Il digitale a 32 bit più moderno con DSP e il suono vintage di due preamplificatori in stile Neve, con nuovi plug-in proprietari per il mixer software
Siamo nel 2011 al Musikmesse di Francoforte. In uno spazio piccolo con un solo rack, incontriamo Peter con cui terremo i contatti in tutti questi anni. Ha appena esposto una serie di moduli serie 80, compatibili con il formato Neve, che utilizzano gli stessi schemi, componenti di alta qualità, saldati a mano, con il più classico 1073, il compressore limiter 2264E (qui il nostro test), l'8173 (qui il nostro test) e il 6673. È amore a prima vista e ne ordiniamo subito una coppia con relativo rack. Una spesa folle anche per quei tempi, ma da quel momento quel rack sovrasta tutti gli altri per qualità di costruzione e risultati timbrici. Sono il nostro riferimento quando si parla di 1073 e affini, pur avendo in studio anche gli originali. Fin dall'alba di Heritage, Peter è rimasto fissato sulla qualità senza compromessi, riprendendo i classici del passato (soprattutto Neve) ripresi in versione moderna nella serie Elite (qui il test del compressore stereo H609), espandendosi con il brand Lang Electronics (il PEQ 2 originale faceva bella mostra agli East West Studios a Hollywood), aggiungendo la riproduzione di altri classici nella serie American Heritage, fino ad arrivare ai giorni nostri con la prima vera sfida di un prodotto inedito: un'interfaccia audio MIDI con preamplificatori in stile Neve 1073 (non poteva che essere così, per tradizione) con una sezione digitale allo stato dell'arte (convertitori a 32 bit fino a 192 kHz) dotata di DSP per accogliere una nuova serie di plug-in proprietari ma anche la possibilità di caricare VST3 nativi, per Mac e PC, nella sezione Aux del mixer virtuale.
Non appena abbiamo saputo delle tre nuove interfacce desktop, ci siamo incuriositi moltissimo. Abbiamo già provato su queste pagine la piccola Neve 88M (qui il nostro test), che ovviamente ha una sezione di preamplificazione basata sui trasformatori e circuiti Neve, con una parte digitale che includeva anche I/O su ADAT.
La piattaforma comune
Le tre interfacce hanno una base comune che possiamo riassumere in questi punti:
- preamplificazione in Classe A con trasformatore in stile Neve 73, fino a +70 dB
- Pad a -20 dB, inversione di fase e alimentazione +48 Volt individuale per ogni canale
- gain con il classico selettore Marconi, che si combina con l'attenuatore Output per gestire la quantità di distorsione armonica in ingresso
- metering a cinque led stereo assegnati di default all'uscita
- controlli di Mute, Mono, Dim a -20 dB
- doppio encoder concentrico, per gestire il livello di uscita Line e cuffia differentemente
- connessione USB C, non alimentata
- ingresso a 12 VDC con alimentatore esterno di serie
- connessione per MIDI In/Out multipolare (CBL 202 Mini Midi)
- uscite audio monitor su jack stereo TRS
- ingresso Combo per microfono (XLR), Line (TRS)
- ingresso DI realizzato con JFET e uscita cuffia sul pannello frontale
- mixer interno su DSP per monitor a latenza minima
- DSP per applicare plug-in nel mixer interno, con possibilità di registrare contemporaneamente il segnale Dry e quello Wet
- slot per plug-in VST3 nativo per canale Aux
- l'uscita cuffia può inviare i segnali CV/Gate usando un cavo da TRS a due TS mini-jack (non fornito di serie)
- conversione a 32 bit fino a 192 kHz
Da questa base comune, Heritage offre tre modelli:
Heritage Audio i73 Pro è la più piccola della serie, con le caratteristiche di cui sopra, a cui è stato aggiunto un ingresso Line supplementare su pannello posteriore
Heritage Audio i73 Pro 2 aggiunge un secondo ingresso audio con preamplificazione microfonica e Line, con relativi controlli su pannello
Heritage Audio i73 Pro Edge è la più flessibile delle tre: sempre due preamplificatori, ma con due uscite cuffie indipendenti, due ingressi DI indipendenti, Adat In e Out ottico, due ingressi supplementari Line con livello a + 4 dBu o -10 dBV selezionabile, una seconda coppia di uscite audio che possono essere usate per una coppia di monitor, sempre gestita dai due encoder concentrici su pannello. L'ingresso ADAT serve anche come sorgente di clock esterna. i73 Pro Edge offre quindi 12 ingressi e 16 uscite totali tra analogico e digitale, con quattro scene differenti per il mixer interno.
