Eventide reintroduce, dopo 50 anni, il leggendario Omnipressor 2830, il processore di dinamica più potente di sempre, aggiornandolo alle necessità odierne grazie al controllo Mix per la compressione/espansione parallela.
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Nel 1972, Eventide è una piccola azienda americana con le idee molto chiare. Siamo ancora negli anni in cui i compressori e i limiter sono usati soprattutto nel broadcast per il controllo del segnale i quali si sono intrufolati negli studi di registrazione, dove c’è chi comincia a usarli in modo creativo e chi invece ne vede solo l’utilità per evitare distorsioni sul nastro. Di sidechain non se ne parla, perché tutti i compressori e limiter dell’epoca lavorano in modalità closed-loop, cioè il segnale in entrata regola la riduzione del gain secondo tecniche diverse.
Richard Factor, di Eventide, comincia a pensare di separare il circuito che modifica il gain (un VCA) da quello relativo al segnale di controllo (sidechain). Omnipressor anticiperà di anni il concetto di sidechain separato ed elaborato per il controllo, in un circuito open loop.
Nel 1972 appare il primo prototipo di Omnipressor basato sui moduli di DBX per level detector RMS e compander (compressione ed espansione) utilizzati per la riduzione del rumore su nastro magnetico. Nel giro di poco tempo si rende disponibile anche un chip con quattro amplificatori logaritmici, ognuno di 30 dB, che sarà impiegato come level detector.
Nasce quindi il primo Omnipressor Model 2826 che sarà migliorato nel 1974 dal Model 2830, che introduce una serie di controlli per rendere più facile la programmazione e la calibrazione. Proprio sull’aurea del 2830 nasce la versione moderna AU, che ne mantiene le stesse caratteristiche e altre ne aggiunge.
Qui vogliamo solo far notare un particolare: fin dalla sua nascita, avendo un circuito open loop che separava il sidechain dal segnale da processore, Omnipressor aveva già un filtro HPF a 200 Hz sul sidechain, così da escludere cassa e basso (o altro) dal compressore. Era il 1972!
Dal vintage all’edizione speciale
Bisogna dare atto a Eventide di essere stata coerente con il progetto originale, che prevedeva solo poche parti custom come il meter, il modulo di riduzione del gain, i trasformatori e gli switch su pannello. Per esempio, al posto dei vecchi operazionali Motorola MLM301 troviamo i più recenti LM301, che sono derivati dal quel progetto. Il precedente modulatore/demodulatore MC1496 sembra essere stato sostituito da un TI TL441, un amplificatore logaritmico a quattro stadi, ognuno da 30 dB, asservito da diversi operazionali TI 4580. L’antico VCA DBX è oggi un THAT 2180 che è nato sull’esperienza dei precedenti VCA DBX. I due trasformatori custom Eventide sono oggi sostituiti dagli eccellenti Lundhall LL1539 per l’uscita, con livello di saturazione di +24 dBu a 20 Hz, e Lundhall LL1540 per l’ingresso con una distorsione dello 0,1% a 50 Hz a +20 dBu. Le connessioni audio sono realizzate con componenti Neutrik e tutta la costruzione è in SMD, su due schede: la prima è dedicata solo alle connessioni audio e ospita i due trasformatori, la seconda è dietro al pannello di controllo e include anche tutti i trimmer per la calibrazione, la quale si avvantaggia di un connettore multipolare dedicato esclusivamente ai test e alla calibrazione.
Sulla PCB dietro al pannello posteriore troviamo ben nove trim per la calibrazione, nonché quattro jumper per stabilire le regole dalla connessione con altre unità Omnipressor per quanto riguarda il segnale di sidechain in stereo o Master. L’alimentatore è uno switching Mean Well, già notato in altri outboard di alta classe. Le connessioni posteriori prevedono Line Out e Line In su XLR e jack ¼’ sbilanciato, e Link In/Out per il sidechain.
