Colosso nel mondo del Virtual Guitar, line 6 torna alla ribalta con un prodotto innovativo dopo anni di apparente silenzio. si riaffaccia con potenza e classe proponendo un Hardware che può rivoluzionare ancora una volta la vita del chitarrista.
La storia di Line 6 è quella dei grandi nomi e delle grandi scoperte: in molti non sanno che fra i suoi fondatori ci sono forse i più importanti sviluppatori e designer che hanno scritto parte della storia dell’elettronica musicale e, cioè, quei due geni che dopo la loro esperienza in Oberheim, inventarono Alesis ADAT e Quadraverb, praticamente il top degli anni ’80 per quanto concerne i primi hardware digitali alla portata di tutti.
La loro carriera è costellata di successi, fino all’invenzione del POD e, a ben pensare, non ci stupisce se noi per primi siamo passati da quegli hardware pur non sapendo che erano stati progettati dagli stessi sviluppatori, forse perché affascinati da quei timbri che sapeva regalare quel calore che al digitale, ancora sul nascere, sentivamo come troppo freddo. Non è un caso che i chitarristi che usavano negli anni ’80 il Quadraverb siano quasi naturalmente approdati ai primi esemplari di POD e da li, passando per Flextone e altri modelli di amplificatore a modelli fisici, via via fino ai più recenti plug-in. Line 6 ci ha abituati a grandi innovazioni a ritmi incessanti fino a qualche anno fa, intorno al 2010, quando tutto sembrò fermarsi in un’irreale staticità, così strana per noi abituati alle novità una dietro l’altra. Del resto tutto era già stato detto e fatto: la simulazione a modelli fisici, i plug-in, l’hardware e il software, il mercato invaso da una miriade di prodotti tale da essere impensabile l’arrivo di ulteriori novità.
Ora Line 6, con una nuova forza commerciale dopo l’ingresso in Yamaha che ne manterrà integro sia il marchio che la catena produttiva, torna sul mercato con un prodotto potente e imponente come Helix. Trovare una definizione esatta per Helix non è facile: è una pedaliera, ma anche un rack, che utilizza modelli fisici per la generazione di effetti e amplificazione, a cui associa una parte a convoluzione per l’emulazione di amplificatori, anche da parte degli utenti, usando i classici Impulse Response campionati. Rispetto a POD XT Live o X3, il motore audio è stato completamente ridisegnato per permettere la migliore flessibilità possibile per le concatenazioni di effetti, con un incredibile aumento di potenza per assicurare la migliore delle performance. L’alimentazione di Helix è interna, niente più alimentatore esterno quindi, un aspetto che non è proprio un dettaglio di poco conto da un punto di vista di ergonomia e praticità.
Le connessioni
Il pannello posteriore è forse il più affollato di sempre per un prodotto per chitarra e basso, ed evidenzia la flessibilità di Helix: ingressi per due pedali di espressione aggiuntivi da usare come controller per i parametri interni, uscita per amplificatore esterno con switch tra i due canali, uscita CV/Expression Out da usare per entrare in uno stompbox o per il controllo CV di parametri di synth e pedali analogici, ingresso per chitarra, ingresso per Aux In a 10 MΩ per una seconda chitarra o basso, ingresso microfonico con alimentazione a 48 Volt per poter processare la voce con gli effetti interni o per inviarla alla DAW tramite connessione USB 2.0, quattro Send/Return da usare in loop o come ingressi ausiliari (ogni Return dispone di un parametro di Mix tra suono originale e processato), switch per il Ground Lift, due uscite audio bilanciate XLR e due uscite audio sbilanciate a ¼”, un’uscita cuffia, ingresso Variax, MIDI In/Out/Thru S/PDIF I/O, AES/EBU Out usato anche per L6 Link, porta USB 2.0 che dischiude l’interfaccia audio a bordo a 24 bit/96 kHz e pozzetto per l’alimentazione con switch di accensione.
