Con MBOX Studio USB, Avid rinnova l’interfaccia audio/MIDI per musicisti e project studio che lavorano con Pro Tools, in un formato desktop inconsueto ma con un numero maggiore di connessioni e funzioni, e con un’apertura maggiore verso il mondo della chitarra e del basso
Avid MBOX Studio, con connessione USB-C, gestisce un massimo di 21 ingressi e 22 uscite, tra analogiche e digitali, con una risoluzione di 24 bit fino a 192 kHz, con driver audio sia per Mac che per PC a bassa latenza. Include un equalizzatore digitale per ogni canale digitale o analogico in ingresso e un effetto di riverbero e delay comune a tutti canali in ingresso. Come su Carbon, anche su MBOX Studio troviamo gli stessi preamplificatori a impedenza variabile per i quattro ingressi microfonici, due sul pannello frontale e due posteriori, tutti con ingresso combo che accettano anche segnali di linea bilanciati o sbilanciati e segnali ad alta impedenza come la chitarra elettrica o il basso. MBOX Studio gestisce fino a 21 ingressi in fase di registrazione via USB e otto output di playback da computer, che possono essere mixati con le uscite del mixer interno a 21 canali. Dal pannello di controllo si gestiscono le funzioni di monitor controller, i volumi indipendenti delle due uscite cuffie, l’attivazione dell’ingresso Bluetooth, i livelli dei sei ingressi analogici, con le funzioni di alimentazione Phantom, la scelta dell’impedenza, il pad e il tipo di ingresso. La scelta dell’ingresso è facilitata dall’encoder a sinistra che, premuto, permette di passare in sequenza i sei ingressi analogici, che possono essere posti in link stereo o meno, così da modificare le funzioni e il gain con lo stesso encoder. L’encoder a destra è deputato alla gestione dei livelli delle destinazioni dei monitor. Due pulsanti sono curiosi: quello viola con un M richiama il pannello di controllo di MBOX Studio sul computer e il pulsante inferiore Tune trasforma i led del metering in un perfetto tuner per chitarra o basso! Entrambi molto comodi. Infine ci sono quattro pulsanti customizzabili nelle funzioni e nei colori, quando attivi o spenti. MBOX Studio offre le stesse opzioni di controllo sia con Pro Tools Studio, inserito nel bundle software, che con qualsiasi altra DAW, grazie a MBOX Control che è l’applicazione universale per la programmazione e il mix dei segnali.
Le connessioni
Anteriormente troviamo i due ingressi combo con impedenza variabile per microfono, impedenza fissa a 10 kOhm per Line e ad alta impedenza per strumenti musicali, accettando anche connessioni sbilanciate. A fianco c’è un’uscita ad alta impedenza per inviare il segnale a un cabinet che viene ripresa dall’uscita posteriore FX Send 2. I chitarristi e bassisti sono serviti per il reamp! Posteriormente sono presenti il terzo e quarto ingresso combo, con le medesime opzioni dei primi due, e due ingressi Line (5-6) che accettano ingressi bilanciati su jack TRS. Basta un’occhiata per capire che Avid ha scelto le connessioni TRS per risparmiare spazio e integrare l’interfaccia in un ambiente prettamente musicale, ma senza dimenticare gli studi. Lo sguardo verso i chitarristi è ancora più evidente dalla possibilità di trasformare le due uscite Line/FX 1 e 2 in segnali ad alta impedenza, adatti tanto ai pedali quanto ai cabinet. L’uscita Line/FX2 è quella che si trova replicata sul pannello anteriore come Out To Amp, con facoltà di cambiare l’impedenza. Dove ci sono mandate FX ci sono anche i ritorni, e infatti troviamo altri due ingressi TRS 7-8 chiamati Line In o FX Returns, dipende da cosa si vuol fare.
La sezione monitor prende una prima coppia Main e una seconda coppia Alt. Gli I/O digitali prevedono l’interfaccia ADAT e S/PDIF. Chiudono l’interfaccia MIDI In/Out, la connessione USB-C, che non alimenta l’interfaccia e per la quale è necessario l’alimentatore esterno fornito di serie, e due ingressi per pedali, di cui uno per pedale continuo. Possono funzionare come pedali MIDI o per richiamare alcune funzioni dell’interfaccia, come il Tuner e i comandi del monitor controlller. Nella confezione è incluso anche un adattatore da USB-C a USB-A.
