Tastieristi attivi e lavorativi nel panorama nazionale e internazionale si raccontano attraverso i loro setup strumentali dal vivo e in studio, senza dimenticare aneddoti e curiosita’ divertenti della vita dei musicisti on the road
Aldilà degli aspetti tecnici e filosofici di come realizzare il giusto setup per ogni occasione, attraverso la scelta degli strumenti e dei metodi scelti dal musicista per la propria professione si può capire qualcosa in più riguardo la personalità dell’individuo artista e musicista. Parliamo del setup dal vivo di Andrea De Paoli, e i motivi per determinate scelte.
I Labyrinth
Ho iniziato a suonare le tastiere con i Labyrinth nel 1997. A quei tempi sia in studio che dal vivo utilizzavo un Korg X3 e uno 01W per i suoni prevalentemente acustici e un CS1X, il primo sample-based synth di Yamaha con i controlli fisici a emulazione analogica. Il CS1X che ho usato moltissimo per programmare suoni solisti e suoni elettronici, è stato per me all’epoca una rivelazione, tanto che successivamente ho rinnovato il mio parco tastiere aggiungendo al setup il CS2X e il CS6X, strumenti straordinari che mi hanno regalato il massimo delle soddisfazioni nella creazione di suoni personalizzati. Con la serie CS ho suonato dal vivo assoli, pad, arpeggiatori mentre in studio ho arrangiato molti album. Durante un tour in Sudamerica un fan mi versò involontariamente della Coca Cola sul Korg X3 rendendolo inutilizzabile, così decisi di sostituirlo acquistando un Korg Trinity, uno degli strumenti più affascinanti e innovativi mai prodotti da Korg. Bellissimo da suonare e da vedere sul palco con il suo chassis cromato luccicante. Il Trinity si integrava perfettamente con i synth CS, utilizzato prevalentemente per archi, organi Hammond, Rhodes ma anche per suoni più elettronici. Sono riuscito a ottenere il massimo per le mie esigenze da Yamaha per i suoni più sintetici e grintosi mentre ho sempre trovato in Korg un’ottima patch machine pronta all’uso e dal sound perfetto in qualsiasi ambiente o impianto; inoltre un setup costituito da due tastiere mi ha sempre garantito una gestione dei suoni sicura senza troppe complicazioni.
Che strumenti portarsi in aereo?
Fino alla metà degli anni 2000 durante i tour ci spostavamo per i concerti transoceanici trasportando gli strumenti in aereo con i flight case, ma negli ultimi anni è diventato molto più pratico, economico e veloce richiedere gli strumenti necessari dall’Italia tramite stage plot e rider. Attualmente mi muovo con un Yamaha Motif ES6 e un fido CS6X, strumenti che non sostituisco da almeno dieci anni. Personalmente trovo che i synth e le workstation di quella decade avevano sì un’architettura meno versatile per i live rispetto a quelle di oggi, ma secondo la mia opinione, una personalità maggiore. Nell’ultimo tour in Messico ho chiesto all’organizzazione comunque di poter utilizzare ottimi strumenti come un Motif XF7 e un Korg Triton Extreme. Per sicurezza ho salvato alcune synth patch su Apple Logic Pro X e Mainstage che ho pilotato durante i concerti con una piccolo master M-Audio, il tutto infilato insieme al MacBook in una piccola borsa da viaggio. Un setup minimo, con un peso contenuto, adatto per viaggiare in aereo.
Setup italiano ed europeo
In altri contesti dove mi posso muovere tramite mezzi di trasporto come tour bus o furgoni preferisco aggiungere al mio setup un piano digitale Kawai ES7 e una Akai Synthstation 49 che utilizzo come master al quale connetto un iPad nell’apposito alloggio. Da iPad tramite Logic Remote piloto tutte le patch che ho creato in Logic e avvio manualmente alcune sequenze in remote. Ciò mi consente di avere il controllo diretto dei miei suoni anche con il portatile a distanza o nascosto. Come mixer personale per la gestione dei canali e dei volume di tutto il setup utilizzo una PreSonus Firestudio Project. Essendo un setup piuttosto complesso e pesante ho scelto di utilizzare gli stand Konig and Meyer, in particolare lo Spider Pro davvero uno dei più robusti e ben progettati cavalletti al mondo.
Il setup da studio
Uno dei compiti che svolgo con più frequenza nel mio project studio è il lavoro di arrangiatore/compositore per artisti italiani e stranieri. Per questo scopo mi trovo bene a lavorare con Apple Logic Pro X, moltissime librerie e soft synth virtuali, ma anche con tutti gli hardware che ho a disposizione. Essendo un lavoro creativo non faccio distinzioni e non ho particolari preferenze, cerco semplicemente di ottenere il massimo e trarre il meglio da ogni singola macchina, software o libreria a cui posso attingere a seconda del momento e delle richieste. Per le colonne sonore invece non posso fare a meno di Logic e di Native Instruments Kontakt, che sono i miei motori nel processo compositivo.
Curiosità e aneddoti
Moltissimi gli aneddoti curiosi o divertenti in tantissimi anni di concerti e tour. Ogni città, ogni persona o popolo incontrato, ogni viaggio sono situazioni che arricchiscono il proprio bagaglio di esperienze e la propria vita. Certo mi sono rimasti molto nel cuore i cittadini sudamericani, hanno un modo di trasmettere incredibile affetto, per loro sei un fratello e ti regalano anche quello che non hanno. In certe zone la povertà è davvero elevate ma forse è proprio per questo che focalizza le persone sugli aspetti più sentimentali dell’esistenza. Mi hanno colpito molto anche gli asiatici con il loro affetto maniacale e feticista anche se ogni popolo e ogni nazione ha le proprie caratteristiche positive e particolari. In tutti questi anni soprattutto quando ero poco più che un ragazzo, non mi sono mai sottratto a potenziali eventi avventurosi e stimolanti che qui sarebbe difficile raccontare!