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Test: DMSD 60, i disaccoppiatori italiani che funzionano meglio di altri!

Rapporto qualità/prezzo9
Costruzione10
Facilità d'uso10
9.7

Se non avete mai sentito la parola disaccoppiatori vuol dire che non vi siete mai posti il problema delle vibrazioni dei monitor trasmesse al supporto.

Eppure i monitor trasmettono sempre le vibrazioni sulla maggior parte dei supporti, rendendo gli stessi supporti delle fonti di rumore e, soprattutto, rendendo instabile il cabinet del monitor che potrebbe, a sua volta, vibrare maggiormente ad alti volumi d'ascolto non avendo una base solida e accoppiata con la superficie del monitor. Negli ultimi anni ci sono state diverse proposte per questo compito, da semplici supporti in schiuma rigida a soluzioni con lastra di metallo e materiale fonoassorbente, a presenti supporti che dovrebbero dissipare le vibrazioni trasmesse del monitor. Per essere ancora più chiari, i disaccoppiatori possono migliorare la qualità di riproduzione dei monitor, a patto di avere degli ottimi m0nitor e un ambiente di ascolto acusticamente corretto. Usarli in un bar in mezzo alla folla non avrebbe alcun senso. L'argomento è da sempre legato al mondo dell'Hi-Fi, per il quale esistono centinaia di soluzioni anche molto esoteriche, e solo da qualche tempo è entrato nei particolari di cui tener conto in uno studio, anche solo dotato di near field monitor.

Premesso che il campo di applicazione è lo studio professionale (nulla vieta di usarli anche in home recording, ovviamente), l'italiana DMSD, con a capo Davide Mastrodonato, ha realizzato i disaccoppiatori DMSD 60 e 40 unendo design, estrema facilità d'installazione, qualità eccellente nei materiali e risultati tangibili all'ascolto, che si evidenziano in una maggiore precisione nella riproduzione delle basse frequenze, dei medi più precisi e un'immagine stereofonica più coerente.

Hardware

Il materiale di costruzione è di derivazione aerospaziale, tanto per cominciare, e deriva dalla stessa esperienza del produttore in questo campo da oltre vent'anni. La differenza tra i due modelli risiede, oltre che nelle dimensioni, nel peso che possono sopportare: un disaccoppiatore serie 50 arriva a sostenere fino a 12 kg, mentre uno della serie 60 arriva alla bellezza di 180 kg! La struttura è piuttosto semplice: due cilindri metallici, trattati con un processo di galvanizzazione e con una superficie gommosa per creare la massima aderenza al monitor e al supporto, sono collegati tra loro da quattro cilindri di materiale plastico che non può essere separato dai due cilindri, costituendo un'unica unità solida e resistente. Il kit di vendita comprende quattro disaccoppiatori che possono essere scelti in cinque tonalità di colori.

