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Apogee Symphony Studio: tutto un altro suono - Recensione

Rapporto Qualità/Prezzo9
Suono9.5
Costruzione10
Facilità d'suo9.5
Apogee Symphony Studio è prima di tutto un puro convertitore di altissima qualità, pronto a stupirvi per i risultati della conversione. Poi è la soluzione essenziale per un setup di audio immersivo in qualsiasi studio di registrazione, da quello privato ai più blasonati che si stanno aggiornando in questi tempi.
9.5

 

Il mondo dello studio di registrazione sta cambiando, e in meglio. Le interfacce audio hanno una qualità di conversione ottima, rispetto solo a dieci anni fa, e l'evoluzione verso l'audio immersivo ha creato maggiori introiti per le mixing room, grazie al recupero dei cataloghi del passato e i progetti odierni.

 

apogee symphony studio 2x12 8x8 16x16 review recensione test opinion prezzo luca pilla audiofader

 

Come sempre, tra i primi produttori a intuire le nuove necessità c'è Apogee, che va incontro, con la serie Symphony Studio, al presente e futuro degli studi di registrazione e mix.

Apogee Symphony Studio riprende la stessa scheda di conversione AD e DA dell'ammiraglia Symphony I/O Mk II in una sola unità rack, con configurazioni 2x12, 8x8 e 8x16 I/O. In passato, Apogee aveva già tentato la carta, nove anni fa, del puro convertitore con Element ma la nuova Symphony Studio è tutto un altro pianeta. Oggi non c'è interfaccia audio professionale di alto livello che non offra anche plug-in DSP per il mixer interno o per la fase di registrazione: Symphony Studio non fa eccezione e ha una channel strip su DSP dedicata, con EQ, dinamiche e saturatore (Drive) per gli ingressi audio, a cui si aggiunge però una nuova intera gestione dei canali audio in uscita, per essere pienamente pronta per le installazioni audio immersive.

Questi i dati tecnici essenziali:

• Uscite D/A: line con connettore DSub-25, massimo livello +20 dBu a +4 dBu
• Livello uscite D/A: +4 dBu / -10 dBV
• Impedenza in uscita 50 Ohm
• D/A THD+N: -114 dB
• D/A range dinamico: 124 dB (A-Weighted)
• A/D Massimo livello d'ingresso: +20 dBu a +4 dBu
• A/D Impedenza d'ingresso: 4 kOhm
• A/D range dinamico: 124 dB (A-weighted)
• A/D THD+N: -113 dB
• Preamp, massimo livello d'ingresso + 20 dBu
• Preamp, impedenza d'ingresso 150 Ohm, 4 kOhm (default)
• Cuffie, massimo livello di uscita: 250 mW  a 30 Ohm, 90 mW a 600 Ohm
• Cuffie: range dinamico 124 dB (A-weighted); impedenza <0,5 Ohm; THD+N -110 dB con carico a 600 Ohm
• Campionamento: fino a 192 kHz
• Risoluzione: fino a 24 bit

Vale la pena di ricordare che attualmente ci sono diverse soluzioni, adottate in fase di progettazione, per un sistema di monitor immersivo, sia esso Dolby Atmos o altro formato. L'importante è che ogni uscita audio abbia il proprio equalizzatore e delay dedicato, oltre a una completa sezione di bass management per la gestione dei livelli e del crossover di uno più subwoofer. Studio Symphony risponde esattamente a questa esigenza, con un DSP completamente dedicato all'eq, delay e bass managment per le uscite audio. Il passo obbligato successivo, in tale contesto, è un sistema di monitor controller per richiamare al volo formati di ascolto differenti, che può essere realizzato con il controller hardware opzionale o via software, grazie ad Apogee Control 2.
Apogee Studio Symphony si collega a Mac e PC tramite USB-C, lasciando però l'alimentazione fuori da USB, grazie al power supply incorporato. Attualmente, Studio Symphony richiede MacOS 13.6 e Windows 10 Anniversary.

