Apogee è sinonimo di trasparenza e fedeltà e la nuova Element 46 compie un passo ulteriore nel mondo della minima colorazione, grazie anche al nuovo convertitore A/D e ai preamplificatori cristallini.
Togliete l’interfaccia utente, il pannello di controllo e qualsiasi altro interruttore da una interfaccia audio e avrete un’idea inziale di cosa sia Element 46. Apogee ha destinato la serie Element a chi cerca la conversione eccellente della casa americana con un controllo da remote, a un prezzo accessibile grazie ai tagli del pannello di controllo. Diciamocela tutta: Element 46 non è proprio un simulacro di bellezza così a prima vista, ma come tante cose preziose non bisogna fermarsi all'involucro esterno, soprattutto quando si parla di audio professionale. In realtà, Element 46 (così come tutta la serie Element) nasconde una componentistica di ultimissima generazione e il risultato si sente da subito. La scelta di Apogee appare chiara come il suo suono: non è un’interfaccia studiata per ottenere già in registrazione una componente armonica da sfruttare in seguito, non colora il suono come potrebbe fare una Focusrite o una Universal Audio, sicuramente più adatte per generi rock e pop rock o comunque più duri ed elaborati. La filosofia di Element, in questo caso, è la maggiore naturalezza possibile, così da riprodurre il suono nel modo più fedele a quello originale, per la gioia di chi suona e registra musica classica o jazz per esempio.
Hardware
Partiamo dalla punta di diamante della sezione hardware: i convertitori A/D e D/A. La sezione A/D è affidata a un AKM AK5578EN, convertitore di nuova generazione 32 bit a otto canali progettato per campionare il suono con la minore distorsione armonica possibile e con un range dinamico che va da 121 dB (in modalità otto canali) fino a 130 dB se utilizzato in mono. Pulitissimo e in grado di supportare anche formati audio DSD, è la prima volta che si trova in un'interfaccia di questo tipo.
La sezione D/A viene gestita da un ESS ES9016 SABRE Ultra DAC a 32 bit, con ben 124 dB di dinamica e un sistema di eliminazione del jitter. I preamplificatori sono dei Texas Instruments OPA1612, controllati digitalmente da dei THAT 5171 e dotati di uno slew rate di 27V/µs, il che li rende sia accurati che morbidi nella risposta in frequenza. Hanno un rumore di fondo praticamente inesistente e una distorsione armonica altrettanto trascurabile, con un valore THD pari a 0.000015% a 1 kHz. L'alta impedenza in entrata (2KΩ) permette a questo preamplificatore di avere una maggiore dinamica e di poter gestire senza problemi anche segnali di tipo instrument. Infine le due uscite per le cuffie sono dotate di due operazionali AD8397, molto puliti e lineari anche ad alti carichi di corrente, il che evita fastidiose distorsioni quando si alza di un po' il volume in cuffia. Gli I/O sono divisi in quattro entrate analogiche (ognuna delle quali può essere Mic/Instrument/+4 dBu/-10 dBV) e otto ingressi ADAT, mentre gli output totali sono 14: un master L/R, due uscite cuffie e otto uscite ottiche. Su questa interfaccia non è presente alcun tipo di controllo fisico: tutte le funzioni sono affidate alla sua applicazione dedicata Element Control, molto facile e intuitiva nell'utilizzo.
Un'ultima precisazione: quando da Element Control impostiamo un input analogico in modalità +4 dBu verranno visti unicamente segnali connessi tramite cavo XLR.
Controllo e routing
L'applicazione Element Control gestisce tutto il routing e le impostazioni dell'interfaccia, in modo chiaro e senza decine di sottopagine e menù che rischiano di far impazzire un utente inesperto. In alto a sinistra, appena di fianco al logo Apogee, troviamo tre menù principali (System, Device, Essentials) che gestiscono rispettivamente le impostazioni generali, il routing e le funzioni più utilizzate in fase di recording/mixing, nonché il volume delle cuffie o del master out.
Element Control è settabile in sei modalità dette template, ognuna delle quali è ottimizzata per una specifica funzione, come ad esempio il template A/D Expander che trasforma l'interfaccia in un vero e proprio preamplificatore/convertitore da collegare ad un input ADAT di una qualsiasi altra interfaccia.
Non mi dilungherò troppo sulle specifiche funzioni, anche perché sono comuni a moltissime interfacce e applicazioni, ma mi limiterò in questa sede a parlare delle particolarità più originali: per tutte le funzioni di base potete scaricare il manuale anche in italiano sul sito Apogee (manuale in italiano).
Una funzione molto utile è la possibilità di avere tre mix separati indirizzabili a un'uscita analogica qualsiasi a nostra scelta tra master out o HP 1/HP2, in modo da poter ascoltare un direct monitoring a latenza praticamente pari a zero escludendo il ritorno macchina (playback DAW). Tale mix può essere pre fader o post fader e questo è molto importante a seconda del tipo di utilizzo che ne farete, se verrà usato come mandata a un effetto o per creare un mix separato da quello principale.
Come vedete in figura, negli I/O di una qualsiasi DAW (in questo caso Pro Tools First) saranno visualizzabili tutti gli input fisici, digitali e virtuali: questi ultimi, Mix 1 e FX Send comunicano direttamente con la sezione dei mix di Element 46, permettendo sia di registrare in stereo un mix multitraccia che di usare un FX send per utilizzare un effetto interno alla DAW e poi ritornare dentro al mix.
In prova
Element 46, ma in generale tutta la serie Element, è un'interfaccia dotata di tutto il necessario per ottenere ottime registrazioni e agevolare molto la fase di mixing, grazie al suo carattere preciso sulle medie, che vi permetterà di sentire tutto in modo distinto e con una dinamica veramente notevole: attenzione che la precisione sulle medie non significa avere un suono troppo carico sulle medie ma bensì Elements 46 ha la perfetta quantità di medie richieste in fase di mixing. È semplice da utilizzare, quasi plug and play, ma nondimeno ha un cuore professionale e che potrebbe far rimpiangere di non averla provata prima. Mi è bastato registrare una chitarra acustica e una linea di basso per accorgermi del suo totale rispetto per il suono originale, cosa a cui contribuiscono anche i preamplificatori molto puliti e dinamici. Una nota di merito va alla funzione Soft Limiting, che rende possibile registrare strumenti con transienti e picchi molto elevati (come una batteria) senza doversi preoccupare di eventuali clip: in questo modo si registra a un livello ottimale anche il rullante o la cassa più indomabile.
Element 46 è tra le interfacce Apogee multicanale quella più abbordabile e rispetta la tradizione del suono dell’azienda americana, forse qui ancora più trasparente. Il professionista dello studio saprà riconoscere in un istante la qualità di conversione e preamplifcazine.
Conclusioni
La serie Element è perfetta per quei professionisti che vogliono ottenere un suono naturale e cristallino, con la minore colorazione e distorsione possibile, e la massima accuratezza nella ripresa e nel campionamento. Il suo carattere la rende perfetta per la fase di mixing e saprà essere apprezzata specialmente da chi si occupa di musica classica, jazz, da camera, blues anche volendo. La sua qualità è la trasparenza: non impone un suono, ma lo descrive in modo naturale e preciso.
PRO
Preamplificatori trasparenti
Conversione AD/DA
Circuito di Clock
Carattere perfetto per il mixing
Soft Limiting
CONTRO
Nessun controllo sul pannello fisico
Uscite master solo di tipo XLR
Nessuna uscita di linea analogica
INFO
Prezzo: € 818,85 + IVA