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Acustica Audio Rice: convoluzione e algoritmi per riverbero - Review

Rapporto qualità prezzo9
Suono9
Facilità d'uso8
Acustica Audio Rice è un plug-in di riverbero che combina convoluzione con algoritmi, con grandi risultati per i riverberi classici e spazi per la sperimentazione di nuovi ambienti ed effetti spaziali.
8.7

Acustica Audio ha introdotto Rice, un riverbero ibrido che associa alla convoluzione la versatilità degli algoritmi, con inediti risultati.

 

Di riverberi è piena la cartella dei plug-in, eppure non ce ne sono mai abbastanza. La storia del riverbero ha origine prima degli anni '50 del secolo scorso con una ripresa in una stanza dedicata (chamber reverb), con uno o più altoparlanti e diversi microfoni (leggendarie quelle di Capitol Studio e Hitsville), agli albori della registrazione analogica, per evolversi poi all'uso del riverbero plate qualche anno dopo con EMT 140, dove un microfono cattura le vibrazioni indotte in una piastra metallica da uno speaker. Sempre negli anni '50 nasce il riverbero a molla, messa in vibrazione da un piccolo speaker. Il riverbero a molla troverà ampia diffusione soprattutto nei cabinet Fender per chitarra, perché semplice da realizzare in poco spazio. Per lo studio di registrazione nascerà AKG BX20 a fine degli anni '60. Bisogna aspettare fino al 1976 per il primo riverbero digitale, realizzato ancora una volta da EMT con il suo 250, ancora oggi ricercatissimo e copiatissimo in una serie di plug-in. Due anni dopo arriva Lexicon con il suo primo 224 che ebbe un enorme successo per la qualità musicale del riverbero. Inutile dire che anche il 224 è stato ampiamente ripreso dai plug-in. Siamo nel 1984 e arriva sua maestà il 480L, che mette nelle mani dei sound engineer un tool per riverbero ed effetti ancora oggi potentissimo per la qualità dei risultati. A contendere il trono del 480L è stato il riverbero RMX16 di AMS (oggi disponibile anche in formato API 500). Nel frattempo il riverbero digitale entra anche negli studi più piccoli, grazie a una serie di processori come Yamaha SPX 90. Per trovare ancora un riverbero di altissima qualità ad algoritmi hardware oggi, bisogna andare su Bricasti M7 che, nonostante l'età non proprio giovane, continua a essere venduto senza sosta, ed Eventide H9000.
Nella nostra storia manca un pezzo: fino a qui abbiamo parlato di riverberi ad algoritmi: la convoluzione, che possiamo semplificare al massimo quasi definendola il campionamento della risposta all'impulso di un ambiente poi applicato al suono da processare, entra negli studi con Sony DRE-S777 nel 1999, seguito da lì a poco da Audio Ease Altiverb, giunto oggi alla versione 8, che ha fornito le caratteristiche un riverbero software a convoluzione deve avere.
Scegliere, nel 2025 di investire in un riverbero software significa prendere una decisione inziale, se ad algoritmo o a convoluzione. Fino a oggi, perché Acustica Audio Rice ha combinato entrambi in un unico plug-in, dotato di centinaia di preset e stili per renderlo immediatamente fluido e velocissimo nell'ottenere il risultato desiderato.

Interfaccia e controlli

Come in quasi tutti i plug-in di Acustica Audio, anche Rice esce in due versioni GUI: normale e flat, in questo caso i controlli sono esattamente gli stessi, cambia solo la grafica: qui di seguito possiamo vedere la versione Flat di Rice, certamente più semplice a colpo d'occhio ma sicuramente meno accattivante per gli appassionati dell'analogico!

 

acustica audio rice opinion review recensione prova andrea scansani convolution reverb algorythm

 

I controlli sono ridotti all'osso e il tipo di algoritmo è solitamente impostato automaticamente in base al preset selezionato, per una resa ottimale: ovviamente non è obbligatorio, si può scegliere il Type che più ci aggrada, dipende da cosa si vuole ottenere!
Ad ogni modo scordatevi controlli come Diffusion, Decay, RT60 e altri vari ed eventuali che spesso confondono le idee se non si è utenti più che esperti e, nemmeno a dirlo, mi piace sempre ricordare che un'ambiente ben riuscito che riesce a creare la giusta illusione è assolutamente una delle differenze basilari tra un mix professionale e uno amatoriale.
E, inutile aggiungerlo, è tutt'altro che facile ottenere lo scopo! Sia per il riverbero utilizzato (molti semplicemente non hanno il suono giusto e non saranno mai tridimensionali), sia per inesperienza del tecnico.
Ci sono tantissimi parametri da aggiustare nel modo corretto per dare la giusta distanza ai suoni nel mix, o meglio... chiamiamola pure profondità. Ovviamente poi dipende anche dal genere, ma in linea di massima una batteria deve suonare un po' più distante rispetto a chitarre e basso, mentre la voce, pur essendo ricca di ambiente spesso, deve essere l'elemento più frontale nel mix.
Rice ha ridotto la programmazione all'osso, e per ottenere questo effetto basta agire sui controlli Predelay, Size e Wet: con la giusta combinazione, unita al giusto preset, il suono lo spostiamo dove vogliamo.

