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East West Hollywood Orchestra Opus Edition, il nuovo suono di Hollywood - recensione

Rapporto qualità/prezzo9
Suono9.5
Facilità d'uso9
9.2

East west presenta Hollywood Orchestra Opus Edition, protagoniste nuove registrazioni, il nuovo player Opus e orchestrator, un tool pensato per i compositori.

Abbiamo provato per voi Hollywood Orchestra Opus Edition, ecco le nostre impressioni.

Aria di novità

East West è un pilastro antichissimo nel campo dello scoring e delle sample libraries. L’attesissima espansione di quella pluripremiata Hollywood Orchestra è finalmente arrivata, carica di novità in tutti i campi, da nuovi strumenti, al nuovo player, al nuovo orchestrator. Prodotta da Doug Rogers e Nick Phoenix, la Hollywood Orchestra è stata per anni un prodotto di riferimento, e oggi torna nella sua nuovissima veste, la Opus Edition. La famiglia della Hollywood Orchestra si è allargata grazie a nuove registrazioni di intere sezioni, gruppi di strumenti e di ensemble. Il nome della raccolta, Opus, è indicativo dell’importanza della release, infatti Opus è un player completamente nuovo che subentra a Play. All’interno di questo, Orchestrator, sviluppato in collaborazione con Sonuscore, è un tool in grado di aiutare tutti i compositori nello scoring. Tuffiamoci nel nuovo contenuto ed esploriamo Opus, Orchestrator e le nuove registrazioni.

East West Hollywood Orchestra Opus Edition test review recensione virtual instrument vincenzo bellanova audiofader

Opus e orchestrator

La grande novità è il player, Opus, che ospiterà l’intera Hollywood Orchestra Opus Edition. Play cede il passo a questo player con tante funzionalità in grado di svecchiare la piattaforma di East West. Due personalità importantissime sono legate al nuovo player, Wolfgang Kundrus (la mente dietro Steinberg Cubase, Steinberg Nuendo, e PreSonus Studio One) e Wolfgang Schneider (ricordate Kontakt?), nomi che fanno riflettere sicuramente sull’importanza di questo nuovo software. Il look è completamente diverso rispetto a Play, molto più immediato e intuitivo, il player più rapido e ora ci permette di customizzare in modo molto più efficiente keyswitch e articolazioni. Non solo, tra le nuove funzioni c’è la possibilità di scaricare strumenti e articolazioni individualmente.

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I Mood Preset ci aiuteranno a trasformare il suono della nostra patch modificando layer di dinamica il mix dei segnali microfonici e il tipo di riverbero. Avremo a disposizione Soft, Classic e Epic, in un crescendo di intensità e con un cambio di colore nell’interfaccia. Avremo anche la possibilità di creare nostri Mood preset personalizzati e di salvarli. Altra novità è Orchestrator, il tool creato per aiutare i compositori a trasformare idee o semplici accordi in qualcosa di molto più complesso e completo. Alla base di Orchestrator abbiamo quattro sezioni, Brass, Woodwinds, Percussions e Strings, in ognuna di queste abbiamo a disposizione degli slot in cui caricare le patch (il numero di slot dipende, chiaramente, dalla sezione, ad esempio in Strings avremo cinque slot).

Sarà possibile programmare un pattern per ognuno di questi slot, definire il range di velocity, quale nota di un eventuale accordo verrà presa in considerazione, trasposizione di ottava, e moltissimo altro. Il parco di preset per Orchestrator è enorme e davvero ben curato. I preset sono divisi in quattro categorie: Ensembles, Ostinatos, Scores e User. Non vogliamo spoilerare nulla e rimandiamo le considerazioni al test, basterà qui dire che con un accordo riusciremo a triggerare diversi pattern e a creare ritmi complessi e idee per i nostri brani in un batter d’occhio.
Qui troveremo alcuni esempi dell’utilizzo di Orchestrator.

