tutti grandi utilizzatori, per cui è stata una scelta obbligata e ho iniziato cercando di prendere esempio da loro. Uso riverberi e delay come un Lexicon 480, un gigantesco EMT 140 Plate reverb, un AKG BX20E a molla, un Univox (sempre a molla del 1960), tantissimo i Roland RE 301 e 501 a nastro, Lexicon Prime Time mod93 visto usare da Lanoise in maniera magistrale e ho comprato di recente un Sony Dre 2000a (usatissimo dai fratelli Lord Alge sulle batterie), che sto restaurando ed è quasi introvabile perché al tempo la Sony ne ritirò un gran numero e li distrusse per poi introdurre dei nuovi modelli. Appena trovo il suono che mi piace lo registro subito in audio in modo da non dover fare dei recall se mi capita di riaprire un mix più avanti. Normalmente, in ogni caso, mi annoto sotto il canale di Pro Tools qualche indicazione, o faccio una foto al pannello e creo una cartella dentro al progetto con gli scatti. Ho invece alcune catene ibride hardware e plug-in per la voce come Universal Audio 1176 e il Retro Sta-Level che lascio aperte fino quasi alla fine del mix. Alcuni compressori ed eq mi piace poi applicarli già in registrazione in piccole o grandi dosi per caratterizzare di più il suono.
AF Qual è stato il percorso per scegliere l’outboard?
SP Leggo molto, compro libri, riviste e guardo tantissime interviste e recensioni sul web soprattutto su materiale vintage, sono molto attratto dai delay e reverberi da fine anni '60 e primi anni '80, colleziono anche manuali e circuiti di molte macchine rare. Sono partito dai classici Universal Audio 1176, Empirical Labs EL8 Distressor, dbx poi ogni tanto provo qualcosa di nuovo come il compressore serie 500 elysia che ha il controllo mix per la compressione parallela oppure qualcosa di vecchio come l'Altec 1612a e 1591a. Sto comprando anche vari fuzz a pedale e delay a nastro che sperimento per distorcere ed effettare voci e batterie in parallelo: trovo che la ricerca di soluzioni alternative e meno convenzionali contribuisca a rendere più vivo e creativo il nostro lavoro. Non essendo una multinazionale, passo molto tempo su ebay e mercatini vari per cercare oggetti a prezzi interessanti perché credo che usare solo un mouse e dei pomelli virtuali non sia poi così appagante... In futuro mi piacerebbe acquistare qualcosa della Thermionic come il Culture Vulture, il compressore Shadow Hill per il mastering e anche l'eq della Chandler Curve Bender. Un sogno sarebbe il Telefunken Elam 251... e tanti canali Neve 1073!
AF Come è stato realizzato lo studio dal punto di vista acustico.
SP Insieme a Chris e Josif siamo riusciti a progettare una struttura molto versatile ottima per una realizzazione discografica di oggi con costi di gestione relativamente contenuti, ma dalle grandi potenzialità! Tutte le sale sono acusticamente disaccoppiate e hanno un perfetto isolamento grazie a pavimenti flottanti, in particolar modo la regia e la sala di ripresa principale. La regia offre un ascolto piuttosto lineare dando la possibilità di curare il mix nei particolari e senza sorprese nel riascolto a casa. La sala di ripresa è viva ma controllata. Massima qualità anche per i cablaggi curati da Marco Borsatti. In regia ho tre tipi di ascolti, i big monitor sono delle Quested 3208 col sub 1115b, poi le classiche Yamaha NS10 sempre col loro sub e una Tivoli audio mono. Ho anche altre uscite che al bisogno posso collegare al volo con altri monitor se richiesto. Computer, riverberi con ventole, interfacce audio sono in sala macchine. Anche l'impianto di condizionamento è assolutamente silenzioso.
AF Quali preamplificatori hai scelto?
SP Diciamo che prediligo il suono colorato. La maggioranza dei miei pre sono Amek 9098 (Rupert Neve) che a me piacciono veramente molto, poi Focusrite, API, Heritage Audio (clone Neve 1073), Avalon 737sp, Calrec (ottimi per i microfoni a nastro), ho un rack di black pre Audient 4ch con eq e comp, Langevin con eq, Tl Audio C1 prima serie, e infine alcuni Altec di varie annate che, tirati nel collo, offrono distorsioni armoniche piuttosto interessanti soprattutto su rullanti, room ambiente e chitarre distorte. La lista è in costante espansione.
AF Compressori ed equalizzatori, come li hai scelti e perché?
