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Marco Morabito, lavorare per le produzioni in tutto il mondo - intervista


Da un portatile e poche conoscenze in ambito recording a diventare un professionista delle registrazioni di batteria per clienti internazionali. Segno che ancora oggi c’è spazio per chi ha un sogno e lavora sodo per realizzarlo.

Di quanto le nuove tecnologie e il web abbiano reso possibile a tanti giovani e talentuosi musicisti di farsi conoscere in tutto il mondo, è testimone il nostro ospite di oggi: Marco Morabito. Batterista, reggino di nascita, ma cittadino del mondo grazie al suo portale online che lo ha portato a lavorare in produzioni internazionali direttamente dal suo studio.

 

GD Raccontaci di te: come è nata la tua passione per la musica e il tuo percorso di studi come batterista?

MM La passione credo di averla da sempre, non ho ricordi "senza musica". Mio padre negli anni '70 ancora adolescente si trasferì a Cardiff (Galles) vivendo il periodo forse più significativo della storia musicale moderna; era una realtà sicuramente diversa alla città di Reggio Calabria da dove veniva. Tornò poi in Italia con tutta la discografia che aveva acquistato. Io da bambino curiosando tra i vinili scoprii fra tutti "Made in Japan" dei Deep Purple...non so cosa accadde ma ad ascoltare quel disco sembra che io abbia avuto una chiamata alle armi. Tiravo fuori tutte le pentole dalla credenza e armato di cucchiai di legno, replicavo il ritmo delle mie canzoni preferite; nonostante nessuno a casa mia suonasse uno strumento musicale, espressi il desiderio di avere una batteria come regalo di Natale. Mio padre assecondò questa mia richiesta e iniziai a prendere lezioni da Mimmo Condello (MC Drums) che mi adottò come suo allievo praticamente per 10 anni.

Una volta cresciuto e consapevole di voler fare di questa passione una lavoro ho studiato al Saint Louis College of Music di Roma proseguendo le lezioni private a Cristiano Micalizzi. In seguito mi sono iscritto al Conservatorio F.Cilea di Reggio Calabria dove Davide Ragazzoni fu mio docente di batteria nonché relatore della tesi finale. Parallelamente al mio percorso formativo ho fatto esperienza in tour con L'officina della Camomilla, Kalavrìa e I tamburi di Luca Scorziello insieme a eventi privati in Italia e all'estero come freelance.

marco morabito batterista online recording drums drummer pro studio intervista giacomo dalla audiofader

Il setup per le registrazioni

GD Al lavoro come batterista hai unito col tempo quello di recording engineer: passione o esigenza?

MM Partendo dal presupposto che ho sempre ritenuto importantissimo registrarsi e riascoltarsi anche durante le varie fasi di studio di qualsiasi strumento musicale, possiamo dire che è stata un'esigenza che si è trasformata in una passione. Ho iniziato a registrarmi utilizzando lo smartphone in sala prova per poi arrivare a costruire il mio studio dotato di attrezzature professionali. Ad alimentare questa passione ha contribuito l'aver stretto rapporti lavorativi e di amicizia con tanti tecnici, produttori e arrangiatori conosciuti per lavoro come: Emiliano Patrick Legato, Alessio Mauro e Alessandro Luvarà. In particolar modo l'incontro con l'ingegnere del suono Fortunato Serranò (PFL Recording Studio) è stato di fondamentale importanza perché mi ha instradato al mestiere di batterista da studio.

La collaborazione tra musicista e fonico a parer mio è importantissima, seguire il consiglio di un ascoltatore esperto che sia in studio o sul palco è di vitale importanza per la buona riuscita della performance.

Ultimato il percorso di laurea in batteria jazz, mi sono iscritto al biennio di specializzazione in Tecnico del suono; nel luglio 2020 ho ottenuto la laurea con il massimo dei voti e menzione d'onore.

 

GD hai aperto un portale dedicato alle registrazioni di batteria online in tempi non sospetti (considerata la situazione che viviamo oggi) qual è stato il riscontro all'inizio?