Full Analog Experience
La serie Heritage Audio i73 Pro include un DSP che serve per il mixer interno e, soprattutto, per tutta una serie di nuovi plug-in che possono essere applicati in fase di registrazione, modellati su classici outboard del passato. Al momento sono disponibili una channel strip Brit Strip in stile Neve con eq e compressione, l'emulazione del riverbero EMT 240, un registratore multitraccia analogico Ampex 1200, un amplificatore per basso Ampeg B15, un eco a nastro e un amplificatore per chitarra Fender Tweed Champ. Tutti i plug-in richiedono l'autorizzazione su iLok e sono forniti anche in versione VST, AU e AAX, e sono compresi nell'acquisto. Il DSP interno accetta solo alcuni di questi plug-in per essere inseriti nei quattro slot del singolo canale analogico con preamplificatore: BritStrip, HA 1200 Tape Saturator, HA 15 Pro e Small Recording Amp Serial C17744 sono gli unici che si possono caricare in questi quattro slot, mentre TapeoPlex e HA 240 Gold Foil Verb sono plug-in da caricare nel singolo slot stereo di Aux 1 e Aux 2. Acquistando quindi una i73 Pro, avrete a disposizione il minimo necessario per registrare e monitorare in cuffia, compresi due emulazioni di amplificatori per chitarra.
L'installazione
Ci sono alcuni passaggi obbligati: prima va installato Heritage Sync, poi ci si registra sul sito di Heritage e solo dopo si può registrare l'i73, tenendola accesa e collegata al computer. Dal momento della registrazione, tutte le operazioni per autorizzare i plug-in e aggiornare il firmware, richiedono su Windows un browser con l'interfaccia collegata e accesa. Heritage Sync aggiunge anche i driver ASIO USB, realizzati da Ploytec, per Windows.
Heritage Audio Mixer è invece l'applicazione per il controllo delle funzioni dell'interfaccia, sempre da scaricare dalla propria area personale. Il Mac vedrà in uscita le coppie di Line Out indicate come Monitor, le coppie di uscita cuffia, i due loopback. In ingresso, di due preamp hanno canali differenti per Dry e Wet (processati con i plug-in), oltre ai due loopback e ingressi ADAT. I loopback servono per associare l'uscita del Mac ai canali nel mixer interno di i73.
Anche in caso di mancata di registrazione, si può usare l'interfaccia dopo aver installato Heritage Sync. La DAW vedrà tutti i canali disponibili in ingresso e uscita, con relativi controlli per la frequenza di campionamento e la scelta del clock. Heritage i73 è inoltre USB Class Compliant, per cui può essere usata anche con tablet e smartphone. Su Mac il minimo è MacOS Catalina (10.15.7) e su per PC si parte da Windows 10.
L'installazione dei plug-in prevede prima l'acquisto, a zero euro, poi il checkout, l'autorizzazione su iLok e, infine, l'abilitazione dei plug-in per il DSP interno, passando dalla pagina web del proprio account.
Operatività
Heritage i73 dà la precedenza all'ingresso Hi-Z, disabilitando quello attivo, mostrato su pannello dal led accanto a Output. La selezione dell'ingresso è automatica, perché riconosce quali connessioni è presente. Il selettore del gain gestisce il gain del microfono a sinistra, e quello di Line a destra (da -5 a +20), tenendo sempre presente che c'è l'attenuatore Output a controllare il livello di uscita. L'encoder esterno per il monitor controller è dedicato all'uscita cuffia, mentre quello interno è collegato alle uscite monitor. Premendo l'encoder interno, si seleziona la seconda uscita cuffia o la seconda coppia di uscite audio su i73 Pro Edge. Il metering led è inizialmente dedicato alle uscite audio, non alle cuffie. Può essere assegnato al metering degli ingressi audio solo via software. Non è possibile sapere a priori, guardando l'interfaccia, il livello delle cuffie. Non ci sono anche livelli o numerazioni sugli encoder, il che può essere un problema per chi cerca il recall a mano. Occorre sempre passare dal mixer e guardare la sezione delle uscite.