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Nuovi strumenti

Per chi non conoscesse Hollywood Orchestra, questa è composta da Hollywood Strings, Brass, Woodwinds, Percussions, Harp, Solo Violin e Solo Cello. Queste librerie hanno un peso considerevole e sono la base e l’ossatura su cui East West costruisce Opus. Al di là del nuovo materiale, le “versioni” in cui è disponibile la libreria sono Gold e Diamond, la prima offre sample a 16-bit e la seconda a 24-bit, includendo anche tutte le posizioni microfoniche. Opus Edition offre tante novità anche nel suono, grazie a nuove registrazioni. Prima tra tutte, una sezione di ben 18 violini che, per citare le parole di Nick Phoenix, ha un suono diverso, un vibrato diverso che deriva da strumentisti diversi. Il suono di questa sezione si amalgama con i sample preesistenti e offre il miglior legato mai registrato dal team.

Non solo gli archi però vanno a rimpolpare Hollywood Orchestra in questa nuova edizione. Anche Woodwinds e Brass vengono espanse con la registrazione di due Tromboni e due Trombe. Le new entries nei Woodwinds sono ensemble di tre Fagotti, tre Clarinetti e tre Flauti. L’attenzione, in particolare, a queste ultime ensemble è sottolineata dai produttori, che hanno registrato strumentisti che suonano abitualmente insieme, per avere una consistenza in termini d’intonazione e timing particolarmente accurata. Inoltre il materiale già presente in Hollywood Orchestra è stato riadattato per rispondere meglio alle nuove funzioni di Opus e sono state create nuove multi-ensemble di archi, ottoni e legni per offrire un suono ancora più denso e coeso.

Tra archi, legni e ottoni il nuovo materiale si aggira attorno ai 130 GB, per un totale di 944 GB contando i sample delle Hollywood libraries. Nei leggendari East West studios è stato chiamato nuovamente Shawn Murphy, un sound engineer che vanta una lunghissima lista di feature film a cui ha lavorato, tra cui il franchise di Star Wars The Hunger Games, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, Titanic, Schindler’s List, Salvate il Soldato Ryan, Mission: Impossible, Apollo 13, e moltissimi altri. Per un elenco completo delle articolazioni e segnali microfonici rimandiamo al manuale.

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In prova

Per installare Hollywood Orchestra Opus Edition avremo bisogno dell’applicazione di East West che ci aiuterà a gestire i download. Assicuriamoci di avere una buona connessione dal momento che i GB di materiale sono tanti. Sarà importante aggiornare l’applicazione, scaricare Opus e Product Support prima delle varie librerie. Nonostante la mole di sample l’unpacking dei vari volumi non è operazione rapidissima. Una volta scaricate le librerie mettiamo mano su Opus. Il nuovo player ha un’interfaccia decisamente più chiara e fresca rispetto a Play, e ho trovato più semplice gestire più strumenti contemporaneamente dalla chiarissima colonna a sinistra. Opus è organizzato in quattro parti principali, Browse, per selezionare (oppure scaricare) gli strumenti (non dissimile dall’interfaccia del vecchio Play), Play, sezione con tutti i classici controlli sulle patch, Perform e Mix.

Opus offre alcune opzioni interessanti nelle preferenze, come la possibilità informare Opus se stiamo utilizzando un normalissimo Hard Disk, un SSD o PCIe, per una gestione più attenta delle risorse tra RAM e Hard Disk. Oltre a ciò, possiamo anche stabilire il numero di Bus del plug-in per gestire al meglio sessioni in cui carichiamo tutto in una istanza unica. Play ora offre i Mood preset, aggiunta molto utile a mio parere per avere idee di mix pronti all’uso o da modificare con il minimo sforzo. Come dicevamo i Mood preset operano sui segnali microfonici, sul riverbero e anche sulle dinamiche, ma “sotto il cofano” di Opus, il che potrebbe rendere un po’ meno efficace la creazione dei nostri preset, ma nonostante questo poter passare comodamente da Soft, Classic a Epic aiuterà tanto a ottimizzare le risorse e sveltire il lavoro. Le posizioni microfoniche sono come di consueto ben segnalate sull’interfaccia, che ci mostra come sono posizionati i microfoni rispetto all’orchestra e fa illuminare le icone corrispondenti ai segnali che abbiamo attivato.

