Il clipper è per molti ancora misterioso e c’è una ragione: è nato nel broadcast e il suo uso creativo è arrivato nelle radio solo all’inizio degli anni ’80, quando cominciò la guerra del loudness radiofonico per conquistare più ascoltatori.
Acustica Audio ha inserito, nella serie Fire, un plug-in di clipper che vuole superare in un sol colpo tutti i clipper analogici e digitali del passato, con una serie di algoritmi inediti proprietari. Il clipper è ben conosciuto negli ambienti del broadcast, avendo contribuito a far esplodere la guerra del loudness radiofonico negli anni ’80. Anche negli studi di registrazione è un elemento noto per garantirsi una conversione A/D esente da improvvisi clipping del convertitore. Negli anni 2000, la funzione di soft clipper dei convertitori è stata usata nei circoli di mastering, perché permetteva di spremere ancora dei dB per aumentare il livello del loudness.
Con lo streaming digitale, il clipper è diventato meno importante in fase di trasmissione, grazie a livelli di loudness notevolmente più bassi che in passato, e ha assunto il ruolo di tool per mix e mastering attraverso plug-in sempre migliori. Il problema, o il vantaggio (dipende da come lo si vuole usare), è la quantità di distorsione armonica e di intermodulazione che produce, potendo degradare molto la qualità della traccia o fornendo una fonte di distorsione che può venire utile in mix o in mastering per generi musicali che fanno della distorsione un obiettivo.
Fire the clip
Come per tutta la serie Fire, anche The Clip sembra semplicissimo da usare, senza sacrificare la flessibilità. Se il clipper analogico ha delle caratteristiche proprie per la distorsione che introduce, anche la versione digitale non è da meno, soprattutto per picchi intersample che può generare. Per questa ragione, ma non solo, The Clip permette di definire il livello di oversampling, che qui arriva al record di 1024x con una risposta in fase perfetta.
I modelli di clipper sono quattro, selezionabili con Mode: Standard per emulare un tradizionale algoritmo digitale per mantenere il livello sotto la soglia dello 0 dBFS, Acustica 1 basato su un algoritmo proprietario a basso aliasing con soglia a + 1 dBFS, Acustica 2 con meno aliasing del modello Standard, con compensazione del livello che permette di incrementare proporzionalmente il livello più ci si avvicina allo 0 dBFS, e infine Eco per risparmiare risorse e con una soglia più bassa.
Alcune funzioni di The Clip hanno un rimando nel mondo reale, come per esempio l’unico grande controllo di Input Gain che permette di incrementare il livello in ingresso prima del clipping. Qualcosa di simile alle curve +3 e + 6 dB che sono presenti, per esempio, nel clipper digitale di Lavry Gold (vedi tutorial su questo numero), ma con un range assai differente, che può arrivare a +20 dB. Per inciso, The Clipper non nasce campionando i convertitori con questa funzione.
La risposta di The Clip non dipende solo da Input Gain, ma si combina con un paio di altre funzioni: AutoGain fa in modo di controllare con una legge inversamente proporzionale il segnale in ingresso e quello in uscita, così da gestire direttamente la quantità di distorsione armonica non lineare aggiunta. La seconda funzione si richiama dal pulsante In, che cambia il range da -/+5 dB a -/+20 dB: ovviamente con ben 20 dB di gain in più, la quantità di distorsione armonica diventa evidentissima e il clipper lavora moltissimo. La scelta tra curva Soft e Hard è gestita da un cursore, così da poter scegliere tra curve intermedie.
Il livello d’uscita finale può essere stabilito con il pulsante Ceil: quando è su Off, il limite è appena sotto lo 0 dBFS senza controllo degli intersample peak, a 0 corrisponde allo standard con il ceiling posto a pochi dB sopra lo 0 dBFS; con OL il livello di uscita è simile a 0 ma con meno aliasing; TP corrisponde a True Peak ed è la modalità migliore per evitare i picchi intersample con i migliori risultati audio in fase di mastering finale. Entrando nell’arte dell’uso del clipper, Acustica Audio raccomanda di usare The Clip prima del limiter finale. A tal fine, nel mondo del digitale, è possibile attivare l’attenuazione dell’uscita di -5dB per aggiungere in seguito un true peak limiter che, lo ricordiamo, lavora differentemente da un clipper.
Come sugli ultimi plug-in di Austica Audio, anche The Clip ha la possibilità di definire la dimensione grafica, tra 1x, 1,5x e 2x, valore che diventa effettivo per tutti le nuove istanze o rimuovendo e richiamando il plug-in. Il metering in uscita può essere alternato tra Peak o RMS, mentre il meter a sinistra indica il livello di riduzione del gain con range da 0 a -5 dB. L’oversampling si sceglie in alto a destra e include due modelli (ECO e HQ) di cui quello HQ ha una qualità molto maggiore, una risposta in fase migliore di ECO ma consuma più risorse.
