Il synth polifonico per eccellenza è sempre stato il mitico e leggendario Sequential Cicuits Prophet 5 e, come tutte le storie americane di fine anni '70 inizio anni '80, la tecnologia si introduce nei garage per produrre strumenti o idee che cambieranno la storia. David Abernethy ha compiuto un lavoro eccellente nel ricostruire la storia di Sequential Circuits, non limitandosi a intervistare Dave Smith, che in tempi recenti è tornato a essere al centro dell'attenzione con le sue riedizioni analogiche del P5 e, con non poco azzardo, dei polifonici Oberheim OB.
Il libro è per nerd navigati e appassionati di synth analogici o vintage. Si parte con la start-up di Dave Smith e il primo Model 1000, con una analisi interessante, e conosciuta, di com'era la situazione dei synth in quel momento. La storia di Dave parte con l'acquisto di un Moog Minimoog nel '72 e l'idea di espandere il suo studio come musicista. Dave consultò E-mu System, nella figura di Dave Rossum e Scott Wedge, per la parte analogica e poco dopo nacque il sequencer Model 600 che includeva un generatore di suono. Ne seguì il Model 800 e il Model 700. La svolta arrivò con gli integrati SSM, i veri primi ingredienti completi per sfornare un perfetto polifonico. Si torna quindi a studiare la situazione, con i primi polifonici prima del P5, ed è un piacere rileggere le note sul Polymoog, ARP Omni II, Yamaha CS80 e Oberheim 4 Voice, Korg PS3100 e 3200, RMI KC II. In questo contesto si inserisce la tecnologia del P5, basata anche sulla disponibilità del microprocessore Z80 e il chipset di SSM. Dall'iniziale Model 1000 si cambiò il nome in Prophet 5, e la leggenda prese vita!
Un intero capitolo è dedicato al lancio del Prophet 5 Rev 1, con storie dell'orrore per i suoi malfunzionamenti, ma anche commenti entusiasti per il suono. Al primo Rev 1 si affiancò l'idea del primo Prophet 10, e soprattutto l'introduzione del Prophet in Europa grazie anche a Rick Wakeman. In poco tempo si passò dal Rev 1 al Rev 2, il miglior Prophet di sempre e con un suono differente dal Rev 3 successivo (per quanto se ne dica, la differenza si sente ndr). Le vendite schizzavano in alto, creando la leggenda e portando il Prophet al vertice dei synth da avere assolutamente. Un bel capitolo è dedicato anche al marketing e alla pubblicità, che aiutò non poco a creare la leggenda.
Dave Smith cambiò la sede e anche il chipset del P5, usando i CEM in sostituzione degli SSM, più delicati ma più musicali, vincendo la sfida di ridisegnare la sezione analogica mantenendo, più o meno, lo stesso suono che tutti conoscevano dalle revisioni precedenti. Ridisegnò anche il Porphet 10, questa volta a due manuali, e introdusse il Pro One. Le vendite si incrementarono ulteriormente, anche grazie al Pro One che segnò il risultato di 4.000 unità vendute il primo anno. prese avvio anche la produzione di accessori per P5 e una nuova serie di prodotti, tra cui il Pro-FX, unità di effetti a rack, e il Prophet 8 che impiegava una eccellente meccanica di tastiera. Nel 1982, anno di svolta per tutti con l'introduzione di Yamaha DX7, Sequential firmò un accordo con l'italiana SIEL per la produzione di strumenti con un costo di produzione inferiore. Il primo frutto di questo accordo fu il synth mono/polifonico Fugue al costo di 1195 dollari, che conosciamo in Italia come SIEL Cruise, che non ebbe successo negli USA. Questa mossa commerciale minò la reputazione di tutti i prodotti Sequential prodotti da SIEL, perchè i musicisti si aspettavano da Sequential prodotti di eccellenza. L'inizio della fine.
Dave Smith, e di riflesso Sequential, è stato anche una delle colonne portanti dello sviluppo del protocollo MIDI, che si concretizzò nel Prophet 600, con una catena di segnale ancora analogica ma con più elementi digitali. L'intero capitolo sullo sviluppo dello standard MIDI è un pezzo di storia da conoscere!
Il libro però non è solo dedicato a Sequential: il nono capitolo è infatti votato interamente al killer del Prophet, cioè Yamaha DX7 (con una bella intervista a John Chowning e considerazioni storiche sul momento. Da quel momento anche Sequential iniziò a spostarsi verso il digitale, prima con prodotti per computer (Commodore 64), e poi con prodotti come Six Trak, Drumtraks, Max, Pro-8, Split Eight e TOM. I tempi erano maturi anche per il campionamento: Prophet 2000 segnò il ritorno del nome, con un campionatore a tastiera e rack (2002) con filtri analogici (siamo nell'epoca di Emulator I e II o Ensoniq Mirage). Studio 440 era invece la risposta di Sequential a Linn 9000, ma non ebbe lo stesso successo.
Mentre il mondo del synth si orientava sempre più verso la digitalizzazione, Sequential mostrò al mondo che c'era ancora spazio per l'innovazione con l'eccellente progetto di Prophet VS, che comprendeva una generazione digitale, anche in sintesi additiva, processata da filtri e amplificatori analogici CEM. Il VS, ancora oggi, è uno dei synth più particolari, potenti e unici di sempre, ma all'epoca doveva competere con un Yamaha DX7 che costava 700 dollari meno e un Korg DW 8000 che costava 1300 dollari in meno. Non una buona posizione, anche se i tastieristi migliori capirono quanto il VS fosse differente dall'onda dei digitali e degli ibridi. L'ultimo progetto fu il campionatore Prophet 3000, con controller esterno, che non fu sufficiente per tenere le porte aperte di Sequential. Era il 1987, Sequential era in rosso con un deficit di mezzo milione di dollari. Sequential fu acquisita da Yamaha senza portare ad alcun risultato tangibile, tanto che fu ufficialmente chiusa il 13 maggio 1988. Nel 1989, quel che restava del gruppo di Sequential acquisito da Yamaha, passò a Korg e il loro prodotto fu un altro synth che esaltò letteralmente una generazione di amanti della sintesi sonora: Korg Wavestation!
Ciò che si incontra successivamente nel testo sono ottimi capitoli riguardanti la vendita e l'acquisto di strumenti Sequential, la riparazione e la manutenzione, i profili di tutti i prodotti Sequential con i componenti principali e la comparazione con i prodotti concorrenti più importanti.
Al termine delle 258 pagine avrete una panoramica approfondita del mondo di Sequential e, soprattutto, vi sembrerà di aver attraversato tutto quel magico periodo che va dalla fine degli anni '70 ai primi anni '90, quando i sintetizzatori si evolsero così velocemente da stordire qualsiasi tastierista.
Il nostro giudizio sul libro è eccellente, sia dal punto di vista storico che dell'approfondimento, superando qualsiasi ricerca su Internet si possa compiere. Le numerosissime interviste disseminate lungo il testo danno un quadro ancora più reale dei momenti in cui erano calati questi prodotti.
Consigliatissimo se amate la sintesi, imperdibile per chi c'era in quegli anni, rivelatore per i più giovani.