La finlandese Genelec ha recentemente presentato una nuova linea di diffusori, la serie 8200, che si differenzia dalla serie 8000 per la presenza di un DSP integrato da gestire tramite il software GLM, Genelec Loudspeaker Manager.
I monitor in prova sono i nuovi 8250A, i diffusori a due vie più prestigiosi della serie 8200. Esiste, infatti, il modello di punta 8260A, ma a tre vie, con midrange e tweeter coassiali. 8250A e 8240A sono la versione con DSP dei fratelli 8050A e 8040A. Diversi produttori di monitor da studio (e non solo) hanno affrontato il problema della risposta in frequenza degli ambienti d’ascolto, correggendola con diverse soluzioni.
Anche i più sofisticati sistemi Home Theatre dispongono ormai di DSP capaci di analizzare l’acustica del proprio salotto e adattare il suono emesso da ciascun diffusore. Genelec con la sua serie 8200 e il software GLM mette a disposizione un sistema completo di analisi e correzione, ed è una delle tante strade per ottimizzare l’acustica di una stanza. L’argomento è molto delicato e sarà pubblicato prossimamente uno speciale dedicato ai software di correzione più diffusi.
Panoramica
Le 8250A sono monitor di media dimensione, poco più di 40 cm di altezza e circa 30x30 cm di base, caratterizzati dalla linea tondeggiante tipica delle ultime produzioni Genelec: un profilo convesso, con angoli e spigoli smussati e la guida d’on- da sagomata nel cabinet di alluminio pressofuso. Questa è tutt’altro che una scelta estetica: l’assenza di spigoli vivi e di scanalature tra cabinet e flangia del tweeter ha effetti positi- vi ampiamente dimostrati in qualsiasi manuale di acustica o di autocostruzione di diffusori.
Il woofer è un cono da 8’’ con cupola concava, protetto da una solida rete metallica, spinto da un amplificatore da 150 W. Il tweeter ha invece una cupola metallica da 1’’ ed è pilotato da un amplificatore da 120 W. I monitor possiedono basi in materiale polimerico, gli Iso-PodTM (Isolation Positioner/DecouplerTM) che, in caso di appoggio su una console, consentono di disaccoppiare il diffusore dalla superficie sulla quale è posizionato. Inoltre gli Iso-Pod permettono di inclinare i monitor quando l’asse acustico non è correttamente allineato con la posizione dell’ascoltatore. Questo anche per disporre woofer e tweeter sullo stesso piano perpendicolare all’asse acustico.
Posizionamento
Le 8250A possono comunque essere montate su tradizionali sostegni a pavimento o a parete. Come già accennato, tutti i nuovi diffusori a due vie Genelec possiedono un cabinet in alluminio. Questo conferisce un discreto peso ai monitor (quasi 15 kg), oltre a una maggiore rigidità rispetto a legno o MDF. Inoltre, essendo l’alluminio uno dei migliori conduttori termici, l’intero cabinet è il radiatore dei finali di potenza. In basso a destra, sul fronte dei monitor, è presente un led che ne mostra lo stato: verde quando operativi; rosso quando il segnale in ingresso è troppo elevato, contiene errori oppure in caso di sovraccarico dell’amplificatore, o ancora quando viene attivata la funzione Mute; infine, il led può essere arancione quando si sta operando da computer e non è ancora stato caricato nessun profilo.
Retro
Il pannello sul retro delle 8250A è complesso e merita attenzione (Fig. 1). In alto a sinistra c’è l’interruttore, più a destra due prese RJ45 che non sono porte di rete, ma accolgono il cavo per comunicare con il software di calibrazione e creare una daisy chain tra tutti i diffusori del sistema. Ancora più a destra, prima del potenziometro che regola l’attenuazione in ingresso, ci sono due file di microswitch, illuminate intelligentemente da un LED. La prima fila è dedicata ai classici controlli di tono, quando il monitor lavora in modalità tradizionale, senza DSP. Tramite questi selettori è possibile regolare la risposta in frequenza: Bass Roll-off, Bass Tilt, Desktop e Treble Tilt.