 

Hardware

Non esistono schede da aggiungere o sostituire in Symphony Studio, che è chiaramente un progetto hardware nuovo, anche se basato sulla tecnologia di Symphony I/O MK 2. Il convertitore DA è formato da una coppia di Sabre ESS ES9027SPRO a 32 bit con 130 dB di dinamica a 8 canali per le uscite analogiche.

 

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La scheda PCB, si notino i canali senza componenti non utilizzati nella configurazione 2x12 (Luca Pilla/Audiofader)

 

Un altro Sebre identico è apparentemente usato per le due uscite cuffia. I due ingressi audio della nostra configurazione 2x12 sono gestiti da un AKM AK5574EN, a quattro canali, 32 bit fino a 768 kHz. Ne deriva un range dinamico teorico di 129 dB in conversione D/A con un THD+N di -117 dB.

Occorre, in questo, caso, specificare che Apogee ha deciso di utilizzare per gli ingressi e uscite audio un circuito analogico basato su amplificatore operazionale differenziale completo, con due ingressi e due uscite, che ha il grande vantaggio di avere un rumore più basso, una maggiore precisione nei transienti grazie a uno slew rate significativamente più alto (si parla di 50 V/μs) rispetto a un classico operazionale. Il circuito, oltre a essere sempre bilanciato, ha anche meno componenti. E la differenza in ascolto e registrazione si sente tutta!

 

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Il cuore del front end analogico del preamplificatore è un network a due stadi con operazionali differenziali (Luca Pilla/Audiofader)

 

Anche i preamplificatori sono progettati diversamente dai competitor, con 75 dB di gain ottenuti da un network analogico a due stadi di gain controllati digitalmente dal THAT 5171. In base alla necessità del gain, il preamplificatore utilizza uno o due stadi del gain per mantenere al minimo il rumore. Per inciso questa idea è la stessa impiegata da un Neve 1073 con il suo selettore del gain.

La parte digitale vede la presenza di un Flash Drive da 16 GB e un processore ARM Cortex M4 a 4 Core a 64 bit. Tutta la costruzione, come di abitudine, è SMD. L'alimentatore è un piccolo switching. I due connettori XLR per ingresso audio sono Amphenol.

 

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La sezione digitale con il processore ARM (Luca Pilla/Audiofader)

 

Connessioni

Studio Symphony ha un'uscita cuffia standard a 1/4' e una con mini-jack per le due uscite cuffie sul pannello frontale. Le connessioni analogiche posteriori prevedono ingressi XLR bilanciati per il numero di input definito dalla configurazione, e uscite audio bilanciate realizzate su DB25. Non sono presenti I/O digitali. La connessione USB prevede un blocco realizzabile con una vite (non fornita di serie), così da evitare che il cavo USB si stacchi inavvertitamente. Non sono presenti I/O di Word Clock o porte digitali ottiche. Studio Symphony è un puro convertitore AD/DA dotato di preamplificatori in ingresso, nulla di più.

 

Il pannello di controllo e la gestione

Nonostante le dimensioni ridotte, Apogee ha realizzato un'interfaccia utente facile: il pulsante In richiama la pagina sul display relativa al canale, da scegliere con l'encoder e, una volta premuto, richiama i parametri (frequenza di campionamento, alimentazione Phantom 48 V, inversione di polarità, livello del gain del preamplificatore. Tuttavia difficilmente si passerà dal pannello, perché tutte le impostazioni sono riportate più comodamente nella channel strip sul computer grazie ad Apogee Control 2.

 

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Il pannello di controllo

 

Il controllo delle uscite audio si richiama, da pannello, con il relativo pulsante e viene gestito dall'encoder, come pure il controllo delle due uscite cuffie. Dato che il mixer interno digitale può collegare direttamente gli ingressi alle uscite audio, è possibile ascoltare senza latenza cosa si sta registrando (modalità Low-Latency nel Mixer).
I due pulsanti HP1 e HP2 richiamano ovviamente il controllo di volume.

