Lewitt Pure Tube è il microfono più essenziale, ma nondimeno di alte prestazioni, derivato dal progetto LCT 1040.
Lewitt Pure Tube nasce dall’esperienza acquisita con i due microfoni di punta LCT 1040 e LCT 940, ma con un obiettivo ben preciso: spogliare il microfono di ogni accessorio, mantenerne la qualità più alta possibile e offrire un microfono valvolare di altissima qualità a un prezzo abbordabile. E’ qualcosa che abbiamo già visto nel passato tentato da altri produttori, ma da Lewitt ci si può aspettare non solo il risultato ma anche un nuovo standard in fatto di prezzo.
Hardware
Lewitt Pure Tube è, tra i tre microfoni che si rifanno alla stessa capsula da un pollice da 3 micron e valvola, quello più silenzioso con soli 7 dB(A) di rumore contro i 12 dB(A) di LCT 940 e i 13 dB(A) di LCT 1040.
La capsula è identica agli altri due microfoni ma cambia la valvola. Su LCT 1040 avevamo una E88CC/6DJ8, sul LCT 940 una 12AZX7 e su Pure Tube è stata scelta una 12AU7/ECC82. Basta questo dato per capire che i tre microfoni non sono del tutto identici nella parte di circuiti. Lewitt afferma di non aver usato condensatori e semiconduttori sul segnale audio, per mantenere intatto il segnale ripreso.
Pure Tube esibisce un range dinamico di 125 dB, una sensibilità di 28,2 mV/Pa e una SPL Max di 132 dB, con un rapporto segnale rumore di 87 dB (A). Il peso del microfono non è indifferente: 692 grammi, dovuti al case in zinco e a una costruzione che non ha certo risparmiato sul materiale. Pure Tube è offerto in due configurazioni di accessori. Comuni a entrambi è l’alimentatore esterno e il cavo multipolare dall’alimentatore al microfono. L’Essential Set include una busta con cerniera e un supporto per microfono molto semplice.
Lo Studio Set, che costa 299 euro in più, include un case in plastica di grandi dimensioni che contiene anche un ragno di grandi dimensioni e un pop filter da agganciare al ragno tramite magneti. Un consiglio: quando aprite la confezione per estrarre i pezzi, il primo è sempre il microfono perché il coperchio pesa e togliendo il cavo e l'alimentatore si rischia di ribaltare il case.
Se vi state chiedendo quali funzioni sono state tolte al microfono, la risposta è presto detta: Pure Tube è un microfono esclusivamente cardiode, non ha alcun filtro Low Cut e nessuna possibilità di Pad. Così come lo montate, lo usate!
E’ interessante osservare anche la curva di risposta. Dei tre microfoni, Pure Tube è quello con una risposta più lineare sopra i 2 kHz ma anche con un’attenuazione evidente sotto 100 Hz, merito di un trasformatore inserito per tenere sotto controllo l'effetto prossimità. Inoltre c’è un’esaltazione di circa 2 dB intorno ai 12 kHz, che lo caratterizza nei risultati e molto simile a quella offerta da LCT 940 e LCT 1040. Da questo punto di vista, i tre microfoni hanno una risposta sulle alte frequenze simili. Diverso è invece il comportamento del pattern polare, che vedremo nel test.
In prova
Le dimensioni sono quasi simile a quelle di un Neumann U 67, con cui lo abbiamo confrontato nonostante la grande differenza di prezzo. È solo più corto di circa un centimetro. Naturalmente le forme sono assai diverse, ma con il proprio ragno, molto facile da montare, anche il peso è simile. Ci vuole dunque un’asta decisamente robusta per evitare problemi nella posizione. La soluzione di usare due piccoli magneti per il filtro anti pop è perfetta e non pone alcuna difficoltà, difendendo bene il microfono dalle plosive.
L’alimentatore, pesante anch’esso, ha solo un interruttore di accensione, ma la logica interna permette di attaccare e staccare il cavo dal microfono senza produrre bump o rumori elettronici. Inoltre l’uscita audio non si attiva fino a quando il microfono è pienamente operativo con la valvola, quindi niente rumori parassiti o click vari grazie anche al circuito di alimentazione che li filtra in accensione e spegnimento.
La risposta cardiode è piuttosto particolare. La reiezione posteriore è meno di quello che ci aspettassimo, mentre quella laterale ha un suono più tagliato sulle medio basse, il che permette per esempio di trovare alcune angolazioni molto utili per la ripresa di chitarre distorte, anche se Pure Tube non è nato per questo.