Il manuale è sufficientemente chiaro nel descrivere l’impostazione di questi filtri. La seconda fila di microswitch include il selettore per determinare se il monitor debba utilizzare le impostazioni memorizzate al suo interno o quelle dettate dalla prima fila di interruttori, la scelta del canale AES/EBU quando solo una delle due 8250A è collegata alla sorgente sonora e la seconda è collegata in cascata alla prima (modalità Single-wire), gli switch per mettere in mute tweeter o woofer indipendentemente e, infine, due interruttori per impostare il livello del sistema. Ovviamente, tutte queste impostazioni possono essere controllate via software. In posizione verticale, per limitarne l’ingombro, si trovano i connettori di alimentazione, l’ingresso analogico bilanciato, l’ingresso digitale AES/EBU e il relativo Thru.
L’ingresso digitale accetta audio a 16-24 bit, con sample rate da 32 a 192 kHz. Sul manuale è specificato che è possibile fornire anche un segnale S/PDIF a patto di utilizzare un convertitore di impedenza. L’uscita del condotto reflex è smussata.
GLM
I monitor 8250A possono essere utilizzati in modo tradizionale, senza software, adattandoli manualmente all’ambiente di ascolto con i controlli di equalizzazione sul retro, ma la loro peculiarità sta proprio nel DSP integrato e nel software GLM. Il kit è composto da un programma (Windows/Mac), un microfono di calibrazione (Fig. 2), un’interfaccia USB (Fig. 3) e una completa documentazione cartacea che spiega passo passo come operare. Gestire l’acustica di un ambiente non è semplice, è quindi lodevole che Genelec abbia redatto un utile manuale. Installato il software e posizionati correttamente i diffusori e il microfono di calibrazione nel punto di ascolto si procede con la memorizzazione del sistema (numero di diffusori, anche modelli diversi purché compatibili con GLM, e relativi collegamenti) e successivamente all’analisi acustica.
L’operazione può essere eseguita manualmente, altrimenti è possibile (e consigliato) utilizzare il Wizard e seguire le istruzioni a video. Occorre inserire il numero seriale del microfono in modo da compensare le leggere differenze tra diverse capsule, i cui profili fanno parte del database del software. Il software è in grado di analizzare la risposta in frequenza dell’interfaccia audio utilizzata. È possibile scegliere tra analisi Single Point o Multi Point, ovvero il software adatta la calibrazione a seconda che si voglia caratterizzare un preciso punto di ascolto o una zona. Com’è facile intuire, le risonanze modali variano da punto a punto della stanza, quindi la calibrazione è riferita a un preciso punto nello spazio.
Misurazioni multiple
E se al banco ci sono due fonici? In questo caso GLM permette di calibrare la risposta dei diffusori in base a misurazioni multiple, caratterizzando così un intorno del punto ideale di ascolto (il famoso vertice del triangolo equilatero). In questo caso viene fatta una media delle misurazioni effettuate e il punto centrale ha un peso, statisticamente parlando, del 50%. Gli altri tre punti di misurazione hanno il restante 50%.
In prova
Siamo pronti per dare segnale ai monitor in prova. Prima ancora di eseguire l’analisi acustica della stanza mettiamo in riproduzione alcuni CD di riferimento, eseguendo anche un confronto diretto con un altro paio di due vie Genelec nearfield, le 1030A. L’impatto è notevole: le 8250A mostrano tutta la loro energia e il classico suono Genelec rotondo e caldo. I coni da otto pollici spingono con potenza sotto gli 80 Hz. Il limite inferiore della risposta in frequenza dichiarato nelle specifiche tecniche, 38 Hz, ±1 dB, sembra essere rispettato, non è un mero dato teorico. La regione del taglio del crossover, posto a 1,8 kHz, è precisa e l’immagine stereofonica è molto dettagliata. L’estremo acuto dello spettro è frizzante e cristallino, non c’è paragone se confrontato con quello prodotto dalla vecchia serie di tweeter montata sulle 1030A.
