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Apogee Symphony Desktop - Test: la nuova dimensione del suono

Rapporto qualità/prezzo8
Costruzione9
Suono9
Facilità d'uso8
8.5

Apogee Symphony Desktop è una interfaccia audio/MIDI su USB 2.0 con 10 ingressi e 14 uscite, emulazione di preamplificatori vintage e controllo con touch screen integrato, per MacOs e Windows 10, di cui sono già previsti futuri aggiornamenti  per usare i plug-in proprietari con il DSP interno.

Con le prossime release sono previsti un sistema di dual monitoring a latenza zero, un'applicazione per il controllo del mixer interno e l'utilizzo del DSP dell'interfaccia per processare l'audio dei plug-in dedicati (per ora solo in versione native). È difficile rimanere delusi da Apogee, anzi.. è difficile non rimanere stupiti! Spesso ha quell'idea che può fare la differenza, anche un'idea semplice magari (come per esempio la seconda uscita cuffie a jack da 1/8") ma che difficilmente si trova su altri prodotti della stessa categoria. Qui parliamo di un'interfaccia che, a prima vista, sembra la classica 2x4 I/O da home studio, ma basta uno sguardo appena più attento per accorgersi che Apogee ha creato un qualcosa che, nonostante il numero di I/O comunque limitato per uno studio professionale (10 x 14 I/O, dei quali 8 x 8 su ADAT), può comunque gestire molte situazioni senza alcun problema e con una purezza del suono da brivido. Basti pensare che perfino le uscite cuffia hanno una conversione D/A dedicata a 128 dB di dinamica, cosa che spesso non viene raggiunta nemmeno dai convertitori D/A montati su interfacce ben più ingombranti e costose.

Symphony Desktop è la più piccola ed economica della serie Apogee Symphony, una mini interfaccia audio dal look semplice ma con un cuore tutto dedicato ad un suono superlativo.

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Hardware

Iniziando dai preamplificatori, abbiamo due operazionali molto puliti con possibilità di emulazione di circuitazioni vintage integrata: ogni preamp può emulare due modelli analogici (uno a transistor e uno a valvole) oltre ad avere il suo suono naturale, ed entrambi si spingono fino a+75 dB di guadagno, dotati di Phantom Power, invertitore di polarità e di un Soft Limiting che emula la compressione del nastro analogico. Le due emulazioni di preamp vintage sono basate su una filosofia ibrida analogico/digitale, che modifica realmente l'impedenza del segnale in ingresso per un perfetto matching del segnale e una più fedele emulazione e, in più, è possibile bypassare del tutto la circuitazione del preamplificatore selezionando la funzione +4 dBu o -10 dBV: in questo modo il segnale di linea viene collegato direttamente al convertitore A/D.

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Per quel che riguarda le conversioni A/D e D/A sul sito della Apogee è chiaramente specificato che si tratta degli stessi convertitori utilizzati per il modello Symphony MKII, sulla quale ho già scritto in passato una recensione (che potete trovare qui), quindi, riportando semplicemente quanto già verificato, si tratta nello specifico di:

  • un convertitore A/D modello AK5388AEQ - questi hanno la possibilità di operare sia in modalità stereo (quattro canali) che mono (due canali) e, nel secondo caso, il range dinamico si amplia di 3 dB, arrivando in questo caso a 122 dB effettivi e fino a 192 kHz di sample rate
  • un convertitore D/A SABRE ES 9018 a 32 bit - una delle punte di diamante dei convertitori D/A di ultima generazione, con una dinamica impressionante di ben 134 dB in modalità mono, mentre in modalità stereo (come in questo caso) arriva a 128 dB. Siamo circa 5 dB al di sopra della media, anche se va precisato che è un valore teorico poiché la circuitazione stessa fa sì che un poco di dinamica si perda per strada, ma ciò non toglie che siamo a livelli superiori e vi basterà ascoltare qualche brano di musica classica o jazz per accorgervi che non sono solo parole.

Menzione particolare va fatta per l'uscita cuffia frontale, tarata su un'impedenza molto vicino allo 0 Ohm (0,5 per la precisione); questo permette di dimenticarsi finalmente dell'infinita diatriba tra cuffie ad alta o bassa impedenza, dato che più l'impedenza di uscita è vicina allo zero più il segnale tende virtualmente ad essere perfetto in entrambe le situazioni. Ad ogni modo, se il segnale dell'uscita principale dovesse essere troppo potente per delle cuffie a bassa impedenza, un'apposita uscita a 1/8” è presente sul pannello posteriore.

Infine Symphony Desktop è studiata per poter essere utilizzata anche con iOS/iPad Pro (iOS 13), quindi senza bisogno di essere collegata a un computer o ad una DAW; questo è di fatto il motivo per cui i driver e il firmware vanno caricati su una chiavetta USB (inclusa nell'acquisto) da collegare all'apposita porta sul pannello posteriore.

