La lunga cavalcata di arranger Roland “Made in Italy” è terminata in gloria con gli ultimi modelli della serie BK. Con la E-A7, Roland intende aprire un capitolo nuovo che strizza l’occhio al mercato asiatico, senza rinunciare a sfruttare il patrimonio tecnologico sviluppato in Italia. Il desiderio di sapere è forte: esaminiamo insieme allora il primo arranger Roland prodotto a seguito di questo mutamento.
La E-A7 è un arranger compatto e leggero, con altoparlanti di bordo. La prima impressione è confortante grazie all’aspetto moderno, in linea con le recenti linee estetiche Roland, mentre il peso di soli otto chilogrammi e le dimensioni fanno subito venir voglia di caricarla in auto per andare a suonare da qualche parte, ovunque ci sia una presa di rete a cui collegarsi. I 61 tasti sensibili alla velocity sono di dimensioni ridotte rispetto ad altre tastiere: i tasti bianchi misurano 6,4 mm in lunghezza in meno rispetto quelli abitualmente presenti sulle tastiere digitali, la larghezza è vicina alla norma, anche se è percettibile la differenza. Nonostante il loro peso leggero, nel complesso i tasti si fanno suonare senza eccessiva difficoltà. La scocca è di plastica robusta, mentre il pannello superiore - su cui sono posti i pulsanti, i cursori e due piccoli schermi - è di alluminio nero, dettaglio che dà un certo qual tono di eleganza. Il pannello è molto ordinato e strutturato logicamente con la gestione degli accompagnamenti a sinistra, il mixer al centro e la gestione dei suoni sulla destra. Su tutto il pannello, i tasti associati a funzioni attive sono immediatamente riconoscibili perché illuminati.
Un pannello stipato di controlli fisici
Partendo dall’alto a sinistra, una particolare manopola permette di alternare la propria funzione tra Balance (acceso) e Value (spento). Nel primo caso, è possibile regolare il bilanciamento di volume tra l’esecuzione da tastiera e l'esecuzione da accompagnamento (style oppure song): vi confesso che, durante il test, mi sono ritrovato spesso a girare la manopola per correggere il bilanciamento, dato che il valore standard mi era parso eccessivamente sbilanciato a favore delle parti suonate dal vivo. Nel secondo caso, con la funzione Value, il controllo agisce sul valore attivo nello schermo destro, in quello sinistro oppure sul tempo. Nell’area Mode, lo strumento può essere impostato in due modalità operative: Style per attivare la gestione degli accompagnamenti automatici, Song per richiamare la possibilità di mettere in playback MIDIFile, WAVE e MP3. In entrambi i modi, lo strumento rimane totalmente disponibile per suonare le parti dal vivo da tastiera. In basso sul pannello è presente la zona dedicata a sei pad trigger che possono avviare in tempo reale frasi audio o MIDI utili per arricchire le proprie esibizioni di interventi esecutivi esterni; in alternativa, la stessa serie di pulsanti può essere utilizzata per gestire il controllo del temperamento delle scale: da qui si evince come questo strumento sia stato progettato e costruito per essere diffuso soprattutto nel mondo mediorientale dove sono richieste scale alternative all’accordatura diatonica tradizionale del mondo occidentale. Una serie di switch consente di selezionare i vari banchi degli stili oltre alla funzione Option che agisce sulla configurazione degli stili di accompagnamento. In basso sulla sinistra, è possibile agire sull’ottava delle parti suonate a tastiera e sul trasporto della tonalità di tutte le parti. Sette pulsanti sono assegnabili alle funzioni preferite che si vogliono tenere sotto controllo in tempo reale. Più in basso, appena sopra la tastiera, sono presenti i controlli dei pattern degli stili e, in alternativa, per controllare le Song in base al Mode attivo al momento. Il lettore di basi ha qui a disposizione il Center Cancel che rimuove la traccia del canto dei brani MIDI o dei brani wave/MP3. Per fortuna spicca per bene, grazie alla forma rotonda inconsueta, il pulsante REC per registrare le proprie canzoni, compreso l’audio proveniente dall’ingresso microfono. E-A7 eredita da un altro modello Roland, più precisamente BK-9, il concetto dei due piccoli display; questi non sono sensibili al tocco e non è detto che sia un punto a sfavore: ci sono cinque pulsanti per parte con cui comandare le funzioni in corrispondenza di quanto è visibile sullo schermo in quel momento. I tasti di controllo di ciascuno schermo sono a sinistra, a destra e sotto lo schermo stesso: quindi in tutto 15 per ciascuno dei due schermi. Accanto questi ci sono due coppie di pulsanti uno per il controllo del cursore e il secondo per la modifica dei valori in negativo/positivo. Al centro fra i due schermi, spiccano i sei cursori con cui governare il volume delle tracce dello stile oppure il volume delle parti dal vivo, quelle cioè suonate sulla tastiera in tempo reale; nello specifico, tenete conto che possono essere suonate dal vivo fino a tre parti layer e una parte lower. Le voci assegnate in layer possono essere pilotate con la mano destra su tutta l'estensione della tastiera. Le tracce degli stili sono sei. Il tasto Track Mute serve per mettere in silenzio la traccia