Ci sono outboard di altissima qualità costruiti in pochissime unità. Uno di questi è stato prodotto da Mark Bass, in collaborazione con Foffo Bianchi, ed è un equalizzatore adatto tanto al mix quanto al mastering, per la sua eccellente costruzione e qualità. Acustica Audio lo ha convertito nel plug-in Maize.
Una storia tutta italiana: nel 2006 l'italiana MarkBass decide di costruire un equalizzatore super preciso (da cui la sigla PP10 significa Pure Precision) e assolda Foffo Bianchi, leggendario fonico italiano, per definire le caratteristiche e le prestazioni.
Di PP10 ne sono stati prodotti solo due esemplari, uno in mano a Sabino Cannone e l’altro rimasto alla famiglia Bianchi (Foffo e Tommy), costruiti con i migliori componenti possibili da cui ne derivò un prezzo proibitivo di produzione. In quel momento, MarkBass stava valutando l’ingresso nel mercato dell’audio professionale ma, per l’elevato costo e il rischio commerciale, decise di abbandonare il progetto, nonostante i risultati strepitosi.
Il suono e i risultati di PP10 erano allo stesso livello, se non migliori, dei più trasparenti equalizzatori per l’audio professionale come il GML 8200.
Passano gli anni e Acustica Audio, sempre alla ricerca della gemma preziosa e introvabile, scova il PP10 e realizza in esclusiva e in collaborazione con MarkBass il plug-in Maize. Eccoci qua a raccontare come suona Maize!
L’equalizzatore
Come sempre accade in casa Acustica Audio, anche Maize parte da una parte hardware e integra, in software, funzioni non presenti nell’originale. Il PP10 è un equalizzatore a due canali, ognuno con 5 bande. Ogni banda ha 19 frequenze selezionabili, un controllo di gain in cut e boost (+/-16 dB) e un controllo di Q da 0.3 a 6, quest’ultimo valore molto elevate che rivela l’esperienza di Foffo Bianchi anche dal vivo per correzioni chirurgiche. L’eq originale era dotato anche di due livelli indipendenti di uscita per i canali, selettori di inserimento singoli per banda e la possibilità di trasformare in shelving la prima e la quinta banda, cioè quelle dedicate alla frequenze più basse e più alte. Le cinque bande hanno un range molto esteso: per esempio tutte e cinque le bande possono intervenire sui 410 Hz. Le prime due bande Low hanno un range da 15 Hz a 800 Hz, ricordando che la prima banda può essere trasformata in shelving, Mid lavora da 110 Hz a 7,4 kHz, e le due High spaziano da 410 Hz a 25 kHz, sempre con l’ultima che può essere messa in shelving. Come sull'originale, anche Maize riporta i controlli di livello e gli interruttori di inserimento per i due canali.
Le funzioni accessorie
In software si può andare oltre all’hardware e così è stato con Maize. Acustica Audio ha aggiunto un comodissimo controllo Link, per cui qualsiasi modifica su uno dei due canali di riflette in tempo reale anche sull’altro assieme a un potenziometro per il controllo del panorama, un selettore M-S per distribuire i due canali su Mid e sul Side, con controllo dedicato di Spread. Aggiunto anche un selettore per inserire un preamplificatore a stato solido o uno valvolare con possibilità di oversampling per questa sezione e il suo classico Input Trim per gestire la struttura del gain interna da -24 a +24 dB al fine di far lavorare differente lo stadio di preamp, un metering di ingresso e uscita per ognuno dei due canali a -24/+6 dB, il richiamo dei preset e, per la prima volta, la possibilità di modificare le dimensioni della finestra del plug-in fino al doppio delle dimensioni (1x, 1,5x, 2x), chiudendo e riaprendo il plug-in dopo aver impostato il livello di zoom.
In prova
Maize ha almeno tre anime: senza alcun preamplificatore azionato, è un equalizzatore di grandissima trasparenza, completamente neutro sul timbro e senza alcuna distorsione armonica. La sua headroom è incredibile e permette di lavorare anche con un livello molto molto basso senza che ci siano artefatti digitali. Siccome il trim non funziona se non sono attivati i preamplificatori, è importante poter contare su questa qualità dei risultati entrando con basso livello se si prevede di utilizzare dei boost molto elevati. Ne sarete completamente soddisfatti.
Le curve di equalizzazione sono altrettanto interessanti. Le più originali sono certamente le curve dei filtri shelving. Non sono curve dolci ma soprattutto aggiungono un cut che è circa la metà del dB di boost aggiunto. Allo stesso modo, usandolo in cut, il boost è la metà del valore di cut, creando una incisura molto caratteristica che genera una sonorità molto interessante, più focalizzata.
Nell’uso del shelving, anche al massimo di cut e boost, l’angolo di fase non supera i 60 gradi, rendendolo un filtro adattissimo al controllo di un segnale stereo o mid/side. La caratteristica di influenzare poco la fase si ritrova anche in tutte le altre bande. Con un Q al massimo e ai limiti di cut e boost, la fase non cambia mai di oltre i 40 gradi, il che dimostra di nuovo la bontà del progetto hardware e l'inclinazione al trattamento del segnale side di Maize. Spostandoci sull’ultima banda in shelving, il filtro torna ad avere lo stesso comportamento descritto per il shelving sui bassi, con una incisura prima della curva, che non è affatto proporzionale.
