La sfida è di quelle forti: creare un sistema a tre vie sfruttando un cabinet dalle dimensioni di un nearfield. Le SCM25A Pro sono la risposta
Un sistema di monitoraggio a tre o più vie è sempre stato un must in tutti gli studi di registrazione di grandi dimensioni, senza prescinde dall’acustica. Questi enormi sistemi sono eccellenti per il controllo della prima ottava, dei bassi, e per ascoltare al meglio la qualità della registrazione e del mix. I sistemi main monitor sono però sempre meno diffusi, perché gli studi più recenti hanno ridotte dimensioni e budget. Si può spiegare anche così il successo di monitor a tre vie di dimensioni più o meno compatte che sempre più spesso fanno capolino dietro alla superficie di controllo o al mixer.
Fino a oggi siamo stati abituati ad accettare monitor a tre vie con dimensioni più voluminose di un nearfield, ma da questo momento cambiano le cose: i monitor SCM25A hanno dimensioni che sono ampiamente entro i limiti di un nearfield. Cosa accade quando tre driver sono così vicini? Cosa cambia nella percezione dei singoli strumenti? Quali vantaggi ci sono rispetto a un sistema a due vie di dimensioni paragonabili? A queste domande daremo risposta.
SCM25A PRO
Ogni monitor ha un peso considerevole (30 kg) e le dimensioni (43x36.9x26.4 cm) sono scelte per poterlo inserire in un rack a 19” con un kit opzionale, per studi broadcast e studi televisivi. Due maniglie posteriori permettono di spostarle abbastanza agilmente. Il posizionamento corretto è quello orizzontale con il woofer all’esterno. Nulla vieta di metterle in verticale, ma in questo caso andrebbero invertite le posizioni destra e sinistra, per mantenere il tweeter all’interno. In orizzontale, la porta per la ventilazione è posta all’esterno e, di serie, viene fornito un cilindro di spugna per chiuderla, nel caso si desiderasse modificarne il comportamento.
I driver, tutti di produzione propria, sono un sette pollici per i bassi, il famoso tre pollici soft dome per i medi che caratterizza il suono ATC, e un tweeter a cupola morbida da un pollice. La risposta in frequenza si estende da 47 Hz (-6 dB) fino a 22 kHz (-6 dB) con una linearità d’ampiezza di +/-2 dB da 74 Hz a 17 kHz. La dispersione orizzontale ha un angolo di +/- 80° e quella verticale di +/-10°. L’SPL massimo a un metro è di 109 dB a coppia. L’ingresso posteriore accetta un segnale bilanciato con una sensibilità di 1 Vrms con trim variabile da 0 a -6 dB. Un secondo trim permette di controllare il boost sulle basse frequenze a 40 Hz da 0 a +6 dB. I tre amplificatori, in Classe A/B, producono 150 Wrms per i bassi, 50 Wrms per i medi e 25 Wrms per le alte, con i due punti di crossover posti a 380 Hz e 3.5 kHz, realizzati con filtri di quarto ordine e compensazione di fase. La protezione del sovraccarico è garantita da un limiter FET ma non ci sono led frontali che ne segnalino l’attivazione. Assente un led di accensione.
La costruzione richiama i canoni dei modelli più grandi, con inserti ai lati smussati e il cestello per il driver per i medi, quest’ultimo realizzato con materiali differenti rispetto a quelli dei modelli a partire da SCM50 ASL Pro, di qualità leggermente inferiore ai monitor a tre vie, dovendo fare i conti con il ridotto spazio disponibile. Rispetto al driver per i medi, il tweeter è 10 cm sopra e il woofer è spostato a lato di 20 cm. Il woofer ha dimensioni ridotte rispetto ai modelli superiori ma il suo diametro è equiparabile ad altri modelli a due vie.
