Quando si parla con fonici di lungo corso, come Foffo Bianchi intervistato su questo numero, si coglie invariabilmente un senso di nostalgia per i tempi passati quando le produzioni erano imponenti, studiate e il suono finale era parte del progetto. Foffo sottolinea a più riprese come i discografici si siano spostati, quasi tutti, su un modello di business che non prevede ricerche particolari sulla qualità timbrica ma, piuttosto, l’uso di licenze di prodotti già finiti. Seguendo questo filo, la conclusione è che la maggior parte delle produzioni sono anonime e uniformate come suono, non rispettando il genere musicale o i […]