Mint è la ricostruzione, in dominio digitale, della rarissima consoleGL2112, costruita alla fine degli anni '70 e della quale ne esistono ormai solo due funzionanti, una in Italia, agli Oxygen Studios, e una in Francia.
Mint è una suite costituita da quattro differenti plug-in utilizzabili singolarmente oppure in un’unica soluzione tramite Mint Channel Strip. Un po' di storia va raccontata, perché serve a comprendere come mai, nel 2022, era nella quale il digitale ormai ha completamente sostituito l'analogico, ancora la ricerca e l'emulazione dei circuiti analogiche non ha smesso di accendere i cuori degli appassionati. Io non ne faccio mistero, sono assolutamente a favore del digitale e sono convinto che la trasparenza e la pulizia e precisione dei moderni convertitori sia arrivata ad un livello tale di eccellenza che non si può più parlare di perdita di qualità del segnale, anzi.
Tuttavia, a volte, è proprio questa estrema trasparenza e pulizia a diventare il problema: per molti, soprattutto per i nostalgici, manca qualcosa: il suono è troppo pulito, chirurgico, e non riesce a riprodurre il feeling delle registrazioni di una volta. Certamente ci sono tanti plug-in, qualcuno ottimo qualcun altro un po' troppo approssimativo, che riproducono questa sfumatura dell'analogico, ridando alle registrazioni quel mood e quel suono un po' sporco che tanti amano.
Acustica Audio Mint è assolutamente incredibile per questo obiettivo: basta già solo utilizzare uno dei tanti preamp e il suono cambia radicalmente, proiettando l'ascoltatore indietro di qualche decade, ma in senso positivo.
È bene fare un precisazione prima di cominciare questo viaggio nel passato: Mint è pieno zeppo di imprecisioni di fase, di linearità nella risposta in frequenza, di distorsione armonica ecc ecc... ma non si tratta di errori, bensì di cose ricercate che solo strumentazioni di tanti anni fa, per altro costruite con componenti eccellenti, potevano dare. Per saperne di più circa la console, Audiofader ha pubblicato tempo fa un'intervista a Paride Lanciani, proprietario degli Oxygen Studios che utilizza una delle due uniche console GL 2021 ancora in vita al mondo.
Interfaccia e controlli
Come accennavo nell'introduzione, Mint è composto da quattro moduli (pre, eq, compressore e channel strip), in questo paragrafo mi limiterò a descrivere la versione Channel Strip poiché è quella che comprende tutti i plug-in assieme, quindi la più pratica e funzionale ai fini di un articolo.
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1- Trim: con questo controllo si agisce sulla saturazione interna a Mint: è importante sapere che input e output sono collegati in modo inversamente proporzionale per avere più o meno sempre lo stesso livello in uscita, e che questo slider non ha nessun effetto quando lo stadio di preamp è disattivato
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2- VU Meter input
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3- VU Meter Output
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4- Controllo indipendente del volume in uscita, da -24dB a +24dB
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5- Disattiva il Preamp oppure permette di selezionare uno dei quattro tipi di circuiti
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6- Seleziona un preciso tipo di emulazione di Preamp o Tape tra quelli disponibili
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7- Low Shelf Eq tarato sui 60 Hz
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8- Hi Shelf Eq tarato sui 10 kHz
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9- F1 Band, da 80 Hz a 16 kHz
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10- F1 Band Gain: da 0 a +12 dB
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11- F1 Band Boost/Cut/Toggle: attiva l'Eq e permette di eseguire un cut o un boost sulla frequenza desiderata
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12- F2 Band, da 80 Hz a 16 kHz
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13- F2 Band Gain: da 0 a +12 dB
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14- F2 Band Boost/Cut/Toggle: attiva l'Eq e permette di eseguire un cut o un boost sulla frequenza desiderata
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15- Filtro passa alte, da 15 Hz a 500 Hz.
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16- Attacco del compressore: da un minimo di 0,5 ms a un massimo di 10 ms
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17- Shmod: utilizzabile solo con il modello di compressore 1, questo controllo è molto particolare perché agisce sulla curva di attacco del compressore. Quando impostato su 2 mantiene la curva originale, su 1 attiva la curva più aggressiva mentre quando impostato su 0 viene attivata una funzione lookahead
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18- Mix: esegue una miscelazione del segnale Dry e Wet, ideale per compressioni parallele
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20- Output Gain del compressore e Gain Reduction VU meter
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21- Release: da 0,045 Sec a 1 Sec, uguale per tutti i modelli di compressore presenti su Mint
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22- SOA Control: altro parametro molto particolare, si può dire che sia in effetti un controllo sulla headroom del segnale in ingresso al modulo del compressore, in modo da lavorare il più possibile in un range ottimale
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23- Modelli di compressore: 1 è fedele a quello originale, mentre il modello 2 e il limiter sono stati studiati da Acustica Audio
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24- Threshold: da -48 dB a 0 dB
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25- Sidechain Filter: utile per escludere dalla compressione le basse indesiderate quando necessario
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26- Makeup Gain: questo stadio di amplificazione compensa il livello di compressione del segnale
In prova
La prima cosa che si nota è l'estrema colorazione che Mint apporta al suono: qui non si hanno proprio mezze misure e per accorgersene basta attivare il preamp in modalità Tape, probabilmente il più marcato degli algoritmi di emulazione. Non finisce qui, perché ogni singolo elemento attivato nella catena apporta una sua timbrica al suono, una sua distorsione, perfino compressioni del segnale dove non ci si aspetta che ci siano... alzare la funzione Trim e spingerla un po' non solo aggiunge colorazione al suono, ma si sente chiaramente come esso inizi anche ad essere compresso dalla stessa saturazione.