Il progetto è un aggiornamento costruttivo e tecnologico rispetto all’originale, del quale è mantenuta la filosofia operativa. Omnipressor è assemblato e costruito in Cina: la qualità dei componenti è eccellente, come anche la pulizia del circuito. C’è poco da dire: già diversi produttori (tra cui SSL) producono in Cina con risultati qualitativi eccellenti. Preferiamo che sia così. Nel passato l’esternalizzazione della costruzione di alcuni outboard in Europa ad alto costo non era così qualitativamente buona.
I controlli
I controlli sono identici all’originale: a sinistra la soglia (-25/+15), il tempo di attacco (0,1 microsecondi fino a 100 millisecondi), il tempo di rilascio (da 1 millisecondo a 1 secondo), gli switch per il bypass hardware (Line), per l’inserimento del filtro HPF sul sidechain (Bass Cut) e quello a tre posizioni per la scelta del meter tra Input, Gain e Output.
Nella nuova versione sono stati inseriti anche un potenziometro per il livello d’ingresso da -60 a +12 e il potenziometro Mix per la compressione parallela. Il VU meter, retroilluminato, è identico all’originale nella grafica. A destra troviamo il controllo di Function per scegliere in continuazione la modalità operativa con relativi rapporti, tra Expansion, Compression e compressione negativa, seguito dai controlli di Atten Limit (-30/0) e Gain Limit (+30/0). Sono stati eliminati i pulsanti di calibrazione e di accensione, qui sostituiti da uno switch Link per collegare più Omnipressor in cascata, dal pulsante di accensione e dal controllo di Output (-12/+12).
I controlli Input e Output sul pannello sono utilissimi per aumentare il livello del segnale per i trasformatori, così da spremere quella distorsione armonica così tanto ricercata. Il livello d’ingresso massimo è + di 20 dB (dipendente dall’impedenza che vede il trasformatore), oltre il quale Omnipressor va in clipping (vediamo già gli sguardi assetati di distorsione) con livello nominale da 0 a + 8dB. Il livello massimo di uscita è di +18 dB e qui interviene il controllo di Output per compensare la compressione. Il controllo di Input Level, invece, agisce sia sul livello assoluto del sidechain che del segnale da processore, modificando quindi la soglia e il comportamento della dinamica.
Operatività
Apparentemente, Omnipressor è un compressore, con ratio da 1 a infinito (limiter se il tempo di attacco è al suo minimo) per poi passare a rapporti negativi fino -2:1 da -0.1:1 (per approfondimenti, si veda lo speciale Compressione Negativa), e un expander fino a 10:1 (gate).
I due controlli Atten e Gain Limit cambiano tutte le carte in tavola. Fino a che sono al loro livello minimo (-30 o +30), Omnipressor si comporta come un processore di dinamica prevedibile, ma non appena si utilizza Atten Limit, per il compressore, e Gain Limit, per l’expander, le cose cambiano radicalmente. Combinando questi controlli, con le possibilità di compressione negativa, è possibile esaltare qualsiasi porzione dell’inviluppo di un suono, andando dal taglio dei transienti alla loro esaltazione, senza mai esagerare. I due peak led Atten e Gain, a fianco del meter, permettono di tenere sotto controllo come sta lavorando il processore di dinamica. Ci sono momenti, per esempio, per cui i led si illuminano ma il meter è ancora fermo.
Per chi conosce il broadcast, i due controlli sono perfetti per lasciare lavorare Omnipressor senza sorprese: si stabilisce il limite di gain per l’espansione e quello per il compressore, oltre il quale il processore non potrà andare. Il trucco, per stabilire analiticamente i valori, è usare la soglia al minimo (-25), senza alcun segnale in ingresso, impostare il meter su Gain, spostarsi sul massimo di Expansion e stabilire con Gain Limit la quantità di gain massimo per l’expander al valore desiderato (da 0 a +30 sul Gain Meter). Lo stesso si può fare con il compressore, portando Function a -0.1 e agendo su Atten Limit per definire la quantità di compressione massima (da -30 dB a 0 db). Così ragionerebbe un ingegnere broadcast.
Il fonico in studio seguirà le sue orecchie per stabilire cosa vuole fare. A differenza dei classici compressori ed espansori, impostare una soglia limite di gain equivale a definire anche il crest factor, che può essere gestito ulteriormente con il controllo di Mix in compressione parallela.
