Il sogno di ogni chitarrista o bassista che ami registrarsi nel proprio project studio. La scelta per chi deve lavorare con pickup e microfono. Il Front End per una DAW. Con la qualità garantita da Millennia. Basterebbero queste poche parole per definire una channel strip adatta a tutto.
Twin Direct è la denominazione sotto cui si celano circuiti valvolari e a stato solido per il DI. Inizialmente il TD-1 era infatti disegnato come DI (Direct Injection o Direct Box) di altissima qualità per gli strumenti semiacustici con una opzione per un pre microfonico che è diventato di fatto di serie. TD-1 può essere visto come un pre microfonico a un canale con estese opzioni di DI, oppure come DI con ingresso microfonico con un routing molto flessibile e in grado di reamplificare il segnale registrato per passarlo di nuovo in amplificatori ed effetti per chitarra e basso. Da qualunque lato lo guardiate, TD-1 rimane sempre un prodotto di eccellenza, dove il DI e il pre microfonico sono sullo stesso piano di qualità. Di fatto però TD-1 è molto più che la somma di un pre microfonico e di un ingresso DI.
Hardware
TD-1 è un concentrato di soluzioni proprietarie per l’emulazione del trasformatore e per i circuito valvolari. Sappiamo che il preamplificatore HV-3 integrato è basato su transistor bipolari in ingresso matchati, protetti da diodi Zener per eventuali spike e transienti, comuni duranti il collegamento a macchina accesa sui connettori XLR, e lavora in classe A. L’ingresso DI è dotato di un doppio circuito di amplificazione (ripreso dal modello STT-1 Origin), selezionabile da un pulsante sul pannello, che consente di utilizzare un circuito valvolare, basato su una valvola 12AT7, oppure un circuito discreto J-FET a transistor in classe A, con tre valori di impedenza differenti (470 kOhm, 2 MOhm, 10 MOhm) per entrambi i circuiti, da cui il nome di Twin Direct. L’ingresso Mic/Line è gestito da un amplificatore ibrido con componenti discreti a stato solido, con una impedenza di ingresso pari a 6.200 Ohm, ed entrambi i segnali Mic e Line condividono lo stesso percorso del segnale. Tuttavia l’ingresso Mic/Line non è disegnato per un mix di due segnali, sebbene entrambi gli ingressi siano separati.
L’equalizzatore a due bande, derivato dal modello NSEQ-2, ha un ventaglio di frequenze da 20 Hz e 25.000 Hz, con Q e gain di +/-15 dB, più che sufficienti per scolpire il suono. Lo stage di uscita è realizzato come FET in classe A accoppiato a un trasformatore proprietario (DIT-01) che ha una risposta in frequenza da 3 Hz a 300 KHz (gli zeri sono due!), con una uscita dedicata in modo da avere il segnale con e senza trasformatore in uscita. Nel caso del segnale con trasformatore, l’impedenza è pari a 150 Ohm con un livello del segnale in uscita più basso rispetto ai Line Out. Fino a questo punto sembrerebbe tutto nella norma, ma da qui TD-1 si discosta da quanto conosciamo e diventa interessante per il chitarrista. È infatti incluso un circuito di Reamp che riporta il livello e l’impedenza alle uscite dedicate emilando il segnale di una Stratocaster o di una Les Paul.
Molto interessante l’hardware interno: il pre a stato solido lavora grazie a un componente proprietario (FSA-01 Discrete, Pure Class-A FET Servo Amplifier), come proprietario è anche il trasformatore DIT-01 in uscita. Le due emulazioni di Stratocaster e Les Paul sono a carico di altri due piccoli trasformatori (MET-01 e MET-02).
Della valvola abbiamo già detto, qui aggiungiamo che tutto il progetto è costruito a mano e le due schede di eq sono identiche se non per il cambio di alcune resistenze e condensatori. All’interno trovano posto degli operazionali con la sigla cancellata. Sei sono i jumper interni per la modifica della messa a terra (che vedremo in seguito). Il peso è notevole, anche a causa della costruzione in metallo di quasi due millimetri, ed è possibile agganciare una maniglia (fornita di serie) oppure mettere in rack due unità TD-1.