Apogee Control 2

A parte la selezione dell'uscita audio dalle preferenze di MacOS e Windows, Studio Symphony beneficia di un controllo remoto software diviso in sezioni: System Setting, Input Channel, Output Channel e Monitor. La toolbar di Apogee Control 2 permette di resettare il metering, attivare il talkback (l'interfaccia non è dotata di microfono incorporato), mettere in mute tutte le uscite audio e aprire la finestra di Remote Assign.

 

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Nel System Setting è possibile selezionare il convertitore, se ce ne sono di multipli collegati, cambiare il sample rate, il tempo di Peak Hold e Over Hold del metering, e aprire le finestre dedicate al setup delle uscite analogiche, del monitor controller e del talkback.

 

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Interessante la funzione che collega il controllo di volume del sistema operativo del computer al Main Out o a una delle due uscite cuffie. Qui anche possibile richiamare le due finestre di Mixer 1 e 2 per Low Latency.

La parte relativa gli ingressi del mixer permette di gestire tutti i livelli in ingresso, tra analogici e playback, definire il tipo di ingresso analogico tra microfonico (nel qual caso di attiverà il pulsante Phantom), line a +4 dBu o semi pro a -10 dBV (in entrambi i casi con bypass automatico della sezione di preamplificazione), con livello del gain esclusivamente per ingresso microfonico, pulsante per attivazione di Soft Limit analogico (soglia a -4 dBFS) e inversione di polarità. I livelli mostrati sono sempre post D/A, quindi digitali. Tutti i canali analgici e playback hanno il loro fader, mute, solo, solo-safe e pan dedicato.

 

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La sezione relativa ai canali di output è dotata di un metering dedicato alle due uscite cuffie e all'uscita audio stereo. Ogni cuffia può essere collegata a un'uscita software playback, all'uscita della sezione Mixer o a uno o più ingressi analogici hardware. Sono disponibili le funzioni di Mute, Dim, Sum to Mono e livello d'uscita. Diverso è il caso del collegamento delle uscite audio analogiche, che dipendono dalla configurazione della scheda D/A, che si programmano dalla sezione Output Channel. Il tipo di canale di uscita è identificato dall'icona di uno speaker o da quella XLR. Nel primo caso sarà possibile controllare il livello d'uscita dal controllo di volume Out, mentre nel secondo il livello sarà sempre fisso e posto al massimo, secondo il livello di riferimento tra +4 dBu e -10 dBV. Per evitare di sparare al massimo un segnale audio da questi canali, è sempre utile e necessario assegnarli a un setup di speaker, che vedremo nella sezione Monitor.

 

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Un trim è disponibile solo per le uscite controllate dal volume Out, assieme alle funzioni di Solo e Mute. Ogni canale in uscita può essere assegnato al relativo canale Playback (mono), all'uscita del Mixer o ai canali hardware in ingresso. Se sono collegati al mixer interno, sarà possibile intervenire su pan e livello. Per poter ascoltare dagli speaker, è però necessario creare uno o più speaker set da assegnare ai canali. Di default, Symphony Studio arriva con il primo set di Speaker con le impostazioni per Stereo, 5.1 e 7.1.4. In fase di monitor, la selezione del formato, corrispondente alla definizione di un setup di speaker, attiverà anche i canali attivati di Output necessari per quel formato di ascolto.

Monitor Workflow

La parte più innovativa di Studio Symphony è senz'altro quella relativa al setup multicanale per l'ascolto immersivo, dedicata alla creazione di più setup di ascolto, dallo stereo al 2.1, al Dolby Atmos a Sony 360 Reality fino a qualsiasi altro formato immersivi per il quale si disponga delle uscite audio (e dei monitor) necessari.
Apogee definisce Monitor Workflow qualsiasi routing indirizzato alle uscite audio, sia che derivi da una DAW, dal mixer interno o direttamente dagli ingressi audio. Aprendo la pagina, si vedono la disposizione dei singoli monitor, che possono essere messi in Mute o Solo.

