dbx è operativo da molti anni tanto nei live quanto nel recording, eppure da tempo mancava una vena innovativa nella sua linea di prodotti. accogliamo quindi con grande attenzione le nuove unità per il formato api 500, che replicano tutti i formati hardware per serie 900 che hanno reso famosa dbx.
Prima o poi tutti gli storici marchi di hardware cedono al formato API 500; i costi di produzione diminuiscono, il know how è sempre più accessibile e la diffusione dello standard de facto, instaurato dai moduli API, sempre più esteso: in altri termini, oggi per un produttore di audio pro non sviluppare un modulo in questo formato corrisponde a tirarsi la zappa sui piedi. Non del tutto imprevista appare pertanto la nuova linea per serie 500 proposta dal leggendario costruttore americano, che riesuma tutti i gioielli di famiglia, dal de-esser allo storico compressore/limiter 560A, per giungere all'oggetto della nostra analisi, cioè l'equalizzatore parametrico 530: una vera e propria rivelazione, considerato anche il prezzo, incredibilmente basso se confrontato ai suoi diretti competitor.
Analisi
Il dbx 530 è equalizzatore parametrico a tre bande per formato API 500, direttamente mutuato dal classico modello dbx 905, la cui produzione, assieme a tutti i moduli della precedente e proprietaria serie 900, è stata interrotta e sostituita definitivamente con la serie 500. Il modulo dà una buona impressione di solidità e sapienza costruttiva e si presenta con un pannello frontale nero metallizzato sul quale sono posizionati i potenziometri di color rosso, verde e blu relativi al controllo delle tre bande di equalizzazione: le basse frequenze vanno dai 20 ai 500 Hz, le medie dai 200 ai 5000 Hz e le alte dagli 800 Hz ai 20 kHz. Date le piccole dimensioni imposte dal formato 500, e per consentire il completo controllo dei parametri, dbx ha optato per un pot concentrico: attorno al potenziometro vero e proprio, che controlla il cut ed il boost (a -/+ 15 dB) per ognuna delle tre frequenze, è posizionato concentricamente un ulteriore controllo rotativo che regola l'ampiezza della campana (Q). Due pulsanti, uno per le frequenze basse e uno per le alte, consentono il passaggio da modalità bell a High e Low Shelf, con una curva a 6 dB/ottava. Non è tutto: girando completamente in senso antiorario l'anello esterno che regola il Q, si attiva un'ulteriore modalità chiamata infinite notch, disponibile indipendentemente su ognuna delle tre le bande: si tratta di una serie di ripetuti tagli di frequenza composti da notch strettissimi che servono a rimuovere feedback, risonanze, rumori di fondo, operazioni che solitamente siamo abituati ad affidare ai plug-in e che il dbx 530, nella sua totale flessibilità di utilizzo, è in grado di svolgere. Il tasto In, posto alla sommità del modulo, provvede al bypass hardware dell'eq per l'istantanea comparazione tra segnale processato e non processato.
In prova
Il piccoletto sulla carta ambisce a essere un all-purpose, a suo agio tanto nel live quanto nel mix professionale: ma noi non ci facciamo condizionare dalla rinomanza del marchio e badiamo alla pura e semplice sostanza, alla ciccia, ai risultati sul campo dove il nostro eq ha dimostrato ottime capacità. In primo luogo il dbx 530, nelle pur ristrette vesti imposte dal formato 500, è un inno alla praticità e alla semplicità di utilizzo: come abbiamo visto i parametri di controllo sono molteplici eppure la fruibilità è immediata. Ma, a una tale flessibilità di utilizzo, corrisponde un’altrettanta efficacia sonora? Ebbene, è proprio sul fronte della resa sonora che dbx riesce a sorprendere. La parola d'ordine è: sapore analogico. Avete presente quella bella sensazione che si ottiene quando, invece di usare il solito plug-in di fiducia, per quanto fantasmagorico e dalla sofisticatissima finzione analogica, facciamo lo sforzo di stendere quattro cavi bantam nella patch bay e mettere in insert un bell'eq o compressore hardware esterno e sospirare: oh, ma allora qualche differenza c'è ancora! Bene, se l'avete presente, una volta inserito l'eq dbx avrete modo di sentire nuovamente vibrare le vostre orecchie, appagando la vostra fisiologica richiesta di suono analogico. Le curve di high e low shelf non saranno chirurgiche ma dotate di carattere e grande musicalità.
Il suono si colora ma non perde mai di dettaglio, anzi la presenza di distorsione armonica enfatizza le caratteristiche del suono processato; forse il delicato range delle medie è quello in cui l'equalizzatore si trova meno a suo agio, pur ottenendo risultati di gran lunga superiori a quanto sarebbe lecito aspettarsi da un prodotto così economico. Testato su molteplici fonti sonore, sia in fase di registrazione sia in mix, lavorare con il dbx 530 è un vero piacere: anonime chitarre acustiche che da smorte diventano improvvisamente imponenti, eppure senza spigolature, voci che, con l'aggiunta di un high shelf e un cut sulle basse, vengono consegnate direttamente alla discografia, egregi risultati sulle basse frequenze (nel caso di specie basso elettrico e cassa), solide e compatte.È un peccato l'assenza di potenziometri a step, perché nulla ci vieta di usare una coppia di dbx 530 su fonti stereo, anche sul bus stereo del mix; poco male, basterà un po' più di attenzione nel linkare con precisione i parametri.
Conclusioni
Se non traspare a sufficienza il nostro entusiasmo dalle parole sopra esposte, aggiungiamo pure la considerazione che il prezzo a cui viene proposto il dbx 530 è forse il più basso tra i tanti eq mono disponibili per la serie API 500: vi garantiamo che la praticità operativa e le caratteristiche sonore tengono testa a modelli ben più costosi (e famosi). Tanto basta per dichiarare che, in questa fascia di prezzo, è difficile trovare un hardware che possa competere con l'ultimo nato di casa dbx. La strada per un mondo più analogico è diventata accessibile a tutti.
PRO
Opzioni di controllo immediate
Difficile trovare allo stesso prezzo un eq con la medesima qualità sonora
CONTRO
A questo prezzo, nulla da rilevare
INFO
Prezzo: € 329,00 + IVA