Equalizzando una parte di rullante molto elaborata ci siamo resi conto di quanto le 1030A, nonostante siano buoni monitor, non abbiano nulla a che vedere con la chiarezza e trasparenza riprodotta dalle 8250A. Solo chi è abituato ai migliori tweeter a nastro potrebbe lamentare una mancanza di definizione. Anche a volumi bassi il bilanciamento su tutto lo spettro è ottimale e non costringe a lavorare ad alti livelli. Alzando progressivamente il volume, le 8250A cominciano a mostrare la loro imponenza, il suono non perde equilibrio e il bass reflex comincia a pompare, supportando l’estremo inferiore, senza mai slabbrare anche con i transienti più secchi e gravi.
Che basse!
Estraiamo dal cappello a cilindro un album di buona musica elettronica e ci apprestiamo ad alzare il tiro, dando in pasto alle finlandesi bassi sintetici filtrati e casse gonfie: le 8250A confermano di appartenere alla categoria midfield, il suono prodotto comincia a riempire la stanza e l’effetto delle risonanze modali dell’ambiente compare inesorabilmente. Siamo a un’attenuazione di 10 dB. Saliamo ancora, avvicinandoci al limite: la regione grave rimane granitica, i bassi non perdono precisione, ciò può essere dovuto sia all’alta qualità dei woofer che alla tecnologia utilizzata da Genelec per la geometria del condotto reflex, che riduce i moti turbolenti dell’aria.
I led ci avvertono che il finale è sovraccarico, non abbiamo raggiunto gli 0 dB di attenuazione, ma il livello è davvero alto per uno studio di dimensioni standard. Ricordiamo che le 8250A possono sonorizzare ambienti fino a quasi 100 m3, quindi con un volume doppio rispetto allo studio nel quale è stato condotto il test.
In prova con GLM
È giunto il momento di far partire l’analisi della stanza ed eseguire la correzione dello spettro. Carichiamo la configurazione, scegliamo l’opzione Single Point e diamo inizio all’analisi. I DSP riproducono uno sweep completo dello spettro udibile per ciascun canale. Il microfono registra la risposta dell’ambiente e in pochi secondi il software calcola e compensa la distanza dei monitor dall’ascoltatore e imposta i quattro filtri shelving e i quattro filtri notch in modo da correggere le somme costruttive (frequenze riflesse in fase). Il software non può, infatti, risolvere problemi di somme distruttive (frequenze riflesse in controfase) perché qualora esaltasse quelle frequenze, anche la riflessione aumenterebbe di pari intensità, annullando il suono diretto.
Proprio per questo motivo, per la prova ci siamo spostati in un ambiente difficile, piccolo (quindi con i diffusori relativamente vicini alle pareti), di pianta pressoché quadrata (che dà risonanze modali assiali importanti) e con soffitto spiovente, trattandosi di una mansarda. L’analisi mostra una notevole risonanza nella regione compresa tra i 30 Hz e i 100 Hz, dovuta proprio al- la vicinanza dei diffusori alle pareti e alcuni buchi nella regione medio bassa tra i100Hzei200Hz. È possibile anche modificare manualmente l’intervento (Fig. 5) nonché attivare la Desktop Compensation per evitare l’enfatizzazione dei 160 Hz dovuta al banco, impostare l’inclinazione dell’asse verticale dei monitor e altre funzioni minori. Riascoltando gli stessi CD di riferimento e alternando l’ascolto processato a quello originale, notiamo un netto miglioramento.
Deep low
La regione bassa dello spettro, enfatizzata dalle riflessioni sulle pareti, rientra nei ranghi non appena inseriamo i DSP. Soprattutto a volumi sostenuti, lo spettro corretto mette in risalto le frequenze medie. L’immagine stereofonica acquista maggiore ampiezza e definizione: voci, cori, ottoni e sezioni di archi guadagnano in profondità e chiarezza. La cassa e il basso conquistano una dimensione più naturale, non alterata dall’ambiente. Nella prima stanza, quella ampia, che richiede un intervento moderato di equalizzazione, il risultato è assolutamente gradevole. Nell’ambiente critico invece, dove gli interventi necessari sono estremi, se da un lato il sistema GLM contiene l’esuberanza delle frequenze sotto i 100 Hz, dall’altro ci si accorge che i filtri notch stanno lavorando pesantemente. Proviamo ancora a salire di livello, avvicinandoci al limite critico dei finali di potenza.
