In questo primo appuntamento parliamo di un tema importante e alquanto delicato, gli ascolti. riflessioni e considerazioni per una scelta mirata in base alle proprie esigenze
Scegliere una coppia di monitor è un po’ come scegliere un paio di occhiali. I monitor sono il punto di congiunzione tra noi e quello che produciamo nelle nostre DAW. Premettiamo che non esiste il monitor ideale, ma i monitor si scelgono e si imparano a conoscere con i loro pregi e difetti, è questo uno dei motivi per cui spesso in studio si utilizzano più sistemi di ascolto.
Prima dell’acquisto
La scelta dei monitor audio, deve essere senza dubbio al primo posto nelle priorità di ripartizioni di un budget di acquisto ma non deve essere considerata una scelta isolata in quanto legata ad altri elementi altrettanto importanti quali: la tipologia della nostra attività musicale e la stanza dove verranno usati. La tipologia della nostra attività è il primo elemento da considerare. Le necessità e priorità di un produttore/musicista sono in parte differenti da quelle di un fonico. Un fonico necessita principalmente di un ascolto lineare e affidabile, mentre un produttore/musicista ha bisogno di un ascolto affidabile, ma al tempo stesso che possa essere eccitante per stimolare la creatività durante le fasi di produzione, specie durante le registrazioni. La stanza dove verranno utilizzati i monitor è un elemento (se non l’elemento) fondamentale da tener presente.
In stanze acusticamente trattate generalmente non sono presenti tutta una serie di problemi quali le riflessioni modali e il controllo delle prime riflessioni, concedendoci quindi maggiore libertà nella scelta dei monitor. Le stanze di ridotte dimensioni con trattamento minimo o inesistente impongono delle scelte mirate: meglio speakers di ridotte dimensioni con moderata estensione nella gamma bassa che grandi diffusori o peggio utilizzare sub. L’estensione in frequenza controllata nel range basso combinata con un utilizzo moderato del volume di ascolto sono elementi semplici per limitare all’origine le problematiche tipiche di una stanza non trattata: tenderemo semplicemente a sollecitare meno la stanza stessa…e i suoi difetti. Uno dei fattori, potenzialmente problematici, che comunque unisce le stanze trattate e non, è la dimensione.
Stanze di piccole dimensioni non permettono fisicamente la diffusione di bassissime frequenze e peggio non ci danno la possibilità di posizionare i monitor a una distanza tale da poter percepire le basse frequenze. Se a questo aggiungiamo che è sempre preferibile evitare di usare i monitor a ridosso di pareti e angoli, ecco che anche stanze non piccolissime possono diventare limitanti all’installazione di monitor che non siano nearfield. Ulteriore elemento che accomuna spazi trattati e non è il posizionamento (inteso nel senso stretto di supporti) dei monitor. Il potere di trasmettere vibrazioni in media-bassa e bassa frequenza dei monitor attraverso i supporti è enorme ed è ancora maggiore se il supporto è un tavolo o una consolle con parti chiuse e inclini a risuonare.
La trasmissione delle basse frequenze, non solo provoca risonanze indotte delle superfici ma può alterare anche la percezione dell’immagine stereo. Da dove partire quindi per la scelta dei monitor? Sicuramente un confronto e i suggerimenti di amici e colleghi possono essere ottime risorse per focalizzare l’attenzione su alcuni modelli, ma i monitor sono quanto di più soggettivo esista, quindi non c’è scampo, bisogna provarli e usarli realmente. Se non avete amici che possiedono già le casse verso le quali siete indirizzati, un’idea generale sul suono si può avere recandovi in negozi che espongono un grande numero di modelli con qualche brano di riferimento e, dopo aver individuato il modello più appropriato, acquistarlo (la clausola del recesso è sempre utilizzabile e mai come in questo caso è vitale).
Dopo l’acquisto
Una volta installati nel vostro ambiente di lavoro bisogna essere molto cauti e iniziare a usare i monitor gradualmente. Evitate di spingervi subito su volumi sostenuti ma approfittate della freschezza delle vostre orecchie per intuire realmente come suonano i soli monitor, prima e successivamente nel vostro ambiente partendo da volumi bassi, per capire se ci sono da subito frequenze risonanti o in eccesso e se la stereofonia viene restituita con naturalezza o ci sono stranezze sulle fasi. Prima di intervenire sulle equalizzazioni, di solito ormai presenti in tutti i monitor amplificati, cercate di indagare se il posizionamento è ottimizzabile facendo molta attenzione non solo che si rispetti la nota regola del triangolo equilatero, con la nostra testa terzo vertice, ma che la geometria della stanza e delle suppellettili presenti non influisca.
Ad esempio avere due lati con comportamenti acustici differenti è di sicuro una delle cause (frequenti) che causa sbilanciamento nella percezione delle frequenze medio alte, vedi la presenza di una visiva o una finestra. Fatti i primi test con i nostri brani di riferimento, possiamo effettuarne ulteriori a volumi più sostenuti per capire man mano come la stanza si comporta sotto una sollecitazione maggiore e fare quindi i nostri ritocchi finali al posizionamento, per poi agire in fine sull’EQ degli speakers. La fase successiva di analisi è quella di concentrarci sui vari range dello spettro e iniziare a capire come i monitor si comportano specie sui transienti e sull’immagine stereofonica.
Variare ripetutamente il volume di ascolto ci aiuterà a capire come suonano i monitor e come suonano i monitor nella nostra stanza, sembra un dettaglio ma è fondamentale per la valutazione finale e per comprendere se ci troviamo di fronte ad una coppia di monitor – idonei alla nostra stanza - sui cui conviene andare avanti e provare a lavorarci. I monitor, riprendendo la metafora iniziale, sono le nostre lenti e per questo hanno il potere di influenzare pesantemente il nostro suono, quindi è giusto sceglierli anche perché magari stimolano la nostra creatività e ci suggeriscono certe soluzioni timbriche; ma la compatibilità dei nostri prodotti fuori dal nostro studio è l’obiettivo finale quindi, se possibile, usate sempre almeno due coppie di monitor, possibilmente di marche differenti e di tipologia differente, è questo alla fine l’unico modo per creare la nostra coppia di monitor perfetta.
INFO
To Mix Or Not To Mix è una rubrica di pensieri a voce alta in cui si affrontano tutte le classiche problematiche da studio: dalle considerazioni pre-acquisto all’utilizzo di outboard e plug-in sempre viste dal punto di vista pratico e con contenuto tecnicismo. Suggerimenti su argomeni da trattare sono sempre i benvenuti, scriveteci a: info@morevox.com