 

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E' possibile creare fino a otto Monitor Workflow e commutare l'ascolto tra questi attraverso Control 2 o il remote opzionale.
La sezione di Monitor Workflow comprende quattro pannelli: Main, In/out, Bass Management, Room Correction, oltre a un elenco di setup, default o custom, che possono essere immediatamente richiamati, con le classiche funzioni di Edit, Replace, Import ed Export.
La finestra Main include la conformazione dell'ascolto che viene visualizzato all'istante, con possibilità di mettere in Mute o Solo uno o più monitor, con funzioni di Latch e X-OR per lavorare su gruppi di speaker o alternare la scelta.

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La sezione In/Out permette di collegare una sorgente, tra i canali di playback e gli ingressi analogici, un trim a passi di 0,1 dB, l'inversione di fase e l'assegnazione dei canali Sub 1 e Sub 2 che saranno gestiti dal Bass Management

 

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La finestra dedicata al Bass Management, che può essere anche disabilitato grazie al pulsante dedicato, riguarda la sorgente delle basse frequenze che saranno inviate ai due sub. Per ogni canale sorgente, è possibile stabilire la frequenza di crossover, lo slope dello stesso (12 o 24 dB/Oct) e un trim dedicato al livello da inviare al sub.

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Room Calibration

Nel Monitor Workflow, Apogee ha inserito una funzione di calibrazione automatica della stanza basato su un algoritmo di simulazione che calcola la curva di EQ da applicare a tutti gli speaker ma anche una curva differente per il canale LFE, secondo le misure e i materiali usati per la pareti. I passi sono molto semplici: si inseriscono le tre misure principali (altezza, lunghezza e larghezza) e il materiale con cui è realizzato il pavimento, il soffitto e le quattro pareti. In pochi secondi arriva il risultato, che viene applicato automaticamente all'equalizzatore. Naturalmente Apogee è consapevole dei diversi sistemi di calibrazione automatica, per cui consiglia di misurare la risposta della stanza con software come Room EQ Wizard, per inserire poi i singoli valori di eq e delay.

 

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L'equalizzatore, oltre a comode funzioni di copia e incolla della singola banda, lavora per ogni singolo speaker indipendentemente, individuato sulla prima fila. Basato su sedici bande, ognuna di essere può assumere il ruolo di Peak, Low Pass, Hi Pass, Low Shelf e High Shelf con cutoff, gain e Q. La parte inferiore della finestra riguarda l'impostazione del delay per singolo speaker.

 

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Al momento non è possibile importare file generati da sistemi di analisi per la calibrazione acustica. Chissà che in futuro non sia possibile inserire un sistema di calibrazione automatica considerata la potenza del processore e la dimensione della Flash Ram.

In prova

Al primo avvio, Studio Symphony si è aggiornata immediatamente senza problemi, anche se durante il trasferimento dei dai ha prodotto un rumore digitale che ci ha costretto ad abbassare il livello dei monitr. Dopo di che è filato tutto liscio. Aperto Apogee Control 2 ci siamo trovati a navigare attraverso le finestre senza necessità di leggere il manuale. E' tutto molto chiaro e semplice: l'unica cosa da sapere è l'assegnazione del routing al mixer interno dalla finestra Output, scegliendo appunto Mixer L, R e 1 o 2 come assegnazione. In questa occasione, il mixer interno diventa interessante per il tracking. Di default, Symphony Studio arriva con la channel strip ECS per gli ingressi analogici: peccato che il compressore sia così semplice. I preamplificatori sono trasparenti e molto neutri, adatti a registrare una traccia da elaborare successivamente con plug-in di emulazione. Non impongono un suono ma i microdettagli sono eccellenti: la conversione, la precisione del clock, che da sempre è un punto di forza assoluto di Apogee fin dai tempi di Big Ben (che continua ancora oggi a fare il suo lavoro!), e il front end analogico permettono una conversione da top di classe: dinamiche mai scomposte, velocità nei transienti e nessuna sibilante che parte per la tangente. Soprattutto la dinamica appare espansa, rispetto ad altri convertitori nella stessa fascia di prezzo: nella ripresa della cassa, le basse frequenze sono raccolte con un bel dettaglio sull'inviluppo, e c'è una descrizione degli ambienti che diventano facilmente tridimensionali, merito dell'eccellente conversione A/D.