Le connessioni sono un altro punto di forza di TD-1. Gli ingressi disponibili sono un Line su XLR sul pannello frontale, il microfonico XLR sul retro, l’ingresso a 1/4” sul pannello frontale e l’ingresso Amplifier/Speaker Soak a 1/4” sul pannello frontale. Le uscite audio sono nove: due da 1/4” per il Reamp con simulazione Les Paul e Stratocaster, entrambe disponibili contemporaneamente, due uscite Line bilanciate in formato XLR e a 1/4” capaci di pilotare un carico di 600 Ohm per un massimo di +32 dBu, uscita XLR bilanciata con trasformatore per il solo ingresso microfonico, due uscite sbilanciate Live in formato XLR e 1/4” a 600 Ohm e fino a un massimo di +26 dBu, e un’ultima uscita Direct a 1/4” sbilanciata che raccoglie il segnale DI prima della valvola e prima del buffer dei transitor. Il Direct Out è normalmente un segnale passivo che influenza direttamente anche l’impedenza dell’ingresso DI, ma può essere pilotato dal buffer attivo del DI, influenzando però anche in questo caso l’impedenza dell’ingresso DI. L’uscita cuffie, sul retro, è dotato di un trimmer interno per regolarne il livello ed è stata tarata per essere usata con una Sennheiser HD-600.
Un ultima parola è da spendere sulle cinque possibilità di schemi per la massa, permettendo di trovare le soluzioni migliori in caso di hum o potenziali loop. Grazie a dei jumper interni e agli switch presenti sul pannello e sul retro, è possibile collegare la massa a quella dell’alimentazione, all’ingresso audio, all’uscita del trasformatore con e senza Ground Lift, o isolarla dall’ingresso audio. L’opzione preferibile è quella del trasformatore, che assicura il migliore isolamento.
Operatività
La selezione del circuito valvolare rispetto al FET e delle impedenze comporta l’attivazione automatica di qualche secondo di Mute. Il gain per l’ingresso DI è di 45 dB, mentre quello per l’ingresso microfonico arriva a 60 dB. È possibile inserire un pad da 20 dB, sebbene TD-1 sia in grado di sopportare un livello interno di 23 dB. Il selettore dell’impedenza funziona con entrambi i circuiti ma non con l’ingresso Line o Mic, consentendo di trovare il bilanciamento migliore tra segnale in ingresso, dinamica e risposta in frequenza. I tre valori consento di adattare TD-1 con tutti i possibili segnali in ingresso, dai 150 Ohm delle tastiere ai valori molto più alti dei pickup di chitarre e bassi elettrici. I 23 dBu di headroom interna permettono di gestire anche segnali di livello elevato, tuttavia è sempre presente un pad da –20 dB nel caso di segnali troppo elevati. Lo stesso pad è disponibile anche per l’ingresso Line XLR, che accetta indifferentemente segnali bilanciati e sbilanciati, che funziona anche da ingresso Reamp. Il circuito di amplificazione è in questo caso a stato solido con impedenza fissa (5,9 KOhm x2) ed è direttamente correlato con lo scopo del Reamp, a cui abbiamo dedicato un paragrafo a parte.
Il pulsante di selezione dell’ingresso permette di scegliere tra DI oppure tra Line/Mic.
Il pannello frontale consente anche di attivare l’alimentazione Phantom a +48 Volt per l’ingresso microfonico, di selezionare lo schema della massa, grazie a circuiti interni di resistenze per isolare la massa quando si formano quei loop che porterebbero al rischio di eliminare la massa dal cavo di alimentazione per essere risolti. Un loop di massa si rivela con il classi Hum nel suono. Interessante osservare che l’inversione di polarità è applicata a tutte le uscite audio, quindi non solo all’ingresso microfonico.
L’equalizzatore a due bande è diviso in due bande LF e HF con possibilità di attivare un range di frequenze dieci volte superiori rispetto a quelle originale. In soldoni la banda LF copre il range da 20 a 250 Hz oppure da 200 a 2.500 Hz, quella HF va da 250 a 2500 Hz o da 2.500 a 25.000 Hz. Avrete notato che usando la seconda banda dell’LF si duplica nel range di frequenze quella originale HF. Quindi nel segmento LMF è possibile avere un gain massimo di +/- 30 dB (15+15) che, unito alla possibilità di un Q che va da 0.4 a 4, consente interventi vicini a un Notch Filter, perfetti per correggere risonanze indesiderate. Come opzione, Millennia fornisce un selettore a 21 passi per il gain, la frequenza e il Q, caldamente consigliato a chi desideri il massimo della precisione. Sia LF che l’HF hanno i proprio pulsanti per l’attivazione, una buona idea per ridurre ulteriormente il rumore residuo.
Reamp, il sogno di ogni chitarrista e bassista!