Nonostante siano presenti diversi video di presentazione, compresi quelli della stessa Lewitt, nulla è stato detto su come il microfono reagisca ai preamplificatori. A leggere e guardare sul web, sembra che ormai un qualsiasi preamplificatore vada bene, ma non è affatto così.
Trattandosi di un microfono valvolare, abbiamo voluto metterlo alla prova passando da diversi modelli. In studio abbiamo quindi deciso di utilizzarlo con il Neumann V402, completamente a stato solido e molto preciso. Gli abbiamo affiancato anche le channel strip Solid State Logic G383, con controllo di impedenza, e XLogic SuperAnalogue Cahnnel. Ci siamo quindi spostati su alcuni classici a stato solido ma dotati di trasformatori in ingresso e uscita. Per l’occasione, abbiamo collegato Pure Tube ai moduli serie ’80 (niente rack o moduli serie 500) Neve 1073, Heritage 1084 e 8173. L’unico preamp serie 500 è stato API 512c. Considerato che Pure Tube ha un prezzo davvero accessibile, per la qualità che offre, lo abbiamo collegato anche a un ART TransX, che ha un controllo di impedenza, e infine a un preamp valvolare Peavey VMP2. Infine abbiamo deciso di utilizzare direttamente i preamp della scheda Lewitt Connect 6 utilizzando però anche Bad Dogs Cargo per modificare l’impedenza. Le sorprese non solo sono arrivate in pochi istanti, ma ci hanno aperto le orecchie su altri utilizzi di Pure Tube, oltre alla voce.
I test
Comune a tutte le prove è il suono molto fedele rispetto alla fonte, che sia una voce o un ambiente, di Pure Tube, che utilizza un trasformatore per attenuare le basse frequenze per ridurre l’effetto prossimità il quale sembra funzionare come un Low Cut molto dolce sotto i 100 Hz. Il primo trucco si sente subito: non abbiamo sentito la mancanza del Low Cut e anche maltrattando il microfono sull’alta, Pure Tube non raccoglie rumori meccanici dovuti al tocco. In questo caso ci ha impressionato favorevolmente, oltre ad avere un rumore di fondo pressoché impercettibile. Il livello d’uscita è sufficientemente alto da non dover mai spingere sul preamplificatore: in generale siamo passati da 25 dB a un massimo di 45 dB per la voce più sussurrata. Siccome siamo molto indisciplinati con i microfoni, lo abbiamo provato anche per riprendere chitarre acustiche ed elettriche distorte: in questi casi ci vuole il pad sul preamplificatore per riportare a più miti i consigli l’amplificazione. Quale che sia il risultato, che leggerete tra poco, Pure Tube rispetta molto bene la dinamica di ripresa, senza particolari scossoni, e non ha una particolare reiezione dei suoni posteriori. Abbiamo sentito cardiodi più selettivi, come il Neumann U67. Su tutte le frequenze al di sotto dei 4 kHz, Pure Tube raccoglie comunque il suono posteriore con una quantità di segnale più evidente rispetto ad altri microfoni a valvole. Questo comportamento, pur restando cardioide, può essere sfruttato per la ripresa della room assieme a un trucco sull’impedenza.
Durante l’uso non si è mai verificata alcuna incertezza nella ripresa. Pure Tube è facilissimo da usare, sia a distanza molto ravvicinata per la voce, che a distanze più elevate, a patto di accettare l’effetto filtro Low Cut che si fa più evidente. E’ il momento di vedere come si comporta Pure Tube con i diversi preamplificatori.