Il processore
Il punto di partenza di Helix comprende tutte le funzioni già conosciute dalle precedenti pedalboard di Line 6, compresa la tecnologia Variax, il collegamento L6 Link digitale per i monitor StageSource o gli amplificatori serie DT Una dotazione di library consistente e migliorata rispetto al passato è la porta d’accesso ai modelli fisici di Helix. Gli effetti sono organizzati in blocchi (Block), cioè categorie identificate da differenti colori: 12 Distortion, 5 Dynamics, 4 Eq, 16 Modulation, 12 Delay, 22 Reverb, 3 Pitch/Synth, 2 Filter, 10 Wah Model, 3 Volume/Pan, 38 Guitar Amp, 7 Bass Amp, 30 Cabinet e 16 Mic. Alcuni effetti utilizzano pesantemente il processore e limitano automaticamente l’uso di altri, secondo semplici regole: è possibile utilizzare qualsiasi combinazione di Amp+Cab o preamp per un massimo di quattro (due per Path), impiegare fino a quattro blocchi IR da 1.024 sample o due da 2.048 sample, e usare un solo Looper. Durante la programmazione, Helix visualizza ciò che si può usare in base ai blocchi già inseriti e alla potenza ancora disponibile del DSP. Un trucco, quando si esaurisce la Path 1, è di mettere in serie la Path 2 così da proseguire nella costruzione del preset. Molti effetti singoli hanno versioni mono e stereo. Ogni Preset può avere fino a un massimo di quattro ingressi attivi (due per Path), comprendendo anche i quattro Return e gli ingressi digitali S/PDIF e sei canali audio digitali provenienti dalla connessione USB, con l’accortezza che ulteriori due canali audio digitali USB sono usati per le funzioni di monitor, portando così a otto i canali audio digitali gestiti da Helix. Ogni Preset può sfruttare fino a quattro uscite, tra analogiche, S/PDIF, USB, Send 1-4 e AES/EBU.
Tra gli effetti emulati, troviamo tutti quelli dei modelli precedenti di Line 6, l’emulazione dei pitch shifter Digitech Wammy ed Eventide H3000, del limiter Teletronix LA-2A, due Leslie, molti pedali Boss e il delay TC Electronic 2290. Helix tiene separati gli effetti dalle emulazioni di Amp+Cabinet, che costituiscono dei block a parte. La lista comprende i migliori nomi di sempre come Fender, Gibson, Hiwatt, Roland, Vox, Orange, Marshall, Ampeg, Soldano, MESA/Boogie ed altri. Per ogni ampli è stato fornito anche il block Preamp, così da poter usare Helix solo per questa funzione e collegarla al proprio amplificatore. Un altro blocco Cab permette di selezionare il cono e il costruttore, a cui associare anche il microfono di ripresa, con una lista che comprende Neumann, Shure, Sennheiser, Royer, AKG, Coles, Heil Sound e altri. L’emulazione della combinazione di cabinet più microfono è associata anche al blocco IR, realizzato in convoluzione tramite Impulse Response (IR) con possibilità di caricarne fino a 128. Il limite imposto da Line 6 per il singolo IR è 48 kHz a 16 bit di una lunghezza massima di 2.048 sample, da caricare tramite il software IR Manager (gratuito).
Il singolo preset è costruito attorno al concetto di Dual Amp, già noto nel precedente Pod X3, con una Path A e una Path B (in serie o parallelo) e la possibilità di assegnare diversi cabinet o microfoni alle due Path, o di processare contemporaneamente e su linee separate due segnali di ingresso differenti, così come perfettamente illustrato dall’ampio display LCD a colori. I preset possono essere organizzati in otto Setlist di 128 preset ciascuna.
