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Test: Genelec 8020A, il piccolo monitor

Rapporto Qualità/Prezzo8.6
Componenti8.6
Sound8.7
Interfaccia7.4
8.3

Mi ricordo bene la presentazione a Francoforte: in una stanza senza clamore, gli uomini Genelec alzarono il velo su due minuscoli monitor, collegati a un iPod come sorgente musicale, e con un sub sotto ai loro piedi. Sgomento tra gli astanti: le due piccoline si davano da fare per mostrare le loro doti e il pedigree Genelec. Non rimasi particolarmente impressionato...

Quella stanza era del tutto inadatta a una valutazione precisa dei due minuscoli monitor di Genelec e, grazie all’importatore, siamo riusciti ad averne un paio non appena giunte in Italia. La curiosità è tanta perché le dimensioni sono una sfida per la riproduzione corretta di medi e soprattutto bassi. Conosco Genelec da anni ne sono conquistato per il loro suono dettagliato sui medio alti, sempre portato in avanti e con una buona immagine stereofonica. Che ne sarà delle 8020A?

foto 4

Tecnica

Le 8020A sono monitor a due vie biamplificati disegnati come monitor nearfield per broadcast, home studio, applicazioni multimediali, TV Control Room e schede audio per PC. La descrizione che ne da Genelec è sempre molto coerente con il prodotto e c’è da crederci. Non esiste fin dall’inizio la possibilità che Genelec abbia prodotto le 8020A in sostituzione di monitor per project studio e studio, quindi delle già famose 8030 e 8040. La struttura è in alluminio e disegnata per ridurre al minimo le diffrazioni. Troviamo, tra le tecnologie impiegate, anche la DCW (Directivity Control Waveguide) già vista sui monitor professionali di Genelec. I controlli delle 8020A includono un potenziometro, anteriormente, che funziona come switch di accensione e controllo del volume. Posteriormente l’ingresso audio bilanciato con impedenza a 10 kOhm è su connettore XLR, tuttavia è possibile usare anche un segnale sbilanciato, con il pin 3 e 1 che gestiscono la massa. Un’uscita XLR sempre bilanciata viene impiegata per mettere in catena fino a sei 8020A oppure per collegare il subwoofer 7050B o 7050A.

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Il controllo di volume della prima 8020A della catena gestisce il volume generale di tutte gli altri monitor a essa collegati. Genelec suggerisce di usare il controllo di volume per adattare la sensibilità del monitor al segnale in entrata. Sul retro sono presenti i classici switch per modificare risposta in frequenza (Treble Tilt, Bass Tilt e Bass Roll-Off. Il controllo di Treble consente di attenuare di 2 dB le frequenze al di sopra di 5 kHz, Bass Tilt offre tra livelli di attenuazione, (-2, -4, -6 dB) a 100 Hz e Bass Roll-Off attiva un filtro HPF a 85 Hz per il collegamento a un subwoofer. La porta reflex è situata in alto posteriormente e conviene mantenere almeno qualche cm di distanza dai lati del monitor.

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Genelec ha pensato a diverse soluzioni per l’installazione: si va dall’Iso-Pod di serie, per isolare il monitor dalla superficie a cui è appoggiato, a un collegamento standard per asta microfonica alla base del monitor, per finire con due agganci posteriori per supporti Omnimount o per il supporto a muro fornito di serie.

La risposta in frequenza va da 66 Hz a 20 kHz, con due punti di cutoff a –3 dB inferiori a 65 Hz e superiore a 21 kHz, con una SPL a un metro di 96 dB e a mezzo metro di 102 dB. Il livello di rumore generato è inferiore a 10 dB, con una distorsione armonica per frequenze inferiori a 100 Hz pari al 3%, e per frequenze superiori a 100 Hz dello 0.5 %. La frequenza di crossover è posta a 3 kHz e due amplificatori interni hanno una potenza ognuno di 20 Watt su 8 Ohm, con una distorsione armonica inferiore allo 0,08%. Il monitor non è un peso piuma, con i suoi 3.7 Kg.

Le dimensioni contano?

Il dilemma tipico del maschio italiano insicuro si riverbera anche sui monitor da studio, e la prima volta che si installano le Genelec un sorrisino compare, come dire che tanto suoneranno intubate, chiuse e senza bassi.

Poi quando si accendono e si parte con il CD di riferimento si fa un salto sulla sedia! I bassi ci sono, anche quasi troppo generosi, i medi sono aperti e l’apertura stereofonica c’è tutta, con un bel raggio direzionale che non ci si aspetta date le dimensioni. Il corpo c’è praticamente tutto, con una presenza incredibile per queste dimensioni. Chiunque sia entrato in studio nel momento in cui erano in prova mi ha chiesto se c’era il sub acceso! Chiamo subito Matteo Discardi, di Cofipo, che lavora all’interno della struttura di assistenza di AD&T, perché voglio una foto dell’interno per scoprire da dove arrivano i bassi. L’immagine è sotto i vostri occhi, è chiaro che Genelec ha sfruttato quel tubo di raccordo al meglio, riuscendo a condensare in poco spazio la sua conoscenza.