Le uscite audio possono essere impostate per il livelli di +24, +18 e +12 dBu. Non c'è modo di stabilire il trim in ingresso ai convertitori A/D.
Heritage Audio Mixer
Il mixer virtuale di i73 è piuttosto semplice: replica una console con i canali in ingresso a sinistra e le uscite a destra. Troviamo quindi gli ingressi microfonici, a cui possono essere assegnati fino a quattro plug-in proprietari ciascuno, con indicatore di tipo di ingresso, fader, pan, funzioni di Solo e Mute, e due livelli Aux, pre o post fader, per applicare un ulteriore plug-in VST3 che si può caricare sui due canali Aux indipendenti. Nel caso di i73 Pro Edge, sono presenti anche i due ingressi 3-4 e i canali ADAT (che si riducono aumentando la frequenza di campionamento), raggruppati tra loro, con i medesimi controlli ma senza alcun slot per plug-in.
Heritage Audio i73 Pro e Pro 2 permettono di creare due scene differenti per uscita Monitor e cuffia, mentre su i73 Pro Edge sono aggiunte anche le scene per Out 3/4 e Phone 2. La sezione monitor controller del mixer aggiunge la possibilità di collegare le uscite cuffie direttamente all'uscita Monitor o, su i73 Pro Edge, alla coppia di uscite 3-4. Le scene possono essere salvate e ricaricate. Tra le opzioni, è prevista l'assegnazione individuale alle uscite disponibili, secondo l'interfaccia, per i controlli di Mono, Mute e Dim.
In caso di uso di un monitor controller esterno, c'è l'opzione per lasciare le uscite audio Line Out sempre al loro massimo.
La sezione inferiore destra offre i controlli per i due canali Aux, ognuno dei quali può ospitare un plug-in VST 3 ma che non sono inviati alla DAW (non si possono registrare), il loopback da computer e il fader Master. C'è un particolare molto importante per i canali Aux: non solo si possono usare i plug-in di Heritage Audio (forniti appunto come VST3), ma è possibile assegnare qualsiasi plug-in nativo VST3! Per esempio si può inserire l'Auto Tune su un canale Aux, quindi usare il controllo di Aux Send sull'ingresso microfonico. I plug-in VST3 vanno individuati nella cartella VST3, ma per fortuna poi l'applicazione Mixer si ricorda i plug-in usati nel passato e provvede a richiamarli all'istante. Su i73 Pro Edge, la coppia di uscite 3-4 può essere impiegata come Send e la coppia supplementare di ingressi Line come Return. Gli I/O ADAT consentono di espandere le possibilità, dall'uso di preamp con uscite ADAT o con convertitori D/A per aumentare i canali in uscita per un setup surround da creare sulla DAW.
Parlando di DSP, esso è impiegato esclusivamente per il mixer e i quattro slot per ogni canale di preamplificazione. Cliccando sulle preferenze, si visualizza anche la barra dell'uso del DSP. Quanto è potente? Abbiamo condotto delle prove: usando sui due canali preamp una BritStrip e l'HA 1200, non siamo al massimo ma non è più possibile inserire altri plug-in di emulazione degli amplificatori. Il limite sembra essere quello di quattro plug-in, da gestire a piacere tra i due canali. Possiamo per esempio avere un solo plug-in su un canale e tre sull'altro. Non è possibile inserire un plug-in giù utilizzato lungo la catena. Da notare che l'assenza del filtro HPF costringe a impiegare sempre la BritStrip, a meno di avere il filtro direttamente sul microfono. L'uso del DSP è indipendente dalla scelta del VST3 da usare nei canali AUX. Si sente un minimo di latenza con i plug-in inseriti in Aux, ma dato che si tratterà molto probabilmente di un riverbero o un delay in Aux, il problema non sussiste.