Il mixer interno
Il cuore della programmazione è un'applicazione che è suddivisa tra i 20 ingressi analogici e digitali nella prima riga, che possono essere messi in link stereo, gli otto canali provenienti dal software (Software Input) e le uscite hardware analogiche, digitali e Bluetooth. Non esiste una matrice o una pagina speciale per i indirizzare gli ingressi hardware e software singolarmente a uscite audio indipendenti. Il trucco escogitato da Avid è tanto semplice quanto geniale. Ogni uscita audio è contraddistinta un colore (verde per Main, giallo per Alt, rosso per ADAT e così via). Cliccando sul canale di uscita, l’applicazione si aggiorna, cambia il colore dei fader dello stesso colore assegnato all’uscita audio e permette di vedere immediatamente quali sono gli ingressi software e hardware inviati a quella uscita. E’ sufficiente passare in rassegna le diverse uscite per capire cosa sta andando a chi.
Ci sono alcuni particolare da tenere a mente: l’uscita Alt è duplicata alla porta Bluetooth, le due uscite cuffia sono indipendenti così da creare due layout differenti, Line/FX 1 e Line FX/2 possono operare indipendentemente, con Line/FX 1 che possiede anch’esso l’opzione di uscita ad alta impedenza per il reamp, i canali stereo ADAT possono essere gestiti anche come doppi canali mono indipendenti. E' sufficiente un convertitore AD con porta ADAT a otto canali per accedere quindi a otto altri mix indipendenti! I singoli livelli di monitor sono salvati anche nelle memorie preset, che memorizzano l’intero stato di Mbox Studio. E’ possibile ottenere una visione compatta dei canali. Non ci sono limiti nel routing: il singolo ingresso può essere inviato a qualsiasi uscita con livelli differenti, ma non è possibile modificare altri parametri del canale in ingresso, come pan, gain etc. Esiste anche una modalità avanzata di mix per controllare i livelli dei canali in ingresso indipendentemente dai livello d’uscita successivi, la possibilità di replicare il segnale inviato a Main per tutte le altre uscita audio, e infine un’opzione per replicare l’uscita Main a S/PDIF. E’ possibile creare un loopback digitale per cui gli ingressi software 7-8 sono indirizzati direttamente all’ingresso ADAT 7-8 che potrà essere usato come ingresso digitale in un’altra DAW o applicazione. Il loopback non funziona sopra i 176,4 kHz di frequenza di campionamento.
La channel strip
Ogni canale in ingresso, compreso il bluetooth, è dotato di una channel strip chiamata Channel Focus, che consente di impostare il gain, l’offset tra i canali stereo, il bilanciamento tra i canali, l’ampiezza del pan, le funzioni di Mute, Solo, inversione di polarità, Pad a -10 dB, livello send per Avid FX, con possibilità di send pre fader, e un equalizzatore a quattro bande, di cui LF e HF possono essere scelte tra shelving o peak, con valori di frequenza, gain e Q.
L’eq permette anche di ascoltare la singola banda, rispetto a tutte le altre. In caso di ingressi analogici, si aggiungono i parametri per la scelta del tipo di ingresso tra Mic, Line e alta impedenza, alimentazione a 48 Volt indipendente per ogni preamp, impedenza dell’ingresso per microfono a scelta tra 1, 5 e 10 kOhm, attivazione del filtro HPF e del soft limiter. Ogni canale in ingresso e uscita può essere rinominato. Invece che usare l’eq interno, è possibile inviare a Pro Tools il canale in ingresso da elaborare con l’eq della DAW.
AVID FX
Se l’equalizzazione è indipendente per ogni canale hardware in ingresso (non si può però applicare ai software input), gli effetti di delay e riverbero sono comuni a tutti i canali hardware e software in ingresso. La logica è di usarli non tanto per un mix, ma come elementi per caratterizzare l’ascolto del musicista in cuffia mentre si registra in cuffia, per esempio. La programmazione si raggiunge dal tab AVID FX che, quando richiamata, inibisce qualsiasi altro richiamo di canali. In questa modalità, però, i fader diventano viola a indicare che funzionano come send fader e non come livello.