Omnipressor lavora con un level detector RMS ma c’è un’occasione in cui diventa un Peak detector, cioè quando si imposta Attack Time a 0,1 microsecondi.
Per i più sperimentatori c’è anche la facoltà di usare l’ingresso Link In come control voltage logaritmico per il processore dinamico, con un range dinamico di 60 dB e un range da +12 a -12 Volt DC. Per ottenere questa funzione, occorre modificare i quattro jumper interni spostandoli su MTR Link. In questa modalità funzioneranno solo i controlli di Input, Mix e Output oltre al meter. Il control voltage, tuttavia, non produrrà effetti tipo ring modulator ma sarà ancora utile per chi vuole sperimentare la modulazione d’ampiezza, perché il segnale è logaritmico e unipolare, informazione utile per chi arriva dal mondo dei synth modulari.
In prova
Ed eccolo qua finalmente in studio! Non lo avevamo mai comprato prima perché sapevamo che potevano esserci problemi per alcune parti di ricambio: in particolare i trasformatori, il meter e il modulo DBX, a sua volta incastonato in uno scatolotto chiuso. Pur avendolo usato e amato, abbiamo sperato fino a oggi in una riedizione: il 2830AU è una manna dal cielo! Sulla carta, Omnipressor sembrerebbe un processore di dinamica flessibilissimo, ma per chi non lo conosce, non appena si comincia a lavorarci nascono dubbi su dubbi perché i risultati sono perlomeno strani. Si lavora in compressione e appare un’espansione sotto una certa soglia, e viceversa.
I primi momenti sono difficili perché manca un dato fondamentale che è nascosto, e ci permettiamo di dire non ben spiegato, nelle pagine del manuale. Omnipressor lavora sempre contemporaneamente come compressore ed espansore. Il punto in cui lavora come compressore si trova sopra lo 0 dB del Gain meter (non nel livello di input o output), mentre passa ad espansore sotto lo 0 dB. E’ lampante che l’impostazione più importante è il livello d’ingresso che può essere modificato con Input, il quale a sua volta rende necessario modificare la soglia in base al bilanciamento che si vuole ottenere tra compressione ed espansione. La soglia è fondamentale: sopra il valore soglia Omnipressor agisce come compressione in base al rapporto che si sceglie. In pratica non esiste una modalità vera e propria di Omnipressor, perché il potenziometro Function non fa altro che spostare il bilanciamento tra espansione e compressione, e relativo rapporto tra ingresso e uscita, sempre tenendo il punto di 0 dB del Gain meter come soglia reale. Si comprende quindi perché anche usando una compressione negativa estrema, Omnipressor lavori ancora come espansore al di sotto della soglia impostata. Qui entrano in gioco i due controlli di Atten e Gain Limit.
Per esempio se Omnipressor comprime poco perché la soglia è alta, avremo una maggiore espansione che potrebbe aumentare troppo il livello di uscita della parte sottostante la soglia. Per evitare queste esplosioni di gain, occorre agire su Gain Limit che limiterà la quantità di gain che sarà aggiunta al segnale in decremento fino a un massimo di +30 dB, che però può essere sommato al livello del segnale in ingresso. Allo stesso modo accade per Atten Limit, che controllerà il limite di riduzione del gain di compressione. Entrambi i controlli hanno un range di 30 dB, che non sono affatto pochi. La regola da ricordare è che Attenuation Limit è legato alla riduzione del gain, mentre Gain Limit è relativo all’espansione. I due termini generano confusione, perché si è portati a pensare che Attenuation sia legato all’espansore/gate, mentre Gain sembra più legato al compressore. E’ esattamente il contrario! Corollario a questa regola: se si vuole usare Omnipressor come puro compressore, occorre azzerare l'azione dell'expander portando a zero il Gain Limit. Al contrario, per usare solo l'expander, senza compressione, si porterà a zero Attenuation Limit.
