Ripercorrendo la storia, tra tutti i sintetizzatori analogici Roland, il Juno-106 ha rappresentato il synth dedicato a tutti i musicisti, sia professionisti che amatoriali.
Pur essendo stato un synth di gamma media, il Juno-106 è sempre rimasto un must per chi ama il suono analogico. Ancora oggi fa la sua figura in qualsiasi contesto, grazie a un suono intramontabile.
JUNO-X
Per inquadrare JUNO-X occorre rifarsi all’epoca in cui fu lanciato il Juno-106: non c’erano workstation, non c’erano campionatori, il primo DX7 si era affacciato da pochi mesi e, per chi voleva avere una tastiera da palco o in casa, l’analogico era ancora un must.
Juno-106 rappresentò il synth dal prezzo giusto, con un pannello facilmente programmabile, non ricchissimo di caratteristiche ma dal suono caldo e particolare, grazie anche a un Chorus che fece storia, e un'architettura di sintesi semplice ma efficace. Il suo sound e la sua fama non tramontarono mai, anche dopo l’uscita di produzione. C’è sempre stato un tastierista famoso o una produzione, dal 1984 a oggi, che ha impiegato un Juno-106. Era quindi il synth per tutti e come tale ebbe una grande diffusione, con un apprezzamento che è cresciuto nei decenni grazie anche alla techno e all’house. Il filtro e soprattutto quei DCO con un suono ricco di armoniche superiori e brillante come pochi hanno definito il suo carattere. Il cuore pulsante era il chip proprietario Roland 800a17A, oggi clonato anche da piccole aziende, che include il VCA e il VCF, e che trovò impiego anche in HS-60 (la versione amplificata di Juno-106), GR-700, MKS-30 e MKS-7. Di tutte le versioni, solo HS-60 e MKS-7 mantengono le caratteristiche timbriche di Juno-106. Probabilmente dalla stessa visione del Juno-106 e HS 60, cioè un synth per tutti, nasce JUNO-X con caratteristiche che si adattano al modo di programmare, suonare e interagire di questi anni.
Come tutti i synth recenti, anche JUNO-X è basato su ZEN-Core polifonico, quindi con le stesse possibilità di tutti i più recenti synth di Roland di poter scambiare le patch. Già questo è un punto forte, quando si pensa al futuro di un synth. Cos’altro ci ha messo Roland?
JUNO-X
Nell'attuale line-up dei sintetizzatori Roland basati su ZEN-Core, possiamo identificate la serie Fantom, da cui deriva la più recente Fantom-0, entrambe appartenenti al mondo delle performance workstation con un potente sequencer integrato, e la linea di sintetizzatori analog modeling JUPITER-X e JUPITER-Xm, a cui si aggiunge ora anche JUNO-X con tastiera standard a 61 tasti dotata di velocity e aftertouch. I tre sintetizzatori hanno in comune l'uso di un solo chip ZEN-Core, combinato con una parte di sample player, e la loro differenza maggiore è nell'interfaccia utente. JUNO-X può quindi essere visto come un JUPITER-X o Xm, con le dovute differenze, con una interfaccia utente differente che richiama il classico Juno-106.
Il motore timbrico
JUNO-X include ovviamente il modeling dei classici Juno-60 e Juno-06 realizzati in tecnologia ZEN-Core (differente dagli ACB della serie Boutique come JU-06A) e integra una intera sezione per il model dell’XV-5080 (oltre 900 preset), i pianoforti RD, il classico vocoder Roland, mantenendo la compatibilità con qualsiasi Model Expansion e lo spazio per due espansioni EXZ (con nuove waveform) e Sound Pack. A questo proposito, assieme all’acquisto, Roland mette a disposizione 10 Sound Pack gratuiti come benvenuto. Non è previsto al momento la riproduzione di campioni su chiavetta USB o il caricamento dei proprio campioni. Nascosto tra le righe, ma ancora accessibile c'è anche il modello ZEN-Core, con più di 900 parametri, a cui si accede richiamando una patch qualsiasi dal banco User. ZEN-Core, che garantisce la compatibilità delle patch per qualsiasi altro device Roland compatibile, è la chiave di ingresso a un intero sintetizzatore a 256 voci di polifonia, basato su parziali, che consente di accedere alla modulazione di frequenza, alla cross modulation o al sync, usando anche i campioni predefiniti per ZEN-Core, e alla matrice di modulazione. Si programma da display, con una certa difficoltà perché non sono previsti artifici grafici. Le uniche macchine che garantiscono la massima velocità di programmazione di ZENCore rimangono le workstation Fantom e Fantom-0. Anche l'arpeggiatore è stato aggiornato con una nuova versione 2. E’ incluso anche l’applicativo gratuito JUNO-X Editor per Mac o Windows.