selezionata. Sulla destra del secondo schermo, partendo dall'alto, appaiono i pulsanti che richiamano i nove banchi di voci; chiude la serie un banco per le proprie voci User. Ancora più a destra, è presente la manopola del volume dell'ingresso del microfono di linea con la possibilità di gestire l'input degli effetti e del campionatore. Nella stessa zona del pannello, ecco l'interruttore di alimentazione: va tenuto premuto a lungo per accendere lo strumento che è pronto per essere suonato entro 15 secondi dall'accensione. In armonia con gli standard attuali, la tastiera si spegne automaticamente se non viene usata per un certo intervallo di tempo, a meno che non sia stata modificata l’impostazione Auto Off. Il pulsante di accensione/spegnimento della tastiera si trova in una posizione di grande comodità: non è necessario torcere il collo o scavalcare con le braccia lo strumento giacché il pulsante è accessibile sul pannello principale. Sulla destra in basso, altri pulsanti consentono l’accesso alle funzioni di ricerca (Finder), alla navigazione fra suoni e stili preferiti (Favorite). L’ultima linea di pulsanti sono utili per il controllo del punto di split, il blocco del tempo (Lock), il pulsante MySetup e dieci pulsanti di controllo dei banchi dei programmi utenti (User Program, UPG) dove memorizzare le quattro parti assegnate alle Keyboard Part (parti della tastiera: Upper1, Upper2, Upper3, Lower), le impostazioni dello style e della song, così come tutte le impostazioni che vengono caricate insieme a queste (per esempio, lo stato di Intro ed Ending e le impostazioni della variazione selezionata).
Suoni e stili
La E-A7 si presenta con una collezione sterminata di 1.500 voci che appartengono alla classica raccolta dei suoni Roland. Nove sono le famiglie di voci: pianoforti, organi/fisarmoniche, chitarre/bassi, archi/pad, sax/legni, fiati, suoni da sintetizzatore, voci etiche e percussioni. Dieci suoni sono selezionabili utilizzando tasti ai lati del display, con più pagine disponibili. Cinquanta preferiti possono essere memorizzati per un richiamo più immediato. La definizione di espandibile richiama la possibilità di costruirsi il proprio suono multi-campionato registrandolo direttamente sulla tastiera. È altresì possibile importare una serie di campioni da abbinare singolarmente ad ogni tasto. Anche il numero di stili non scherza: sono 600, ben programmati e permettono di coprire una discreta vastità del repertorio. Si nota la cura con cui sono stati impostati gli strumenti per le varie parti di accompagnamento secondo i vari repertori: 8Beat/16Beat, Jazz/Blues, Bossa/Samba, Rock, Dance, Latin, Trad, Ballroom e World. È doveroso segnalare che, a differenza di altri marchi e di altri arranger blasonati e di ammiraglie della concorrenza, Roland offre di più: ben quattro introduzioni, quattro variazioni e quattro finali. C’è un pulsante di Break mentre l’Auto Fill-In può essere attivato o disattivato per essere richiamato in automatico quando ci si sposta da una variazione all'altra. Quattro locazioni OneTouch memorizzano le quattro possibili voci assegnate alle parti da tastiera per ogni singola variazione dello stile: come su BK-9, se premete il tasto OneTouch già attivo, cioè quello che non lampeggia, la E-A7 richiama l’impostazione precedente all’attivazione di tutti gli OneTouch con conseguenze a volte imprevedibili. Gli stili possono essere impostati nei programmi utente al fine di creare una libreria di proprie canzoni pronte ad essere suonate (ce ne sono già 50 disponibili). È possibile creare stili personalizzati con i mitici Makeup Tools che riarrangiano da zero un’esecuzione in un battito di ciglia. Il divertimento è garantito.
Effetti e collegamenti esterni
I dispositivi multi-effetto MFX modificano il suono in tempo reale, dandogli potenzialmente un carattere timbrico completamente differente. È presente un'ampia varietà di tipi ed è possibile scegliere il tipo più appropriato nelle diverse occasioni. Le unità MFX sono tre: la prima è dedicata alla parte della tastiera, e le altre due per le tracce di accompagnamento. Il Chorus è l’effetto che aggiunge profondità e spaziosità al suono: è possibile scegliere se usare questa unità effetto come Chorus o come Delay. Il riverbero è un effetto che dà al suono l'ambiente caratteristico dell'esecuzione in una sala: sono presenti diversi tipi di riverbero, tutti pronti alla scelta. Infine, l’Input EFX è un’unità che può applicare riverbero o altri effetti al segnale in arrivo dalle prese di ingresso. Da non sottovalutare i Mastering Tools che consistono di un compressore e di un equalizzatore per il mastering che vengono applicati a tutte le parti. Per collegare dispositivi audio esterni, la E-A7 è dotata di due tipi di ingressi: la presa INPUT serve per collegare un microfono, applicando il riverbero al canto, oppure per registrare un sample; la presa EXT cattura un segnale che viene emesso senza modifiche dalle prese OUTPUT o dai diffusori. Su questo secondo ingresso, non è possibile applicare effetti o regolare il volume, del resto questa presa va essenzialmente usata per suonare sulla riproduzione di un lettore audio.