In prova
Nonostante la semplicità dei controlli, The Clip ha una flessibilità inaspettata, grazie alla facoltà di incrementare il livello d’ingresso a piacere, scegliere tra curve Hard e Soft anche intermedie, selezionare quattro modelli di clipper che, a loro volta, rispondono in modo differente in base al valore di oversampling, e differenziare il valore di ceiling che comporta un diverso comportamento della distorsione non lineare. La prima analisi del plug-in dimostra una capacità di programmazione degli algoritmi nettamente superiore alla media: la quantità di rumore digitale è inudibile e la distorsione armonica aggiunta rimane ampiamente sotto controllo, senza aggiungere rumore digitale. Più che una emulazione di clipper analogici o digitali del passato, The Clip sembra improntato al meglio del mondo digitale.
Messo in prova, siamo rimasti sorpresi inizialmente dalla leggerezza del plug-in senza oversampling. Non appena si decide di salire, The Clip comincia a mangiare risorse, fino ad arriva a 1024x che è in grado di bloccare completamente un Mac di base. Tuttavia il problema non è così evidente, perché anche senza oversampling gli algoritmi sono eccellenti ed è facile arrivare al risultato sperato. In ambiente di mastering, però, è necessario considerare che al massimo dell’oversampling le richieste di risorse sono molto alte.
Parlando di suono, abbiamo identificato in Acustica 2 il modello che preferiamo: più aperto sulle alte frequenze, tende a passare inosservato se non per l’incremento di loudness che rende la traccia più definita. I risultati migliori sono sul rullante, sui piatti e talvolta anche sulla voce, quando si riprende con microfoni un po’ spenti, nesso in parallelo. L’effetto sugli strumenti percussivi è notevole. Per le due tracce di rullante, di cui una con ripresa sotto, abbiamo inserito un semplice eq per pulire di pochi dB intorno ai 370 Hz ed esaltare intorno ai 2 kHz. Dietro all’eq abbiamo inserito un compressore con un attacco a 25 ms e rilascio a 190 ms, con un rapporto di compressione a 2:0 e un massimo di 3 dB di compressione.
Fino a qui il rullante era ancora un po’ spento: inseriamo The Clip, con range di +20 dB, modello Acustica 2 e tiriamo su il livello d’ingresso a ben +12 dB. Il rullante è fatto: attacco e corpo perfetti, con una presenza in mix facilissima da gestire e un timbro ricco di armoniche. È stato sufficiente inserire un riverbero e le tracce erano chiuse. Di tutti i plug-in provati, The Clip è senza dubbio quello più efficace per il rullante, ma anche per la cassa, i tom e i piatti. Il controllo della distorsione armonica non lineare si sposa con qualsiasi sorgente che abbia un attacco percussivo che generi molto rumore. Più si esagera con la riduzione del gain, più la traccia diventa colorata e aperta verso le alte frequenze, effetto dell’aliasing, di cui si può decidere l’intensità grazie all’oversampling.
Anche nel caso di voci rap e affini molto recenti, estremamente elaborate da farle diventare smaccatamente artefatte, The Clip assicura un maggior controllo dei picchi inserendo una colorazione che si sposa con i generi più in voga tra i giovani e giovanissimi. Se poi passiamo ai generi più duri del metal, The Clip può essere un’arma potente per aggiungere ulteriore distorsione.
Siamo quindi passati al mastering di tracce EDM ed elettroniche: la presenza richiesta da questo genere è molto diversa dalla dinamica richiesta da un pezzo jazz: The Clip è ampiamente in grado di gestire perfettamente il loudness e dare quella spinta maggiore, grazie alla distorsione, che può fare la differenza. Pensavamo di aver a che fare con un clipper molto distorsivo, ma così non è stato. Se invece si usa The Clip per il suo lavoro di mastering per evitare gli intersample peak, l’opzione di oversampling è diventata indispensabile per mantenere la massima trasparenza possibile. The Clip si è dimostrato perfettamente all’altezza del compito, con eccellenti risultati.
Conclusioni
Fire The Clip è un clipper eccellente, flessibile e molto trasparente, di alta qualità. Per chi arriva da altri plug-in di clipper, The Clip sarà una sorpresa per la sua trasparenza o per il controllo della distorsione secondo lo scopo che si vuole raggiungere. Considerando il prezzo, è uno dei pochi tool che conviene avere nella cartella dei plug-in, perché si troverà sempre un utilizzo utile per finalizzare un master o creare un colore e una dinamica su una traccia.
PRO
Molto trasparente
Quattro modelli
Molto flessibile
Oversampling fino a 1024x
Facile da usare
CONTRO
Oversampling HQ pesante
INFO
Prezzo: € 49
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