MM Quando ho aperto il sito internet non avrei mai immaginato vista la situazione in cui viviamo oggi, che sarebbe stata per lungo tempo la mia unica fonte di sostentamento. Ho sempre considerato il lavoro in studio come un qualcosa che cammina di pari passo all'attività dal vivo. Quindi gli artisti con i quali registravo, spesso erano gli stessi con cui condividevo il palco. Mentre in questo periodo si è trasformato in un lavoro a senso unico; i primi a usufruire dei miei servizi furono sostanzialmente gli studi di registrazione cui ero solito frequentare, quindi sapendo di potersi fidare mi commissionarono le prime registrazioni a distanza. la cosa si dimostrò subito vantaggiosa, perché delegano a me una parte del progetto, si ritrovavano la sala di ripresa libera per altre riprese.

marco morabito batterista online recording drums drummer pro studio intervista giacomo dalla audiofader

GD a distanza di cinque anni dall'apertura del sito, dove ti ha portato? Quali sono i tuoi clienti principali?

MM in questi cinque anni, oltre ad aver fatto tantissima esperienza, ho portato la mia strumentazione a un livello superiore rispetto a quando ho iniziato. quindi questo ha contribuito a espandermi anche fuori dai confini della nazione senza aver timore di sfigurare. qualche anno fa non avrei mai immaginato di registrare per artisti lontani migliaia di km da qui (Colombia, Australia, Stati Uniti..) ma questo è il bello di internet.

I miei clienti sono per la maggiore cantautori indipendenti, ma da qualche mese a questa parte anche altre produzioni; sto collaborando con Gaia Leone e Leonardo Bertinelli di Bertinelli Sound (leggi intervista qui) per delle colonne sonore di Discovery Channel. Infine, insieme al produttore e amico bassista Emanuele Triglia ci occupiamo della registrazione di campioni di batteria e percussioni.

 

GD come si è evoluto il tuo studio?

MM ho iniziato a lavorare utilizzando solo un'interfaccia audio Focusrite 18i20 2a gen a otto canali espandendola di altri otto canali via ADAT con un pre Behringer Ada8000. Successivamente ho acquistato due preamp Warm Audio WA-12 che ho dedicato a cassa e rullante e altri quattro pre Golden Age Pre73 per overhead e tom. Oggi utilizzo via ADAT un'Audient ASP880; mi sono da subito trovato bene con i pre di Warm Audio tanto che ho acquistato anche un WA-412 che uso per gli overhead e avere così coerenza tra cassa e rullante. Lavoro in totale autonomia, grazie a controller da remoto disponibili su PreSonus Studio One è possibile gestire una sessione di registrazione tramite solo un tablet...comodissimo!

 

GD a chi ti sei affidato per i trattamenti acustici del tuo studio?

MM per la progettazione della struttura, acustica, impianto elettrico e cablaggi ho affidato tutto all'ingegnere del suono Fortunato Serranò. Ho diviso l’ambiente in due postazioni: una dedicata alla ripresa dello strumento e l’altra è una postazione di ascolto...certo non è stato facile far convivere entrambe le cose, questo sì...perché a mio avviso andrebbero creati due ambienti separati e trattati anche in modo diverso. Ma per motivi economici e di spazio sono stato costretto a far conciliare regia e ripresa in un unico ambiente. Ho la possibilità di registrare simultaneamente fino a quattro musicisti come: batterista, chitarrista, tastierista e bassista e quindi registrare anche delle voci...avendo a disposizione una vasta strumentazione, l’unico limite rimane la grandezza della stanza. Ogni tanto mi diverto anche a creare samples di batteria e percussioni varie (molto ricercati da producer hip-hop, R&B ma non solo).

marco morabito batterista online recording drums drummer pro studio intervista giacomo dalla audiofader

Gli outboard dello studio

GD come si compone il tuo setup per le registrazioni?

