Torniamo ai Massive Arts di Milano e, questa volta, entriamo nello studio di mastering da sempre sotto le mani esperte di Alberto Cutolo.
L'occasione nasce anche dal corso di mastering di quattro giorni che Massive Arts offre a un numero ristretto di persone, così da poter avere una full immersion nelle tecniche digitali e analogiche per il mastering. Ne abbiamo approfittato per alcune domande ad Alberto su come è cambiato il suo modo di lavorare.
Audiofader Cosa hai cambiato in questi ultimi cinque anni nel tuo setup hardware e software, e perché hai fatto queste scelte?
Alberto Cutolo Fondamentalmente ho sostituito il computer e aggiornato il mio sistema Avid Pro Tools, che ora lavora a 64 bit, oltre a Premaster CD e a DDP Creator per mantenersi al passo con i nuovi standard Text. Poi ho cablato lo studio in modo da poter fare ascolti anche in ambienti differenti del Massive, come lo Studio A o la sala Live, dove ci sono acustiche e impianti completamente diversi.
AF Il mastering diventa sempre più una sfida tra i diversi formati e gli standard sul loudness: come ti regoli per il loudness e per i vari formati?
AC Fortunatamente stiamo poco a poco uscendo dalla schiavitù della loudness war, e questo per una serie di fattori sia tecnici che culturali. Tecnici perché piattaforme come iTunes stanno portando avanti una politica che tende al raggiungimento di un livello medio sonoro che sia diagonale rispetto ai generi: l’idea sarebbe quella di raddoppiare la potenza di uscita dei vari device di riproduzione (smartphone, player,…) in modo da poter ridurre il livello medio di almeno 3 dB, questo garantirebbe un pieno appagamento sonoro dell’ascoltatore e il mantenimento di una dinamica molto migliore all’interno dei file. Culturali perché poco a poco la gente comincia a rendersi conto di quanto la dinamica restituisca in termini di emozione e godimento d’ascolto e forse anche per questo stiamo assistendo a un ritorno così deciso del vinile.
AF Sei sempre stato un grande esperto di distorsione armonica: quali sono le tue armi software e hardware attualmente e come le usi?
AC Mi piace molto usare la distorsione armonica in modalità parallela, equalizzando il ritorno prima della somma, in modo da utilizzare questo strumento quasi fosse un equalizzatore. Per esempio, nel caso del Thermionic Culture Vulture, che uso molto spesso, è facile notare anche a un primo ascolto come sia una macchina particolarmente colorata in bassa frequenza e usarla senza una corretta equalizzazione modificherebbe in modo arbitrario l’originale bilanciamento del mix. Io di solito sfrutto come somma il contenuto in media frequenza che mi aiuta ad aumentare notevolmente il senso di prossimità, inoltre cerco di non scendere mai al di sotto di 0.4 ma nel settaggio del Bias, in modo da ottenere una distorsione calda e pastosa. Un’efficace plug-in per emulare egregiamente la distorsione armonica in ambiente digitale è Saturn di Fab Filter, secondo me uno strumento davvero versatile e molto creativo.
AF Circola da tempo un suggerimento poco ortodosso per usare i convertitori per aggiungere distorsione o impattare sul loudness, sfruttando la parte dei circuiti analogici e i filtri di ricostruzione dei convertitori. Cosa ne pensi?
AC Non credo si possa veramente parlare di tecnica, parlerei più di diversa tolleranza dei dispositivi che utilizziamo: una cosa è utilizzare un Lavry che possiede algoritmi di ricostruzione molto validi è una circuiteria di livello, e un’altra cosa è farlo con convertitori più economici o più datati che hanno specifiche ben diverse e inferiori. Io sono abituato a valutare ciò che sento, quindi non sono mentalmente chiuso a questo tipo di soluzioni, però la resa sonora deve essere buona. Comunque non è una cosa che normalmente uso nella mia catena-tipo di lavoro.
AF Com’è cambiata la qualità degli stem che ricevi in questi ultimi anni? C’è stata una crescita qualitativa?
AC Nel settanta per cento dei casi gli stem mi arrivano ancora troppo alti, ma questo non è ovviamente un problema, è invece più una tendenza derivata dal fatto di lavorare totalmente ITB senza le normali tolleranze imposte da un banco: molti hanno invece problemi effettivi nello scaricare correttamente gli stem, a causa di signal flow cervellotici dove, tra allegre e disinibite side-chain, mille buss, ritorni effetti improbabili e canali master infarciti di compressori multibanda, equalizzatori e limiter, diventa quasi impossibile districarsi. In certi casi è meglio lavorare alla vecchia, da full mix.