Il mixer consente di creare quattro scene per altrettante coppie di uscite su i73 Pro Edge: Monitor, Output 3/4, Phones 1 e Phones 2. Queste ultime due sono escluse automaticamente se il segnale di origine è assegnato a Monitor o Out 3/4. Per ogni uscita stereo, è possibile impostare il livello dei fader, il Mute o il Solo, il pan, il livello di Aux 1 e Aux 2, nonché il plug-in da utilizzare su Aux 1 e Aux 2, cosa decisamente flessibile. E' possibile richiamare e salvare i preset.
Il preamplificatore
Tutto il colore di Heritage Audio i73 gira attorno al circuito di preamplificazione che non delude affatto! La distorsione armonica è soprattutto a carico della terza armonica, ed è maggiore per le frequenze più basse, con un massimo sotto i 100 Hz, come accade per circuiti con trasformatori. Diventa l'amico migliore delle basse frequenze, delle riprese di basso o cassa. Più si sale, più tende a ridursi, fino scomparire sopra i 10.000 Hz. Troviamo anche l'effetto del trasformatore nelle fasi di passaggio da transienti o suoni di elevato livello rispetto a quelli più bassi, dove c'è una incisura che modula l'attacco, presente anche sul classico 1073. La distorsione armonica, pur presente, non ha completamente le stesse caratteristiche del 1073, soprattutto nella distorsione di intermodulazione, dove il 1073 ha un comportamento diverso. Registrando, possiamo concludere che si sente il lavoro del trasformatore e del circuito, ma il pre non è del tutto un 1073 per quanto riguarda i risultati. In fondo ci sarà una ragione per cui anche Heritage vende moduli serie 80 a prezzi esclusivi. Detto questo, è un pre universale, caldo e adatto a qualsiasi tipo di ripresa.
L'ingresso line aggiunge la stessa qualità di distorsione armonica solo se si riesce ad amplificare a +20 dB con l'attenuatore quasi al massimo, comunque con un livello globale di THD più basso rispetto al preamp microfonico. Heritage ha seguito pedissequamente la tradizione del 1073, arrivando a un massimo di +10 dB di amplificazione per l'ingresso linea, come sull'originale. Terza armonica presente anche per l'ingresso DI, più rumoroso del preamp, come ci si può aspettare da un incremento dell'impedenza in ingresso, non dichiarata dalle specifiche tecniche che sono minime. Sulla DI c'è meno preamplificazione, rispetto al preamp e anche la quantità di distorsione armonica è minore.
In prova
La costruzione esterna è ben realizzata e precisa, con i suoi fianchetti color legno. Il colore del pannello è più scuro rispetto al classico Neve mentre i selettori Marconi sono esteticamente identici. La posizione dei due trasformatori non è solo una scelta di design, perché si scaldano durante l'uso e lo stesso pannello metallico serve da dissipatore, senza mai raggiungere temperature elevate (vedi il nostro test su Herchild 670). Un paio di particolari, visto il prezzo della i73 Pro Edge, non ci sono piaciuti: i due ingressi Combo non hanno alcun gancio per assicurare il cavo XLR, così pure la connessione per l'alimentatore esterno. Dato che i73 Pro Edge starà su una console o un tavolo, se si sposta l'interfaccia per collegare i cavi, c'è il rischio di disconnettere il cavo di alimentazione.
In termini di operatività siamo molto felici della Class Compliant per il collegamento su Mac: possiamo portare l'interfaccia da connettere ad altri computer, tuttavia il Mixer è indispensabile per gestire una serie di funzioni, prima fra tutte la commutazione del metering da Output a Input. Avremmo preferito avere un led o usare il led che seleziona l'ingresso per monitorare il segnale in ingresso senza guardare il computer o switchando dal mixer. Una volta riaccesa, i72 Pro Edge torna ad assegnare il metering all'ingresso. Manca un filtro HPF sul mixer virtuale o sull'interfaccia, costringendo a inserire il plug-in Brit Strip per accedere alla funzione. Non sono previste al momento funzioni di talkback sul mixer software.