Helix è dotato di un display LCD da 6,5, con risoluzione di 800 x 480 pixel a colori, per la programmazione, ed è qui che troviamo una differenza enorme rispetto a quanto già visto: Helix ha una nuova logica di programmazione che permette di essere gestita autonomamente, senza necessità di software di editing aggiuntivi e riducendo al minimo l’intervento con potenziometri. Aggiungiamo inoltre alla definizione di pedaliera e generatore di effetti anche il termine controller: molte funzioni sono gestibili direttamente dai footswitch capacitivi a seconda del tipo di pressione (touch/hold), passando agilmente dalla modalità di selezione alla modalità di editing del preset. La funzione assegnata a ogni switch (modificabile dall’utente) è indicata da un mini display alloggiato sopra di esso, ma anche evidenziata da una ghiera a LED multicolore che identifica la famiglia di effetti su cui stiamo lavorando (per esempio verde=Delay, giallo=Dynamics ecc.). Entrando in modalità Edit (Hold/footswitch) è possibile modificare il parametro utilizzando l’expression pedal, per poi confermarne il valore nuovamente con la pressione del footswitch. Tra le funzioni accessorie incluse, citiamo il Tuner.
Command Center
La modalità Command Center è una delle innovazioni di Helix, che pone la pedlaboard in un’ottica completamente diversa dai suoi predecessori della stessa casa madre. Essa consente di utilizzare la pedalboard come controller dell’intero equipment del chitarrista. È infatti possibile non solo utilizzare le mandate send/return per poter inserire all’interno del preset degli effetti esterni ma anche controllare con dei messaggi MIDI o CV (control Voltage), una serie di effetti e amplificatori esterni in grado di riceverne il segnale. I valori inviati possono essere limitati in range e, via MIDI, è possibile inviare eventi di Note On, Program Change, MMC.
Looper
Molti preset includono la funzione Looper, per la registrazione ciclica di una performance. In mono è possibile registrare fino a 120 secondi a velocità dimezzata o 60 secondi a velocità normale. In stereo i tempi si dimezzano. È possibile impostare il livello del loop mentre si esegue un overdubbing, tagliare le basse e alte frequenze per migliorare il mix.
Interfaccia audio
L’interfaccia audio inclusa in Helix gestisce otto canali in ingresso e uscita. I primi due canali provenienti dalla DAW sono sempre assegnabili alle uscite audio analogiche e digitali, mentre i canali 7-8 provenienti da Helix veicolano sempre il segnale dry per il successivo reamping, originato a scelta dagli ingressi audio di Guitar, Aux In, Mic In e Variax. Il reamping può essere realizzato assegnando due canali USB Out differenti da 1-2 e usandoli per il segnale da processare con Helix. Per Windows è utilizzato un driver ASIO, per iOS è necessario il Camera Connection Kit, per Mac OS X non occorre driver.
In prova
Gli sviluppatori di Line 6 hanno analizzato da un punto di vista circuitale gli amplificatori e gli effetti per poterne riprodurre fedelmente il timbro. La potenza di questa enorme biblioteca sonora è racchiusa in uno chassis in alluminio di medie dimensioni ma dal peso sopportabile, un giusto compromesso fra solidità, stabilità e trasporto a prova di tour e palcoscenico. Il largo display è una dotazione fondamentale che ci ha rassicurato dopo aver scoperto che non esiste un software di controllo per Helix; per tutti i possessori di POD oramai era scontato l’utilizzo di Gear Box per la creazione dei preset, cioè di un software che interfacciato alla pedaliera provvedeva al controllo di tutti i parametri, con la possibilità successiva di memorizzare nella pedaliera stessa i preset creati. L’idea di dover tornare a programmare i preset direttamente dalla pedaliera ci ha inizialmente allarmati (un eufemismo… terrorizzati!), sia per la presunta scomodità sia per l’interfaccia grafica inesistente nei modelli precedenti. Il display di Helix spazza via ogni dubbio grazie alle sue dimensioni e soprattutto all’interfaccia grafica, non più numerica (come in Pod X3) ma a oggetti, la stessa che ci aspetteremmo di vedere in un software. Non solo, la tecnologia dei pulsanti capacitivi che normalmente utilizzeremo per spostarci da un preset all’altro, è stata ulteriormente implementata assegnando anche funzioni di editing per un perfetto Hands-Free Pedal Edit Mode, così come lo definisce perfettamente il produttore, cioè editare un preset utilizzando solamente i piedi e non le mani. Le funzioni Hold degli switch consentono infatti di entrare in Edit Mode e variare con altri pulsanti dedicati alla funzione +/- il valore, per poi procedere allo Store o alla navigazione verso altri parametri tramite Switch. Una funzione pensata solo da chi ha lo strumento in mano e percepisce l’importanza di poter variare un parametro mentre si suona e poterne ascoltare il cambio, senza abbandonare lo strumento.
