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Soundtheory Kraftur, originalità spinta - Review

Suono 8
Facilità d’uso 7
Rapporto qualità/prezzo8
Kraftur combina saturazione e distorsione armonica, gestendo dinamicamente basse, medie e alte frequenze. Sebbene offra una buona qualità sonora e funzioni come la modalità "Match" per mantenere il volume, presenta alcune limitazioni come l'aliasing e la mancanza di un meter RMS/LUFS.
7.7

KRAFTUR: Una nuova era di clipper multibanda?

Soundtheory Kraftur plug-in clipper multibanda review test recensione Andrea Scansani audiofader

Interfaccia

Inizialmente nato per il mastering, Kraftur ha poi mostrato delle proprietà emergenti che lo rendono piuttosto unico, nel senso che può essere utilizzato in diverse modalità e, a seconda dell'approccio, può essere un semplice limiter oppure uno strumento in grado di aggiungere anche distorsione armonica a tutto il suono o solo ad alcune parti di esso, il tutto in modo molto veloce e intuitivo.

Kraftur, a prima vista, sembra così facile da utilizzare che quasi fa insospettire... di fatto i controlli sono ridotti all'essenziale e per capire bene cosa può fare... bisogna ascoltare molto bene cosa succede al suono, soprattutto (consiglio mio) lasciando attiva la funzione Match, in modo da non cadere in quel pericoloso effetto psicoacustico per il quale se un suono si alza di volume, anche solo di due dB, allora ci sembra suonare meglio.

L'idea alla base di Kraftur è di aggiungere corpo e saturazione al suono gestendo in modo dinamico le basse, le medie e le alte frequenze e la loro distorsione/compressione, grazie al controllo Dry-Single-Multi che miscela in modo intelligente il suono originale a quello processato, il tutto seguito da un clipper che gestisce il picco del segnale totale.

Controlli

I controlli, come dicevo, sono ridotti all'essenziale (forse fin troppo!), in modo da arrivare a mio parere subito al sodo del lavoro:

  • Mix/Multiband: è il controllo triangolare in alto a sinistra, permette di miscelare in modo interdipendente il segnale Dry ai due segnali Multi (bande singole) e Single (segnale totale).
  • Drive: gestisce la quantità di saturazione introdotta nel segnale wet (Multi e Single), ma non ha alcun effetto sul segnale Dry. Può semplicemente alzare il volume se non si calca troppo la mano, mentre introduce una vera e propria distorsione quando si spinge un po' di più.
  • Offset/Knee: agiscono entrambi sulle curve di transfer e sulla loro forma; più la curva è brusca (valori bassi) più i picchi vengono enfatizzati, viceversa quando la curva diventa più marcata.
  • Low/Mid/High Shift: tre controlli separati per gestire la saturazione delle bande, in questo modo si può, per esempio, togliere distorsione alle basse lasciandola invece alle medie e alle alte.
  • Low/High Band Transition Frequencies: controllano la frequenza centrale dei due crossover, appena al di sopra del display principale.
  • Band Solo: i tre pulsanti colorati sopra al display attivano la funzione di ascolto in solo per ognuna delle tre bande di frequenza.
  • Clip: quando viene attivato blocca il segnale al livello impostato col parametro Ceiling, evitando quindi la temibile “zona rossa”.
  • Ceiling: imposta il valore limite della sezione clip, per esempio se è impostata a -0,5 il segnale di output non andrà mai oltre i -0,5 dBFS.
  • Output Gain: controlla il volume di output che però, attenzione, è antecedente al clipper quindi, di fatto, può essere utilizzato come un secondo stadio di saturazione, inattivo quando la funzione Match è in uso.
  • Bypass: disattiva il plug-in.

In prova

Sono sinceramente un po' in empasse riguardo a Kraftur, perché se da un lato la qualità del suono è eccellente e va a fare veramente tanto sul corpo del suono e sulla percezione di ottima amalgama su ogni elemento del mix, dall'altro non si intuisce bene esattamente, nemmeno dal manuale, quale sia la precisa missione di questo plug-in e, aggiungiamolo, alcuni controlli non sono così chiari su cosa agiscano e come lo facciano, mentre alcuni parametri, come l'istogramma che viene visualizzato nel display, non sembra così informativo come potrebbe essere, lasciando perplessi.

Detto questo, la sensazione di unità e corpo che riesce a donare al suono è molto piacevole, sia nei bus stereo che sui singoli strumenti, soprattutto batteria e voce, e la saturazione che ne scaturisce non è mai fastidiosa o invadente.

Il controllo Low Shift è molto utile perché permette, in modo furbo, di togliere un poco di distorsione alle basse, evitando quindi fastidiosi artefatti quando si calca un po' la mano, mentre i controlli di Knee e Offset gestiscono quanto i transienti saranno enfatizzati oppure attenuati, in combinazione con il livello generale di distorsione.