AF Esiste la possibilità di fare mastering con un setup hardware e software di basso costo? E con quali risultati?
AC Esiste certamente la possibilità di lavorare ad alto livello ma sempre a patto di avere il know-how per farlo, se si fanno le cose con cognizione di causa e, si conoscono bene i propri monitor e le proprie attrezzature, si può comunque arrivare a un ottimo risultato anche con attrezzature dal costo contenuto. Io non amo i sistemi all in one come iZotope Ozone che trovo manchino di versatilità, ma ancora meno amo i preset che andrebbero rimossi per legge in quanto controproducenti e perché tolgono alla gente la voglia di capire e la voglia di pensare.
AF Cosa ritieni che sia indispensabile per uno studio di mastering come dotazione minima?
AC Un’acustica corretta, competenza, voglia di fare musica e nessuna chiusura mentale perché la musica è (o almeno dovrebbe essere) in continua evoluzione e i brani, per fortuna, non suonano tutti uguali.
AF Il primo corso di mastering ha avuto un bel successo. Hai sicuramente notato delle differenze nel bagaglio culturale degli studenti...
AC Durante il primo corso ho avuto un'interessante varietà di allievi provenienti da ambiti molto diversi e con diverse motivazioni per essersi iscritti al corso: c’erano produttori che desideravano acquisire una maggiore comprensione delle problematiche tipiche delle varie fasi di lavoro necessarie al raggiungimento del prodotto finito, giovani fonici diplomati che desideravano approfondire l’argomento storicamente più bistrattato e meno sviscerato dalla stragrande maggioranza delle scuole di audio engineering, cioè il mastering, musicisti con ambizioni da fonico che però mancavano di una solida base teorica necessaria per capire a fondo determinate problematiche relative al suono. A parte poche eccezioni, quello che ho rilevato, quasi come costante è stata la mancanza di un orecchio allenato a percepire le problematiche del mondo audio e la mancanza di una mentalità critica, praticamente gravi problemi proprio di approccio alla materia. Sarebbe bello, un domani, creare un corso di ear training utilissimo per allenare l’orecchio a percepire particolari problemi e a raggiungere un ascolto multilivello del mix.
AF Per chi si affaccia al mastering, quali consigli daresti sulla preparazione teorica? Su quali software diresti di imparare a lavorare?
AC Ho sempre considerato il mastering come un ordinato metodo per effettuare una buona ottimizzazione, quindi ritengo che la gente possa tranquillamente usare la DAW che meglio conosce e con la quale ha il feeling migliore, che poi è la stessa cosa che penso in relazione alla scelta dei monitor con cui lavorare. Per quanto riguarda la preparazione teorica è sempre valido il classico Mastering Audio di Bob Katz, ormai aggiornato credo alla terza edizione o anche The audio mastering handbook ma soprattutto bisogna ascoltare, capire e poi ascoltare ancora. Per gli approfondimenti pratici nella vita reale, le persone possono poi sempre iscriversi al nostro corso.
I dettagli del corso
Il corso di mastering si terrà presso gli studi del Massive Arts di Milano in via Villoresi 24, il 27, 28, 29 ottobre e un giorno a scelta tra il 4 e 5 di Novembre. Gli argomenti trattati includono la storia e l'evoluzione del mastering, il signal flow, l'equalizzazione, la compressione e il limiting, la distorsione armonica valvolare e da nastro, la gestione del stems, l'rms e la loudness war, i supporti, gli standard e i formati. Nei quattro giorni di corso si è impegnati dalle 10 del mattino fino alle 17.00. È previsto l'approfondimento individuale, dove ogni allievo può comunicare direttamente con Alberto Cutolo per avere risposte su chiarimenti e consigli, comprendendo anche l'analisi di un brano scelto per la lavorazione. Nella quarta giornata, ogni allievo lavorerà per due ore nella sala di mastering per mettere in pratica quanto appresa, su un brano inedito scelto dai Massive Arts o sul proprio brano scelto o prodotto da se stesso. Durante questa fase di lavoro, l'allievo è sempre supervisionato da Alberto per la valutazione e le correzioni necessarie. discutendo le tecniche scelte. Al termine, l'allievo produrrà un PMCD e un DDP con il mix originale e le traccia lavorata, che rimarrà di sua proprietà. Cliccando su questo link trovate tutte le info utili sul corso.