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Lindell PEX-500, eq stile Pultec per API 500 - recensione

Rapporto qualità/prezzo9.5
Costruzione8
Suono8
Facilità d'uso8.5
8.5

Tobias Lindell è un ingegnere del suono e produttore svedese con il pallino della realizzazione di outboard analogico sia a rack che per il formato 500. I suoi prodotti si stanno imponendo velocemente sul mercato: a incuriosire è il prezzo, così sfacciatamente basso da chiedersi se il prodotto possa essere realmente frutto di un artigianato attento alla costruzione e alla componentistica nonché ai risultati in grado di raggiungere.

Articolo d'archivio

Il modello PEX-500 è un modulo eq per API 500 che si propone come ennesima incarnazione dello storico equalizzatore passivo Pultec EQP-1A. La costruzione è robusta, con il pannello frontale in metallo color bronzo e le serigrafie sottili ma ben decifrabili, che donano eleganza al prodotto. Il circuito è a stato solido, a induttori e a componenti discreti che riproducono lo schema dell'amplificatore 990. Come l'autorevole modello cui si ispira, il modulo Lindell presenta la stessa metodologia di controllo ed agisce come un equalizzatore a due bande, basse e alte. Per le alte frequenze, troviamo un selettore a 20, 15 e 10 kHz e un controllo rotativo per il cut delle rispettive frequenze (Atten); per l'incremento delle alte è presente un secondo selettore impostato a 16, 10 e 6 kHz, controllato a sua volta da un altro potenziometro (Boost).

Per le basse frequenze si ripropongono i potenziometri Atten e Boost, mentre il selettore delle frequenze è impostato sui 30, 60 e 100 Hz. É possibile controllare la larghezza di banda per il boost (ma delle sole alte frequenze) tramite un ulteriore controllo posto nella parte centrale del modulo. Le frequenze selezionabili sono inferiori rispetto all'originale Pultec, ma pare piuttosto evidente l'intenzione del progettista nel prediligere una resa sonora efficace a costi contenuti limitando i filtri su cui intervenire, il cui maggior numero implicherebbe ulteriori risorse progettuali e componentistiche. Inalterata resta la caratteristica di poter intervenire contemporaneamente sui parametri di cut e boost sulle medesime frequenze, creando curve di equalizzazione utilissime, come ad esempio quella per ingrossare le basse frequenze e nello stesso tempo attenuando le medio basse più confuse. L'unità è dotata di true bypass hardware, nota positiva.

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Analisi e in prova

Una volta constatato che il rack API 500, con l'aggiunta del Lindell PEX-500, mostra una bella estetica concedendoci la possibilità di riempire gli spazi vuoti del rack senza svenarsi, si inizia anche a sperare che i risultati sonori giustifichino la presenza in studio di questo outboard. Ebbene, la sua presenza non solo è giustificata, ma consigliata, vuoi in fase di ripresa, vuoi in mix, vuoi sul bus stereo. Pur non essendo in grado di ottenere la precisione, l'elasticità di utilizzo, l'estensione del cut e del boost, la musicalità e delicatezza delle alte di un vero e proprio equalizzatore Pultec style valvolare (sarebbe parso francamente un miracolo), come accade con il Retro 2A3, il PEX-500 produce un risultato che ricorda molto da vicino le caratteristiche del suo ispiratore: frequenze basse possenti e presenti, e alte dolci e setose. Il suono in generale risulta colorato, solido, piacevolissimo all'ascolto.

Ciò che colpisce è la capacità di aggiungere uno spessore sonoro a ogni fonte, dandogli più presenza e pienezza: questo avviene intervenendo sui parametri delle basse frequenze, muovendoci empiricamente tra i 30, 60 e 100 Hz, facendoci guidare dal nostro orecchio, con la piacevole percezione che il suono si ingrossi (e non solo aumenti di basse), anche per una forte componente di distorsione armonica.

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La scheda con i componenti discreti e gli induttori

Per le frequenze alte si apre un capitolo diverso: da un lato si resta favorevolmente colpiti dal carattere arioso e dallo spazio che l'enfasi su tali frequenze riesce a conferire al suono, dall'altro si resta un po' interdetti sulla effettiva precisione dei controlli e sulla reale efficacia degli incrementi o dei tagli che vengono operati sui 6, 10 e 16 kHz: una volta portato al massimo della corsa il potenziometro, si sente nettamente l'esigenza di un maggior intervento di boost o di cut che invece sembra fermarsi a metà strada. Questo vale soprattutto per le altissime frequenze, cioè per l'attenuazione sui 20 kHz e per il boost sui 16 kHz: peccato perché sembra di lavorare con un range dinamico mutilato nella sua estensione.

La piacevolezza d'ascolto del PEX-500 dipende molto dal tipo di suono su cui interviene. Sulle voci maschili è incredibilmente efficace nel renderle possenti e dai contorni più netti. Su cassa e bassi e qualunque elemento sonoro in cui sono chiamate in causa le basse frequenze, non si resta mai delusi e non si ha l'impressione di gonfiare le basse in modo artificioso, ma di sentire con naturalezza il suono più voluminoso e ricco. Gli strumenti e le fonti sonore che popolano le frequenze medie e medio alte ottengono dal PEX-500 trattamenti discordanti: sulle chitarre elettriche non si hanno apprezzamenti di rilievo, sulle acustiche invece i risultati sono eccellenti, poiché si riesce ad rafforzare il suono senza renderlo inscatolato sulle basse e a vivacizzarlo con una netta enfasi sui 6 kHz.

Per quanto concerne l'utilizzo su un bus stereo, l'equalizzatore Lindell ha da dire la sua, pur nel limite delle sue possibilità di intervento e della scarsa precisione d'azione: è innegabile che ci sia un carattere sonoro che ricorda il Pultec, musicale, compatto e presente.

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Il rack Lindell Audio con anche preamp e compressore

Conclusioni

Per il prezzo a cui viene proposto, l'equalizzatore Lindell PEX-500 non solo non ha rivali, ma si identifica come uno dei colori sonori più interessanti a disposizione per API 500, anche per il professionista più esigente: è facile abituarsi ad aggiungerlo sempre alla propria catena in registrazione, in primo luogo su voci, bassi elettrici e chitarre acustiche. I controlli sono limitati e imprecisi, non certo paragonabili a quanto ottenuto da un clone Pultec dal costo di dieci o venti volte superiore, eppure alla fine si resta incantati da quel di più che il modulo è in grado di dare. Dato il costo basso e i risultati che si possono ottenere sulle fonti stereo, è da considerare l'acquisto di due moduli. È difficile non restare soddisfatti dalla sua impronta sonora.

PRO

Timbro

Costruzione

Prezzo

CONTRO

Scarsa precisione d'azione

Poche frequenze su cui intervenire