Il Q, naturalmente, non è abilitato in caso di shelving. Dato che entrambi i filtri hanno un range sovrapposto tra i 410 e gli 800 Hz, si possono combinare per arrivare ad alcuni interventi impossibili con altri equalizzatori. La cosa si fa ancora più interessante usando per esempio due filtri per creare dei boost o dei cut a distanza di qualche decina di Hz l’uno dall’altro, per caratterizzare focalizzare meglio uno strumento. La sovrapposizione delle bande è uno dei punti di forza di Maize per chi ama lavorare di cesello sugli spazi nel mix.
Non ci sembra casuale la somiglianza del range di frequenze con il mitico GML 8200, il quale però si limita una Q fino a 4, contro i 6 di Maize, e non dispone di controlli di livello per i due canali.
Apparentemente il controllo della frequenza sembra continuo, tuttavia non è così come sembra, perché appunto permette di selezionare 19 step. Al contrario, il controllo di gain e Q sono continui. Per fortuna ci viene in aiuto il Link, che ricopia i parametri sull’altro canale, così da averli perfettamente matchati.
I due preamplificatori modificano la curva di risposta anche senza equalizzazione. La versione a transistor aggiunge un minimo di basse frequenze con un comportamento differente della fase sotto i 20 Hz, il che fa pensare che sia la sezione di preamp dell’hardware originale.
La variante valvolare ha una curva di equalizzazione che gonfia le basse frequenze a partire da circa 200 Hz con un dB in più intorno a 1 kHz. Mentre il preamp a stato solido non pone problemi di headroom, c’è da stare più attenti con la versione valvolare che tende a saturare a livelli più bassi di quello a stato solido, rendendo necessario intervenire sull’Input trim per ridurre anche di 8 dB il segnale originale anche senza equalizzazione. E' molto probabile che il preamp sia stato modellato anche sugli stadi di preamplificazione dei prodotti Markbass. Anche solo modificando il tipo di preamplificatore, dopo aver programmato l’equalizzatore, si possono sentire le differenze. E’ bene capire fin dall’inizio il suono dei due preamplificatori, soprattutto quello valvolare. Inserirli dopo aver equalizzato significa rifare l’equalizzazione! Ma questo è il bello del preamplificatore.
C'è un'applicazione in più per il preamp valvolare: provate a usarlo su una traccia di basso e vedrete cambiare l'equalizzazione senza usare l'equalizzatore. In fondo, stiamo parlando di Markbass!
Un altro elemento che cambia il suono è la scelta dell’oversampling: l’opzione migliore rimane sempre quella di tenerlo spento quando si usa il preamplificatore valvolare che, a differenza di quello a stato solido o dell’assenza del preamplificatore, tende a distorcere molto di più facilmente. Forse si tratta di un bug. In tema di bug, l’attivazione di Link non comporta in automatico il recall dello stato attivo o spento delle bande e del shelving. Solo dopo aver agito su questi interruttori il recall avviene correttamente, indipendente se nel canale destro o sinistro.
Bene la possibilità di modificare le dimensioni del plug-in, ma è necessario chiuderlo e riaprirlo per ottenere le nuove dimensioni. L’estetica è un po’ sacrificata ma anche l'hardware originale aveva lo stesso colore e Acustica Audio è rimasta coerente con l'obiettivo di riprodurre tutti i particolari.
Quanto al suono, prima di usare Maize occorre decidere se inserire o meno i due preamp, per avere in minimo di distorsione armonica con lo stato solido, cambiare letteralmente il carattere dell'equalizzazione con quello valvolare o proseguire nella trasparenza assoluta, non usando i due preamp, nel qual caso Maize appare essere un ottimo equalizzatore per la musica elettronica, per definire i contorni di una traccia senza toccarne il colore o per intervenire sul master. Usando il preamp valvolare, si perde un po' di questa precisione ma si guadagna in carattere timbrico, che viene imposto alla traccia. I risultati dipendono molto da quanto si è in grado di utilizzare un equalizzatore: più si è esperti e più si apprezza la flessibilità di Maize per correzioni chirurgiche o più ampie.
Conclusioni
Maize è prima di tutto un equalizzatore trasparente, quando non si usano i preamplificatori. Ogni volta che sia richiesto un intervento del tutto cristallino e neutro, Maize garantisce il risultato, senza aggiungere o togliere niente dal colore originale. E’ quindi un ottimo equalizzatore da mastering, grazie alla funzione Link e Mid Side, e in questo campo non occorre avere i preamplificatori, i quali sono una aggiunta adeguata. Tra tutti gli eq di Acustica Audio, Maize si ritaglia il suo spazio nel mastering e per scolpire i confini delle tracce in mix, senza essere invadente sul timbro. Da provare senza indugio.
Pro
Headroom
Trasparenza assoluta in eq
Link tra i due canali
Contro
Preamp valvolare ha un livello di saturazione più basso dello stato solido
Info
Prezzo: € 69