Il send può essere pre fader indipendentemente per ogni canale, escludendo quindi l’applicazione dell’eq. Il livello di return è invece stabilito nella finestra di AVID FX, per cui c’è sempre un bilanciamento da fare tra send e return. Se soprattutto il return level è troppo basso, non si raggiungeranno i risultati sperati. La programmazione dei due effetti segue i classici parametri, con possibilità di scegliere tra due ambienti di riverbero, Large e Church, con tre dimensioni diverse tra Small, Medium e Large
I pulsanti programmabili
Ognuno dei quattro pulsanti si programma direttamente dalla pagina richiamando un menu che consente di scegliere il colore e le due azioni previste per una veloce pressione o per una pressione più prolungata. Il colore del pulsante non varia per indicare quale delle due funzioni sia stata attivata.
Le impostazioni
La prima riga in alto dell’applicazione racchiude una serie di preferenze per l’uso. Preset consente di gestire la memorizzazione dello stato di MBOX Studio da richiamare all’istante. Assegnando un preset ai preferiti, è possibile richiamarlo da pannello associandolo a uno dei quattro pulsanti programmabili. I file preset sono salvati su una cartella del computer. I due pedali si programmano velocemente dai rispettivi menu e infine troviamo la frequenza di campionamento e la sorgente di clock, le cui impostazioni si raggiungono dall’apposita pagina, la quale mette in evidenza anche la latenza. Nelle preferenze si possono programmare diverse opzioni, come il tipo di formato ottico, il metering pre o post fader, la soglia del soft clip, la modalità monofonica per le cuffie, il ground lift per l’uscita Hi-Z Out to Amp e l’impedenza di FX Loops. Se non gradita l’illuminazione viola del logo Avid e dei due encoder, si può attivare lo spegnimento.
Il tuner
Bellissima la funzione tuner, che può essere richiamata sul computer e, contemporaneamente visualizzata sul pannello di Mbx Studio, dove i led dei sei canali in ingresso riportano la nota e il meter a sinistra individua se l’intonazione è calante o crescente.
Incluso nella confezione
Il bundle software non è da poco, anzi! Oltre alla versione di Pro Tools Studio completamente operativa, MBOX Studio porta con sé anche un anno di abbonamento a Sibelius Artist, per la notazione musicale, ViberBox, BPM Create – Mbox Producer Toolkit, Lusch VOX, sette Plugin Alliance (ADA Flanger, Ampeg SVT-VR Classic, Brainworx bx_bluechorus2, Brainworx bx_console N, Brainworx bx_greenscreamer ,Brainworx bx_megadual, Brainworx bx_opto) e tre mesi di abbonamento per Secrets of The Pros.
Re-amp e FX Loops
Non è un mistero che MBOX Studio sia stata progettata soprattutto per i chitarristi. Le sue funzioni di re-amp sono subito in bella mostra grazie all’uscita Hi-Z Out to Amp (canale Internal 8) sul pannello frontale, tramite un semplice cavo jack sbilanciato TS. Da qui a registrare l’amplificatore con un microfono su un altro canale è questione di un altro cavo da inserire! Al chitarrista professionista, ma non solo, piaceranno anche le due uscite FX Send e i due FX Return, che hanno una grande valenza anche in fase di produzione per chi vuole inserire dei pedali per modificare tracce su Pro Tools o altre DAW. Dato che il routing è completamente flessibile, ci si mette un secondo a duplicare il segnale e processarlo in parallelo con altri pedali, grazie all’opzione di usare le uscite in alta impedenza che si attiva dalle preferenze. In un’unica interfaccia troviamo quindi tutto l’occorrente per collegarsi al mondo dei pedali e degli effetti. Si velocizza il processo di creazione del suono in qualsiasi DAW.
In prova
La programmazione del delay e del riverbero richiede qualche attenzione, perché i due effetti sono posti in serie. L’esempio più estremo è un delay impostato a 300 ms con il fader Dry/Wet tutto su Wet. In questa condizione, il riverbero non si attiva se non dopo i 300 ms che sono necessari per inviargli il segnale. Il bilanciamento wet/dry del delay può diventare critico per il riverbero e conviene sempre rimanere intorno al 50%, valore per cui gli effetti del delay potrebbero essere non così evidenti. Un altro aspetto importante è il rapporto tra send e return. Soprattutto return va lasciato anche bel po' oltre all0 0 dB per avere un risultato ben evidente, associando un livello send che non è basso. Entrambi gli effetti sono sufficienti per dare ambiente e code al suono, ma non sono particolarmente tridimensionali. C’è poi un effetto chiaro di comb filter quando si mettono entrambi in bypass e con livelli di return e send elevati, segno di qualche campione di latenza di troppo tra segnale originale e segnale inviato agli effetti anche se in bypass. Qui sarebbe opportuna una funzione automatica per cui se gli effetti sono posti in bypass anche i livelli di return siano azzerati o si attivi il Mute del Return. Il comb filter è evidente con il bypass del riverbero. Un’altra anomalia operativa è il fatto che non si possa selezionare un canale quando è attivo il tab di AVID FX, per richiamarne la channel strip. Occorre sempre ritornare su Channel Focus. Molto bene invece l’equalizzatore, che non ci è mai parso granuloso ma anche sulle alte ha mantenuto un timbro con una certa ricchezza di armoniche: non si può definire l’eq più trasparente mai sentito, ma non ha quella estrema asprezza e granulosità che molti eq dimostrano su interfacce audio.