MM Quando ho iniziato, avevo un MacBook Pro con la DAW Apple Logic. Di lì a poco, vista la necessità di essere “compatibile” con i progetti dei miei clienti, sono passato a Pro Tools; considero la DAW di Avid un vero e proprio “passaporto” che permette di lavorare in qualsiasi studio del mondo con la tranquillità di casa. Più volte mi è capitato di dover importare intere sessioni di miei clienti e integrarle con il mio template di batteria.

In quest’ultimo anno ho potuto notare che tantissimi dei miei clienti apprezzavano molto PreSonus Studio One. Incuriosito da questa DAW, ho pensato di provarla e...me ne sono innamorato! Il lavoro fatto da chi l’ha sviluppato è stato magistrale e soddisfa a pieno le richieste dei suoi tantissimi utilizzatori.

La mia continua ricerca di un ascolto perfetto mi ha portato a collezionare nel tempo diversi tipi di cuffie. Tra i vari modelli a mia disposizione, le cuffie in-ear Shure SE535 sono sicuramente quelle che più si addicono al lavoro di recording.

Avendo frequentato molti studi di incisione, ho pensato di procurarmi una coppia di Yamaha NS-10M (un must per gli addetti ai lavori) e una di Genelec 8030a. Questa scelta mi permette di avere un ascolto il più fedele possibile a quello dei miei clienti, visto quanto sono diffusi questi ascolti.

Sull’argomento microfoni ho investito molto tempo in ricerca e sperimentazione che mi ha portato a scegliere diversi modelli in funzione del loro utilizzo. Ad oggi, dopo molti sacrifici sono arrivato ad avere:

1 Sub Kick Salomon

1 Shure Beta 52A

1 Shure SM57

2 Sennheiser MD421

1 Beyerdynamic M88TG

1 Wasaphone mkII

2 Superlux S241

1 Aston Spirit

2 Audio-Technica 4050

2 T-Bone RB500

1 Sennheiser E906

1 AKG 451B

Tra i tanti microfoni blasonati, mi piace spendere qualche riga per la coppia di Superlux e il Wasaphone. Il primo è un prodotto economico, acquistato per prova ma che mi ha piacevolmente sorpreso; si tratta di un condensatore diaframma stretto con figura polare cardioide che tiene tranquillamente testa a microfoni di fascia più elevata. Una delle sue peculiarità è la versatilità: li utilizzo in coppia spesso non solo su batterie ma anche per chitarre. Il Wasaphone mkII è un prodotto di cui vado particolarmente orgoglioso, è realizzato a mano in UK e il suo suono è quello della classica “cornetta telefonica”; molto interessante da utilizzare nei mix di batteria per creare effetti, loop e molto altro.

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GD lavorando per l'estero si vanno incontro a tante differenze non solo di fuso orario ma anche di approccio al lavoro; quali sono le più evidenti che hai trovato nella tua esperienza?

MM Sì, il fuso orario è sicuramente un grosso vantaggio, specie per i clienti che risiedono nell’emisfero occidentale. Infatti ho potuto affrontare consegne con tempistiche praticamente impossibili grazie al fuso orario americano. Lavorando sia per l’Italia che per l’estero, ho potuto notare come i clienti italiani siano molto più “gelosi” degli arrangiamenti di batteria... spesso si aspettano un take di batteria tale e quale alla pre-produzione che mi hanno inviato ed è quello che faccio se mi è richiesto. Mentre con i clienti che risiedono fuori dall’Italia è tutto il contrario. Gli artisti con i quali ho collaborato, fidandosi del mio operato, mi hanno sempre chiesto di personalizzare e di far miei i brani.

 

GD come ti approcci alle richieste del cliente per le registrazioni? Utilizzi lo stesso setup o ti piace anche sperimentare?