Ci sono alcuni trucchi che possono facilitare la programmazione: il primo è operare con Mix tutto a destra, così da sentire solo l’effetto di Omnipressor da aggiungere al segnale originale. E’ sempre, interessante, per esempio, vedere come le impostazioni di attacco e rilascio, quest’ultimo da sincronizzare al tempo del brano, siano più facili da riconoscere con l’expander. Una volta trovato il tempo di rilascio corretto, per esempio, si passa al compressore e basterà decidere soglia e rapporto di compressione per avere una compressione perfetta. In più, è possibile limitare la compressione con Atten Limit: di solito 10 dB sono più che sufficienti per non snaturare la traccia. Spesso anche meno per creare movimenti dinamici.
Si scopre molto presto che Omnipressor non è solo un compressore trasparente sul VCA con il suono dei trasformatori, un po’ scuro, ma è un processore per effetti dinamici unico e inimitabile. La sua specialità è dare ritmo e dinamica ai pezzi, sia con il compressore che con l’espansore. In pochi istanti un qualsiasi brano piatto diventa potente, interessante, dinamico e soprattutto vivo. Lo si può applicare ovunque sempre con grande soddisfazione: non è difficile trovare l’hotspot, che spesso si trova qualche millimetro avanti o indietro rispetto a una prima impostazione dei parametri. Si tiene tutto sotto controllo grazie ai due potenziometri di Limit, che sono una manna dal cielo. La replica in plug-in ci si avvicina, ma l’hardware è irriproducibile perché il gioco tra la distorsione dei trasformatori, la distorsione introdotta dal VCA e dai tempi è impossibile da riprodurre. E’ un outboard analogico di razza unica ed è in grado di cambiare le sorti di una traccia audio spenta o di un mix troppo digitale. Il bello è che una volta che si addiziona al mix l’effetto ottenuto, non c’è modo di capire che è intervenuto un Omnipressor e non ci sono altre possibilità di riprodurne l’effetto.
Solo dopo averlo capito a fondo, si cominciano ad apprezzare alcune scelte, come per esempio il controllo di Output che lavora solo con Omnipressor attivo che, assieme al bypass hardware, consente di ottenere un buon confronto A/B.
Il filtro HPF sul sidechain diventa oggi un’opzione per esagerare l’effetto dinamico seguendo la cassa e il basso, piuttosto che evitare il trigger del compressore, perché quando si unisce il segnale originale a quello processato si può scegliere, per esempio, se usare Omnipressor per dare una esaltazione sulle medio alte e alte frequenze (con Bass Cut inserito) oppure essere più lineari.
Il controllo di Mix è una rivoluzione per Omnipressor, che a distanza di 50 anni è quel processore di dinamica da usare quasi sempre in parallelo. Il controllo permette di trovare sempre il punto esatto assieme alla soglia. E più Omnipressor lavora, più la distorsione aumenta. Lo si sente chiaramente quando si esagera con i due amplificatori da 30 dB, per expander e compressione. Troppo esagerato? Ecco arrivare in aiuto i due controlli Limit.
Omnipressor funziona bene come limiter ma non come clipper: può facilmente clippare, impostando rapporti di compressione esagerati arrivando a fine corsa dei due amplificatori dedicati, ma non ha le doti di un clipper.
I tempi sono talmente veloci, quando al minimo, da introdurre distorsione armonica evidentissima o frantumare il transiente.
I due trasformatori si comportano come tali: più distorsione armonica intorno ai 40 Hz rispetto a frequenze più alte. E il grado di distorsione armonica non è basso, quando si entra alti in ingresso.
Non useremmo Omnipressor come bus compressor puro, perché semplicemente non è il suo lavoro, non ha il sound giusto, non incolla bene le tracce e con due unità è impossibile avere gli stessi identici parametri impostati, ma in parallelo è quanto di meglio si possa desiderare per gestire la dinamica e uscire dalla logica dell’ipercompresso. Ci vogliono pochi passaggi, nella dance, nell’EDM e nell'hip hop per tirare fuori energia da qualsiasi traccia e far esplodere il ritmo!
La trasparenza del VCA è tale che spesso si comprime e non ci si accorge che sta lavorando, se non si hanno orecchie allenate. L'hardware è silenziosissimo!