In tema di connessioni, MBOX Studio può tranquillamente essere il nuovo riferimento per chi si occupa di interfacciarsi anche con il mondo dei pedali e del re-amp. Aver inserito un FX Loop a due canali con le impedenze corrette, risolve elegantemente il problema di connettere pedali, chitarre e amplificatori, aprendo un mondo anche per chi non vuole dotarsi di aggeggi vari per usare i pedali con la DAW. Ne guadagna il flusso di lavoro e la creatività! Se in più aggiungiamo la funzione di Talkback con microfono integrato (il quale è filtrato da un HFP e sottoposto a un limiter, entrambi non programmabili) e i due AVID FX per il tracking in cuffia, non abbiamo dubbi che MBOX Studio abbia nel suo DNA la registrazione di cantanti e musicisti. Le connessioni ci sono tutte, comprese Bluetooth sia in ingresso che uscita, la flessibilità di routing è esemplare per facilità d’uso e l’opzione di Low Latency Monitor attivabile da Pro Tools conferma la finalità del progetto.
Come suona? Considerando il prezzo, e anche la tradizione passata della serie MBOX, Avid è riuscita a ottenere un ottimo compromesso tra potenza, funzionalità e suono. I preamplificatori sono piuttosto vivaci come suono, ma anche molto ben controllati tanto da non esplodere quando si tirano su i dB di gain. Le opzioni di impedenza sono perfette in fase di re-amping, lasciando il massimo dell’impedenza per la ripresa delle voci. Il filtro HPF è forse un po’ troppo intrusivo, cioè taglia molto. Considerando che c’è anche un eq, forse poteva essere più gentile. I convertitori AD e DA sono più che adatti al lavoro di MBOX Studio: per creare produzioni professionali vanno più che bene, perché poi il gioco si sposta come sempre sullo streaming. Sono puliti e dinamici come ci si aspetta su una fascia di questo prezzo. Per avere qualcosa di più occorre spendere molto di più. L’unico aspetto che non abbiamo apprezzato appieno è l’estetica del prodotto, ma è una opinione personale. I pulsanti in gomma, la copertura opacata del pannello superiore e la forma in generale sembrano uscite dagli anni ’90, anche se poi la retroilluminazione degli eccellenti encoder (finalmente di grandi dimensioni!) lasciano un’impressione di tecnologia recente. Sono però tutte indicazioni personalissime: i gusti non si discutono quando tutti gli elementi, come in questo caso, partecipano a ottenere un risultato operativo molto veloce e intuitivo.
Conclusioni
Avid MBOX Studio è una sorpresa per l’idea generale. Oltrepassa la soglia della classica interfaccia audio/MIDI, anche grazie a Pro Tools Studio integrato, per arrivare a una soluzione complessa, ma facile da utilizzare, che unisce le richieste del fonico, del chitarrista e dei musicisti in tema di connessioni e possibilità. Essere oggi un musicista con uno studio è un bel vantaggio: con una MBOX Studio si risolvono i problemi di collegamento di qualsiasi oggetto musicale in studio. Se poi siete chitarristi, MBOX Studio è la vostra interfaccia da usare in produzione e registrazione, garantendo a pedali e preamplificatori una lunga vita anche in tempi digitali.
Pro
Connessioni ad alta impedenza
FX Loop per pedali a due canali
Bluetooth in ingresso e uscita
Quattro pulsanti programmabili
Mixer digitale facile da programmare
Tuner anche da pannello
Può essere usata con qualsiasi DAW
Pro Tools Studio in bundle
Contro
Assenti scelte di impedenza per cuffie
Comb filter con AVID FX se in bypass
Manca la gestione del sub per il monitor
Info
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