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Il nuovo materiale è stato registrato con grandissima cura e porta con fierezza il marchio East West per la densità e pienezza del suono. La sezione di violini spicca sui sustain e legato, utilissima per dare importanza a melodie grazie alla morbidezza e al volume dell’insieme. Per quanto riguarda i Brass East West propone due Tromboni e due Trombe in ensemble. Anche in questo caso la qualità è alta, specie sui Tromboni, brillanti e pungenti nel registro basso, perfetti per spiccare in un mix e dare colore e solidità alle nostre orchestrazioni. I nuovi Woodwinds sono sicuramente la parte di nuovo materiale che ho preferito, non tanto per delicatezza, ma proprio per pasta sonora e per densità. È possibile accorgersene anche grazie alle Ensembles e Scores preset con Orchestrator, i preset dal sapore più mistico riescono, insieme agli archi, a costruire un timbro morbido ma comunque potente.

I tempi di caricamento, in generale, non sono eccessivi, ma l’SSD rimane un’opzione irrinunciabile. Altra piacevole novità di Play è la possibilità di iniziare a suonare le patch mentre caricano, anche se, specie con Orchestrator, non risulta efficacissimo avere magari intere sezioni che non rispondono all’appello. Il nuovo tool, Orchestrator, potrebbe aprire discussioni tra chi ritiene che utilizzare pattern per comporre musica orchestrale non possa portare a grandi risultati, e chi invece sarà tentato di avvicinarsi al nuovo metodo di programmazione. Le opinioni divergeranno tuttavia credo che in Orchestrator ci siano ottime idee e preset fantastici, insomma, programmare pattern credibili è semplicissimo, e in questo East West ha fatto centro. Potremo, chiaramente, costruire i nostri preset programmando Orchestrator, i suoi pattern e quali strumenti utilizzare. Altra comodità è che possiamo mettere in solo le singole sezioni o regolare i volumi dei singoli componenti.

Il motivo per cui ho trovato il tool interessante è perché può aiutare a trovare idee per combinazioni di strumenti, per pattern e, per chi si avvicina alla composizione orchestrale, Orchestrator può rappresentare un grande strumento didattico per capire come utilizzare gli strumenti in modo proficuo. Consiglio vivamente di ascoltare le demo nel walkthrough di Orchestrator per rendersi conto del calibro dei preset e della semplicità con cui è possibile creare arrangiamenti. Orchestrator è semplicissimo da utilizzare e tutti i preset nelle tre categorie hanno molto da dire, specie Scores e Ostinatos, che permettono di apprezzare appieno il suono potente e hollywoodiano. Dal momento che Orchestrator carica molte patch, se non siamo muniti di SSD dobbiamo essere pazienti. L’impressione generale è ben più che positiva, sia per quanto riguarda il contenuto nativo di Opus, che per il player e Orchestrator, in grado di dare nuovo risalto anche ai sample originari di Hollywood Orchestra.

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Conclusioni

East West arricchisce con molto materiale valido la sua Hollywood Orchestra e ci regala un player davvero notevole, più efficiente, chiaro e immediato. Nonostante le nuove aggiunte siano limitate ad alcune ensemble e non a tutte le sezioni, riescono a spiccare per qualità e grazie ad un player rinnovato. Opus è destinato a chi acquista la nuova Opus Edition oppure a chi sottoscrive l’abbonamento. Chi fosse in possesso di Hollywood Orchestra dovrà invece effettuare un upgrade per il nuovo materiale e per Opus. Per chi fosse già abbonato, non resta che scaricare e installare gli aggiornamenti, una bella sorpresa che rende più golosa la subscription.

Opus è un grande passo in avanti e apre una nuova stagione per East West, stagione aperta con librerie rinnovate e curatissime a cui il nuovo player e Orchestrator danno risalto e mostrano come utilizzarle al meglio e con semplicità. La speranza è che East West decida, con Opus, di iniziare un periodo in cui rinnoverà il suo catalogo registrando nuovi campioni anche per le altre sezioni e, chissà, magari ci regali nuovi strumenti.

PRO

Nuovo materiale eccellente, specie i Woodwinds

Opus è semplice da usare e i Mood preset sveltiscono di molto le operazioni

Orchestrator

CONTRO

Opus è disponibile con nuovi acquisti o con upgrade alla Opus Edition

Secondo Noi

 

INFO

East West

Hollywood Orchestra Diamond Edition: Introductory Price $795.00, Prezzo di listino $995.00
Hollywood Orchestra Gold Edition: Introductory Price $695.00, Prezzo di listino $895.00
Hollywood Orchestra Opus Edition è anche disponibile con i piani ComposerCloud, ComposerCloud X e ComposerCloud Plus