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Ableton Live 11, performance e workflow - La recensione

Rapporto qualità/prezzo9
Suono9
Facilità d'uso9.5
9.2

Live si rinnova e con l’undicesima versione offre ancora più controllo ma soprattutto più espressione, più creatività e un workflow ancora più rapido ed efficiente

Abbiamo provato per voi Live 11, ecco le nostre impressioni che potete verificare scaricando la versione Trial attiva per 90 giorni al link di Ableton.

Capitolo 11

La saga di Live è giunta al suo undicesimo capitolo. Una delle DAW più popolari si arricchisce di molte nuove funzioni e device, rinnovandosi e migliorando il workflow rendendo ancora più semplice, veloce e immediato il processo creativo. Le novità sono molte e riguardano diversi aspetti della DAW a partire da nuovi devices, comping, nuove funzioni per gestire probabilità e range di Velocity nei MIDI file, linked audio editing, Follow Action migliorata e molto, moltissimo altro. Live sembra voler potenziare i suoi cavalli di battaglia, immediatezza, rapidità nel lavoro e creatività.

Take Recording e Comping

Le prime e importanti nuove funzioni che meritano menzione sulla nostra pagina sono Take Recording e Comping. Niente di nuovo per chi ha già esperienza nella registrazione e ha già incontrato le corsie o lane o playlist, un modo molto rapido per registrare più take in loop e assemblare quella definitiva attingendo dalle migliori performance. Tutto questo è ora possibile anche in Live, e dunque non sarà più necessario rivolgerci ad altre DAW per il compito di registrare in maniera fluida e rapida. Ma c’è di più. Possiamo creare nuove corsie anche se non stiamo registrando e riempirle con materiale audio importato da altri luoghi. Esatto, potremo assemblare creativamente una take con porzioni di file audio differenti. Non è tutto, perché il comping è possibile anche con il MIDI. Sempre di performance si tratta, e i musicisti potranno avere più libertà nelle loro registrazioni.

Scegliere le parti e assemblare la take definitiva è più semplice che mai, infatti basterà ascoltare il materiale grazie all’icona a forma di speaker sulla destra e selezionare una regione con il Pencil Tool (la matita) per promuoverla nella main track. Assieme al comping Live 11 introduce la possibilità del Linked Audio Editing, ossia potremo linkare ed editare più tracce contemporaneamente. Dovessimo registrare una batteria, ad esempio, e fare editing, avremo bisogno di gestire tutte le singole tracce contemporaneamente per evitare problemi di fase, e ora possiamo farlo. Una novità che ingolosirà i performer e che permetterà molta più flessibilità e precisione.

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MPE, Velocity, Probability e Scales

MIDI Polyphonic Expression, dice niente? Negli ultimi anni sono stati molti i tentativi di creare dei controller MIDI che in qualche modo potessero proporre un avvicinamento al feeling, tocco ed espressività degli strumenti acustici. Alcuni di questi sono diventati popolarissimi, come i controller Roli ad esempio, e hanno fatto scoprire un nuovo modo di lavorare anche ai producer. Live 11 si apre ai controller MPE permettendo di controllare parametri come Expression, Slide e Pressure per ogni nota, e con molta precisione. Inoltre, alcuni device, come Wavetable e Sampler, sono già stati aggiornati e supportano l’MPE. I controlli MPE possono essere utilizzati vantaggiosamente anche da chi non possiede un controller MPE, e il producer Decap, ad esempio, ci mostra come utilizzarli per creare slide per 808. Nella clip MIDI possiamo accedere ai controlli MPE cliccando sulla terza tab.

Umanizzare la performance, garantire varietà, groove ed evitare la meccanicità della programmazione è un obiettivo chiaro per Live 11, e altre funzioni lo dimostrano. La clip view per le clip MIDI offre un’interfaccia migliorata e arricchita di molte funzioni di cui vale la pena discutere. Prima tra tutte, Velocity Range e Probability. Velocity Range è una delle novità che preferisco in assoluto. Possiamo impostare un range di valori possibili per la Velocity di ogni singola nota in modo che ogni volta che la clip suonerà avremo un pizzico di varietà in più, una dinamica meno prevedibile e parti più realistiche.