dmsd

In prova

Il banco di test per i DMSD 60 sono state le ADAM S3H, monitor a tre vie pesanti e di dimensioni generose che, senza disaccoppiatori, non faticavano a far vibrare il nostro supporto in studio a medi e alti livelli. L'installazione dei disacoppiatori è praticamente inesistente: basta metterli tra il monitor e il supporto e il gioco è fatto. Niente viti, snodi o angoli da cambiare. La differenza nell'ascolto è stata immediata: le già ottime performance delle S3H appoggiate al supporto diventano eccellenti, con bassi marmorei e generosi, senza perdere definizione, medi molto precisi e un'immagine stereofonica ineccepibile. Il risultato è stato così netto da suggerire al distributore Midimusic, che importa ADAM in Italia, di presentare le S3H usando questi disaccoppiatori. Da quel test, i disaccoppiatori sono entrati di diritto in ogni successivo test di monitor, da quelli più leggeri ai monitor principali ATC SCM50 ASL, che con il peso non scherzano. Più i monitor sono pesanti, più sembra esserci un contributo positivo alla descrizione del suono da parte di questi disaccoppiatori. I test con monitor più leggeri (Mackie, EVE, Genelec, HEDD) hanno comunque dimostrato che in un ambiente trattato acusticamente il risultato è apprezzabile e non scontato, contribuendo a schiarire l'immagine del suono, con migliori transienti e bassi più precisi. Unica eccezione alla regola sono i monitor bass reflex con la porta posta sulla parte inferiore del monitor: è il caso per esempio degli ottimi Genelec M030, forse la serie meno conosciuta di Genelec ma dalle capacità timbriche e descrittive eccellenti per le dimensioni minime del monitor. Usando con le M030 i disaccoppiatori DMSD, la porta bass reflex è posta più in alto rispetto alla base originale, causando una perdita di basse frequenze non accettabile. Per fortuna, la porta inferiore del bass reflex è una condizione assai rara nei monitor a due vie. Altri monitor che beneficiano immediatamente dei DMSD sono quelli con cabinet chiuso, a cominciare dalle Yamaha NS10M per proseguire con le Amphion. I medi e le basse frequenze diventano più stabili. In alcuni casi, soprattutto monitor a due e tre vie con peso superiore agli 8 kg per monitor, la differenza è così netta da giustificarne l'uso costante. È come scoprire che i monitor finora usati possono avere un'altra anima migliore di quanto fino a ora ascoltato. Il confronto con altri disaccoppiatori più noti non lascia molto spazio alle discussioni. Fino a oggi abbiamo avuto a che fare con sistemi a volte ingombranti e non molto performanti (anche se un miglioramento c'è rispetto alle condizioni iniziali), a volte non così di facile installazione e bruttini da vedere. Alcuni di essi, come i Primacoustic Recoil Stabilezer andavano abbastanza bene solo per i monitor di peso inferiori ai 20 kg e la durata nel tempo della spugna ad alta intensità, incollata al metallo, non è delle migliori. I DMSD spazzano un sol colpo il passato regalando design e prestazioni così elevate da renderli indispensabili in qualsiasi studio dove i monitor siano appoggiati a un supporto, di durata illimitata non avendo parti che si possono scollare o staccare meccanicamente. Circa la qualità del prodotto, è impossibile trovare un solo difetto: la costruzione e i materiali sono perfetti, come anche il packaging di qualità. Per inciso, a Francoforte i disaccoppiatori erano in dimostrazione con i monitor Amphion, tra i più precisi nei transienti e nella riproduzione sonora, e anche in un ambiente rumoroso era facile ascoltare la differenza tra monitor con DMSD e quelli senza!

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Conclusioni

C'è un mondo da scoprire usando i disaccoppiatori DMSD. Possono essere considerati accessori in uno studio professionale, ma la qualità dei risultati è tale che vanno considerati necessari quanto gli stessi monitor. Il beneficio che si ottiene permette di prolungare la vita dei monitor che già si usano, restituendo un maggior valore all'investimento compiuto sui monitor. Più i monitor sono pensanti e di qualità, più i DMSD incrementano le prestazioni, innalzando il livello di qualità d'ascolto. Il prezzo da pagare diventa esiguo per chi ha investito migliaia di Euro sui monitor quando si considera la qualità dei risultati. Per chi invece utilizza monitor di fascia bassa, la scelta dei DMSD è più dispendiosa ma, a ragion veduta, è anche uno dei pochi prodotti in studio che durerà per sempre, anche cambiando i monitor. Orgogliosi dell'ingegno napoletano. Italians do it better!

PRO

Costruzione eccellente

Risultati garantiti

Qualità dei materiali

CONTRO

 

Nessuno

INFO

DMSD

Prezzo DMSD 60: € 570 per pack da quattro pezzi

DMDS 50 € 240 per pack da quattro pezzi

 

Schermata 2017-11-25 alle 14.45.17

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