Non mi soffermerò a descrivere i controlli che tutti conoscono, piuttosto vorrei parlare di quelli che nemmeno io ho mai visto, per esempio:

  • Stereo Aliver: agisce sulla parte side del segnale wet, allargando così l'immagine stereo del riverbero e arricchendo di spazialità e profondità il suono.
  • Dark: rende il riverbero più naturale, attenuando in modo naturale le alte frequenze, esattamente come farebbe l'aria stessa in un ambiente reale, dove più un suono è lontano più giunge filtrato alle nostre orecchie.
  • Spectral Shaper: attenua automaticamente le risonanze e controlla la densità delle riflessioni, in modo da rendere il suono più piacevole e adatto ad integrarsi in un mix con molti strumenti.
  • Selectivity: è un controllo che agisce sulla precisione dello Spectral Shaper, in modo da renderlo via via più chirurgico sulle frequenze da attenuare, nella pratica agisce sulla campanatura dell'eq dinamico automatico utilizzato dall'algoritmo Spectral Shaper per ottimizzare il suono.
  • Lock: questo fantastico tasto permette di mantenere invariato il rapporto tra segnale Wete Dry mentre si provano i vari preset e algoritmi di Rice, molto utile per non dover ogni volta reimpostare i parametri.

 

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In prova

Acustica Audio Rice è uno strumento potente in grado di simulare ambienti reali alla perfezione, oppure di inventarne di nuovi: combinando i Preset con i vari Type, si possono ottenere talmente tante soluzioni che non basterebbe un mese per provarle tutte!
Il suono è tendenzialmente caldo, etereo, onirico, è uno strumento perfetto se si vogliono ottenere effetti anche un poco psichedelici o sperimentali, mentre si deve lavorare un poco di più sulla scelta di IR e algoritmo nel caso si cerchi un suono più classico e naturale.
I parametri sono pochi rispetto alla maggior parte dei riverberi, ma bastano e avanzano per dare la giusta profondità e immagine stereo al mix e, a questo proposito, la funzione Stereo Aliver è eccezionale, mai invasiva ma anzi quasi subliminale come sensazione, molto piacevole, così come il parametro Spectral Shaper che quasi elimina il bisogno di equalizzare il segnale wet.
Un applauso per il consumo di CPU: siamo finalmente arrivati ad una performance che non crea alcun problema a meno che non si esageri veramente, e questo era forse il più grande tallone d'Achille di Acustica Audio; mi ricordo quando provavo i primi plug-in una decina di anni fa circa.. ok, al tempo avevo anche un computer un po' meno potente di quello che ho adesso, ma se su un MacBook Pro del 2013 con 8GB di RAM bastavano tre o quattro plug-in per impiccare la CPU a livelli per cui la DAW si bloccava, ora questo problema non si presenta mai in situazioni ordinarie.
La tridimensionalità è l'aspetto più difficile da ottenere con Rice, nel senso che bisogna lavorare bene con Predelay, Size ed equalizzatore: ma una volta capito il meccanismo, vi basterà chiudere gli occhi ed alzare il livello del segnale Wet per sentire uno strumento finire letteralmente qualche metro dietro ai monitor!!!
Ottima idea inserire anche l'ascolto separato dei canali.
La funzione Sidechain mi lascia un po' perplesso, nel senso che non si capisce esattamente come utilizarla e il manuale offre solo una descrizione molto sommaria: teoricamente, attivando il tasto SC, il segnale esterno dovrebbe influenzare il comportamento del parametro Spectral Shaper, ma in realtà non accade nulla di tutto ciò.
Ottima invece l'idea del tasto Lock, che permette di scorrere tra i vari preset e parametri senza dover ogni volta ribilanciare i segnali dry e wet.

Conclusioni

Il prezzo pieno di Rice è attualmente di 75€, per cui siamo sotto alla media del costo dei plug-in di Acustica Audio. Nel dubbio c'è il trial da provare.
Acustica Audio Rice è un plugi-n che vale la pena di avere nel proprio bundle, in particolare per il suono che è veramente caldo e gradevole, soprattutto quando si attiva la funzione Dark che attenua in modo naturale le alte frequenze. Non è ricchissimo di parametri, ma va subito la dunque con risultati ottimi e anche nuovi, grazie alla combinazione di convoluzione e algoritmi.

PRO
Suono
Semplicità di utilizzo
Funzione Dark
Tantissimi preset e algoritmi
Basso utilizzo della CPU

CONTRO
Funzione Sidechain da migliorare

SECONDO NOI
Rapporto qualità prezzo 8
Suono 9
Facilità d’uso 8
Innovazione 6
Originalità 8

 

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