Gli I/O totali sono 10/14, distribuiti nella seguente modalità:

  • due ingressi posteriori microfonici/linea/Hi-Z
  • un input frontale Hi-Z
  • I/O TOSLINK (ADAT/S-PDIF/SMUX) per segnali digitali (8 x 8 I/O fino a 48 kHz)
  • due uscite Main Out
  • due uscite cuffia (una anteriore da 1/4” e una posteriore da 1/8”)

Controllo

Apogee Symphony Desktop è piuttosto semplice da utilizzare, di fatto l'encoder principale è multifunzione e dipende dal menu/sottomenu nel quale ci si trova ad operare; tutti i parametri principali sono in modalità touchscreen: basta cliccare e scorrere tra una pagina e l'altra trascinando il dito, veramente intuitivo grazie anche alle icone e ai simboli facilmente interpretabili. Il menu principale comprende i System Settings, I/O Views e il Mixer Views, ognuno dei quali contiene delle sottopagine e funzioni selezionabili e controllabili sia tramite touchscreen che tramite l'encoder principale; è importante sapere che tutte le funzioni di Symphony Desktop sono accessibili direttamente dall'interfaccia e, anche se con le prossime release del software sono previste applicazioni, funzioni e plug-in aggiuntivi, di fatto già con la prima release tutte le operazioni sono controllabili direttamente dall'hardware.

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System Settings

I controlli presenti in questo macro-menu sono tantissimi e descriverli tutti in modo approfondito sarebbe impossibile in questo articolo per cui mi limiterò a descrivere le funzioni della prima pagina, ossia quella dedicata al routing del segnale. Tutti gli output di Symphony sono assegnabili a tre diverse fonti, ossia la DAW (SW: Playbacks), i mixer interni (Direct: Mixers) oppure gli input diretti (Direct: HW Inputs).

Nel primo caso si avrà ovviamente una latenza a seconda del buffer utilizzato nella DAW e del roundtrip totale del segnale; le altre due modalità funzionano come un direct monitoring, ossia il segnale viene prelevato e mandato agli ascolti prima dell'ingresso nella DAW. Per esempio cliccando sul pulsante al di sotto di Headphone 1 si può decidere di prelevare il segnale direttamente dal Mixer 1 o 2 e avere quindi in ascolto sia il segnale di ritorno dalla DAW (Playback) che quello in ingresso nell'interfaccia senza che esso passi dalla DAW, quindi con una latenza quasi zero che rende possibile il recording anche ad alti livelli di buffering interni al computer.

Tutte le funzioni presenti nelle altre pagine sono molto intuitive e descriverle una per una sarebbe ridondante.

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I/O Views

Questa sezione, alla quale si può accedere cliccando l'apposita icona nell'angolo in basso a sinistra, riguarda tutti i controlli e parametri relativi ai singoli input e output analogici, partendo dagli ingressi principali (IN 1 e IN 2), passando attraverso il main out e infine per le due uscite cuffie separate (HP1 e HP2). Cliccando su una delle cinque icone disponibili si accede al menu che controlla i parametri e le impostazioni di quello specifico input o output; le immagini rappresentano di fatto i tre tipi di preamplificatore disponibili nelle sezioni IN1 e IN2: il primo, SD-MP, è semplicemente l'operazionale presente su Symphony Desktop mentre gli altri due sono rispettivamente l'emulazione di un Neve 1066 (AP-66) e di un Ampex valvolare (AP-57).

I tre tipi di preamplificatore, oltre ad avere differenti colorazioni, offrono anche alcune varianti: il modello AP-66 è dotato di uno switch Lo-Z (300 Ohm) che si adatta alla perfezione ad alcuni tipi di microfoni a nastro, mentre il modello AP-57 è dotato di un -20 dB PAD. Entrambe le emulazioni hanno anche un controllo di output che permette la saturazione desiderata del segnale senza il rischio di clipping e, in più, la funzione GL linka in modo inversamente proporzionale il Gain Knob con l'Output Level, quindi aumentando il gain il livello di output decresce automaticamente in modo proporzionale, e viceversa.

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Infine tutti i modelli di preamplificatore sono dotati di Phantom Power, Group Link (1-2) che collega i gain dei due input analogici, un Soft Limiter che emula la compressione del nastro analogico (che inizia circa a -4 dBFS di picco) e di un invertitore di polarità. Nelle prossime release saranno disponibili nuove funzioni e plug-in che permettono anche di processare il segnale prima dell'ingresso nella DAW, sempre con un monitoring parallelo a latenza virtualmente pari a zero. Per adesso è possibile solamente attivare direttamente da interfaccia la funzione Print FX Rack, che contiene ECS Channel Strip (Eq + Comp + Saturator), ed è consentito farlo solamente sugli ingressi analogici, certamente poca cosa rispetto a quello che si potrà fare con i prossimi aggiornamenti ma sufficienti a dare un buon assaggio di ciò che ci aspetta.

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Per quel che riguarda gli output invece la situazione è decisamente più semplice e, partendo dal Main Out, ecco i menu che lo compongono:

  • un controllo di livello con indicatore di clipping
  • tre pulsanti per le funzioni Mute, Dim (-15dB) e di Mono Summind dei canali L e R

Tali controlli si ripetono anche nel secondo menu con aggiunta di controllo di Assignment (DAW/Mixer interno/Input), Main Out Format e Main Out Level (+4dBu o -10dBV). I menu che controllano le due uscite cuffia hanno gli stessi parametri del Main Out, fatta eccezioni per i controlli di Main Out Format e Main Out Level che non sono presenti poiché non necessari.