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La Probabilità è una nuova aggiunta che sarà sicuramente un “volto noto” per chi ha già sperimentato prodotti Elektron o il sequencer di Pigments ad esempio. Possiamo gestire la percentuale di probabilità che una nota venga triggerata, il che può davvero aggiungere imprevedibilità e varietà alle nostre parti.  Se ad esempio scriviamo un pattern di batteria e vogliamo fare in modo che sia poco prevedibile, con Trig Probability riusciremo a fare in modo che alcuni suoni non compaiano ogni volta che il file MIDI è in play.

Rimanendo in tema MIDI clip, la nuova funzione Scales è certamente degna di menzione e siamo certi che aiuterà i producer meno esperti così come faciliterà il lavoro anche agli utenti più navigati. Possiamo attivare la modalità scales direttamente in Clip view e scegliere tonalità e tipo di scala. Una volta selezionata, le note del pianoroll saranno evidenziate per renderci molto più semplice, anche visivamente, comporre senza timore di utilizzare accidentalmente note estranee alla tonalità, fermo restando che potremo liberamente scrivere le parti senza vincoli, e chi vorrà modulare e giocare con diverse tonalità potrà comunque farlo. Accanto al già noto pulsante Fold, ora sarà presente anche Scale, per lasciare nel pianoroll soltanto le note della tonalità selezionata.

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Finalmente potremo decidere con quale nome le note verranno visualizzate sul pianoroll, se con i diesis o bemolli, una piccola differenza che potrà semplificare l’apprendimento delle tonalità e della teoria musicale.

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Organizzazione e performance

Sarà finalmente possibile creare e gestire in maniera semplice e intuitiva dei template. Si parla spessissimo di come organizzare il lavoro, di minimizzare il tempo di avvio della sessione e delle operazioni di “housekeeping”. Lo potremo fare grazie al comando “Salva Live Set come modello” accessibile da File, e potremo gestire tutti i modelli nella sezione del browser “Modelli” (Template). Funzione molto comoda per creare template adatti al mix, alla produzione, a generi diversi, insomma, per soddisfare ogni esigenza.

Le novità arrivano anche nel campo della performance live. Con Follow Tempo Live sarà in grado di conformare il tempo e di aggiustarlo dinamicamente ascoltando un segnale audio, diventando così un tool davvero flessibile e rovesciando l’idea che tutti debbano conformarsi al tempo dato dal software. Sicuramente musicisti e performer che integrano live session con strumenti acustici e parti elettroniche troveranno il Follow Tempo un valido alleato.

Sempre nel campo della performance, con Live 11 assistiamo ad un ampliamento delle potenzialità dei rack. Avremo ora a disposizione fino a 16 Macro e potremo salvare degli snapshot con vari settaggi per richiamarli rapidamente. Se preferiremo un pizzico di imprevedibilità, potremo anche randomizzare i valori dei macro. È un peccato che non sia possibile creare transizioni tra questi snapshot, funzione che avrebbe certamente reso le transizioni meno spigolose.

Anche il Follow Action è protagonista di molti miglioramenti. Follow Action potrà ora essere legata alla lunghezza della clip e in più potremo creare delle Scene Follow Action, riuscendo, di fatto, a creare arrangiamenti più dinamici. A proposito di Scene, in Live 11 avranno un look diverso, con Tempo e Time Signature ora bene in vista e, come dicevamo, la possibilità di creare Follow Actions anche per loro. Anche Push potrà godere di molte delle nuove funzioni, come ad esempio il supporto per il Polyphonic Aftertouch, il maggior numero di macro, link di Key e Scale e naturalmente…potrà controllare i nuovi device. Ableton ha pensato anche a Max, rendendo la finestra d’integrazione migliore per garantire un’esperienza più fluida e far avvicinare sempre più persone a questo ambiente di programmazione a oggetti. Il MIDI Channel Routing permette ora di gestire in modo molto più comodo In e Out MIDI.

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Devices

Nuovi tool e device sono sicuramente un ottimo modo di aggiungere qualche colore alla tavolozza del producer (o sound designer). Live 11 non delude sotto questo aspetto, e inizia col ripensare al modo in cui organizzare i tool, ossia in cartelle per tipologia di effetto (Dynamics, EQ and Filters, ecc.), qualcosa di non assolutamente nuovo, ma comunque comodo dato il numero sempre maggiore di tool che ci troviamo a gestire. Alcuni tool sono stati ripensati per essere graficamente più immediati e più semplice, ed è il caso della suite di physical modelling di AAS che comprende Collision, Tension ed Electric. La loro anima rimane invariata, a mutare è invece la veste, che ora è decisamente più moderna.