A proposito del compressore: è molto, ma molto aggressivo. A me, personalmente, piace questo carattere, tuttavia bisogna anche rendersi conto che si tratta della riproduzione digitale di una macchina che ha quasi cinquant'anni e, a quel tempo, non c'erano tutti i controlli che abbiamo al giorno d'oggi. Mint va utilizzato con cognizione e con moderazione, va conosciuto molto bene e, una volta che lo si padroneggia un poco, può fare cose strepitose.
Ovviamente farà la gioia dei nostalgici del suono vintage, sporco e pieno di distorsione e compressione, mentre non lo vedo adatto a moderne produzione di Pop o EDM o Rock a meno che non si voglia fare un chiaro rimando al passato. Se invece ciò che dovete mixare manca di quel feeling un po' analogico e retrò, se gli anni ‘60/’70 sono la culla dei vostri ricordi e là volete tornare, Mint è decisamente ciò che può fare al caso vostro.
Come dicevo nell'introduzione, non ci sono errori di programmazione: ci sono shift di fase anche pesanti e una non linearità nella risposta in frequenza delle quali un professionista del settore si accorge anche ad orecchio, ma è proprio questo il suo bello! Per esempio, basta solamente attivare il plug-in in insert ed ecco che il segnale subisce un drastico cambiamento, come la figura seguente mostra:
Come si può osservare lo shift di fase del segnale è marcatissimo almeno dai 20 Hz ai 200 Hz, e riprende dai 5 kHz in su: questo solamente aprendo Mint in insert. Se si necessita quindi di fare processing paralleli meglio utilizzare il knob Mix all'interno del plug-in. La non linearità nella risposta in frequenza è sempre presente, ma più accentuata negli algoritmi Line e Tape, dove diventa a dir poco esuberante.
Se proprio devo trovare il pelo nell'uovo, sarebbe stato bello avere un controllo di mix aggiuntivo per dosare alcune emulazioni di preamp, sopratutto quella Tape, perché utilizzata pura è veramente creativa ma anche molto invasiva. Tutto sommato però, se utilizzata sui giusti strumenti o su una voce, può fare cose incredibili, sparare fuori dal mix un suono e renderlo allo stesso tempo magicamente retrò e nostalgico, veramente un chicca.
Come sempre, unico tallone d'Achille di Acustica Audio, è la quantità di calcolo che questi plug-in richiedono alla vostra CPU, per cui, se siete sicuri di ciò che fate, anche un editing distruttivo (Audiosuite con Pro Tools o Bounce In Place con Logic per esempio) è un'opzione da considerare seriamente. Nei sample audio ho trattato una batteria con Mint sia sul bus principale che sui singoli elementi (Tom e Hi Hat esclusi), e il risultato è piacevolmente all'altezza di ciò che Acustica Audio ha sempre promesso a livello di qualità del suono, in più è un plug-in piuttosto facile e intuitivo con cui avere a che fare.
La ratio dei due compressori non è dichiarata, ma da un'analisi dell'andamento della differenza del segnale tra input e output si può dedurre, come mostra il grafico, che sia attorno a un valore di 1,5:1.
Tuttavia non ci si deve far ingannare da una ratio così bassa, nel senso che i più esperti sanno bene che il carattere di un compressore così come la riduzione totale della dinamica sono molto più legati a parametri quale curva di attacco e threshold, per cui sarà sempre più compresso un segnale che subisce una ratio 1,5:1 con una threshold bassa e un attacco breve rispetto a uno con ratio 8:1, una threshold alta e un tempo di attacco lungo: questo compressore, nonostante l'età e la concezione, picchia veramente duro anche quando lavora poco!
Conclusioni
Al momento in cui scrivo queste righe Mint è in offerta lancio a 89 €, ma non vi nascondo che lo acquisterei anche a prezzo pieno se dovessi trovarmi alle armi con un mix di un certo tipo, che richieda un certo sound, un certo feeling analogico veramente ben emulato. Ricordo bene, tra l'altro, che Acustica Audio ha un suo modo di campionare le macchine reali, parte per parte e non un semplice I/O generale per ricavarne un Impulse Response sul quale lavorare.
In pratica ogni parte peculiare del circuito viene campionata e portata nel dominio digitale, poi queste varie parti vengono riconnesse in virtuale come se fossero i pezzi fisici dell'outboard o channel strip veri, un lavoro certosino che giustifica sia la qualità audio che la grande richiesta di calcolo da parte della CPU.
PRO
Suono
Colorazione armonica
Compressori
Semplicità
Emulazione di molti modelli di preamp
CONTRO
Elevato utilizzo della CPU
Una funzione Mix Dry/Wet sarebbe stata ottima anche nella sezione Preamp
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