In conversione D/A abbiamo ritrovato la fluidità dinamica di Apogee: tutto quanto è più tridimensionale, dettagliato e viene rappresentato con una grandissima musicalità. Come sempre, Apogee ha un suono molto ampio sul campo stereo e nella dinamica, merito delle tolleranze minime e del clock, senza alcuna oscillazione delle immagini anteriori, posteriori o fantasma. Ne deriva un racconto sonoro i cui piani stratificati in profondità e tridimensionalità sono pressoché perfetti, con un meraviglioso dettaglio legato delle armoniche degli strumenti, che rimangono più definite e mai congeste. Non ci sono zone confuse e, soprattutto, nelle medio basse, Symphony Studio rimane precisa senza mai ingolfare il suono. Il suono rimane costantemente più aperto sul fronte stereo, con una immagine fantasma centrale molto più precisa rispetto ad altri convertitori dal prezzo simile. Siamo rimasti sbalorditi dalla riproduzione di alcuni brani orchestrali che sembravano quasi "rimasterizzati" (passateci il termine) per distribuzione sulle frequenze e l'incredibile naturalezza. E' un suono che non decade mai improvvisamente, ma viene raccontato fino all'ultima frazione di deciBel in fase di decadimento. Straordinario: se il vostro lavoro è nelle colonne sonore una Symphony Studio è per voi. Le percussioni, dalle più profonde alle più minute, anche se fossero derivate dai campioni, sono emozionanti, vibranti e reali. Symphony Studio mantiene saldissimo il corpo dei singoli suoni: non ci sono increspature inaspettate che sbilanciano il mix quel minimo sufficiente per rimanere un po' dubbiosi sul proprio lavoro. La prova sono, per esempio, i piatti e i crash: il decadimento è perfetto, senza oscillazioni artificiali sul livello in fase di decadimento, che è esattamente quello che sentiamo dal vivo. I fiati sono un altro esempio, sia in attacco che alla fine della nota. Se poi passiamo, per esempio, alla musica acustica, si possono descrivere con precisione massima le scelte in mix, compresi i riverberi e l'equalizzazione. Sembra di essere davanti al banco. Non c'è mai una difficoltà a riconoscere uno strumento. Nell'hip hop i bassi escono letteralmente dal cono, senza che ci sia la percezione di frenare il cono. Ci siamo ricordati di Busta Rhymes e di I Know What You Want, per riscoprire il grande lavoro in mix sulla voce e sul basso sintetico, ma anche sul posizionamento degli strumenti. Ballerete letteralmente in sala con Jump'n'Funk (Funky Times) con la chitarra ritmica sparata in faccia o con i fiati di Chips & Dip (Sam Greenfield).

Dove Symphony Studio decolla è anche nel regime basso: provate We Don't Need No Bass di Andrew Gouche o di Slapocalypse di Charles Berthoud, dove di solito i convertitori meno performanti producono una congestione sulla linea di basso profonda.

Se poi passiamo al rock, Symphony Studio tira fuori una meravigliosa descrizione della distorsione: i più classici ZZ Top con Gimme All Your Lovin' è qua per portare le vostre orecchie all'interno del palcoscenico sonoro!
Spostandoci su Dolby Atmos, Studio Symphony ha confermato la sua grande capacità di mantenere una separazione netta tra i canali, conferendo all'ascolto, ma anche al mix, una migliore facilità di narrazione, con più ambiente e tridimensionalità. Accoppiata a monitor molto precisi, come Genelec o PMC, i risultati sono esaltanti. Che sia un remastering in Dolby o una nuova produzione, è incredibile come sia facile individuare la sonorità tipica dei generi musicali, anche per pezzi prodotti 60 anni fa, e come l'ascolto critico sia enormemente stimolato a riconoscere ogni singola traccia con le relative elaborazioni, perché Symphony Studio non ha alcuna minima risonanza nella sua parte analogica o digitale.