Con correzione inserita, ad alti volumi, le frequenze medio alte cominciano a farsi taglienti e i bassi perdono la loro rotondità. Lo spettro si sbilancia verso la regione medio alta. Disinserendola, il suono si ribilancia, anche se risulta ridondante sulle frequenze basse, a causa delle risonanze modali. Questa è la dimostrazione che, essendo i modi di risonanza dipendenti anche dalla pressione sonora introdotta nell’ambiente di ascolto, la calibrazione non può essere ottimale a li- velli di ascolto estremi. Questo limite ovviamente è trascurabile se l’intervento è minimo e la stanza suona abbastanza bene già da sola, ma può diventare determinante nel caso di stanze che richiedono pesanti correzioni. Tuttavia sarà molto difficile che una coppia di monitor di questa qualità e prezzo siano inseriti in un ambiente così poco adeguato.
Prova superata!
Come sempre occorre bilanciare tutti gli elementi dello studio, e il sistema GML risulta utile per correzioni in ambienti acusticamente trattati o che non presentino dimensioni minime e critiche. Personalmente, infine, non amo le griglie metalliche, ma permettono di evitare accidentali danneggiamenti agli altoparlanti. Anche la forma, originale, potrebbe non piacere ma, trattandosi di una scelta dettata da esigenze acustiche, è ben accetta. Abbiamo incontrato qualche problema di compatibilità del driver, ma è già disponibile la versione 2 del kit in cui l’interfaccia di comunicazione diventa anche scheda audio.
Conclusioni
I monitor Genelec 8250A suonano decisamente bene, con o senza sistema di correzione GLM. Il suono è classicamente Genelec, può piacere o non piacere, è una questione soggettiva, ma sono indiscutibilmente midfield di qualità. Per chi necessita di nearfield di dimensioni più contenute esiste il modello inferiore 8240A, che dispone anch’esso di DSP. Il sistema GLM è interessante e agisce efficacemente sulla resa finale, proporzionalmente alla qualità dell’ambiente che deve correggere.
Tuttavia, non si tratta di una bacchetta magica: se la risposta acustica di un ambiente è molto critica e non sono rispettati almeno gli accorgimenti basilari, il software può fare del suo meglio, ma non fa miracoli, anzi rischia di creare nuovi problemi. In questi casi, interventi troppo pesanti si fanno sentire, fermo restando che un software di correzione acustica non può riempire i buchi nella risposta in frequenza o evitare il trattamento acustico per chi lavora in produzioni professionali.
Comoda la possibilità di caricare la correzione nella memoria del monitor, grazie ai DSP integrati. Questo permette di svincolarsi dall’uso del computer. Si tratta di midfield che vale la pena ascoltare, magari in uno dei Genelec Point sparsi per tutta Italia; un’iniziativa interessante per poter giudicare con le proprie orecchie prima di aprire il portafogli. L’elenco completo è sul sito del distributore.
AES/EBU
AES/EBU (ufficialmente AES3) è un formato standard per l’audio digitale. Prende il suo nome dal fatto che è stato sviluppato da Audio Engineering Socie- ty (AES) e da European Broadcasting Union (EBU). La prima introduzione di questo formato risale al 1992. Lo standard definisce anche tre diversi tipi di connessioni utilizzate dalle apparecchiature:
– Bilanciata, connettore XLR, cavo a tre conduttori, cop- pia ritorta da 110 ohm, per installazioni professionali;
– Sbilanciata, connettore RCA, cavo coassiale a due conduttori da 75 ohm, usato nelle apparecchiature consumer;
– Connettore F05 (TOSLINK), cavo in fibra ottica, generalmente di plastica ma talvolta anche di vetro, usato nelle apparecchiature consumer.
Uno standard correlato, chiamato S/PDIF, è stato svilup- pato come versione consumer dell’AES/EBU, con connettori di tipo più comune. I livelli elettrici sono differenti tra i due standard.
PRO
DSP integrato (Standalone mode)
Suono lineare su tutto lo spettro
CONTRO
Kit v1 con problemi di driver
Mancanza ingresso S/PDIF