Mi chiedo come mai si sia optato per un controllo Drive che inserisce distorsione in tutto il segnale, sia quello Multi che Single, invece di separare completamente i due percorsi: ok che poi coi singoli slider Shift si va ad aggiungere o togliere un po' di distorsione alle singole bande, ma la distorsione di base introdotta con Drive quella è e... quella rimane in linea generale, a meno che non ci si sposti molto nella zona Dry utilizzando il controllo principale triangolare. Mi chiedo come mai non siano stati separati i percorsi già a partire dallo stadio di Drive del segnale; questa cosa avrebbe reso Kraftur molto più versatile.

L'istogramma, come dicevo prima, è molto difficile da interpretare: non mi è stato di aiuto sapere se il peak meter si è perso per la strada qualche transiente attorno al picco più alto se poi tanto non posso farci molto con questa informazione e, ad ogni modo, sono sempre le nostre orecchie e non gli occhi a dirci se un suono è poco o troppo saturo e quanto ancora si può spingere con gli RMS.

Per un plug-in simile, appare evidente la mancanza di un RMS/LUFS meter sul master output: se un plug-in ha come missione anche quella di spingere il volume, il metering è indispensabile!

Ottima la funzione Match invece, che livella il volume del segnale processato al pari di quello dry e riesce così a rendere percepibile quale sia il reale apporto al suono di Kraftur.

Non si tratta di un plug-in lineare, sia sulla risposta in frequenza che in termini di linearità di fase: come si può notare dalla seguente immagine basta anche solo un boost di qualche dB sul controllo Drive e la curva di frequenza prende subito una forma, e più si spinge in alto coi dB più questa forma si accentua:

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Risposta in frequenza

Per quel che riguarda la linearità di fase, meglio dimenticarsi i processing paralleli: la presenza di due crossover (ma forse sono di più) crea una serie di shift:

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Linearità di fase

Per quel che riguarda l'aliasing, purtroppo c'è, ma solo con progetti fino a 48 kHz. Da 88,2 kHz in su tale inconveniente scompare del tutto, quindi meglio utilizzare progetti a 96 kHz.

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Aliasing a 44,1 kHz

 

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Nessun aliasing a 96 kHz

 

La seconda immagine, relativa a un test a 96 kHz, non mostra alcun errore di aliasing: allora settare tutto il progetto a 96 kHz è certamente una soluzione, tuttavia questo problema non dovrebbe presentarsi nemmeno a 44,1 kHz; significa che il filtro anti-aliasing non è ben strutturato e, senza dubbio, significa che all'interno del plug-in non c'è alcuna sezione di oversampling.

Infine, confrontando due tracce identiche con in insert Kraftur settato con le stesse identiche impostazioni, invertendo la polarità di una delle due tracce non c'è silenzio assoluto; qualche transiente passa sempre, in modo casuale, questo lascia pensare che ci sia un algoritmo che randomizza alcuni comportamenti del plug-in, probabilmente per emulare al meglio la risposta di una macchina analogica.

In effetti questo comportamento simil-analogico porta a una piacevole espansione dell'immagine stereo, visibile anche tramite analizzatore:

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Vectorscope Kraftur in bypass

 

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Vectorscope Kraftur attivo

Conclusioni

Kraftur è un plug-in che racchiude più funzioni che lo rendono molto flessibile senza indicare con precisione estrema quando applicarlo. Sprigiona piacevoli effetti creativi utilizzando una trovata per nulla banale, dall'altro metterlo in insert corrisponde a fare una scelta creativa, più che seguire una funziona ben specifica, sia in mix che in mastering.

Meglio utilizzarlo su singolo strumento? Meglio su un bus stereo? Meglio sul master bus? La scelta ricade sul risultato ed è tutta nelle mani del sound engineer.

Certamente il colore lo dà, e non poco, ma è anche piuttosto difficile controllare dove andare a darlo nonostante la presenza di tre bande separate, semplicemente perché la distorsione èapplicata a tutte e tre le bande e poi si può attenuarla o enfatizzarla, ma non può essere eliminata del tutto.

 

PRO

  • Ottimo strumento per amalgamare bene il mix
  • Compressione gradevole del segnale
  • Funzione Match
  • Bella la saturazione nel range delle frequenze medie

CONTRO

  • Mancanza di un RMS o LUFS meter
  • Presenza di aliasing a 44.1 kHz
  • Drive applicato a tutte le bande
  • Istogramma difficile da interpretare

Leggi il nostro test di Soundtheory Gullfoss a cura di Andrea Scansani:

 

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