In pochi casi il nuovo sorpassa il classico. Forse non è il caso nemmeno stavolta, ma sicuramente alla Neumann hanno realizzato un nuovo microfono di riferimento per il futuro.
Il senso dell’apertura sta nell’eredità che si porta dietro il nuovo TLM 67 di Neumann. Questo microfono è nato come riedizione del classico U67, che è stato un caposaldo nella storia della registrazione fin dagli anni ‘60. In realtà l’U67 era un microfono valvolare, il primo di casa Neumann, con la caratteristica forma ereditata in seguito dall’U87 e che ormai da quasi cinquant’anni ci richiama immediatamente alla mente la leggendaria casa tedesca. L’U67, equipaggiato con la nuova capsula K47, era a sua volta l’erede dell’U47, microfono uscito di produzione nel 1965 per la cessata produzione della valvola da parte di Telefunken.
L’U67 fu il primo microfono a usare due backplate per la realizzazione della figura a 8, usando la tecnologia del doppio diaframma schiena contro schiena, e questa peculiarità costruttiva si è tramandata fino alle più recenti K87 e K870/67, le capsule degli U87 dei nostri giorni. È bene ricordare che i vecchi U47 montavano un solo diaframma, e la capacità di ripresa in modalità a figura di otto era fortemente penalizzata da questa costruzione. Tutta questa storia è raccolta nel nuovo TLM 67, che però si differenzia molto dai nonni per quanto riguarda la costruzione elettronica.
Transformerless
L’acronimo TLM significa TransformerLess Microphone, e caratterizza tutti i microfoni Neumann privi di trasformatore d’uscita. Qualcuno tende a riconoscere nella serie TLM una specie di serie economica, giusto perché qualche modello della serie ha prezzi bassi. Naturalmente questa equazione è sbagliata, dato che nella serie TLM ci sono strumenti di gran pregio e di alto valore di mercato: la scelta di rinunciare al trasformatore d’uscita è di natura qualitativa e strettamente progettuale, andando in una strada divergente rispetto ai prodotti della serie U87 nonché a molti suoi concorrenti. Rinunciare al trasformatore nella sezione di preamplificazione è una di quelle scelte che riempiono facilmente le pagine dei forum, dividendo i fanatici in fazioni contrapposte.
Francamente non è questa la sede per entrare nel merito, e penso che già entrare nel merito sia di per sé una pessima idea, a meno che non si abbia molto tempo per discutere di cose che non si possono ascoltare e confrontare in modo diretto, fatta salva poi la soggettività di fondo delle esigenze particolari e del gusto. È ovvio che una differenza tra elettroniche con e senza trasformatore ci sia, ed è naturale che qualche purista Neumann si turbi pensando a un microfono senza trasformatore. Far pendere la bilancia da una parte o dall’altra è tutt’altra cosa, e nulla ha a che vedere con la storia. Già: con la storia, che andrebbe sempre valutata per quello che è.
Negli anni che vanno dai ‘50 ai ‘90 la registrazione avveniva su supporti analogici, usando i preamplificatori e gli equalizzatori dei mixer, in contesti tecnologici e musicali che erano profondamente diversi da quelli attuali, in cui la registrazione avviene su supporti digitali, con tanto outboard, con musica diversa e con mastering radicalmente diversi da quelli di una volta, quand’anche contemplati. Ogni paragone basato soltanto sui risultati evidenti e storici è improponibile, mentre è preferibile un’analisi circostanziata dei singoli macchinari, meglio se inseriti nell’effettivo contesto lavorativo. Diamo spazio alle orecchie e valutiamo secondo le odierne esigenze.
Costruzione
Il TLM 67 è un microfono a condensatore, a gradiente di pressione e a diaframma largo, che ha diagrammi polari a cardioide, omni e figura a otto, tutti e tre selezionabili senza posizioni intermedie con il classico switch alla Neumann posizionato sotto alla capsula. Si alimenta con la Phantom a 48V. Non è presente alcuna valvola interna, perché Neumann ha riprodotto quel suono grazie all’elettronica, studiata apposta per l’occasione. La banda passante è 20 Hz–20 kHz e la dinamica, con distorsione dello 0,5%, è di 94 dB che salgono a 104 se ci accontentiamo di una distorsione del 5%. La pressione sonora sopportata è di 105/111 dB (a seconda del tipo di diagramma polare utilizzato), e sale a 125/131 dB con una distorsione del 5%.
