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Editoriale #10: L'arte dell'emozione


Prendete una persona comune, che ami la musica ma che non sappia da che parte cominciare se dovesse creare una produzione sonora o musicale: la lettura di Audiofader scatenerebbe la stessa emozione della lettura di un trattato di fisica nucleare per un letterato classico. Capirebbe ben poco di quel che scriviamo!

Cambiamo il lettore e mettiamo in mano Audiofader a chi lavora in studio di registrazione, a chi è musicista e si è costruito un piccolo studio, a chi è un fonico di mastering e a chi si occupa di produzione, sound design, colonne sonore o post produzione. Improvvisamente, ogni articolo che leggerà alimenterà la creatività, obbligherà a confrontare le proprie opinioni e, soprattutto, dispiegherà gli strumenti più moderni. Si sa che in arte è consentito tutto e il contrario di tutto e, in fondo, anche nel nostro mondo governato dalla fisica del suono, dalla matematica e dagli algoritmi digitali, dai limiti della tecnologia analogica, ciò che è consentito o meno dipende dall’arte di chi è in studio. La differenza tra chi sa usare software e hardware in modo creativo da chi invece è ancora legato alla prassi più comune, dipende dalla conoscenza degli strumenti che usa. L’arte nasce quando non è più lo strumento di lavoro l’oggetto del lavoro stesso, ma diventa invece qualcosa di così interiorizzato da poter intuirne un uso fuori dagli schemi e, di conseguenza, dare il via a sperimentazioni di ogni sorta. Leggere le interviste a Simone Pirazzoli, Alberto Cutolo e Ru Catania porta alla naturale conclusione che la ricerca e la sperimentazione è arte a tutti gli effetti: quando si raggiunge un risultato emozionante, non importa se voluto o inaspettato, la gratificazione è immediata e si spostano un po’ più in là le asticelle dei propri limiti. Si crea un timbro e una emozione. Che sia un plug-in software o un outboard hardware, superato lo scoglio della comprensione del funzionamento, la creatività deve poter fluire liberamente senza essere interrotta da problemi tecnici, da limiti oggettivi o, più semplicemente, dalla mancata conoscenza completa dello strumento che si sta usando. Se vi viene il dubbio che tutto quanto nel vostro studio sia un ecosistema complesso che ha un manuale d’uso nella vostra testa, non siete fuori strada. Più quel manuale è facile da comprendere e ricordare, più la creatività e l’arte saranno esaltate, e non schiacciate da distrazioni tecniche. Creare un’emozione può essere complesso, ma l’atto stesso della creazione è emozione, è arte. E l’arte non si discute, si vive!

 

Luca Pilla

luca.pilla@audiofader.it

 

 

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