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Mixer Views

Questo è l'ultimo menu presente sul Touchscreen di Symphony Desktop, al quale si può accedere cliccando l'apposita icona nell'angolo in basso a destra dello schermo. Per selezionare uno dei due Mixer si può trascinare il dito oppure cliccare ripetutamente sull'icona principale, ed entrambi i Mixer dispongono di quattro menu: Analog In 1 e 2, Optical Input, Playback e infine Master. Ognuno dei due Mixer è completamente editabile in modo separato dall'altro, di fatto ogni menu e sottomenu è relativo ad uno dei due Mixer e completamente indipendente dal resto. Cliccando ripetutamente su una delle prime tre icone o trascinando il dito si scorre tra i vari singoli canali, nei quali sono presenti controlli di volume, Pan, Link, Mute e Solo.

Nella sezione Master un apposito pulsante collega direttamente tale uscita stereo ad un input stereo della vostra DAW, esattamente come se si volesse registrare l'uscita L e R di un Mixer anziché i singoli canali. Per concludere un ultimo appunto riguarda lo knob principale il quale, oltre a controllare gli specifici parametri, funge anche da switch per l'accensione e lo spegnimento di Symphony Desktop; basta cliccarlo una volta per accendere l'interfaccia, mentre per spegnerla è sufficiente tenerlo premuto qualche secondo e poi selezionare l'opzione Shut Down o Display Sleep (spegne solamente lo schermo).

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In prova

È difficile credere quante funzioni e possibilità contenga Symphony Desktop finché non la si è provata qualche ora: è veramente un concentrato di sorprese sia per la qualità del suono (vi ricordo che monta gli stessi operazionali e convertitori del modello Symphony MKII) che per l'intelligenza nella scelta delle funzioni speciali aggiunte e, anche se a un primissimo incontro tutte queste funzioni possono creare magari un po' di confusione soprattutto agli utenti meno esperti, il manuale è chiarissimo e il workflow piuttosto intuitivo e diretto.

Le versioni future contemplano anche l'utilizzo del DSP interno all'interfaccia per processare il suono con plug-in dedicati, filosofia ormai sempre più diffusa tra i produttori di interfacce audio. Il suono è assolutamente cristallino e pulito, le emulazioni di preamplificatore vintage fanno il loro lavoro in modo più che onesto, con una nota di merito particolare al modello valvolare (AP-57) che è sicuramente quello con la distorsione armonica più marcata e gradevole.

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Distorsione Armonica SD-MP

Ci tengo a precisare che questa è una messa in prova parziale per ora. Mi limito a parlare delle componenti hardware e del software integrato in Symphony Desktop perché, di fatto, non è ancora la versione definitiva e sarebbe riduttivo descrivere questa interfaccia senza poterla sfruttare al 100%; in futuro è già prevista una rassegna più approfondita che riguardi anche i plug-in, l'applicazione di controllo del mixer interno, del routing e del sistema di Print FX Rack e Monitor FX Rack, in attesa delle prossime release.

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Distorsione Armonica AP-66

Le analisi FFT dei tre tipi di preamplificatore dimostrano ciò che è chiaramente percepibile ad orecchio: di fatto Symphony Desktop è equipaggiata con tre tipologie di circuitazione molto diverse tra di loro, per permettere di scegliere sempre tra la trasparenza sonora (SD-MP) e la distorsione senza fronzoli (AP-57), passando per una via di mezzo piuttosto ponderata (AP- 66). I sample audio di chitarra acustica che ho creato per questo articolo sono lo specchio esatto di quello che si può vedere nelle analisi FFT; la distorsione è chiaramente udibile nel sample registrato passando per AP-57, mentre le altre due take sono decisamente più naturali come suono.

Per quel che riguarda il routing, integrando un preamplificatore esterno e un convertitore D/A collegati tramite cavi ottici gli I/O si espandono a piena potenzialità, rendendo Symphony Desktop adatta anche a piccole situazioni di recording/mixing.

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Distorsione Armonica AP-57

Conclusioni

Sono molto curioso di provare la versione a piena potenzialità di questa interfaccia. Per ora mi sento di consigliarla a chi è in cerca del miglior suono di Apogee ben conosciuto e apprezzato nell'ambiente professionale. La differenza con interfacce audio di dimensioni simili c'è e si sente, eccome. Il prezzo, di circa 1500 €, è del tutto giustificato vista la qualità, la potenzialità e le possibilità che Symphony Desktop può regalare, unita anche a qualche emozione quando ti accorgi delle sfumature che prima, con interfacce più economiche o meno professionali, non sentivi assolutamente nei tuoi mix.

PRO

Conversione  D/A

Routing

Uscita cuffia posteriore a 1/8”

Touchscreen

Emulazione preamplificatori vintage

CONTRO

Qualche I/O in più analogico sarebbe stato utile.

 

INFO

Soundwave

Prezzo: € 1399 senza plug-in