Neumann V402: la grande velocità del preamplificatore si addice a voci scure, con poche formanti sulle alte e a voci femminili più da contralto che da soprano. Pure Tube offre un grande dettaglio sui transienti che stagliano le voci, ma l’accoppiamento al V402 esalta le alte frequenze in modo secondo noi artificiale. L’accoppiata è vincente nelle riprese di chitarre distorte e blues, perché questa punta maggiore sulle alte fornisce un timbro più aggressivo, anche sui piatti e sullo snare. V402 non è dunque la nostra prima scelta per Pure Tube, se parliamo di flessibilità, ma diventa un arma quando la voce è troppo spenta e poco squillante. Dinamica molto piacevole, ma suono un po’ troppo elaborata sopra i 4 kHz. Abbiamo pensato quindi al pad: la quasi totalità dei preamplificatori utilizza circuiti per ridurre il livello d'ingresso che modificano l'impedenza che vede il microfono. Per fortuna Pure Tube è molto silenzioso e, attivando il pad, dobbiamo aumentare anche il gain per recuperare i dB persi in ingresso. Registriamo e ascoltiamo con piacere che il risultato è cambiato non poco: Pure Tube perde aggressività sulle alte, riequilibrandosi parecchio anche sulle consonanti fricative sibilanti, che ora sono naturali. Ora ci siamo: abbiamo ottenuto quel timbro professionale, pulito sulle medio basse, preciso sulle medio alte ma senza essere rigido, con un corpo molto fedele all'originale. Una ripresa professionale a tutti gli effetti.
Solid State Logic FX G383: i preamplificatori della console serie G, qui in versione rack, suonano subito meglio rispetto al Neumman. Più equilibrato sull’intero spettro, meno aggressivo rispetto al Neumann e con colori che si possono spendere molto bene nel campo dell’hip-hop, del rock e del pop. C’è anche una presenza leggermente maggiore sulle medio basse. L'accoppiata non è adatta a voci jazz o molto calde, ma per chi opera in ambienti di dance ed elettronica, Pure Tube offre un timbro pronto per il mix, con quella leggera esaltazione sui 12 kHz che rende tutto più efficace all’ascolto nel mix. Il controllo di impedenza permette di riequilibrare la risposta in frequenza, tendendo a mitigare, come previsto per valori di impedenza bassi, le alte frequenze.
Solid State Logic XLogic Superanalogue Channel: il passo avanti nella qualità dei circuiti si mostra in una maggiore presenza sulle alte frequenze ma mai fastidiosa e soprattutto pronta per un mix in chiave dance o hip hop. Ottimo anche per il pop, portandosi dietro l’intero corpo della voce, molto bene descritta, ancora con quella equalizzazione pronta per sbucare dal mix. La curva di equalizzazione del microfono si sente tutta, in senso positivo, senza mai essere troppo artificiale. Usato su uno snare, schiarisce il timbro e lo rende più vivace. Sulle voci femminili si può intervenire facilmente con l’eq, ma siamo distanti dalle voci jazz.
Fin qui lo abbiamo provato con preamplificatori completamente a stato solido senza trasformatori. I risultati sono sempre buoni o ottimi, ma potrebbero non piacere a chi cerca la seta sulle medio alte dei microfoni valvolari. Abbiamo tirato fuori un Neumann U67 e le differenze di timbro sono evidenti: l’U67 appare molto setoso sulle medio alte, più naturale ma anche leggermente arretrato rispetto al Pure Tube che appare essere più invadente e presente nel mix, con caratteristiche dinamiche che si adattano bene al modello di ascolto in streaming.
Neve 1073: il più classico dei preamp, settato con Low Impedance a 300 Ω, si è rivelato fantastico per il Pure Tube. Abbiamo deciso di passare a una bassa impedenza fin da subito, perchè il 1073 non ha un pad da attivare nei controlli. Un suono pieno, con il corpo già leggermente scavato sui 250 Hz ma senza perdere mai potenza, una risposta sulle alte frequenze decisamente più naturali, dolci e delicate rispetto ai precedenti preamp. Ci è piaciuto tantissimo. La scelta dell’impedenza Low ha di fatto moderato la curva di equalizzazione del Pure Tube, portando le prestazioni a quel livello superiore che ci si aspetta in studio. Suono perfetto per le nostre orecchie, molto classico, anche rock ed esattamente quello che ci si aspetta da un eccellente microfono. Nessun problema di plosive e di fricative. Le zeta, le effe e le esse sono talmente naturali da richiedere il de-esser solo per interventi correttivi sulla dinamica se il cantante non sa usare il microfono. Le tracce registrate possono essere equalizzate con una gran facilità senza mai diventare artificiali. Ci è piaciuta tantissimo la fedeltà di Pure Tube nel rispettare il timbro originale, con quella piacevole minima saturazione armonica del 1073 che rende le tracce più esaltanti. Un’accoppiata senza alcun dubbio vincente sotto tutti i punti di vista.
