Il nostro mondo della musica è sempre stato legato alla tecnologia. Anche se ovviamente nessuno di noi era presente per testimoniarlo, possiamo immaginare che quando Bartolomeo Cristofori introdusse il pianoforte, o fortepiano inizialmente, nel Seicento una battaglia tecnologica si innescò con piccoli e grandi sconvolgimenti tra musicisti e costruttori di strumenti. La stessa cosa, ma elevata all'ennesima potenza, la subiamo noi durante questi anni in cui la musica e la tecnologia sono sempre più legati da un destino comune.
Una nuova sfida si prospetta all'orizzonte per il mondo dell'audio e della registrazione, il probabile passaggio di Apple dai processori Intel ai suoi ARM.
Era il giugno del 2005 quando Apple nella sua annuale Developer Conference (WWDC) annunciava il passaggio ai processori Intel, un cambiamento che permise ai dispositivi di Cupertino di raggiungere una compatibilità senza precedenti oltre a sfruttare l'incredibile forza di sviluppo che Intel ha saputo imprimere all'evoluzione dei processori.
Oggi Apple, che da anni ormai sta dando segni di voler procedere nella direzione dell'indipendenza, si trova di fronte ad un bivio. Quella che fino a poco tempo fa era la più grande azienda al mondo per capitalizzazione, ha subito un forte ridimensionamento in borsa, dovuto alla saturazione del mercato ed ai dubbi degli investitori sul mantenimento di una leadership tecnologica detenuta già da diversi anni. La necessità quindi di differenziarsi e di procedere verso una propria strada che permetta di sviluppare nuovamente propri prodotti altamente innovativi che creino un gap rispetto ai competitor porterà, secondo molti analisti ed esperti del settore, ad accelerare il passaggio dell'azienda americana da Intel ai suoi processori ARM.
Tra i principali esperti ad anticipare questa notizia c'è Ming Chi Kuo, che già in passato ha dimostrato di saper anticipare diverse mosse di Apple. Questi sostiene che Cupertino starebbe rallentando lo sviluppo dei portatili MacBook, una cosa che molti appassionati della Mela lamentano, proprio per effettuare il passaggio ai nuovi ARM già dal 2020. Ed il biennio 2020-2021, che se ci pensiamo è ormai dietro l'angolo, potrebbe essere il periodo in cui Apple effettuerebbe lo switch sul maggior numero, se non su tutte le sue nuove uscite.
Ma perchè questo cambio è così importante e perchè allo stesso tempo è così temuto, soprattutto dai professionisti e dagli sviluppatori?
Nel periodo di passaggio tra PowerPC e Intel circa quattordici anni fa, il mondo degli sviluppatori di applicazioni e software per dispositivi Apple subì un vero scossone, poichè, anche se la maggior parte delle persone vive ignara di tutto questo, moltissimi software furono profondamente rivisti e riprogrammati per diventare compatibili con la nuova architettura. Diversi di voi probabilmente ricorderanno il caso di Spectrasonics, che come altri dovette quasi riscrivere i propri v-instruments e lasciò i suoi clienti scoperti per diverso tempo. Lo stesso problema accadde anche dal lato hardware, in cui moltissimi studi che avevano investito in sistemi Pro Tools si trovarono a non poter aggiornare il proprio parco computer, tagliandosi così fuori dalle novità del mercato già pronte per il binomio Mac-Intel, per l'incompatibilità dei vecchi hardware con i nuovi processori.
Apple ha però bisogno di questo cambiamento e, visti i recenti sviluppi del mercato che vede ormai finita la cavalcata gloriosa dell'iPhone e la supremazia dei MacBook, potrebbe accelerare ulteriormente i tempi. Non è un segreto che la 'guerra' dei prossimi anni sarà un duello a colpi di innovazioni tra Cina e Silicon Valley. Da qui la necessità di Cupertino di sviluppare in casa il proprio hardware per dare vita alle prossime generazioni di dispositivi con architetture su misura e costi più competitivi.
Le indiscrezioni sono rafforzate da una serie di acquisizioni che Apple ha fatto negli ultimi anni, ultima un'azienda inglese chiamata Dialog Semiconductor che sviluppa i chip per la gestione energetica e ottimizzazione dei consumi per iPhone e iPad. La crescita della potenza di calcolo di questi dispositivi grazie a soluzioni già ARM-based farebbe pensare che anche sui computer Mac lo switch potrebbe essere prossimo.
A che cosa bisogna stare attenti quindi per chi sta programmando investimenti su Mac per il proprio studio di registrazione? Sicuramente non è una cosa di mesi, ma si parla di almeno uno-due anni, quindi c'è tempo per prepararsi. Tuttavia i grossi investimenti in rinnovamento del parco macchine, e magari anche delle interfacce audio più importanti che lavorano con Mac, potrebbero essere rinviati se non altro per attendere lumi sul processo di transizione. Siamo sicuri che, quando arriverà lo switch, Apple punterà su prestazioni ancora superiori, probabilmente mettendo le basi per le prossime 'rivoluzioni' che bollono in pentola nel segretissimo reparto di ricerca e sviluppo a Cupertino come l'Apple Car, la realtà aumentata 2.0 e la domotica integrata. Il mondo dell'audio potrà sfruttare questo balzo in avanti per lo sviluppo di nuove tecnologie software-hardware, ma ci vorrà tempo, perchè Apple potrebbe per motivi di segreto industriale non fornire questa volta un sistema di passaggio hardware per sviluppatori come fu per l'Apple Intel Developer Transition Kit nel 2005.
La previsione di molti è che lo switch potrebbe partire dai MacBook e quindi passare poi per il Mac Mini. Solo successivamente sarebbe il turno del Mac Pro. Potrebbe perciò molto probabilmente esserci spazio ancora per uno step intermedio dei fissi Mac con processori Intel a bordo.