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Retro Doublewide, compressione valvolare - recensione

Rapporto qualità/prezzo7
Costruzione10
Suono8
Facilità d'uso9
8.5

Retro ha proseguito nella fortunata strada di riprendere i classici valvolari del passato. Dopo le unità rack, che hanno saputo fornire un suono valvolare dimenticato da anni, ma molto sostanzioso, approda al formato API 500 con un compressore valvolare dal suono unico nel panorama dei piccoli moduli 500.

Articolo pubblicato nel 2013

Doublewide è un compressore valvolare a soglia fissa che occupa due slot API 500, monofonico e progettato per fornire il suono del Retro 176. I controlli sono standard: tempo di attacco e di rilascio indipendenti, gain in ingresso che determina la soglia del compressore, gain di uscita, switch tra Bypass e Active per il confronto in tempo reale, e uno switch per scegliere la modalità di rilascio tra Single e Double. Il potenziometro di attacco include uno switch, a zero, per mettere in standby l'unità. Quando Doublewide è acceso e funzionante, il led rosso è illuminato. Il VU Meter segnala solo il livello di compressione e non è retroilluminato. Particolarità unica di Doublewide è l'uso di quattro valvole NOS 6BJ6, cioè valvole prodotte molti anni fa ma vendute ancora come nuove.

Retro Doublewide hardware test review recensione compressore api 500 rack outboard recording mix luca pilla audiofader

Hardware

Ingresso e uscita sono bilanciati grazie all'uso di trasformatori Cinemag CMQEE 3440A e CMOQ-1S, il bypassa è hardware e i tempi di attacco e rilascio sono continui. Sono presenti quattro operazionali RC4558 ma il resto è tutto realizzato in componenti discreti. Le quattro valvole sono marchiate RCA, Raytheon, General Electric e Arvin e non richiedono settaggi particolari. Sulla faccia posteriore della scheda è presente un trimmer per lo 0 del VU Meter, realizzato in USA da Simpson. La costruzione è un esempio di pulizia e precisione. Ultima accortezza è l'uso di viti con molla per ancora il modulo al rack. Richiede 180 mA (6 Watt) per funzionare.

Le specifiche parlano di 30 dB di riduzione del gain massimo, con un rapporto segnale rumore di 70 dB e una risposta in frequenza da 20 Hz a 20 kHz entro gli 0,5 dB. La distorsione armonica totale è dell'1% fino a 25 dB di riduzione del gain. Il livello d'ingresso può essere impostato tra -15 e +24 dBu, quello d'uscita da -10 a +12 dBu.

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L'interno di Doublewide con le quattro valvole NOS

Analisi

Il bypass hardware è realmente hardware e non introduce rumori. Doublewide è però sensibile all'alimentazione: anche senza lavorare, in Active, si scorge la presenza dei 50 Hz della linea elettrica e delle relative armoniche superiori. Il rapporto segnale rumore è dovuto, probabilmente, a questa presenza, che abbiamo registrato a circa -65 dBu. Tuttavia nella pratica non si ascolta mai il ronzio.

Lo stadio di gain è del tutto trasparente: solo il compressore aggiunge distorsione armonica. Caratteristica di Doublewide è la costante presenza di seconda armonica con soli 3 dB di riduzione del gain, che si attesta a circa -56 dBu, seguita dalla terza armonica a -86 dBu. Più si comprime, più si riduce il livello della seconda armonica a favore della terza, rimanendo sempre predominante la seconda sulla terza. È questo un comportamento raro tra i compressori, che giustifica il suono dolce e mai esasperato di Doublewide anche a compressioni estreme e indipendente dalla scelta della modalità di rilascio. Interessante è anche l'analisi delle altre armoniche rispetto alla frequenza: Doublewide aggiunge fino alla sesta armonica fino a circa 2 kHz, aumentando quindi leggermente l'RMS delle medio basse rispetto a una maggiore trasparenza sulle alte. Qualcosa di simile si trova nei circuiti di Neve e cloni.