MM Registrando per artisti e generi diversi, è quasi impossibile utilizzare lo stesso setup per tutto. Quindi in base al brano sostituisco i piatti, le pelli e cambio l’accordatura dei tamburi; ovviamente capita di sostituire anche l’intero set di batteria. Fortunatamente dispongo di una vasta gamma di tamburi (praticamente possiedo fusti di tutte le misure possibili): dopo un colloquio telefonico con il committente, ho già chiara la scelta dei suoni da utilizzare per la registrazione, che non dipende esclusivamente dallo strumento. Il tocco e la scelta dei preamplificatori gioca un ruolo fondamentale all’interno della produzione! Durante le registrazioni mi piace sperimentare tantissimo, in modo da creare un prodotto cucito addosso all’artista in questione. Mi diverto a creare delle room diverse dall’ambiente in cui registro, mandando in play sul mio impianto Hi-Fi le tracce di batteria all’interno del salone di casa, in modo da ricreare un ambiente, già in partenza, decisamente più grande, riverberante e “fresco”.

 

GD oltre alla registrazione delle tracce di batteria, ti occupi anche del mixaggio? Se sì utilizzi hardware o solo plug-in?

MM Mi piacerebbe tantissimo imparare a mixare bene, specie le batterie. Ritengo che per un fonico, registrare e mixare bene le batterie sia una vera e propria sfida, ma anche la parte più divertente di questo lavoro. Svolgendo perlopiù l’attività di recording sono solito consegnare le tracce esclusivamente raw, dando così la possibilità a chi curerà il mix finale di avere totale libertà decisionale. Quindi tranne per qualche video destinato ai miei canali social, non mi capita mai di mixare sul serio. É un mondo che mi affascina tantissimo, infatti sono sempre in continuo aggiornamento tramite i vari corsi online proposti da Puremix, Mix With The Masters, Slate Digital e i vari tutorial che si possono trovare su YouTube. Per le poche cose che mi sono trovato a mixare, mi sono sempre affidato nella maggior parte dei casi a plug-in stock delle DAW, che a mio avviso vengono spesso sottovalutati. Non ho mai avuto il piacere di missare con outboard analogico, ho sempre lavorato in the box. Provo spesso diversi plug-in proposti dalle maggiori case, ma non so come mai, trovo i prodotti “Plugin Alliance”, molto convincenti e spesso a prezzi davvero accessibili. Infatti posseggo:

brainworx bx_console SSL 4000 E Brainworx bx_townhouse Buss Compressor Dangerous Music BAX EQ

Mäag Audio EQ4
SPL DrumXchanger
SPL IRON
SPL Transient Designer Plus
ACME Audio Opticom XLA-3

 

GD hai già un'idea di quale sarà il prossimo passo per lo studio?

MM Al momento non sento il bisogno di acquistare nuova attrezzatura come pre, mic etc. L’unica necessità potrebbe essere quella di creare una seconda stanza per le riprese più grande, in modo da creare un suono di batteria enorme e potente già in partenza, in stile fratelli Lord-Alge.

 

GD Hai qualche aneddoto curioso da raccontarci?

MM Ti racconto un incontro di qualche tempo fa con una persona davvero speciale che mi ha particolarmente segnato. Per lavoro ho avuto la possibilità di lavorare su alcuni suoi brani insieme a Michele Romeo, un chitarrista non vedente che vive a Boston e che ha collaborato tra le altre cose con Avid per la realizzazione di Pro Tools per non vedenti. Oltre al fatto che con lui ho instaurato davvero un bel rapporto professionale, ricordo che mi sono molto emozionato quando, in collegamento telefonico con lui, Michele ha importato le mie tracce sul suo progetto “parlando” con Pro Tools; il software infatti lavora con i comandi vocali e Michele ne ha una padronanza tale da lavorare a velocità impressionanti. È stato davvero incredibile sperimentare sulla mia pelle questo superamento delle barriere in un ambito in cui mai mi era capitato prima; queste esperienze ti fanno capire quanto sia importante l’avanzamento delle tecnologie per permettere a tanti talenti di esprimersi nonostante la loro disabilità.

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Marco Morabito