Parliamo di suono.
Abbiamo voluto subito provare il preamplificatore: collegato a un Austrian Audio C818 di cui conosciamo bene il timbro sull'originale Neve 1073, l'i73 Pro Edge si è comportata in modo interessante. Non ci sono stati problemi di sibilanti e, anzi, il preamp sembra smussare piacevolmente l'eventuale straripamento di sibilanti su microfoni meno costosi. Tanto per essere chiari, il C818 con il 1073 originale non è la nostra scelta preferita, mentre sull'i73 Pro Edge ha equilibrato bene l'intera risposta in frequenza. Tracce registrare contemporaneamente con due Neumann U87, su un 1073 e su i73 Pro Edge, hanno dato risultati diversi che, molto umilmente, potremmo imputare inizialmente a differenze di livello di impedenza in ingresso, non dichiarata sulle specifiche tecniche davvero scarne. In entrambi i casi, tuttavia, abbiamo portato a casa il risultato, più caratteristico su 1073 e più universale su i73 Pro Edge.
È senza dubbio un preamp colorato, ma non intrusivo, con una tendenza a domare la dinamica senza schiacciare il suono. Non avremmo alcun problema a usarlo in tracking. Ci è piaciuto il suo colore discreto, lontano dagli scoppiettanti preamp a stato solido che si trovano su altre interfacce. Non c'è modo di escludere il circuito in Classe A dall'interfaccia in ingresso per mic e line, per cui la scelta deve essere ponderata. Per la voce, per esempio, i73 Pro Edge garantisce i risultati con molti microfoni, migliorando anche la qualità di ripresa di certe cinesate da pochi Euro. Tutto il gioco sulla distorsione si fa bilanciando il gain con l'attenuatore. Per un timbro più trasparente si può tenere l'attenuatore al massimo e far lavorare al minimo il gain. Se però il microfono tende a esaltare le alte frequenze, troverete più sibilanti. Siamo rimasti molto impressionati dalla registrazione con un microfono cinese da 10 euro a condensatore, destinato ai bambini: ebbene anche in questo caso i73 Pro Edge ha registrato un suono equilibrato, smussando dove doveva e incrementando dove mancava. Il trucco? Portare il gain a livelli più alti, riducendo l'output. Così facendo, il trasformatore e il circuito smussano le esaltazioni sulle alte frequenze, domando le sibilanti che risulteranno quasi già compresse. Usando il gain al massimo possibile, con Output a valori bassi, si apprezza l'incremento di armoniche sulla voce nel registro medio e alto, ma mai con sibilanti o fastidiose, che evidentemente sono trattare nei transienti dal circuito. Al contrario, con gain al minimo e Output quasi al massimo, il timbro perde la saturazione sulle medio alte, non rimane affatto spento ma può essere più medioso secondo il tipo di microfono.
La distorsione armonica maggiore sotto i 100 Hz può esaltare l'effetto di prossimità: il filtro HPF ci sarebbe stato bene sul pannello. Sembra quindi un preamplificatore universale, in grado di patinare il timbro con quell'aura di professionalità da studio di registrazione. L'esempio con il microfono cinese quasi giocattolo dice tutto. L'idea di registrare sia il segnale Dry che quello processato è ottima: aiuterà in mix.
Nella fascia tra i 1300 e 1700 Euro troviamo solo interfacce audio USB a stato solido, quindi i73 Pro Edge va a coprire uno spazio timbrico per ora assente, garantendo anche una conversione a 32 bit fino a 192 kHz, una serie di plug-in nativi e la possibilità di usare anche VST3, cosa da non sottovalutare, in fase di tracking per l'ascolto in cuffia o sui monitor. I due modelli più piccoli, che sono identici a Pro Edge per circuiti e componenti, sono altrettanto validi, perché hanno identiche caratteristica. L'idea potrebbe essere di prendere la Pro One da unire ad altre interfacce che già sono in studio, oppure passare alla Pro Edge per sfruttare le connessioni e la doppia uscita cuffia se si arriva da semplice interfacce stereo.