L'analisi della compressione rivela che Doublewide si comporta con due compressioni molto distinte. Single produce curve di inviluppo molto simili ai VCA e ai FET più delicati, introducendo però un drift minimo che la rende più personale e imprevedibile. Double è l'asso nella manica: doppio tempo di rilascio che produce inviluppi tipicamente vintage, molto vintage, in grado di sottolineare i contorni del suono e contrastarli molto bene. Solo nei compressori e limiter degli anni '50 e '60 si trovano curve di risposta come questa.

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La curva di risposta del compressore in Double, 3 dB di riduzione del gain, attacco a 100, rilascio a 100

In prova

Retro afferma che Doublewide è perfetto per tracce delicate come il basso o la voce. Ha ragione da vendere. Il suono, a dispetto delle valvole, tende verso il trasparente e non è così carico di basse e gonfio come le unità a rack di Retro. Tuttavia è indubbiamente colorato. Il motivo per cui ci si avvicina a Doublewide è l'abito che disegna sul suono grazie alla sua compressione: mai aggressiva, anche per valori di riduzione del gain esagerati, rimane sempre soft e, per pochi dB, passa del tutto inosservata se non si conosce la traccia originale. Mentre Single lavora in modo standard, Double è da ascoltare! Disegna e potenzia i contorni del timbro, dando spessore e punch senza però appesantire troppo il suono. Non è un Retro 176 né uno Sta-Level come sonorità che, personalmente, troviamo anche troppo colorati.

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La curva di risposta del compressore in Single, 3 dB di riduzione del gain, attacco a 100, rilascio a 100

Double è invece adatto per imprimere al suono una compattezza valvolare, delicata sugli attacchi ma decisa sui rilasci, che impatta bene sull'RMS senza schiacciare troppo. Come sempre è questione di impostazioni ma non è difficile arrivare al risultato, dopo essersi abituati al fatto che i potenziometri di attacco e rilascio lavorano al contrario rispetto a qualsiasi altro compressore: i tempi più veloci sono tutto a destra, quelli più lenti tutto a sinistra. Tra Single e Double, inoltre, c'è una notevole discrepanza nei tempi di rilascio a parità di valore: Double è molto più veloce di Single e quindi occorre reimpostare il tempo di Recovery per un eventuale paragone.

In mix, Doublewide è da tenere costantemente insertato sulla voce e sulle tracce meno percussive, comprese le chitarre acustiche. Non è il compressore da mettere solo in parallelo, sebbene in Double sia in grado di fornire inediti respiri per le tracce ritmiche quando spinto all'estremo. Non è neanche il modulo da scegliere per aggiungere distorsione armonica, perché rimane sufficientemente trasparente anche a compressioni estreme. Ogni tanto va in distorsione se i tempi di rilascio sono troppo veloci, ma è questione di una aggiustatina veloce e il problema è risolto. Il livello d'ingresso è il parametro più sensibile: più di una volta il range corretto era entro pochi millimetri, costringendoci a essere molto attenti nei movimenti.

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La distorsione armonica con 3 dB di riduzione del gain (Metric Halo SpectraFoo)

Conclusioni

Retro Doublewide è un compressore inedito sia per il formato 500, sia per chi ama comprimere dolcemente senza troppe colorazioni. Il suo cuore è nel circuito di compressione, più che negli stadi del gain, e va a occupare un posto unico tra i compressori. Non sostituisce il 176 o lo Sta-Level per il timbro, ma offre una compressione unica con una flessibilità timbrica secondo noi più versatile rispetto alle unità a rack di Retro. Per chi lavora con le voci, per chi cerca una compressione non aggressiva ma naturale e piacevole, un Doublewide è un ottimo investimento.

Pro

Doppia modalità di rilascio

Trasparente e piacevole

Mai aggressivo

Contro

Impostazione dei tempi invertita

Info

FUNKY JUNK