In termini di resa sonora la grande novità di Helix è racchiusa nel doppio processore e nella nuova tecnologia di modelling HX, che garantisce un timbro fedele e dinamico con particolare attenzione alla simulazione della valvola. Nel provarlo non possiamo che confermare queste peculiarità, con sonorità incredibilmente calde e profonde oltre che dinamiche e pulite.
Anche la simulazione del cabinet ha raggiunto livelli prima impensabili, vuoi per una maggiore risoluzione in termini di bit nel processo di creazione del modello, vuoi per il maggior numero di punti di ripresa con cui sono stati realizzati (ben 12) e il risultato è incredibilmente fedele. Ora il cabinet restituisce anche le riflessioni acustiche dell’ambiente di ripresa, aspetto che nelle versioni precedenti si doveva correggere con l’utilizzo di ambienti e control room; ora invece, cosi come prevede correttamente la fisica acustica, la control room è parte integrante del timbro.
Nel creare il modelling degli amplificatori, ognuno è estato analizzato in termini di circuitazione per essere riprodotto il più fedelmente possibile, prevedendo questa volta anche il controllo del Bias delle valvole, aspetto prima inesistente in Line 6 e divenuto punto di forza di altri plug-in (n.d.r. Bias di Positive Grid).
Un aspetto sorprendentemente innovativo è quello conferito dalle connessioni che Helix prevede all’interno del nostro equipment. L’ampio pannello posteriore di Helix alloggia un numero considerevole di input e output analogici e digitali: la grande novità nel routing di Helix è la possibilità di integrare la pedalboard all’interno della nostra catena di effetti/ampli. Oltre a poter collegare fino a tre pedali di espressione, ciascuno assegnabile ad un parametro a nostra scelta (non solo volume quindi ma anche feedback di un delay, Q di un wha ecc.), è possibile collegare eventualmente i nostri stompbox preferiti, cosi da diventare parte integrante del preset grazie alle funzioni Loop. Possiamo inoltre inviare il segnale a un amplificatore esterno, creando una linea parallela del suono, che rientrerà poi in Helix creando un timbro ibrido tra digitale e analgico; si può anche splittare da una scena all’altra, un concetto innovativo che mette Helix al centro del nostro setup.
Conclusioni
Helix è un prodotto nuovo nel mondo delle chitarre e dei bassi: integra una serie di funzioni che fino a oggi si trovavano separate: pedaliera, DSP a modelli fisici e IR, interfaccia audio, preamplificatore microfonico con alimentazione Phantom, funzioni di controller analogico e digitale, looper, routing audio e reamp. Il tutto gestito da uno splendido display a colori con un’interfaccia grafica che sembra più un plug-in per computer che un menu di parametri, da programmare velocemente con… i piedi! Dispone di un ampia scelta di suoni, infinite possibilità di personalizzazione dei timbri, grande affidabilità e qualità sonora. Rispetto al passato è un passo enorme: i timbri sono nettamente superiori in termini qualitativi e non abbiamo più quei fastidiosi millisecondi di silenzio nel passare da un preset all’altro. La possibilità di poter integrare anche una catena analogica di effetti e amplificatori all’interno del nostro preset è una funzione nuova e rivoluzionaria che porterà anche i chitarristi più analogici verso Line 6, un mondo che non è più solo digitale ma che si sta trasformando in una vera e propria piattaforma di lavoro. Il prezzo relegherà naturalmente Helix al solo mondo dei professionisti lasciando a bocca asciutta, o meglio con l’acquolina, una grande fascia di estimatori.
PRO
Hardware all-in one
Possibilità di connessioni esterne
Altissime prestazioni audio
CONTRO
Dimensioni leggermente esuberanti
Gestione IR limitata
INFO
Yamaha music europe branch italy
Prezzo: 1.655,00 € +IVA