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Acustica Audio Indigo, il mastering analogico ITB - La recensione

Rapporto Qualità/Prezzo10
Facilità d'uso9.6
Qualità audio10
Il bundle per mastering valvolare più analogico, trasparente, musicale e potente di sempre.
9.9

Come per tutti i recenti progetti di Acustica Audio, anche Indigo parte dall’analisi e dal campionamento proprietario di macchine analogiche, spostando però più in là il confine sonoro e pratico dell’hardware, grazie a funzioni non presenti sull’originale e a plug-in ibridi che possono includere elementi sonori propri di outboard diverso. Abbiamo già incontrato questa modalità negli ultimi plug-in come Blond e Sienna. Come sempre, abbiamo cercato di indovinare cosa si nasconda dietro a Indigo, con alcune considerazioni dettate dall’esperienza e dal mercato dell’outboard.

Il bundle

I plug-in inseriti nel bundle comprendono un equalizzatore stereo a sei bande con modalità Mid/Side, un compressore dual mono e stereo che lavora in tre modalità differenti di cui la terza è stata creata combinando le caratteristiche dei primi due, un processore stereo inedito per la gestione dell’immagine stereo che parte dal lavoro di Marco Bosisio di Tesla Audio Laboratories e si espande verso un paio di processori stereo che hanno le loro radici nel 1930, quando Alan Blumleuin coniò il termine shuffling per le registrazioni stereo, e infine un equalizzatore stereo valvolare a tre bande con trasformatori in ingresso e in uscita con un controllo Aggression che permette di usarlo sia in mastering che in produzione.

Indigo EQ

Quando abbiamo visto il pannello di controllo del plug-in, la mente e le orecchie sono volate istantaneamente a uno dei più leggendari equalizzatori sul pianeta, cioè il Fairman Tube Mastering Equalizer, che non si trova a meno di 10.000 dollari… se si trova. L’aspetto e il suono di Indigo EQ ci portano a credere che sia questa l’origine del plug-in. Il Fairman TMEQ è un equalizzatore che basa il suo lavoro sul principio dell’amplificazione controllata in frequenza, su un progetto degli anni ‘60, dove ognuna delle 12 bande ha un amplificatore valvolare dedicato. Il progetto permette di non suddividere le bande del segnale da trattare, il quale rimane intatto soprattutto quando si parla di fase. Ognuna delle dodici bande ha uno switch per bypassare l’amplificatore dedicato. L’implementazione di Acustica Audio differisce dall’originale per la disposizione dei controlli: ognuno dei due canali è spostato a destra o sinistra. Ogni banda, a parte Hi e Low Cut, si attiva cliccando sul pulsante blu e la selezione di pendenza del filtro per le medie ha tre pulsanti dedicati L, M e H.

I controlli, per singolo canale, prevedono un Input Trim fino a +42 dB per tirare il collo al trasformatore in ingresso ma che automaticamente abbassa il livello di output per mantenere bilanciato il livello. Sotto all’Input Trim è presente un il filtro Hi Cut a 11 posizioni (da 24 a 12 kHz passando da 18 dB/Oct a 24 kHz a 12 dB/Oct a 12 kHz), il filtro Low Cut da 20 Hz 18 dB/Oct a 80 Hz 12 dB/oct in 11 step, e dal controllo di Output.

Le quattro bande sono suddivise in Hi Boost da 8 kHz a 24 kHz con pendenza selezionabile a 6 o 12 dB/Oct e controllo di gain a 19 posizioni a passi di 0,75 dB; Hi Mid da 1 kHz a 18 kHz con modalità Boost e Cut e possibilità di selezionare la pendenza tra Low (6 dB/Oct), Mid (12 dB/Oct) e High (18 dB/Oct) con tre pulsanti dedicati, con 19 posizioni di gain a passi di 0,66 dB; Low Mid, identica nell’operatività a Hi Mid, ha frequenze da 1 kHz a 18 kHz; l’ultima banda Low Boost ha un range di frequnza da 40 a 120 Hz con 17 posizioni di gain a passi di 0,75 dB e pendenza di 6 o 12 dB/Oct. La sezione centrale include la possibilità di attivare lo stadio di preamplificazione, la modalità Mid/Side e il link dei controlli in stereo. Sono presenti i classici meter in ingresso uscita, che si comportano come monitor Mid /Side quando è attivata la funzione.