La novità è il nuovo Model Expansion JUNO-X, precaricato all'acquisto, che è una versione potenziata del model di JUNO-106, a cui aggiunge una nuova forma d'onda SuperSaw di cui è possibile controllare il detune con l'inviluppo o manuale, la possibilità di modulare con la velocity il filtro, l'ampiezza e il pitch, un sub oscillatore con detune da pannello come se fosse un doppio sub oscillatore, facoltà di cambiare la fase della PWM usata dal sub, un terzo modello di chorus, un inviluppo indipendente per pitch (filtro e ampiezza condividono le stesse impostazioni dell'inviluppo su pannello), quattro differenti curve di Portamento e l'uso del aftertouch per controllare la modulazione dell'LFO, del cutoff del VCF e dell'ampiezza. L'alta risoluzione dei controlli da pannello supera il classico range da 0 a 128. Avremo così una risonanza e un cutoff con range da 0 a 1023, il key following per VCF da -200 a +200, i tempi degli inviluppi a 0 a 1023. Il controllo dell'aftertouch è stato aggiunto anche ai model JUNO-106 e JUNO-60. Ognuno di questi generatori timbrici può essere richiamato all’istante grazie a pulsanti dedicati.
JUNO-X è multitimbrico a cinque parti, 4 Play Part e una Rhythm Part, e nasce con 4.000 preset, 256 User Tone, e 90 drum kit, da combinare in 256 Scenes. Immaginate quindi cosa può accadere sovrapponendo quattro parti, ognuna composta da quattro Tone con i Model di Roland. La polifonia dipende dalla combinazione dei modelli: si passa da 256 voci di polifonia per i modelli basati su campioni alle 12 voci circa per i Model JUNO, che possono scendere a cinque o sei voci se si mettono in layer tra loro.
Gli effetti si distinguono in quattro blocchi MFX con 93 algoritmi assegnati alle parti synth, un equalizzatore su tutte le cinque Part, più Overdrive, 8 riverberi, 5 chorus, 5 delay, un compressore per microfono e un master eq/compressor.
Da pannello è possibile controllare il Portamento e il suo tempo, le funzioni di I-Arpeggio (Tempo, Duration, Part Mode, Style e Play Detector). Il piccolo display, facilmente leggibile, consente di navigare tra i menu con Select e inserire i valori con Value, spostandosi con i pulsanti di navigazione al di sotto di esso.
In termini di programmazione, è possibile intervenire sull’LFO con Type e i cursori per Rate, Delay Time e Depth, associato alla destinazione di modulazione per Pitch, Filter e Amp. Il blocco per l’oscillatore è dedicato al mixer che consente di attivare la SuperSaw, gestire il livello contemporaneo di Saw, PWM con controllo della modulazione, sub oscillatore, rumore e detune/Pitch. Accanto ritroviamo il controllo di cutoff del filtro HPF, seguito dai controlli per il filtro LPF, in tre modelli differenti, con gli slider di frequenza, risonanza e keyboard tracking.
Il blocco Amp ha un solo cursore di livello con pulsante Gate. Infine l’inviluppo, che può essere selezionato tra Pitch, Filter e Amp con slider per i segmenti ADSR e Depth. Un ultimo blocco è dedicato agli effetti, con controlli rotativi di Drive, Reverb, Chorus, MFX con selezione dei tre tipi differenti di Chorus, Delay e Time o Feedback. Da sottolineare che tutti i controlli da pannello sono ad alta risoluzione per una maggiore espressività.
Hardware
JUNO-X, con elementi in metallo, ha una tastiera standard a 61 tasti sensibile alla dinamica e con Channel Aftertouch, set di speaker stereo integrati con supporto audio Bluetooth 4.2 (due woofer più due tweeter per 4 Watt di amplificazione), e un pannello di controllo che richiama senza dubbio alcuno il vecchio Juno-106. Il tutto per un peso di soli 11,6 kg. Nell’imballo troverete una guida rapida per muovere i primi passi con Juno-X.