SP Amo il rock, mi piacciono le sonorità di Universal Audio 1176 e dbx 165a, poi Smart Research, Distressor e la scoperta del Retro Sta-Level! Di recente durante la registrazione del suo disco, Guido Elmi mi ha lasciato in uso il suo Manley Varimu da mastering che mi è piaciuto subito tantissimo! Poi ho due BAE 10 dc, un elysia e un Anthony De Maria ADL 1000 infine due Avalon 737 e due Altec. Di eq ho un API 5500 da mastering, gli Amek 9098, l'Audient serie Black, Calrec, vari Orban e mi vorrei comprare a breve almeno un Pultec. Il perché delle scelte spesso è per curiosità o perché li vedo utilizzare da fonici che mi piacciono molto, oppure capita che qualcuno porti in studio un oggetto che poi faccio mio, come di recente (anche se non si tratta di outboard vero e proprio) l'accordatore per batteria DrumDial molto utilizzato all'estero e quasi sconosciuto a molti batteristi e tecnici italiani: una batteria intonata fa veramente la differenza.
AF Suggerimenti dettati dall’esperienza?
SP Fare quello che sto facendo è stata una buona scelta, forse col senno di poi non avrei mai speso tutti quei soldi per un controller come il D-Command che mi ha sempre creato problemi di fader e l'assistenza Digidesign non mi è piaciuta affatto, ma avrei comprato un SSL 4000G con un controller più piccolo per Pro Tools, cosa che non escludo farò in futuro! Infine ma non ultimo, investire sempre di più sul lato umano: il rapporto con i musicisti e la loro musica è la cosa più importante per me e per questo lavoro. Credo che qui all'Excantine ci si possa veramente sentire a casa.
STUDIO EQUIPMENT
Compressori: Retro Sta-Level, dbx 165a, BAE 10dc comp limiter, Empirical Labs EL8 Distressor, Smart Research C2 , ADL 1000, Audient Black Comp, Altec 1612a, Altec 1591a, elysia xpressor 500, Universal Audio 1176, Manley Vary-Mu, dbx 902 de-esser, TL Audio Comp C1, Avalon 737.
Preamplificatori: Amek 9098, API 512, Focusrite, Calrec 3200 channel strip, TL Audio C1, Audient Black pre, Heritage serie 500 1073 style, Altec 1612a, Altec 1591a, Langevin dual pre + eq.
Effetti: Lexicon 480L with Larc, Lexicon 200 vintage, Lexicon PCM60, Lexicon PCM42, Lexicon Prime Time, Lexicon Vortex, Lexicon LXP 1, Roland 301 Space Echo, Roland 501 Space echo, Roland SDE 3000, Roland SRV 2000, Roland SDE330, EMT140, AKG BX20E, Unicord Univerb, Lombardi echo a disco, Ursa Major Space Station SST-282, Klark Teknik DN780, Klark Teknik DN34, Klark Teknik DN60 rt analyzer, Yamaha SPX 990, Yamaha R1000, Yamaha REV5, Electrix MO-FX, Line 6 Echo Pro Rack, Sony MU-R201, Sony DRE-2000A, Ibanez DM1100, Ibanez HD1000, Ensoniq DP4.
Varie: Dolby A-Type 361, Orban Equalizer Model 674A, Orban Equalizer Model 622B.
Testate: Fender Bassman 100, Orange Rockverb 50, Orange AD 140, Orange tiny terror, Mesa Boogie Dual Rectifier, Fender blues junior (Vintage 30).
Cabinet: Orange 4x12, Marshall 4x12 lead 1960, Peavey biamp.
Cuffie: Audio-Technica M50, AKG vari modelli, Extreme Isolation Vich Firth, Behringer Powerplay P16.
Pianoforte: Yamaha UX1.
Microfoni: Neumann M147 Tube, Neumann KM184 stereo pair, Neumann TLM103, Neumann clone FET stereo pair, MicBig Tube Microphone, beyerdynamic 740 pair, beyerdynamic M69 Tg, AKG B-Uls pair, AKG 451 cardioid, AKG 451 ipercardioid, AKG 190, AKG C409, AKG D112, Sennheiser 421, Sennheiser 609, Pzm 30D pair, Pzm 30F pair, Rode NT5 Cardioid Stereo set + Omni capsule set, Shure SM57, Shure Beta 57, Shure SM7, Shure Beta 91, Shure Beta 52, Shure Green Bullet 520d, Royer R122, Coles 4038, EV 409, Audix D6, Audix D2, Audix D4, Lombardi 58style, Altec 633a, Salt Shaker.
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