EQ in prova

La versatilità e la delicatezza di questo equalizzatore sono esemplari. Bastano pochissimi dB di equalizzazione nei punti giusti per ribaltare le sorti di una sessione di master. La distorsione armonica che introduce è sempre molto piacevole, completamente analogica ma mai troppo colorata, e spingendo molto sulle alte frequenze si arriva a un effetto additivo dove l’orecchio continua a inseguire il brano per la piacevolezza dell’ascolto. Il controllo dell’equalizzatore non segue in tempo reale le modifiche: occorre aspettare qualche istante, meno di un secondo, perché le modifiche siano applicate. Stranamente non c’è un bypass per l’equalizzatore, lasciando solo inserito il preamp, ma quando tutte le bande sono a zero l’eq non lavora.

Le quattro bande e la selezione della pendenza consentono di individuare benissimo i problemi da risolvere e lasciano in mano al sound engineer la scelta di cosa portare più avanti o più indietro nel mix, con pochi dB. Già gli eq di Acustica Audio erano nell’olimpo dei plug-in, ma con questo Indigo siamo arrivati a una vetta ancora più alta. E’ molto interessante osservare che l’eq non incide sui transienti, soprattutto sulle basse frequenze, che rimangono precise e con l’impatto originale nell’inviluppo d’ampiezza. Il carattere di Indigo EQ è unico tra gli eq fino a oggi provati e merita la lode nel bundle. Abbiamo visceralmente amato le medio e le alte frequenze per la loro precisione e pulizia, ma mai sterile o senza vita.

Indigo Stereo Tube EQ

L’unico equalizzatore a valvole (da cui il nome di Stereo Tube Equalizer) che conosciamo con un controllo di Aggression è Michelangelo di Handy Amps, un eq per mastering con controlli di Low, Mid e Air, due modalità di suono tra Vintage e Modern, amplificazione valvolare e trasformatori Jensen in ingresso e uscita. Il controllo di Aggression altera il circuito di amplificazione valvolare per inserire una saturazione extra. Michelangelo include anche due possibilità di scelta per le frequenze e Low e Mid. Nella possibile versione di Acustica Audio, se è questo l’eq di origine, troviamo il metering distinto per canale destro e sinistro, la possibilità di processare solo il segnale Mid o quello Side, mutualmente esclusi, l’attivazione del preamp con controllo automatico dell’Input Trim sul livello d’uscita, il bypass dell’eq, un controllo Spread per bilanciare il livello di Mid e Side. Delle quattro bande Low, Mid, High e Air, solo Mid dispone di un selettore per variare la frequenza.

STEQ in prova

Facile da usare, è più flessibile di quel che immaginassimo: grazie alla possibilità di lavorare solo side o sul mid, permette di ripulire velocemente il side mentre, per il mid, consente di colorare e rendere più dinamico il suono. Ha un carattere tutto suo, che si fonde tra un equalizzatore e un saturatore, soprattutto quando si inserisce Aggression che può facilmente apportare modifiche nette al timbro finale. Le curve di equalizzazione sembrano molto dolci. La banda Low è particolarmente indicata per potenziare le basse frequenze con un corpo maggiore dell’originale, mentre le medie hanno colori compatti e patinati, senza diventare mai nasali. High e Air hanno un effetto che dipende molto dal materiale di partenza: più è acustico e meglio funzionano.

Aggression attiva un effetto di drive che si nascone bene nel suono, a meno di portarlo al massimo. STEQ ci è sembrato quasi un equalizzatore di servizio: può passare dalla trasparenza al colore più valvolare con drive, con un impatto globale che rimane comunque leggero sul suono. Lo abbiamo trovato molto adatto sia alla gestione del Mid che del Side, per correzioni veloci, anche se fa la sua bella figura anche sul segnale stereo. Un’aggiunta al bundle utile per ricorrere alla saturazione e al controllo veloce della curva di equalizzazione.