Non intendo tediarvi con i dati sul rumore di fondo: vi basti sapere che il TLM 67 è silenzioso in modo impressionante, condizione ideale per essere interfacciato con le DAW più evolute. Sul retro della capsula è presente lo switch per il roll-off delle basse, che comincia ad agire già a 200 Hz, per arrivare ai -10 dB a 60 Hz con una discesa molto dolce. Assieme al roll-off si trova il pre-attenuatore che toglie 10 dB. La costruzione prettamente meccanica del TLM 67 è di altissimo livello. L’isolamento della capsula dal resto dello chassis è perfetto e ciò rende molto gratificante l’uso delle varie figure polari, cosa difficilmente riscontrabile in microfoni realizzati in modo meno che eccellente. In sostanza, con questa protezione meccanica, il suono colpisce la capsula in modo pulito, senza passare da spifferi più o meno evidenti dal corpo microfono, e non subisce alterazioni nel suo percorso verso i diaframmi.
L’isolamento è anche elastico, in modo da minimizzare i rumori raccolti dal corpo o dall’asta microfonica, peculiarità utile quando il microfono si trova esposto a severe pressioni sonore. Una figura a otto è veramente una figura a otto, e chi usa tecniche di ripresa tipo MS o Faulkner sa benissimo quanto sia preziosa la coerenza di ripresa tra lobi anteriori e posteriori. Per il resto il TLM 67 non offre niente al design e all’innovazione: è semplicemente un U87 di colore più scuro, con una vistosa medaglia commemorativa per gli 80 anni di vita della Neumann. A parte il bel colore grigio bruno del corpo inferiore, contrastato dal classico nickel della capsula, niente, apparentemente, differenzia un U87 o un U67 dal nuovo TLM 67, ma dentro c’è la vera differenza.
Come dicevo sopra, la capsula è la gloriosa K47, ma soltanto di nome. Lungi da me pensare che la capsula attuale sia costruita con gli stessi pregi e difetti di una omologa di quarant’anni fa. Pregi e difetti che, combinati in un’alchimia misteriosa, hanno fatto dell’U67 e faranno del TLM 67 dei pezzi unici. La sezione elettronica è essenziale e moderna, con molti componenti SMD saldati direttamente sulla piccola piastra sotto alla capsula. Da questo momento in poi penso sia meglio smettere di pensare al TLM 67 come a una riedizione. Naturalmente alla Neumann ci marciano un po’ (e il numero 67 strizza l’occhio ai nostalgici, complice anche un’intelligente campagna pubblicitaria), ma noi siamo abbastanza disillusi da sapere che il marketing è una cosa, e gli oggetti sono altro.
La realtà è che il vecchio U67 era un microfono a valvole, realizzato con la tecnologia dei primi anni ‘60, mentre il nuovo TLM 67 è un microfono senza trasformatore realizzato con la tecnologia dei nostri tempi. Fare dei paragoni è difficile, e credo sia ben poco generoso per il nuovo arrivato, che altrimenti si vedrebbe costretto a ricalcare la carriera del predecessore, un po’ come tanti figli d’arte che per gli stessi motivi faticano a trovare una strada propria. Naturalmente il vecchio U67 ha una qualità diversa sia nei suoi pregi (il suono e la versatilità, tanto che era considerato l’omnicrofono da tutti i fonici del tempo e indicato col soprannome Workhorse) che nei difetti, tipo una discreta rumorosità e un’endemica delicatezza che ha fatto arrivare fino ai tempi nostri ben pochi pezzi in forma, e dal conto dei superstiti vanno esclusi quelli appartenenti alla serie limitata di circa 200 esemplari commercializzata dalla Neumann un po’ d’anni fa e realizzata cannibalizzando una serie di U67 originali, ma non più funzionanti.
Il TLM 67 è contenuto nella classica scatola di legno identica a quella dell’U87, da cui si differenzia solo per il colore più scuro. All’interno della scatola si trova il microfono, perfettamente inserito in una silhouette di schiuma che lo protegge dagli urti. Nessun supporto è previsto, quindi dovrete aprire nuovamente il portafogli per acquistare o il celebre e costosissimo EA87 (ragno) oppure il classico stand mount SG87. Questo è, e rimane, l’unico aspetto negativo del TLM 67: i supporti Neumann sono molto costosi. È vero che usati in qualsiasi tipo di situazione sono indistruttibili, ma francamente oltre € 250 per un supporto sono veramente troppi.