Heritage 8173: se state cercando qualcosa di ancora migliore del 1073, in termini di prestazioni, i moduli serie 80 di Heritage Audio (alcuni dei quali non più in produzione) sono il vostro approdo sicuro. Viaggerete nel lussuoso timbro del 1073 ma con quel pizzico in più di precisione e bellezza che non vi farà tornare mai più indietro. L’8173 ha lo stesso circuito di preamplificazione del 1073 ma con l’equalizzazione sulle medie del 1081 e con più scelte per lo shelving sulle alte frequenze. Anche in questo caso abbiamo preferito l’impostazione Low Impedence a 300 Ohm, per quanto detto relativo al 1073. Pure Tube ha fornito una ripresa con corpo leggermente maggiore sulle medie rispetto al 1073, con le fricative che sono più sotto controllo rispetto al 1073. Anche in questo, i risultati sono eccellenti e il Pure Tube produce riprese perfette con una qualità e una bellezza del timbro da primo della classe, diverso dal Neumann U67 ma altrettanto di grande livello emotivo, dinamico e di fedeltà.
Heritage 1084: un altro esempio di eccellenza per un clone di Neve. Pure Tube conquista subito un maggior corpo sulle medio basse rispetto ai due precedenti. Tra le due impedenze, quella High questa volta supera di gran lunga la registrazione due precedenti. E’ tra tutti il preamplificatori più aderente alle voci originali senza perdere però quel grit tipico della serie 80 di Neve, qui al massimo livello grazie ad Heritage. Dei tre modelli in prova, il 1084 è quello che si addice maggiormente al Pure Tube. Qui le voci jazz echeggiano per lo studio con grande delizia per l’ascolto e il mix. Se dovessimo dunque scegliere il miglior preamp da accoppiare al Pure Tube, non avremmo dubbi con Heritage 1084 per la ricchezza di dettagli.
ART TransX: un piccolo preamplificatore dal costo accessibile a tutti, ma con una funzione particolare per il controllo dell’impedenza in ingresso e trasformatori in ingresso e uscita. Nella logica di chi comprerà Pure Tube come microfono di riferimento per la voce, abbiamo pensato ai project studio o agli home recording studio che non possono accedere a preamp costosissimi. Abbiamo deciso di usare Trans-X, come rappresentante di preamplificatori a basso costo. Con i valori di impedenza bassi, Pure Tube fa ancora il suo lavoro con fedeltà, ma con medio basse maggiormente rappresentate e una dinamica schiacciata. Tutto come previsto nella logica del comportamento dell’impedenza. Non appena si sale a 1 kΩ di impedenza, ecco che il Pure Tube torna a suonare più ricco di alte frequenze, come atteso, tornando a offrire quella leggera esaltazione che aiuta nel mix. Non vi sono dubbi che si possa usare anche con preamp a basso costo, a patto di intervenire leggermente sull’equalizzazione sulle medio basse che tendono a essere più schiacciate in dinamica.
API 512c: interessante comportamento. Troviamo una buona fedeltà del segnale, con le alte frequenze che sono ben presenti ma tanto da richiedere un intervento maggiore del de-esser. Il 512c ha una impedenza in ingresso di 1500 Ohm, un po' più alta della media. Il timbro è più scavato sulle medie e meno appariscente. Pure Tube appare più caldo come timbro rispetto ai preamp SSL e Neumann, ma meno corposo rispetto a Neve ed Heritage. Ci è piaciuto sulle chitarre acustiche e distorte. Un API 512c potrebbe essere la scelta migliore per la ripresa di strumenti acustici da inserire in mix, forse un po’ meno per le voci femminili molto ricche di formanti sulle alte frequenze. Come per Neumann V402, anche API 512C ha il pad e lo abbiamo subito usato per tentare di cambiare l'impedenza vista dal microfono. Il trucco ha funzionato! Con Pad inserito, Pure Tube recupera subito corpo e si riequilibra tra le medie e le alte, confermando quanto sia importante gestire l'impedenza con questo microfono. In questa configurazione, anche il 512c torna a essere utilissimo per le voci, donandogli calore, vivacità e portandole in primo piano, sparate in faccia ma senza soffrire in dinamica.
Peavey VMP 2: ultimo test con un preamplificatore valvolare poco conosciuto. Il Pure Tube mantiene la fedeltà ma il pre valvolare carica troppo sulle medio basse e schiaccia maggiormente sulle alte frequenze, con un risultato piuttosto artificiale e deviato rispetto a quanto ascoltato in precedenza. In fondo è difficile usare un mic valvolare con un pre valvolare, e in questo caso l’accoppiata non è risultata vincente, rispettando la regola che da tempo si segue negli studi di registrazione. Il livello d’uscita dall’alimentatore era troppo alto e siamo stati costretti a utilizzare il pad sul preamp per evitare una distorsione valvolare del circuito.