 

Indigo Opto Compressor Mono

Difficile in questo caso comprendere l’origine. Il manuale parta di un compressore ottico costruito a mano da una azienda canadese, per il Mode C1, con amplificazione in Classe A a componenti discreti con trasformatori in ingresso e uscita. Potrebbe trattarsi di Airfield Audio con il suo Liminator 2 che sembra corrispondere all’indizio lasciato nel manuale, visto che l’azienda è canadese, e conosciuto nell’ambiente del mastering. Se così fosse, sappiamo che Liminator 2 lasciava scegliere tra due diversi trasformatori in ingresso e uscita e aveva una selezione di tempi fissi per attacco e rilascio, come su questo plug-in che offre, per l’attacco, i tempi di 17, 21, 30, 60 e 63 ms, e per il rilascio i tempi di 40 ms, 50 ms, 1,389 s, 2,349 s e 9 secondi, con rapporti di compressione a 1:1,5, 1:2, 1:4, 1:8 e 1:20.

Impossibile capire la derivazione del modello C2: il manuale cita l’origine dalla California ma ci sono più di un produttore californiano (Universal Audio e Requisite Audio per citare i primi due che arrivano alla mente) che hanno prodotto compressori ottici valvolari su progetti degli anni ‘60. Il modello C2 ha un unico tempo di attacco di 45 ms, rilascio a 250 ms, e rapporto di compressione S che scommettiamo essere originata dal plug-in El Rey, 1:3 e 1:10.

I controlli prevedono l’Input Trim, che agisce sulla distorsione armonica quando si sceglie uno dei cinque modelli di preamplificazione dal selettore Preamp (i primi due del C1 e gli altri tre dal C2), mantenendo lo stesso livello d’uscita, la scelta del rapporto di compressione (con medesimi valori di Liminator 2) a cui si aggiunge un valore S, che sembra essere il tempo di attacco del compressore El Rey di Acustica Audio, tempi di attacco e di rilascio con selezione SHMod che altera la parte di attacco dell’inviluppo, ricordando che qui la posizione 2 corrisponde ai tempi di attacco corretti del compressore originale, un filtro a un singolo polo (6 dB/Oct) per le basse frequenze del sidechain, soglia e make up gain, output generale e controllo di Mix Dry/Wet per la compressione parallela.

Per la prima volta è implementato il controllo di SOA, che significa Safe Operating Area, dedicato alla gestione del gain del compressore per trovare lo sweetpot corretto per tempi di attacco e rilascio. In caso di eccessivo gain interno, si attiverà il led overflow. Rispetto al modello precedente, abbiamo un solo tempo di attacco e di rilascio, con tre rapporti di compressione che comprendono la modalità S. Il terzo modello unisce attacco e rilascio del modelli C1 con i rapporti di compressione del modello C2.

Opto Compressor in prova

Sono due gli elementi di cui tenere conto nell’uso: c’è una interazione continua tra Input Trim e SOA che diventa anche il sistema per definire quanta distorsione armonica sarà applicata in origine al suono, usando Input Trim con il preamplificatore attivato. Lasciando al minimo Input Trim, si può lavorare su SOA per incrementare il gain interno o abbassare ulteriormente il livello di soglia. A questo connubio partecipa anche Threshold che dipende dai livelli due controlli precedenti. La qualità dei due compressori ricade nella categoria della trasparenza e naturalezza più elevate. Usati con rapporto di compressione basso e pochi dB di riduzione del gain, consentono di guadagnare corpo e incollare le tracce, pur senza imprimere un proprio suono malgrado siano valvolari.

Esagerando con il preamplificatore, i risultati rimangono eccellenti e sempre sotto controllo. La caratteristica più interessante è la gigantesca headroom interna, che permette di scegliere come muoversi tra Input Trim, SOA e soglia. Non occorre lavorare in blend con il controllo Mix, perché i compressori forniscono un processo dinamico molto naturale senza schiacciare i transienti. Sono senza dubbio tre modelli di compressione adatti al mastering.

Indigo Opto Compressor Stereo

La versione stereo o dual mono dell’Opto Compressor si arrichisce di alcuni controlli unici, oltre a duplicare i controlli per i canali Left e Right. Oltre ai led blu per attivare il singolo canale, è possibile attivare lo Stereo Link per controllare i due canali contemporaneamente, attivare la matrice Mid/Side, e un controllo di Stereo Link che permette di decidere quanto i due canali lavoreranno indipendentemente l’uno dall’altro. Il controllo SOA è identico per entrambi i canali indipendentemente dalla modalità di lavoro del compressore e dallo Stereo Link. Disattivando il controllo di Stereo Link, è possibile assegnare il modello di compressore al singolo canale, aprendo sperimentazioni sulla compressione Mid Side.