Chorus, Phaser, Flanger hanno subito un restyling notevole, infatti ora li troveremo in nuovi device: Chorus-Ensemble e Phaser-Flanger. Chorus va oltre il classico device di Live per allargarsi a nuovi effetti di modulazione con la possibilità di selezionare tra Classic, Ensemble (più linee di ritardo modulate per un suono ancora più denso), e Vibrato. Warmth è un’aggiunta interessante per questo tool, capace di aggiungere ben più di qualche armonica in più. L’interfaccia ricorda poco il classico Chorus ma è molto semplice e intuitiva.

Stessa sorte hanno subito Phaser e Flanger, che ora coesistono in un unico device che li ospita insieme a un Doubler. I controlli del Phaser sono i classici Notch, Center Frequency, Spread per controllare la spaziatura dei notch oltre al Rate della modulazione, Amount e Feedback. Anche in questo caso troviamo Warmth ad attenderci. Doubler è un’aggiunta interessante in questa triade di modulazione, molto semplice ma in grado di diventare un tool creativo se giochiamo con il Feedback e tempi di ritardo brevi. Redux ha visto un’espansione con nuovi parametri come Shape e Jitter, un filtro e un controllo per il Dry/Wet.

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I device totalmente nuovi sono molti, tra cui Hybrid Reverb. Se in tanti pensavano che il riverbero di Live potesse essere migliorato, le vostre preghiere sono state esaudite. Hybrid Reverb fonde un riverbero algoritmico e a convoluzione. Potremo trascinare i nostri file audio all’interno e utilizzarli come IR oppure sfruttare la nutrita libreria a disposizione. Ce n’è per tutti i gusti, insomma: chi preferisce spazi reali è accontentato, chi invece maggiore flessibilità con i parametri…anche! Senza dimenticare che potremo caricare sample più o meno particolari e sperimentare nel sound design.

Tra i controlli menzioniamo la possibilità di Freeze, uno switch per mettere in mono le basse, Feedback e selettore del percorso: parallelo, seriale, solo algoritmico o solo convoluzione. Spectral Time e Spectral Resonator, due strumenti dedicati ai sound designer e che ci permettono di manipolare lo spettro in modi diversi. Il primo, ammetto, è quello che più mi ha catturato dei due. Dividendo il suono in parziali e processandolo con diverse linee di ritardo per frequenza, Spectral Time sarà in grado di creare nuvole sonore o ritmi interessanti. La possibilità di mettere in Freeze o di fare frequency shifting rendono il device ancora più sfizioso e perfetto sia per materiale ritmico che per creare ritmo dove manchi.

Spectral Resonator è simile al suo (quasi) omonimo ma ha tutto un altro carattere. La divisione in parziali è seguita da operazioni di frequency shifting, blurring, stretching, e influisce molto più sul timbro rispetto a Spectral Time. Perfetto per timbri metallici o per plucked strings particolari. Altri nuovi device sono i sei “Inspired by Nature” creati in collaborazione con Dillon Bastan e PitchLoop89, opera di Robert Henke. PitchLoop89 è un device basato sul Publison DHM 89, uno stereo pitch shifter e delay digitale, e sarà un altro tool che piacerà molto ai sound designer ma anche ai producer che vorranno aggiungere texture al proprio suono, colorarlo con particolarissimi vibrato, o delay con intonazioni diverse dalla sorgente originale.

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I sei devices “Inspired by Nature” sono tool curiosi e interessanti: Vector FM, Vector Grain, Vector Delay, Emit, Tree Tone e Bouncy Notes. Ognuno di questi è ispirato a principi fisici, movimenti naturali o a organismi, e che si tratti di sintesi granulare, FM o delay, questi tool sono perfetti per sperimentare un approccio molto meno schematico e più vivo quando scolpiamo il nostro suono. Come dimenticare nuovi strumenti? I nuovi String Quartet, Upright Piano e Brass Quartet sono il frutto della collaborazione con Spitfire Audio, un titano nel sampling di strumenti orchestrali che ha già conosciuto più volte le pagine della nostra rivista. Questa collaborazione è una mossa saggia di Ableton, che finalmente decide di allargare il parco strumenti con dei campioni di altissima qualità, rivolgendosi a dei veri capitani nel settore.