In prova
Il TLM 67 è un microfono che ha una vocazione poco celata: vuole essere lo strumento di riferimento per la ripresa della voce. Questo non lo esclude dall’essere ideale praticamente per tutto, ma proprio sulla voce sono state concentrate le prove e proprio sulla voce, come vedremo, il TLM 67 ci ha sorpreso più che positivamente. Provando un microfono Neumann ci si aspetta il suono Neumann, e questa aspettativa non è affatto delusa. Il confronto col celebre U87ai è un ottimo banco di prova per apprezzare differenze e analogie, e da questo confronto il TLM67 esce nettamente vittorioso. Il suono è pieno e corposo, con un ottimo carattere nelle zone medio-basse, corpo che manca all’U87, a meno di non abusare dell’effetto prossimità.
Chiudendo gli occhi il TLM67 suona più valvolare della maggioranza dei microfoni valvolari che ho usato, senza avere una valvola, e questo pregio ha una particolare valenza nella ripresa di voci da inserire in contesti affollati tipo Rock, Pop, Funky o anche musica più elettronica come l’R&B. Le zone più piacevoli del TLM67 però sono quella media e medio-alta (direi sopra 1 kHz), in cui si perde l’effetto nasale e la tipica asprezza dell’U87, soprattutto dei modelli più recenti. Il TLM 67 è cremoso, dolcissimo e risponde in modo perfetto alla dinamica e alle sollecitazioni dei transienti, dando la netta sensazione di poter riprodurre in modo eccellente tutte le sfumature vocali, dal pianissimo al fortissimo, senza perdere la sua naturale dolcezza.
Per cremoso non significa affatto scuro: difatti il TLM67 è incredibilmente aperto sulle frequenze alte, pur non creando mai problemi con le sibilanti. Questa pasta così dolce tende a controbilanciare le frequenze più fastidiose della voce, quelle che tendo sempre a ritoccare in fase di mix e che vanno da 1 kHz fino ai 2,5 kHz. Usando il TLM 67 le voci riprese sono sempre andate in mix in modo sostanzialmente flat, guadagnando in naturalezza e fedeltà e facendo risparmiare a me un sacco di tempo. Sebbene il suono del TLM 67 sia meno sfrontato rispetto a quello dell’U87 e, in generale, risulti molto più calibrato rispetto alla maggioranza dei microfoni che si usano sulla voce, una ripresa vocale proveniente dal TLM67 si adagia nei mix più complessi con una facilità disarmante.
Soprattutto quando si hanno molte chitarre, anche distorte, la mediosità di alcuni microfoni sembra una risposta ottimale per tirare fuori l’elemento debole del mix che, tuttavia, è anche quello più importante, dato che è protagonista. In queste circostanze usando un microfono più nasale è facile competere con le frequenze medie delle chitarre, ma il risultato finale è sempre discutibile, per lo meno per i miei gusti. Il rischio è quello di dover tagliare un po’ il suono delle chitarre o dei rullanti per fare spazio, dando vita ai classici mix tricolori in cui la voce sovrasta in modo imbarazzante la tessitura strumentale, che risulta poi piccola se confrontata alle hit straniere.
Da quando ho iniziato a usare il TLM67, durante i test sono sempre riuscito a tenere la voce flat e molto in faccia, conservando però una sonorità generale molto ben equilibrata e sicuramente più gradevole all’ascolto finale. Qualche dB guadagnato sulla voce significa un bel po’ di spazio libero per infilarci dentro altre cose senza rinunciare al protagonismo o al suono della voce del cantante. In questo, il Neumann è senz’altro il microfono più bello che io abbia mai usato, e in una serie di prove comparative ha annientato concorrenti più celebri, tipo il Brauner VM1, il Røde Classic II, l’U87, l’AKG 414 e l’AKG The Tube (un modello con una valvola particolare però), che è risultato essere il microfono più vicino al TLM 67 quanto a suono generale e a fedeltà.
Questa prerogativa è senz’altro da attribuire al bellissimo corpo inferiore del suono, che tiene allegramente testa ai pedali distorti o ai bassi ostinati, e alla particolare gentilezza delle zone medie, che non obbliga a correzioni drastiche, lasciando tutta la parte alta libera di bucare il mix in modo eccellente. A questi ottimi risultati sulle voci si aggiungono tanti altri ottimi risultati ottenuti su altre fonti sonore. Il TLM67 è un gran microfono se usato sul pianoforte, sebbene risenta in generale del fuoco un po’ generoso di tutti i Neumann a diaframma largo. Eccellente la ripresa di una chitarra acustica al ponte, zone in cui le frequenze medie sono sempre un po’ intrusive, e ottimo anche in una ripresa effettuata con un solo microfono puntato all’attaccatura del manico: sebbene il fuoco largo richieda molta pazienza nel cercare la zona di minore roboanza delle medio-basse, una volta trovato l’hot spot, in un solo canale c’è tutto il suono dello strumento, cosa impagabile per chi deve combattere con le fasi durante il mix.