Opto Compressor Stereo in prova

E’ il plug-in più pesante del bundle e richiede circa il doppio della CPU rispetto agli altri plug-in. Il suono è quello che conosciamo dall’Opto Compressor ma le funzioni di matrice Mid/Side e il controllo di Stereo Link permettono di approfondire la ricerca del bilanciamento migliore tra Mid e Side, rendendolo un compressore/limiter molto adatto al mastering. Pochi dB di gain reduction fanno la differenza sull’intero suono, portando avanti ogni singolo particolare della fase di attacco e dello strumento. Qualsiasi genere musicale può avvantaggiarsi del trattamento con Opto Compressor Stereo in fase di mastering.

Indigo Stereo Shuffling Processor

Finalmente qualcosa di nuovo nel mondo dei plug-in per mastering. Qui si dimostra quanto il software possa superare l’hardware, grazie all’integrazione di funzioni originariamente presenti su macchine distinte. SSP è nato da due hardware differenti: il primo è l’eccellente filtro con preamplificatore valvolare di Tesla Audio Laboratories dell’italiano Marco Bosisio, che dispone di un filtro High Pass di tipo LC (induttore-condensatore) a 12 dB/Oct con range da 17 a 65 Hz o 3 dB/Oct con range da 5 a 120 Hz sul segnale stereo, ma che quando viene indirizzato al Mid o al Side trasforma il filtro HP passivo in un filtro passivo ellittico, molto apprezzato nel mastering per vinile ma non solo.

Nella versione di Acustica Audio, oltre al filtro ellittico derivato dall’High Pass, è stata realizzata anche la controparte Low Pass in versione filtro ellittico, espandendo notevolmente le potenzialità. Abbiamo quindi anche il filtro Low Pass con range da 18,2 a 9,3 kHz a 12 dB/Oct e da 40 a 1,80 kHz a 3 dB/Oct per il segnale stereo, che diventa un filtro ellittico quando si inserisce sul Mid o sul Side. Naturalmente è stato campionato anche il circuito di amplificazione valvolare, richiamato da Pre A e, come noto, controllato per la quantità di distorsione armonica da Input Trim. Il secondo processore inserito ha una storia unica.

L’unico hardware recente che riconosciamo nelle funzioni inserite da Acustica Audio è SHUpHLER II di Phaedrus Audio, un sistema di correzione stereofonica che implementa un’idea degli anni ‘30 del leggendario Blumlein e che fu poi inserita, sebbene con funzione differente, nello shuffler Stereosonic sviluppato per le console valvolari degli anni ‘60 per ingrandire il campo stereofonico. Acustica Audio sembra essere partita dalla versione di Shuphler valvolare, perché il plug-in integra un secondo preamplificatore valvolare nelle opzioni. Non ci soffermiamo sulla teoria sviluppata da Blumlein, descritta nella pagina del produttore a questo link che consigliamo di leggere molto attentamente. Sia per chi fa ripresa che per il mastering, le informazioni sono molto preziose e aprono un campo di applicazione che è quasi del tutto inedito, anche se non nuovo, per molti sound engineer. Anche questa volta il software supera l’hardware.

L’implementazione infatti prevede tre emulazioni per cardiodi, ORTF e NOS oltre al circuito shuffler degli anni ‘60. Da qui si parte per la sperimentazione, perché Acustica Audio ha inserito altre sei curve intermedia da cui scegliere. Mil plug-in mostra il metering stereo a sinistra, mentre i livelli di Mid Side sono posti a destra. Lo shuffler è controllato dal selettore centrale che include BOF, utile per il mix stereofonico, ARS che emula il circuito delle console degli anni ‘60, la posizione cardiode (un cuore rovesciato) che applica circa 8 dB di guadagno a 20 Hz solo sul Side e Blumlein. Ancora una volta troviamo il controllo di Mid Side e l’illuminazione di Lamp secondo il livello d’ingresso quando sono attivi i preamplificatori

 

SSP in prova

Come detto, poter contare su un plug-in con queste funzioni in mastering è qualcosa che mancava da tempo. Sia i filtri passivi che shuffler sono due elementi che non stravolgono il mix finale, ma che permettono di focalizzare meglio l’immagine stereofonica e apportare una equalizzazione che bilancia velocemente alcuni aspetti del mix stereo. I filtri ellittici sono piuttosto rari sia in hardware che in software, ma in fase di mastering conducono a risultati con equalazzazioni che ricordano i vinili e, come tali, diventano importanti quando è richiesto un mastering per vinile o un timbro da vinile. Il shuffler è una vera novità e si tratta di sperimentarla semplicemente variando la posizione. Con un buon sistema di monitor, anche non troppo esoterici, l’effetto si sente immediatamente e può portare a una maggiore confusioni, se si sbaglia l’impostazione o a un improvvisa chiarezza del campo stereo che diventa ancora più dettagliato e profondo. E’ uno di quei processori che modificano subdolamente il mix ma che una volta applicato diventa indispensabile.

