Nell’audio professionale si è portati erroneamente a pensare che nel campo degli equalizzatori si sia già detto tutto. Gyraf propone un diverso approccio all'equalizzazione, un sistema in grado di cambiare l’impronta base di un segnale e plasmare il suono con delicatezza e musicalità. La limitata quantità di parametri e di riferimenti numerici presenti costringe a far lavorare solo l’udito e quindi a ottenere risultati coerenti e aggraziati.
L’idea di Gyraf è quella di unire la versatilità di un tilt equalizer con la musicalità di curve shelving molto morbide e di peaking altrettanto ampie, fare asservire inoltre questo tipo di filtri dalla circuiteria vintage più classica, basata su valvole NOS e trasformatori. Il fine ultimo è quello di ottenere una cremosità e una morbidezza di azione notevole. La combinazione di questi elementi assicura semplicità e immediatezza di utilizzo fin dal primo approccio.
Hardware
Il G23 è contenuto in sole due unità rack, la scatola è priva di fori per la ventilazione; il contenitore risulta piuttosto semplice alla vista e al tatto, il pannello frontale è sufficientemente spesso per consentire una buona rigidità. Aprendo il coperchio si è meravigliati dalla semplicità delle elettroniche e dalla loro ordinata e spaziata disposizione. In alto a destra è visibile il trasformatore toroidale di abbondanti proporzioni, alla sua sinistra la relativa scheda di alimentazione composta da condensatori di generose dimensioni e FET per la stabilizzazione. In basso notiamo la PCB dedicata alle elettroniche dei filtri inusualmente sagomata per accogliere e posizionare alla giusta altezza il pregevole potenziometro Alps riservato al tilt. In basso a sinistra troviamo il nucleo prezioso del G23, cuore e anima costituiti da ottimi trasformatori Lundahl per input e output, rispettivamente LL1540 e LL5402 e da due valvole 6N23P NOS provenienti dall’ex blocco sovietico, che sfoggiano orgogliosamente il logo a forma di razzo della Voskhod plant, simbolo di qualità costruttiva e durevolezza. Non sono presenti operazionali all’interno del G23, come specificato con fierezza nel manuale, il segnale attraversa solo valvole e trasformatori in purissimo stile vintage. Ne deriva una tipologia in classe A.
Il pannello
Due unità rack di colore nero, agli estremi due pratiche maniglie aiutano il posizionamento della macchina. I controlli sono immediatamente visibili, ben spaziati ed ergonomici. Il primo a essere notato è il grande potenziometro dedicato al Linear Tilt posto sulla sinistra del pannello, accanto al logo Gyraf. Questo è privo di scatti, eccetto che sulla posizione di zero. Non ci sono informazioni serigrafiche, esistono solo due semplici indicazioni riguardanti la direzione della curva di tilt etichettate come Low e High e delle semplici tacche di riferimento poste lungo lo scorrimento del comando. Nella parte centrale troviamo i controlli di un piccolo program equalizer a tre bande: in basso sono ubicati i selettori per le tre frequenze fondamentali Low Freq, Mid Freq e High Freq ciascuno con tre scatti, in alto e leggermente spostati a sinistra, i tre gain relativi. Anche per questi ultimi, solo il punto di zero ha un riferimento meccanico, il resto dell’escursione è piacevolmente continua. Per adeguarsi alla filosofia della macchina le informazioni riguardanti le frequenze o i livelli di amplificazione e attenuazione sono assenti: sono presenti esclusivamente dei riferimenti grafici atti solo all’orientamento visivo che non indicano un livello preciso. Nella parte destra del pannello si trovano i comandi dedicati all’accensione e all’hard wire bypass, un LED a due livelli di luminosità indica se la macchina è accesa e in azione sul segnale. Poco più in alto è posizionato il controllo dedicato al Trim, un potenziometro a micro-scatti, quaranta per la precisione, la sua funzione è quella di attenuare o recuperare il livello di uscita dopo il trattamento di equalizzazione.
Analisi
La circuiteria del G23 esibisce un livello di rumorosità molto contenuto, i trasformatori di ingresso e uscita offrono una discreta adattabilità in termini di impedenza, 10 kOhm in ingresso e circa 1 kOhm in uscita. Come ogni macchina dotata di valvole e trasformatori, i livelli di input/output non devono essere troppo alti per lavorare al meglio: questo equalizzatore è pensato per lavorare a circa +4 dBu di livello operativo medio, tenendo presente di non eccedere i circa +15 dBu di picco, dove la distorsione introdotta inizierà a farsi sentire in modo poco piacevole. Le colorazioni introdotte nel segnale, tipiche di macchine con questa architettura, sono ben visibili nel grafico. Il quantitativo di armoniche è significativo, la terza e la quarta armonica risultano maggiormente presenti rispetto alla seconda. La curva di tilt ha il suo centro a circa 1,4 kHz e un’ampiezza che al suo massimo, ovvero con il potenziometro ruotato completamente in uno dei due sensi, raggiunge una pendenza di 1 dB per ottava che equivale a circa +/-4 dB agli estremi dello spettro. È possibile apprezzarne il comportamento in figura e notare la diversa risposta sulle alte e sulle basse frequenze. Il resto dei parametri dell’equalizzatore segue la norma della larghezza di banda, i due filtri shelving per le basse e per le alte adottano curve di Baxandall molto aperte, agendo sulle quali si coinvolge un’ampia parte di spettro. Anche la centrale curva di peaking dedicata alle medie frequenze non sfugge a questa regola ed è quindi sufficientemente ampia per lavorare in simbiosi con gli altri parametri. Utilizzando campanature così larghe per tutti i controlli, lo sfasamento introdotto dal G23 è pressoché inesistente anche se si decide di ruotare uno o più comandi verso il loro parametro di massimo utilizzo. È inoltre importante segnalare che il bypass è di tutta l’elettronica e non del solo trattamento di equalizzazione: si tratta di un hard wire bypass veritiero con funzionamento a relè. È inoltre rilevante indicare che l’output trim ha differenti valori per amplificazione o la riduzione del livello di uscita, si parla di circa 2,5 dB per il guadagno e di circa 4 dB per l’attenuazione.