In prova
Come abbiamo montato le SCM25A Pro, siamo rimasti immediatamente impressionati dalla risposta sui bassi, molto presenti anche a volumi ridotti e distanze ravvicinate, forse troppo in un ambiente di pochi metri quadrati. Questa particolarità influisce sull’aria intorno alle medio alte e alte, che tendono a soffrire, con meno spazialità rispetto ai modelli a tre vie ATC. La soluzione esiste: inserendo i due tappi di spugna e aumentando di un paio di dB il trimmer per i bassi, si riesce a correggere e bilanciare meglio. Va ancora meglio distanziando i monitor e allargando la base del triangolo d’ascolto. La posizione dei due fori forse non è delle più felici, perché può complicare il posizionamento. È obbligatorio provarle con e senza spugna, intervenire sul trimmer dei bassi e trovare il posizionamento adatto.
Inserite invece in un ambiente adeguatamente trattato, le SCM25A Pro suonano subito bene e senza necessità di correzioni, mantenendo una maggiore percezione del corpo dei bassi rispetto ai modelli a colonna a tre vie di ATC. Rispetto a sistemi a due vie, il suono di SCM25A Pro è più aperto, senza mai diventare così ampio come su un tre vie di grandi dimensioni, e superando la sensazione di inscatolamento tipico dei due vie. Il dettaglio sui medi è nettamente migliore rispetto a sistemi a due vie, anche di alta qualità, tanto che è immediatamente percepibile il rumore di quantizzazione e di riduzione dei dati di un MP3 rispetto alla sorgente originale. Diventeranno evidentissime le sibilanti rigide e granulari, tanto da apparire spiacevoli all’ascolto. Abbiamo deciso di provarle durante mix di brani Rock, Pop, Classica e R&B.
Quale che sia il genere, le SCM25A permettono di riconoscere qualsiasi traccia senza disgiungerle dall’ambiente, che rimane incollato e armonioso quando lo è davvero. La voce è in primo piano ma mai troppo avanti, le dinamiche sono rispettate meglio di un due vie ma più limitate nei microdettagli tridimensionali rispetto ai modelli a tre vie di maggiori dimensioni. Sembra quasi che la vicinanza dei tre driver abbia dato origine a un mix che si interpone tra i migliori due vie e i tre vie superiori, con un suono e un dettaglio però sconosciuto a un sistema a due vie, soprattutto sulle medie. Sono molto piacevoli da ascoltare, con un corpo che richiama il meglio dell’analogico come amplificazione.
Non sono mai artificiali e aiutano molto nell’apprezzare le emozioni della musica. Non scappa niente: chi si dedica al mastering può trovare una via di mezzo tra sistemi di riferimento assoluto e ascolti più popolari, per capire gli eventuali errori (soprattutto sulle medio alte) che non saranno valutabili sui modelli a due vie. Chi fa mix trova un eccellente balance tra le bande audio e ha in mano uno strumento invidiabile per valutare le medie e alte frequenze, in particolare le sibilanti e gli artefatti digitali.
Conclusioni
Rispondendo alle domande in apertura, la sfida ha prodotto un risultato inedito: le SCM25A Pro si collocano tra il suono di sistemi a tre vie di più grandi dimensioni e le caratteristiche di installazione di un due vie. Superiori per qualità timbrica rispetto a modelli di dimensioni simili a due vie, sono strumenti per ascoltare musica e scoprire i difetti dell’elaborazione in mix, del balance e del suono, senza sforzo e in modo naturale. Raccolgono la migliore tradizione ATC sulle medie frequenze, zona sempre molto critica. L’installazione può richiedere qualche accorgimento in più rispetto a un classico near-field. Di fatto, ATC ha ora un sistema di monitor che occupa una posizione vuota nel mercato, offrendo un suono di qualità superiore in uno spazio ridotto. Se siete alla ricerca di un monitor di eccellente qualità che sia da ponte tra i sistemi migliori a due vie e i grandi tre vie di prezzo e dimensioni superiori, le ATC SCM25A Pro sono da valutare seriamente.
PRO
Suono ATC
Dimensioni molto compatte
Amplificazione in Classe A/B
Driver per medi di eccellente qualità
Costruzione
CONTRO
Installazione e foro laterale Solo boost per i bassi
Nessun led per limiter e accensione
Articolo pubblicato maggio 2010