Il bundle in prova

Solo per i file di installazione occorrono circa 8 GB di spazio su disco, che comprendono anche i campionamenti a 96 kHz. Come sempre sono disponibili le versioni VST 2 e VST 3 a 64 bit oltre che ad AAX 64 bit. Lo abbiamo provato su un PC con 32 GB di RAM e un processore Intel Core i7-7700 a 3,60 GHZ con Windows 10 Pro versione 20H2 che è stato appena sufficiente per far girare contemporaneamente tutti e cinque i plug-in su una traccia stereo. Non è una novità per i plug-in Acustica Audio ma non c’è al momento una soluzione: la loro qualità audio si paga in termini di potenza richiesta dalla CPU, ma ne vale la pena. Il più pesante si è rivelato essere il compressore ottico stereo, mentre Indigo EQ, che è l’anima del bundle, non è così pesante come ci aspettavamo.

In complesso il bundle ha i suoi punti di forza nell’emulazione del Fairmann, davvero ben riuscita e diversa da tutti gli altri equalizzatori fin qui emulati da Acustica Audio, e dal plug-in Stereo Suffling Processor che è unico nel panorama dei plug-in ed in grado di fare una grande differenza non tanto sulla traccia master, ma in fase di programmazione del campo stereofonico di una ripresa stereo. In particolare il pianoforte acustico, gli overhead, la room e le riprese orchestrali semplici possono beneficiare ampiamente da questo plug-in, che è tutto da sperimentare.

L’equalizzatore stereo stereo sembra più adatto a un lavoro in mix, grazie ad Aggression e alla sua semplicità, piuttosto che in fase di mastering più evoluto, perché è molto colorato. Discorso a parte per i plug-in di compressione: in nessun caso sono da considerare come processori di dinamica per creare degli effetti, tipo Distressor. Il loro comportamento dinamico è molto controllato, prevedibile e soprattutto trasparentissimo. Sarà perché sono ottici, sarà perché derivano da modelli da mastering, possono essere utilizzati in fase finale per il controllo dei picchi, senza provocare particolari danni anche spingendo la riduzione del gain, ma non impongono mai il loro suono sulla traccia finale. Non sono semplicissimi da usare, tuttavia, perché l’interazione tra Input Trim, soglia e il nuovo parametro SOA non sempre sono prevedibili quando si valuta la quantità di riduzione del gain.

Ci vuole tempo per capirli e usarli, ma il loro lavoro sarà molto apprezzato in mastering. Considerando il gran numero di opzioni e la qualità dei plug-in, su cui spicca innanzitutto l’emulazione di Fairmann, il bundle è tra i più ricchi di Acustica Audio ed è studiato per il mastering quando si parla di gestione dello stereo e della dinamica. Una volta appreso l’uso dei plug-in, Indigo è il bundle più adatto a chi lavora ITB ma cerca un suono ancora analogico, ma mai pesante, verso il versante della lucentezza e precisione del suono.

Conclusioni

Ci sono bundle per il mastering che fanno della massima precisione il loro obiettivo, poi c’è Indigo di Acustica Audio, che rimette in fila tutti quanti per quanto riguarda il suono analogico di altissima qualità con i vantaggi del software. La suite di plug-in è perfetta per finalizzare un mastering di classe elevata e non abbiamo dubbi che troverà molti estimatori anche tra i produttori, perché messo sul bus stereo permette di completare il brano con una qualità timbrica entusiasmante. Uno dei migliori bundle di sempre di Acustica Audio a un prezzo ridicolo considerata la qualità dei risultati.

Pro

Equalizzatore stereo valvolare eccellente

Modalità M/S

Shuffler inedito in software

Compressori/limiter trasparenti

Contro

Qualche minima difficoltà nel capire la grafica dei controlli

 

Info

ACUSTICA AUDIO

Prezzo: € 119 per un periodo limitato poi € 229