Le connessioni prevedono un'uscita cuffia frontale con mini-jack e una uscita cuffia posteriore con jack stereo standard ¼”, uscite audio Main L/Mono e R sbilanciate su jack a ¼” e altrettante uscite Main L e R bilanciate su XLR, un ingresso per microfono Combo jack/XLR, un ingresso stereo Aux su mini-jack, l’ingresso per pedale Hold e un secondo ingresso per pedale Control, MIDI In e Out, USB Computer Audio/MIDI e USB Memory Port per drive USB Flash opzionale. Chiude il parco connessioni la presa IEC per l’alimentazione.
Non occorrerà collegare direttamente JUNO-X quando si scaricheranno Model Expansion, Sound Pack e altro, grazie all’uso del Wi-Fi e Roland Connect, attraverso l’uso dell’adattatore WC-1 opzionale che comprende anche un anno di abbonamento a Roland Cloud Pro. Il display è un LCD grafico a 128x64 punti.
Preview
JUNO-X impressiona immediatamente per la qualità timbrica che è alla pari di Fantom e dei precedenti JUPITER, ma soprattutto per la velocità di programmazione e l’immediatezza dei controlli. Tutto su JUNO-X fa pensare a un synth adatto tanto al palco, grazie anche al model di XV5080, che i più giovani non conoscono, a ZENCore e a quelli di pianoforte RD, quanto allo studio e alla produzione musicale, considerando l’eccellente emulazione del classico Juno-106 e del più moderno JUNO-X, che espande gli orizzonti del classico Juno-106 grazie alla SuperSaw, all'inviluppo dedicato al pitch e ai tre modelli di filtri che influiscono sul timbro anche quando sono completamente aperti. Tuttavia, Roland ha mantenuto i limiti dell'originale: un solo inviluppo condiviso per ampiezza e filtro e, soprattutto, l'assenza di un sync o altre modulazioni in campo audio nel model. Il sync tuttavia esiste ma non si trova nel model: usando la sezione XV-5080 o ancora meglio ZENCore è possibile mettere in sync i parziali che compongono la patch, (vedi da pagina 18 del manuale di Fantom). Da non dimenticare, inoltre, che il motore timbrico ZENCore è molto ricco di modulazioni per sperimentare. Dal nostro punto di vista, una sezione sample player dedicata ai propri campioni sarebbe stata perfetta per il palco. Per aggirare il problema, si può usare la connessione Bluetooth per riprodurre le basi da un tablet o smartphone, che saranno poi mixate con il sintetizzatore sulle uscite audio. L'amplificazione degli speaker si disabilita inserendo le cuffie o con un pulsante dedicato. Mancando un vano batterie, l'utilità di questi speaker è limitata e comunque non sembra essere un grande vantaggio nell'economia del synth, che rimane stellare per i risultati timbrici.
Ciò che ci ha più impressionato è la qualità dell'emulazione con il model JUNO-X: a volte ci siamo trovati tra le dita un suono con la brillantezza dei VCO Roland e il taglio di filtri con un colore morbidissimo quasi fossero i primi SSM! C'è un evidente passo avanti, nella nuova model expansion, per combinare classiche sonorità Roland con colori che non sempre sono appartenuti al suo repertorio, ma che ora sono esaltate dalla SuperSaw. I colori superano di gran lunga quelli di Juno-106 e Juno-60. Peccato che non ci siano inviluppi indipendenti per filtro e ampiezza, oltre che al sync. Se ci fossero, JUNO-X sarebbe un synth completo dal punto di vista della sintesi sottrattiva, ma questo model è solo uno dei tanti che possono essere messi in layer con gli altri, riservando quindi una potenzialità timbrica gigantesca.
Conclusioni
Con JUNO-X, Roland propone una tastiera adatta al palco, che si integra perfettamente nell’ecosistema di Roland e sembra essere la scelta migliore per i musicisti live, che spaziano dai suoni acustici a quelli sintetici su una tastiera standard e con aftertouch, con un pannello di controllo che invita alla programmazione. Allo stesso tempo, le possibilità di connessione USB audio/MIDI catapultano JUNO-X nello studio, sia come master keyboard, grazie alla qualità della tastiera, sia come sintetizzatore. Se vi ritrovate in questo profilo di musicista, avete finalmente trovato la risposta ai vostri sogni all'incrocio tra sintetizzatore e sample player sofisticato ricco di suoni acustici.
Info
Prezzo € 1.999