La qualità di conversione D/A ha un suo carattere, che si apprezza confrontandolo con convertitori di alta gamma. Per chi arriva da interfacce consumer, il salto di qualità sarà importante, tanto per chi produce musica elettronica quanto per chi è ispirato al rock o al pop.
Il D/A tende a portare un pochino più avanti la voce o la componente sulle medio alte, a discapito della profondità di campo che risulta più compatta ma mai persa. A questo punto ci siamo chiesti come suonasse utilizzando un clock esterno via ADAT. Detto fatto: abbiamo collegato l'ottimo Apogee Big Been e i73 Pro Edge si è messa a convertire in altro modo, ora più preciso sulle medie, con una maggiore tridimensionalità e fluidità dei transienti e degli inviluppi che rende ancora più reale il suono. Sparite quelle sottilissime durezze sulle sibilanti, incrementato il corpo degli strumenti e delle voce. La trasposizione in frequenza rimane un pochino più focalizzata sulle medio alte, con delle medie vibranti. Non abbiamo dubbi: se volete ottenere il massimo delle prestazioni, provate un clock esterno di qualità sulla Pro Edge. Sono impressioni di ascolto che possono essere anche trascurabili in fase di produzione.
Parlando dei plug-in, è riuscito molto bene, come suono, l'emulazione del registratore a nastro Ampex. BritStrip è un po' difficile da controllare con il mouse. Bene i due amplificatori per chitarra e basso, che aiutano molto in fase di registrazione e hanno un buon suono. L'emulazione del riverbero EMT è patinata con una buona tridimensionalità. L'eco a nastro è interessante anche per equalizzare il timbro. Un'aspetto non dichiarato, è che i plug-in nelle channel strip del preamp hanno una seconda pagina con tutti i parametri in colonna. A volte abbiamo trovato più veloce usare questa pagina, per evitare di cercare il parametro nella channel strip BritStrip.
Conclusioni
Che Heritage Audio i73 Pro sia stata una sfida per l'azienda è noto allo stesso produttore. Ci sono molte luci e qualche ombra, come l'assenza dell'HPF, la commutazione del metering e un prezzo forse un po' troppo alto. I punti di forza sono la qualità della preamplificazione, che ha i vantaggi del trasformatore e della Classe A con un ottimo trasformatore, le connessioni su Pro Edge, la semplicità del mixer virtuale e i nuovi plug-in nativi, dei quali valuteremo l'evoluzione e la qualità nel tempo.
La serie i73 Pro è incentrata attorno al suo preamplificatore in Classe A, colorato e musicale, che costituisce la maggior attrazione. Fornisce risultati musicali anche con microfoni di scarsa qualità.
La più piccola Heritage Audio i73 Pro One costa circa 700 euro e include lo stesso DSP di i73 Pro Edge, più che sufficiente per home recording o project studio che richiedono un paio di ingressi line, uno per microfono e una coppia di monitor, ma con la garanzia di una registrazione del microfono di qualità. Heritage Audio i73 Pro Edge è più flessibile per una situazione di piccola sala di registrazione e connessioni digitali per espandersi. Ognuno sceglierà la versione più adatta alle sue esigenze, avendo la garanzia di una base hardware e software identica tra i tre modelli.
Ci siamo chiesti se possa essere consigliata come unica interfaccia audio: la risposta può essere positiva, perché spesso occorre dotarsi di un preamp esterno colorato da integrare nel proprio setup. Con una Heritage Audio i73 Pro ci si porta in studio la parte digitale con DSP e un preamp di qualità adatto a una ripresa solida e mai sterile. La sfida di Heritage è tratta.
Pro
- USB Class Compliant su Mac e PC
- Plug-in proprietari o VST3 su canali Aux
- I/O ADAT su Pro Edge
- Mixer facile da usare
- Plug-in di emulazione ben riusciti
Contro
- Assente un filtro HPF hardware
- Doppio encoder senza riferimenti
- Commutazione metering solo da software
- Ingressi 3-4 non dotati di gain
Info:
Midimusic.it
Prezzi:
- Heritage Audio i73 Pro Edge € 1.620
- Heritage Audio i73 Pro 2 € 1.060,00
- Heritage Audio i73 Pro One € 700,00
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