Alla fine del test, siamo rimasti sbalorditi dalla qualità ma ci siamo anche chiesti se Studio Symphony avesse le carte in regola per entrare in studio. Apogee ha scelto una filosofia chiara: un puro convertitore, con connessione USB-C, con ingressi analogici che hanno un preamplificatore adatto alla qualità della conversione ma con DSP interni. Non ci sono ingressi DI, non è possibile modificare il livello di uscita di riferimento (solo + 4 dBU o -10 dBv), non è presente alcun microfono per il talkback ma, soprattutto non c'è alcuna possibilità di usare Symphony Studio in un network digitale, fosse AoIP (niente controllo remoto da tablet o smarphone) o semplicemente realizzato in digitale con ingressi e uscite ADAT o AES EBU. Di conseguenza, non ci sono possibilità di sfruttare l'eccellente clock digitale. Symphony Studio è un puro convertitore, punto. Se lo vediamo in uno studio di audio immersivo, questa scelta è perfetta per chi cerca un upgrade dallo stereo o dal 2.1: molti studi si sono dotati negli anni passati e anche oggi, per esempio, di sistemi come AVID MTRX o MTRX Studio, sistemi ricchi di I/O ma che sono spesso usati come puri convertitori per l'ascolto in audio immersivo. Apogee si infila in questo mercato con un prodotto essenziale a un prezzo più basso, con una conversione fantastica e tutte le opzioni per un setup multicanale, ma senza altre opzioni. A pensarci bene e a essere pragmatici, Symphony Studio è un investimento che si ripaga subito per la qualità di ascolto che migliorerà subito su qualsiasi monitor professionale, lasciando i fondi per acquistare tutti gli speaker per un sistema immersivo, anche minimo. Apre le porte quindi anche ai project studio evoluti e ai piccoli studi che magari non pensano ancora di passare all'audio immersivo, ma che potranno comunque contare su un convertitore eccellente. Un unico neo evidente che non riusciamo a spiegarci: ma perché mettere una connessione mini-jack per cuffia in un convertitore da studio??

Conclusioni

Ogni volta che c'è un miglioramento sensibile nei convertitori audio, la sensazione è sempre quella di aver tolto un velo davanti ai monitor. Era ormai qualche anno che non avevamo più provato questa sensazione: certo i convertitori, anche quelli al top, sono ancora migliorati, ma non abbiamo avuto la stessa sensazione netta che ci ha dato Symphony Studio. Sarà l'essenzialità dei circuiti analogici di elevate prestazioni, l'esperienza di Symphony I/O MK II o il suono Apogee, ma questa Symphony Studio riporta al centro del palcoscenico il miglior suono di sempre, con una coerenza e una dinamica talmente naturale da spazzare via il suono digitale. Impressionante ed emozionante! Finalmente un convertitore che porta più in là la qualità del suono e fa suonare vecchi moltissimi convertitori anche più costosi.

 

Pro
Suono spettacolare
Dinamica eccellente
Slew Rate e circuiti analogici
Livello di rumore
EQ e delay per audio immersivo
Monitor controller

Contro
Mini-jack per seconda uscita cuffia
Nessun I/O audio digitale
Assenza Word Clock Out
Nessun controllo del livello d'ingresso Line
Assente import file di calibrazione

INFO
Soundwave
Prezzi:
Symphony Studio 8x16 € 3.990,00 IVA inclusa
Symphony Studio 8x8 € 3.190,00 IVA inclusa
Symphony Studio 2x12 € 2.269,00 IVA inclusa