Il test
È particolarmente apprezzabile la scelta di aver portato il maggior numero di parametri sotto controllo fisico a pannello, rendendo immediato l’accesso ad un numero elevato di funzionalità, senza dover costringere alla navigazione sui classici menu a video: è (quasi) tutto a portata di mano, insomma. In base al Mode attivo al momento, i pulsanti che pilotano gli styles sono utilizzati per comandare l’esecuzione delle song: il doppio significato di questa serie di pulsanti si poteva evitare, anche se è intuibile che la soluzione è stata così pensata per non aumentare il numero già ampio di controlli fisici sul pannello. La scelta del doppio schermo non piace a molti, dato che richiede dimensioni lillipuziane del testo, tuttavia presenta alcuni vantaggi: i due schermi sono completamente indipendenti e aiutano il musicista a tenere sempre sott’occhio la situazione; a mio parere, date le dimensioni dei caratteri, avrebbe potuto davvero fare comodo l’uso dell’applicazione BK Partner per iPad che si era rivelata vincente sulla BK-9, ma su questo specifico aspetto, il produttore giapponese non ha dato alcuna garanzia di compatibilità. Peccato. Per completezza di informazione, è disponibile al download E-A7 Tone Manager, un’applicazione software per gestire le librerie dei suoni su PC/Mac. Ho trovato molto interessante la soluzione grafica originale di controllo del tempo: normalmente sulle tastiere della concorrenza il cursore o i pulsanti che aumentano/diminuiscono la velocità del metronomo non fanno altro che visualizzare il numero del tempo e dei battiti per minuto. Qui invece, la Roland E-A7 evidenzia l’immagine grafica del metronomo con il dettaglio dei valori assunti per default. Rimarchevole inoltre la possibilità di spostarsi su valori standard (per esempio 80/100/120/140) semplicemente premendo uno dei pulsanti che si trovano alla sinistra alla destra dello schermo; da questa pagina del metronomo, è possibile infine richiamare una funzione di personalizzazione dei valori principali dell’arranger, fra cui la modalità Bass Inversion. Mi ha incuriosito l’Output Mode che, sulla carta, avrebbe dovuto permette di controllare l'uscita audio agli schermi di bordo o alle uscite stereo Line Out: in realtà durante le mie prove, non sono riuscito ad escludere né uno né l’altro: sia acceso sia spento, il segnale audio andava sempre sugli amplificatori di bordo; evidentemente deve essermi sfuggito qualcosa. Durante il test, ho trovato interessanti le scorciatoie: tenendo premuto uno qualsiasi dei tasti del pannello contrassegnati con il simbolo di un diamante, è possibile passare direttamente alla schermata del parametro corrispondente a quel tasto. Ovviamente tale schermata può essere raggiunta anche tramite il menu. Passando ai suoni preset, colpisce la profondità di scelta in ogni categoria di voci, facilmente selezionabili tramite il tastierino numerico con etichette. La pasta sonora è quella inconfondibile di Roland: timbri brillanti e ricchi di effetti, si fanno suonare con semplicità. C'è buon uso della velocity e della dinamica per padroneggiare i suoni acustici, ma non è presente alcuna tecnologia avanzata di "articolazione" dei suoni, come si trova nei modelli della concorrenza: in generale, emergono i tagli operati da Roland per cucire un arsenale sonoro su misura di un prodotto medio senza le ambizioni di far rimpiangere le gloriose ammiraglie del passato. La famiglia di styles World fa la parte del leone ed è dominata da stili orientali ed asiatici: oltre 180 styles appartengono ai repertori dell’Indonesia, Vietnam, India, Tailandia, Cina, Kalhigi e generici mediorientali. Se ne deduce con chiarezza il reale intento di Roland: proporre al mondo asiatico un concetto di arranger che è in vigore nel mondo occidentale sin dagli anni novanta. La tastiera è fabbricata in oriente ed è pensata per quel mercato, sebbene includa ancora molto di italiano nei propri contenuti, dato che eredita molto dalle precedenti tastiere di concezione nostrana. In più, il know how marchigiano non sembra essere andato perduto del tutto: la compatibilità totale con gli stili Roland delle precedenti serie è totale e, pertanto, le possibilità di questo strumento sono pronte ad essere estese per dare spazio ad un repertorio molto ampio.
Conclusioni
Nata sotto l’inedita catalogazione di Expandable Arranger, la Roland E-A7 rientra comunque nella gamma di prodotti di qualità e prezzo medio. Nel complesso, questo strumento offre un sacco di contenuti per un prezzo ragionevole. Piacerà a chi è fedele al carattere specifico dei suoni Roland, a chi cerca compattezza e portabilità oppure a chi arriva nuovo nel mondo delle tastiere digitali e, non avendo riferimenti pregressi nella materia, vuole cominciare con un arranger semplice ma sufficientemente dotato nelle funzionalità.
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