Se il modulo API 512 e le seguenti variazioni sul tema rappresentano il presente del suono americano, il 312 è il cuore pulsante delle console API e il capostipite da cui è partita la leggenda.
API 312 nasce nel 1970 e utilizza il famigerato amplificatore operazionale 2520, il trasformatore in ingresso AP2516-e, che ritroviamo in tutte le console API prodotte fin dal secolo scorso. Rispetto al 512, il 312 è più spartano e ha un numero ridotto di componenti, con un range del gain da +34 a +69 dB, che si abbassa a +14 dB con il pad da -20 dB inserito, un livello d’ingresso massimo di -4 dBu (+16 dbU con pad inserito) e un livello d’uscita massimo di +31 dB. L’impedenza d’uscita si assesta sui 75 Ohm e il rapporto segnale rumore è dichiarato a 120 dB. Il 312 è un preamplificatore spartano: i controlli sono limitati al potenziometro del gain e ai pulsanti per pad a -20 dB, inversione di polarità, alimentazione Phantom a 48 Volt e un selettore per ridurre il rapporto di gain direttamente dal trasformatore, passando da un rapporto 1:3 a 1:1.
Il metering è garantito da un VU meter analogico con un led Peak. Anche i componenti sono ridotti all’essenziale sulla scheda PCB, con componenti discreti e facilmente sostituibili all’occorrenza. Gli anni di garanzia sono ben cinque. Superfluo aggiungere che il 312 è semplicissimo da usare.
Non solo 312
Il modulo di preamplificazione è sempre rimasto in produzione come outboard grazie ai modello 3124 che si sono distinti per alcune funzioni aggiunte, come il 3124V con controllo di Output e ingresso HiZ, e il 3124MV che include un mixer interno con uscita bilanciata con trasformatore, connessione Insert per ognuno dei quattro preamplificatori, panpot, post fader aux send e uno stereo Aux Return che può essere usato anche in mono.
Il più completo è naturalmente il 3124V, dove per ogni canale troviamo gli stessi controlli del 312 associati a un potenziometro per pan, un controllo di Aux Send e un potenziometro per il livello nel mixer. La sezione Master include livelli separati per Left e Right, un ulteriore potenziometro per Aux Send e quello relativo a Aux Return. Da notare che il sommatore interno utilizza gli operazionali 2520.
Analisi
Il circuito di amplificazione è sempre attivo e non è mai allineato allo stesso livello d’ingresso: anche con gain a zero, si assiste all’amplificazione del segnale di +35 dB come base di partenza (34,82 dB misurati), che diventano +25 dB ingaggiando l’uscita 3:1. A parità di segnale in ingresso, anche inserendo il Pad a -20 dB, c’è una differenza di +6 dB di amplificazione, che corrisponde al minimo di amplificazione applicata al segnale di ingresso. I microfoni con un alto livello d’uscita richiedono sia il Pad a -20 che l’attivazione della modalità 3:1 per tenere a bada il segnale.
L’effetto dei trasformatori è presente già a partire da frequenze subsoniche, con un un bel boost sulla terza e quinta armonica, che prosegue anche sulle medio basse, dove si assiste gradualmente a una riduzione proporzionale delle due armoniche che tendono a scomparire spostandosi verso il range delle alte frequenze, dove appare solo la terza armonica ma con un livello così basso da essere ininfluente.
Tra i pregi del 312 c’è la buona silenziosità del circuito e un headroom impressionante. Anche la risposta in fase non produce distorsioni particolari, tanto da poterlo utilizzare in riprese con altri preamplificatori trasparenti senza problemi di correlazione. Un po’ meno bene i pop che si creano premendo Pad e Pol, che non sono gestiti da relè, ma questi sono inevitabili dati i circuiti usati da API.
Le differenze con API 512
A parità di segnale in ingresso, il 512 parte con una amplificazione di +33 dB rispetto al segnale originale, quindi un paio di dB in meno rispetto al 312, che su 512 scende a 13,5 dB con Pad inserito. Il 512 è più rumoroso verso le alte frequenze intorno 15 kHz rispetto al 312, e ha un contenuto armonico ridotto alla sola terza armonica a 500 Hz a -64 dB rispetto al segnale. L’effetto del trasformatore appare anche qui sulle basse frequenze: a 20 Hz troviamo la terza a - 50 dB predominante sulla seconda e sulla quinta, a differenza del 312 dove la seconda e la terza hanno valori quasi identici.
Il suono
Siamo rimasti affascinati dal suono di 312, perché è quel preamplificatore che tende a esaltare le basse frequenze senza ingolfare il mix. Nella ripresa di cassa e basso è risultato immediatamente vincente. Nelle voci baritonali, con un Neumann U87, abbiamo ritrovato colori più delicati ma nitidi sulle medio basse. Anche sulla ripresa della chitarra acustica, con un microfono DPA, il risultato è stato una colorazione più dinamica e ricca sulle medio basse frequenze, con un suono decisamente caldo e una descrizione portata più avanti, nel soundstage, rispetto a preamplificatori più neutri. Il 312 è un preamplificatore con un temperamento più rock rispetto al 512, anche se le differenze sono sottili. È più ruggente e con una dinamica meno controllata, ma non sbagliata o ingestibile, rispetto al 512 che è più educato.
Sembra quasi che un numero minore di componenti abbia portato con sé una maggiore essenzialità del timbro, che si sposa molto bene in qualsiasi contesto rock o pop dove si cerca quel calore e quella energia sulle basse frequenze che è tipico del sound americano. Se avete già un paio di 512, probabilmente il 312 è preamp da aggiungere per completare il quadro API. Se non avete mai messo un preamplificatore API in un rack serie 500, la scelta tra 512 e 312 passa dalla flessibilità del primo, dotato anche di ingresso DI, al carattere leggermente più ruspante e vivo del 312, che si conferma dopo più di 50 anni un progetto vincente quando si parla di suono analogico e caldo. Esistono diversi progetti DIY per emulare il 312, ma solo quello di API è l’originale e mantiene un valore stabile sul mercato dell’usato.
Nello studio professionale, è probabile che la scelta migliore sia il 3124MV per la sua flessibilità di collegamenti, oppure il più scarno 3124V. Entrambi offrono anche gli ingressi DI, per cui se è il suono API che vi interessa, non è da sottovalutare la soluzione a rack. Personalmente amiamo il 312 quando si tratta di cassa, rullante, chitarra acustica ed elettrica, basso e voci maschili non troppo ricche di basse frequenze e riprese del Leslie dell’organo Hammond. Nel caso del rock, le voci femminili diventano immediatamente più vive e adatte al genere.
Conclusioni
API 312 è il cuore pulsante e più diretto di tutto il suono americano API. È l’essenza stessa della filosofia API, che si paga però con meno flessibilità rispetto al 512 e ai moduli a rack 3124. Indirizzato al cultore dell’analogico, rientrerà nella disponibilità di quegli studi professionali che desiderano avere a disposizione ogni singola nuance del suono API.
Pro
Il cuore del suono API
Silenzioso
Contro
Click e pop quando si ingaggiano i pulsanti
Distributore:
Funky Junk
Prezzi:
API 312: € 899 inc. IVA
API 3124V: € 3550 inc. IVA
API 3124MV: 4249 inc. IVA