La curva di Linear Tilt
Curve Low Freq
Curve High Freq
Curve Mid Freq
In prova
Gyraf produce macchine con una timbrica ricercata e personale e, nel G23, questa colorazione è quanto mai evidente. L’hardware possiede la tipica sonorità delle valvole vintage, morbida sulla dinamiche e fertile di armoniche, avvolta e ulteriormente addolcita dal corposo e ricco suono dei trasformatori di qualità. Il G23 è quindi un equalizzatore con una propria spiccata personalità: a volte questa caratteristica è proprio ciò che si cerca per vitaminizzare un brano sterile ma non solo, grazie alla preziosità dei componenti e alla sapiente gestione delle elettroniche, la macchina lavora egregiamente anche su mix qualitativi e ben fatti. Nel primo esempio audio, il segnale passa semplicemente attraverso le elettroniche, nessun trattamento di equalizzazione è stato applicato, l’unico intervento effettuato è un recupero di livello utilizzando l’output trim. È facile individuare l’effetto sul brano prodotto dalle armoniche aggiunte, la parte media è maggiormente in evidenza, anche le bassissime risultano più dilatate, il mix sembra in generale più pieno e stereofonicamente più aperto. Questa macchina non si ferma alla semplice caratterizzazione del suono, essa è capace di plasmarlo con congenita e genuina musicalità: è un piacere agire sul grande potenziometro del Linear Tilt, le cui grandi dimensioni danno la vera e propria sensazione di tenere in mano il suono. L’assenza di riferimenti numerici sulla serigrafia costringe a lavorare solo con l’udito per cui, particolarmente per quest’ultimo motivo, a mio avviso, si ottengono facilmente dei risultati coerenti ed armoniosi. Gli esempi audio 2 e 3 sono l’esemplificazione di ciò che il Linear Tilt può fare: si può letteralmente girare l’impronta base di un mix rovesciando il bilanciamento tra alte e basse frequenze, il tutto senza introdurre sfasamenti di sorta grazie alla estrema ampiezza della curva. Ovviamente ci si può spingere anche oltre e se necessario arrivare al fondo scala del comando, a patto di farsi aiutare dal piccolo ma pregevole program equalizer inserito nel G23. Nel quarto e quinto esempio audio si evidenziano le reali capacità di questo hardware: l’abilità di compensare il lavoro del Linear Tilt è la principale caratteristica delle tre bande accessorie. Paradossalmente, maggiore sarà l’intervento sui complessivi quattro equalizzatori minore sarà l’allontanamento dal bilanciamento originale. Questa preziosissima caratteristica denota uno studio peculiare sulle tre curve e sugli scatti di intervento sullo spettro, volutamente celati per incoraggiare il lavoro by ear come direbbero gli anglosassoni. Grazie a questo modo di operare si riescono a creare bilanciamenti differenti, dalla timbrica spostata verso l’una o l’altra parte degli estremi banda ma sempre piacevolmente musicali, poco invasivi e rispettosi del suono originale. In tutte le tipologie di trattamento, un valido aiuto al giudizio del lavoro svolto viene offerto dal Trim di uscita, i cui micro scatti regolano con precisione il livello e, grazie all’hard wire bypass, aiutano a paragonare con il medesimo loudness il suono processato versus quello originale.
Conclusioni
Gyraf Audio G23 propone un nuovo e interessante approccio all’equalizzazione, uno strumento in grado di cambiare e forgiare il suono con una musicalità e una facilità di utilizzo spiccata. Immediatamente si riescono ad ottenere risultati piacevoli e coerenti con il brano trattato: anche un utente alle prime armi potrà gestire i controlli con discreta confidenza. L’ampiezza di tutte le curve unita alla piacevole colorazione delle valvole e dei trasformatori rende possibile un approccio delicato ed eufonico che a scelta può trasformarsi in un’azione più forte e incisiva e, conseguentemente, cambiare anche in modo radicale il suono trattato.
PRO
Musicalità
Facilità di utilizzo
Immediatezza nei risultati
CONTRO
Carattere non sempre adatto a tutto
INFO
Info@vdmgroup.it
Prezzo: € 4.500 + IVA