C’è ben poco altro da aggiungere, a parte il fatto che quest’eccellente microfono si può usare su tutto, amplificatori compresi, senza doversi mai aspettare meno che la perfezione. C’è da dire anche che qualsiasi tipo d’intervento si voglia fare con l’equalizzazione, in qualsiasi contesto, il suono ripreso dal TLM 67 può veramente essere stravolto senza perdere le caratteristiche timbriche primarie della ripresa. Si può dare generosamente in alto senza tirare fuori l’asprezza, si può dare nella zona media senza esaltare le frequenze nasali, si può dare o togliere in basso senza mai perdere l’equilibrio del corpo generale.
Un’altra caratteristica del TLM 67 è quella di non indurre mai distorsione negli stadi successivi. Usato su voci molto decise, su amplificatori urlanti, sulle batterie, su amplificatori da basso, non ha mai fatto una piega. Naturalmente in certi casi è stato necessario usare il pre-attenuatore, ma il suono risulta sempre integro dimostrando coi fatti che la mancanza del trasformatore in uscita può essere un pregio da non trascurare. L’accoppiata vincente vera e propria con un pre-amplificatore non c’è, anche se il Neve 1073, la serie Prism, i Telefunken V676 e i Sutera hanno tirato fuori il suo meglio; interessante anche l’abbinamento con pre valvolari tipo i Summit TPA 200, e meno esaltante (ma sempre ottima) la coppia con pre molto trasparenti tipo i Millennia, che tendono a mangiarsi la pasta morbida del Neumann, tirando fuori però delle alte cristalline.
Conclusioni
Il TLM67 è il microfono più bello che ho usato negli ultimi anni. Racchiude in sé la fedeltà del microfono allo stato solido e il calore e la piacevolezza dei migliori valvolari, senza avere i problemi delle valvole. Resiste in modo stoico alle pressioni più elevate, rendendo sempre giustizia alla fonte sonora ripresa. È un Neumann, dunque ha il suono che ha fatto la storia della registrazione, addirittura senza averne i difetti. Essendo un Neumann ha forma e sostanza, accoppiando alla qualità stellare la garanzia di un nome storico, che lo renderà commerciale e apprezzabile anche in futuro. È naturale che lo consigli a chiunque, per qualsiasi tipo di applicazione, anche a chi non ama il suono Neumann: potrebbe ricredersi seriamente.
È perfetto per i project studio, e lo sarebbe anche nell’home studio, per chi avesse la fortuna di potersi permettere un oggetto abbastanza costoso. È doveroso dire che spendere i soldi nei microfoni è sempre un buon investimento quando si sa cosa si sta acquistando, perché un ottimo prodotto dura tutta la vita e risolve a monte tanti problemi che spesso si trovano negli stadi successivi della catena audio. Naturalmente anche in grossi studi commerciali la presenza di un TLM 67 è caldamente consigliata, e di fronte a qualche perplessità dei clienti innamorati dei modelli storici sarà sufficiente perdere cinque minuti di tempo per far loro provare il nuovo Neumann, che diventerà presto un nuovo microfono di riferimento.
PRO
Suono pastoso ed equilibrato
Sonorità tonda a valvolare
Silenziosità
Ottima risposta alle pressioni sonore
CONTRO
Costo del supporto opzionale
Dati tecnici
Pattern: Omni/cardioide/ gura 8
Sensibilità a 1 kHz 1 kΩ: 10/18/9 mV/Pa
Impedenza: 50 Ω Impedenza di carico: 1 kΩ
Equivalent noise level, CCIR1: 29/24/30 dB
Equivalent noise level, A- weighted1: 16/11/17 dB-A
Signal-to-noise ratio, CCIR1 (rel. 94 dB SPL): 65/70/64 dB
Signal-to-noise ratio, A-weighted1 (rel. 94 dB SPL): 78/83/77 dB-A
Maximum SPL (tube characteristic) for THD < 0.5 %2): 110/105/111 dB
Maximum SPL (tube characteristic) for THD < 5 %2): 130/125/131 dB
Maximum output voltage: -1 dBu
Dyn. Range mic ampli er (A- weighted, 0.5 %2): 94 dB
Dyn. Range mic ampli er (A- weighted, 5 %2): 104 dB
Peso: 490 g Diametro: 56 mm Lunghezza: 200 mm
INFO
Prezzo: € 1699
Articolo pubblicato nel maggio 2009