Foto 6

Torniamo alla prova d’ascolto. Il fronte stereofonico è veramente ampio, decisamente più del previsto. Voglio usarle con qualche pezzo che so mettere in crisi i bassi. La riproduzione delle dinamiche è corretta, anche se non esplosiva, e si avverte una sufficiente definizione tra le prime ottave, dove gli strumenti ci sono e mantengono una buona descrizione. Hey! Stiamo parlando di monitor con un cono da 105 mm, non un woofer! Alzandomi di ottava e di volume, le 8020A mostrano alcuni limiti, con dei medi certamente puliti ma qualche difficoltà nel gestire i medio bassi, che qualche volta escono un po’ troppo. Un colpo sui controlli di Tilt, per adattarle alla stanza, e le cose migliorano. Non pensiate infatti che date le dimensioni queste Genelec abbiamo meno problemi di altri monitor: l’interazione con l’ambiente d’ascolto è ancora fondamentale. Come per tutti i monitor Genelec, anche le 8020A hanno una propensione alla riproduzione della voce, sempre avanti rispetto agli altri strumenti e riprodotta con naturalezza e brillantezza. I piccoli tweeter da 19 mm reggono bene l’impatto delle alte, anche se nell’insieme c’è una riduzione dell’aria e dell’ambiente, che in ogni caso si avverte e si sente ma non come su monitor di dimensioni maggiori. Un tocco di equalizzazione permette di ritrovare immediatamente più aria e corpo per le alte, tuttavia permane la minore profondità. C’è una perdita anche di microdettagli, ben rivelati dagli altri monitor Genelec. Il bilanciamento tra le frequenze è tipicamente Genelec, nel senso che ci si trova davanti allo stesso suono di monitor ben più voluminosi. Decido di passare alla musica classica e orchestrale. Anche in questo caso le 8020A colgono con precisione i transienti ma la mancanza di un subwoofer si fa sentire per i timpani. Il dettaglio sulle ultime ottave non perdona, rendendo l’ascolto talvolta faticoso per alcuni tratti di durezza che già conosco sui monitor di taglia ben più elevata. Sono monitor e non casse Hi-Fi, e quindi fanno il loro lavoro nell’evidenziare i particolari. Sulla classica si denota maggiormente una perdita di ambienza e di profondità tra i medi e gli alti, mentre i bassi continuano ad avere un buon posizionamento nel campo tridimensionale. Non ci sono particolari fenomeni di mascheramento tra le bande di frequenza e il corpo del suono è sempre di grande impatto. Parlando di potenza non si può non rimanere colpiti da quanto sparano le 8020A: i 20 Watt ci sono tutti e sono reali, più che sufficienti per riempire una stanza fino a venti metri quadrati. A volumi al limite della potenza si perde in definizione e le medie tendono a rendersi più prominenti con una perdita di bassi e alti, ma questi sono monitor che non nascono con la potenza nel sangue.

Conclusioni

Ci sono moltissime situazioni in cui consiglierei apertamente le piccole Genelec: le mettete in una borsa e avrete subito un sistema d’ascolto efficace per demo, pre-produzioni e ascolti in generale dovunque voi siate, magari anche per mixare durante la notte, quando il volume non è la prima priorità. La loro versatilità deriva dalle dimensioni ridotte, dal suono tipicamente Genelec, dall’estensione verso il basso, che riduce la necessità di un sub per lavori di broadcast o di pre-produzione di buon livello, e da un corpo che nessuno si aspetta da queste dimensioni, purché non siano necessari volumi d’ascolto elevati. Rispetto a tutti i modelli multimediali o a monitor di dimensioni simili che ci sono sul mercato, le Genelec offrono un suono professionale e dettagliato, anche se non sono da suggerire per eseguire un mix perfetto di un pezzo commerciale, sopratutto per il controllo sulle ottave estreme. Per chi lavora al computer tutto il giorno per il multimediale, per videogiochi e montaggio audio/video, le 8020A sono destinate a diventare lo standard per il rapporto dimensioni/suono, sono eccellenti anche nell’ambito HT e per piccole installazioni di qualità in ambienti pubblici, considerando che se ne possono collegare fino a sei. Mi stupisce che Genelec non abbia pensato a questo mercato proprio con le 8020A, avendo evitato di inserire un ingresso RCA. Forse non c’era più spazio fisico. Il giudizio finale non può che essere positivo: i limiti ci sono, considerando le dimensioni, ma va tanto di cappello a Genelec per essere riuscita a mantenere il bilanciamento per cui sono noti i suoi monitor, per una estensione verso il basso sorprendente e una rappresentazione sonora che farebbe pensare a monitor ben più potenti e voluminosi. Vi do un consiglio: prima di spendere soldi su casse multimediali da lasciare vicino al monitor (e dimenticare per come suonano), passate ad ascoltare le 8020A per farvi un’idea di cosa sia un monitor e come suoni. Per tutti quelli che lavorano nel multimediale e nel montaggio audio/video ho la sensazione che siano arrivati i monitor di riferimento per i prossimi anni. Per noi musicisti le Genelec 8020A sono l’elemento mancante agli studi basati su portatile, plug-in e key controller o per stazioni DAW secondarie. Preparatevi a vederli più o meno ovunque ci sia un computer o una stazione di lavoro.

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