Trovare l’hot spot in compressione negativa non è difficile, ma richiede continui aggiustamenti tra il livello di Input, la soglia, che deve catturare solo i transienti e non tutto il segnale, i tempi di rilascio per sincronizzarsi al tempo del brano e il gain limit per non esagerare e tenere tutto sotto controllo.
Ci sono un paio di applicazioni non scontate, e tutte da esplorare, con due Omnipressor da mettere in serie o in parallelo: nel primo caso di possono usare due soglie differenti per agire maggiormente su parti della traccia o del mix differenti. Nel secondo, invece, i due Omnipressor inseriti in una matrice Mid Side possono apportare modifiche così particolari da rendere l'intero brano inedito molto personale.
Tutto positivo dunque? Un paio di particolari lo avrebbero reso ancora più appetibile: oltre ai potenziometri a scatti per un recall su due unità in stereo, avremmo amato la possibilità di installare trasformatori differenti e un sistema di metering più efficace. Tuttavia saremmo usciti dalla replica di 50 anni fa. Il prezzo è un po’ alto considerando il made in China, che ha permesso a molti produttori di scendere di prezzo senza compromettere la qualità costruttiva e il suono.
Conclusioni
Avevamo amato in passato Omnipressor che, per i limiti dell’epoca, richiedeva un buon routing per essere inserito efficacemente in mix o per le tracce. Ci si può limitare a gestire l’intera dinamica del brano, incrementando l’RMS grazie al funzionamento di expander e compressore, mai separati, come nel broadcast.
Nel mix moderno, Omnipressor è un’arma potentissima nelle mani del sound engineer e del producer per controllare il crest factor, la dinamica del brano legata al valore di BPM dello stesso, per ricercare una porzione del suono da elaborare diversamente o stampare sulla dinamica il ritmo del brano. Non c’è limite alla fantasia, a patto di capire che non va usato come un compressore classico, anche se si può fare con un paio di trucchi usando i due controlli Limit.
A distanza di 50 anni, l’idea di Richard Factor e lo sviluppo di Eventide sono ancora insuperate per potenza, flessibilità e suono.
Il controllo sul processore dinamico è quasi totale e apre allo sviluppo di tecniche innovative anche nel modo di lavorare oggi, soprattutto dove il ritmo è tutto, vedi EDM, dance e qualsiasi stile che non abbia un mix troppo affollato. In mix è l’arma segreta per dipingere tutte le sfumature dinamiche che si desiderano, senza contare il potenziale di sperimentazione con l’ingresso Link per il control voltage del suono. Tutto ciò che è stato processore dinamico fino a oggi, sia esso un compressore, limiter, expander e gate, appare vecchio di anni rispetto a un Omnipressor. Non sappiamo se questo 2830Au sia una edizione limitata o meno, ma conviene prenotarlo quanto prima per non lasciarselo scappare. Da sottolineare anche l'aspetto educativo: con Omnipressor si possono imparare tutti i trucchi di expander, gate, compressore e limiter, combinandoli tra loro. Un processore di dinamica diverso non avrà più alcun segreto.
Eventide scriveva che Omnipressor ama chi lo usa: leggete il manuale, cominciate a seguire una filosofia di programmazione inedita e sperimentate. Vi innamorerete dopo qualche ora e sarà un legame per sempre. Ci vuole testa e pazienza, ma ciò che un Omnipressor vi restituirà sarà un nuovo universo dinamico prima impossibile da ottenere. Finalmente qualcosa di nuovo, anche se vecchio di cinquant’anni.
Ma quanto erano avanti quelli di Eventide nel 1972?
Pro
Controllo completo del processo dinamico
Effetti dinamici unici
Compressione ed espansione contemporaneamente
Trasformatori in ingresso e uscita
Limiter
Flessibilissimo
Silenzioso
Mix per compressione parallela
Stessi componenti aggiornati del modello originale
Contro
Potenziometri non a scatti
Trasformatori non sostituibili
Complicato da usare se non si cambia approccio
Prezzo elevato per una unità mono
Info
Mogar Music
Prezzo: € 2.780