Il caso Bad Dogs Cargo
Fino a qui abbiamo imparato un paio di cose interessanti che riguardano l’accoppiata preamp e Pure Tube. Se il genere musicale richiede una voce ricca di alte frequenze, come ormai si sente da qualche anno a questa parte per hip hop e pop, Pure Tube si sposa con preamplificatori a stato solido. Chi ha in studio, per esempio, un’interfaccia SSL 2+, sarà molto soddisfatto del risultato perché già orientato a quel suono. Se invece cercate un suono più rotondo, ma altrettanto fedele e più caldo, occorre un preamp con trasformatori in ingresso e uscita. La questione interessante è come reagisce Pure Tube all’impedenza, perché ci siamo subito accorti di come possa modificare la ripresa e l’equalizzazione scegliendo tra basse e alte impedenze.
Abbiamo quindi pensato di mettere in mezzo tra l’uscita di Pure Tube e preamp il piccolo Bad Dogs Cargo, che permette di modificare l’impedenza che vede il microfonfo. Il risultato è stato fenomenale: possiamo cambiare drasticamente il comportamento dell’equalizzazione giocando sull’impedenza. Poi, però, ci siamo accorti di un particolare: usando il massimo dell’impedenza di Cargo, che supera di gran lunga i 2 KOhm, Pure Tube è diventato un microfono di grandi risultati nella registrazione della room. In queste condizioni raccoglie qualsiasi dettaglio nella room, con una apertura sulle medio alte di grandissima naturalezza, molto tridimensionale e in grado di raccontare la posizione degli strumenti. Il fatto che ci sia un taglio sulle basse frequenze comporta un risultato differente rispetto a un microfono a nastro ma, una volta inserito in mix, tutto quanto trova posto con grandissima facilità. Un Cargo, con Pure Tube, equivale quasi a un equalizzatore e a un processore di dinamica dove ognuno può cercare il proprio suono personale, arrivando dove i preamplificatori non possono. Consigliatissimo!
Lewitt Connect 6
L’ultimo test è stato semplice: Pure Tube connesso direttamente ai preamp della scheda Lewitt Connect 6. Ci saremmo aspettati un timbro più disorganizzato, invece anche in questo caso il risultato si porta a casa con dignità ed è più che sufficiente per registrazioni per home recording o per streaming, anche se ovviamente siamo lontani da un Neve 1073. Inserendo il Cargo, però, torniamo al concetto precedente: possiamo decidere il grado di dinamica e di equalizzazione sulle medio alte con un solo potenziometro. Le riprese eseguite con Connect 6 hanno confermato la facilità con cui si può equalizzare il segnale di Pure Tube in fase di mix. Anche in questo caso, Pure Tube non ha ecceduto in consonanti fricative. E’ un microfono che necessita di poco de-esser, segno di grande qualità.
Conclusioni
Per trovar un microfono così universale, di grande fedeltà al segnale originale e con quel pizzico di equalizzazione che facilita la ripresa, occorre spendere una cifra superiore ai 1.000 Euro. Il vantaggio maggiore di Pure Tube è la sua adattabilità, che lo rende facile da usare anche per chi ha un preamp non potente, ma diventa subito un ottimo microfono quando si decide di passare a preamp professionali. Il gioco sembra essere tutto nell’impedenza, a cui Pure Tube reagisce parecchio. Tre quarti del suono dipende da Pure Tube, ma un quarto è a carico del preamp e soprattutto dell'impedenza. E’ un investimento che si ripaga da solo durante gli anni (Lewitt offre una garanzia di ben 10 anni sul prodotto), utile anche per la ripresa di altri strumenti musicali, chitarre tra le prime. In uno studio di registrazione professionale diventa un tuttofare di qualità, che sorprenderà positivamente sia il fonico che l'artista.
Pro
Fedeltà nella ripresa
Costruzione
Rumore bassissimo
Un pizzico di equalizzazione sulle alte
Dinamica ben rappresentata
Contro
Assente pad e Low Cut
Info
Frenexport
Prezzo: Essential Set € 999
Studio Set € 1299