I nuovi pack seguono tre stili differenti, ma ognuno di essi offre clip, sample e strumenti. Voice Box ci invita ad esplorare creativamente le voci, Mood Reel ad evocare nuove emozioni con layer di suoni organici e sintetici, mentre Drone Lab ad immergerci in droni, noise e texture. Graficamente Live 11 rimane pressoché invariato, se non per le già già citate modifiche alla Clip view, Follow Action, Scene, nuovi device e per il nuovo CPU meter, ora più preciso e grazie al quale potremo monitorare il consumo di CPU per ogni traccia, utile per freeze ancora più efficaci.

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In prova

Non vedevamo l’ora di testare Live 11 e le sue funzioni, eccoci accontentati. Da dove cominciare? Ci sembrava doveroso provare il comping e linked track editing, funzioni che gli utenti di Live aspettavano da tempo. La nuova funzione è semplicissima da usare: creare nuove corsie e fare comping è un gioco da ragazzi. Poter selezionare le porzioni di clip con il pencil tool rende rapidissime le operazioni. Meravigliosa l’opportunità di poter caricare nelle corsie materiale dalla nostra libreria, per rendere questa funzione fresca, creativa e con un tocco più…abletoniano. Per i performer il MIDI comping sarà utilissimo per scegliere varie porzioni di performance (ammetto di essere il primo fan di questa possibilità). Insomma dopo tanta attesa anche Live implementa il comping, e per farsi perdonare dell’attesa, lo rinfresca con un tocco creativo.

Le altre funzioni che ci hanno colpito sono Velocity e Probability Chance. Queste due pensiamo che possano avere tantissimo potenziale e ci fanno capire come Live voglia muoversi nella direzione della semplicità e della performance. Per gli amanti della programmazione di ritmiche in MIDI, queste due riusciranno a regalare pattern che sembreranno cambiare continuamente. Perfette per parti di drums così come per umanizzare qualsiasi performance. Pensiamo sarebbe stato perfetto offrire la possibilità di umanizzare le performance offrendo anche un range di scostamento dalla griglia per le note, speriamo questa funzione venga implementata nei prossimi aggiornamenti.

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Spectral Time & Pitch

I nuovi device sono tutti ugualmente interessanti, ma Hybrid Reverb è probabilmente l’aggiunta che tutti stavamo aspettando. Non solo un nuovo riverbero, ma algoritmico e a convoluzione insieme. Possiamo utilizzarli fondendoli oppure avvalerci solo del primo o del secondo e, come già detto, potremo liberamente caricare i nostri file audio come IR ed essere molto creativi anche nel sound design. Inspired by Nature dimostra come la direzione “naturale” ed “umana” della performance sia un nuovo nodo in Live, mentre Spectral Time e Spectral Resonator aiuteranno sicuramente i sound designer a creare nuove sonorità e, nel caso del primo, anche nuove e interessanti ritmiche.

Follow Action e Time Following migliorano il lato di performance notevolmente. Nel primo caso sarà molto più semplice e divertente giocare con interi arrangiamenti senza toccare la timeline, mentre nel secondo caso la distanza tra computer music e performance live con strumenti acustici si assottiglia e integrare i due mondi è ancora più semplice. In termini di performance, Live non cambia il suo motore audio, e pare essere molto stabile, sin dalle prime versioni beta. Graficamente, come dicevamo, ci sono poche novità e molte delle quali non radicali o comunque confinate ad ambiti o funzioni specifici, come ad esempio la Clip view.

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Conclusioni

L’undicesima versione di Live introduce importanti funzionalità e migliorie che si muovono chiaramente nelle direzioni in cui il marchio eccelle: creatività e rapidità del workflow. Per molti alcune funzioni come il comping o linked editing possono sembrare degli upgrade obbligati per mettersi al passo coi tempi. Le novità interesseranno anche le funzioni disponibili nelle varie versioni di Live, con un potenziamento di Live Intro. Possiamo mettere a confronto Live Intro, Standard e Suite qui. Sul sito di Ableton è disponibile anche una lista completa di tutte le novità di Live 11. Per approfondire le novità, il video sulla pagina di Live 11 ci mostrerà alcune delle funzioni in azione.

PRO

Keys e Scales, Probability e Velocity

Nuovo riverbero

Prezzo

CONTRO

Nessuno

 

INFO

Ableton

Backline

Prezzo: Intro € 79

Standard € 349

Suite  € 599