Il concetto alla base del Reamp è semplice ma non di facile realizzazione: supponete di avere un signor chitarrista in studio, decidete quindi di registrare la chitarra usando un DI per avere il suono diretto, oltre che alla classica ripresa degli amplificatori. Una volta che il chitarrista è tornato a casa, vi mettete in testa di sperimentare con altri amplificatori e microfoni quello che è stato registrato. Qui entra il concetto di Reamp, perché usando il segnale in uscita dai convertitori o dal mixer per infilarlo direttamente in un ampli per chitarra è del tutto sbagliato dal punto di vista elettronico. Gli ampli per chitarra e basso elettrico accettano infatti valori di impedenza tipici dell’uscita dei pickup ed entrando invece con un segnale Line, che normalmente ha una impedenza cento volte più bassa di un pickup di chitarra o basso, si stravolge il suono, con quel suono clean che pochi desiderano. Il circuito di Preamp ha il compito di prendere il segnale Line dal mixer o dai convertitori e quindi riamplificarlo tornando ai valori di impedenza e al livello tipico dei pickup. Il segnale processato dal Reamp torna quindi a essere quello adatto per gli ampli, consentendo di fatto di avere su DAW il chitarrista e sperimentare con pedali e amplificatori in tutta libertà. Il Reamp non è un concetto del tutto nuovo ma TD-1 lo porta ai massimi livelli, perché utilizza due trasformatori dedicati a riprodurre impedenza e livello dei pickup single-coil di una Stratocaster o dei pickup dual-coil humbucking di Les Paul, senza artifici digitali ma solo con l’uso di vero ferro! Se la cosa vi attizza, Millennia sta studiando anche i trasformatori per emulare il Jaxx Bass e il Precision Bass ma fin d’ora è possibile richiedere il TD-1 con entrambi i trasformatori Stratocaster.
Se siete chitarristi o bassisti avrete capito che TD-1 è molto più di una semplice DI, è un vero e proprio tool di registrazione che amplia il campo di sperimentazione. Per il fonico significa liberarsi quanto prima del chitarrista o del bassista per sperimentare successivamente la migliore posizione dei microfoni, l’uso di effetti per chitarra e altri amplificatori, il tutto in perfetto stile analogico. Se questo non bastasse, è anche possibile invertire la polarità delle uscite Reamp, grazie a dei jumper interni. Un’idea di Tim Pratt, che si è rivelata molto efficace nella ricerca di inedite sonorità.
C’è dell’altro: l’ingresso DI può accettare, grazie al circuito e al pulsante di Speaker Soak, il segnale amplificato fino a 300 Watt di una testata che, attraverso uno sdoppiamento del segnale in uscita verso gli speaker, consente di registrare lo stesso senza influenzare sul cabinet impiegato. Naturalmente se ci si dimentica di attivare il pulsante Speaker Soak potete salutare per sempre un po’ di componenti di TD-1, che non gradiscono troppi Watt... Anche in questo caso le applicazioni sono notevoli. Immaginate di raccogliere contemporaneamente il segnale amplificato della testata, grazie a Speaker Soak, e quello ripreso dai microfoni sul cabinet. Potrete giocare sul suono dell’ampli con quello dei microfoni!
Test sul campo
La prova si è svolta in più tempi per valutare il suono con e senza valvola al DI. Si tratta infatti di avere due suoni diversi con una risposta dinamica che appare fin dall’inizio differente, più ancora rispetto a quello che ci si aspetterebbe. Il circuito FET è apparso fin dalle prime battute più aperto sui bassi con una maggiore facilità nel transito delle frequenze sotto i 200 Hz, che risultavano più dettagliate e precise. Le frequenze medie, soprattutto con la voce, risultano ben posizionate mentre sopra i 7.000 Hz il circuito FET mostra i muscoli non perdendo mai in ambiente e in dettaglio. Il suono si dimostra perfettamente all’altezza per registrazioni di musica classica, jazz, pop e anche elettronica. L’ingresso e il pre microfonico, di serie su tutti i modelli, è ottimo per le voci femminili in compagnia di microfoni valvolari come un U87 Neumann. Globalmente il circuito FET produce una dinamica naturale e non tende a schiacciare il panorama e l’immagine del suono.
Il pre valvolare si è rivelato molto interessante. Nello stesso momento avevamo anche l’Universal Audio LA-610 e non ci è sfuggito il confronto!
Parlando del pre microfonico abbiamo trovato ottime le riprese di bassi acustici mentre nella ripresa di coni di amplificatori abbiamo avuto risultati piuttosto neutri, dipendenti dalla posizione dei microfoni. Sui piatti della batteria è stata mantenuta un’apertura sulle alte precisa e mai aspra. Anche il pianoforte ha dato le sue soddisfazioni. Qui l’accoppiamento con il microfono si è rivelato essenziale nel determinare la qualità del suono finale. La chitarra acustica e semiacustica sono due campi di eccellenza per il Millennia quando parliamo di DI, sia in versione valvolare che FET: in entrambi i casi il risultato è stato quello che volevamo con una dinamica particolarmente piacevole ed elegante.
L’equalizzatore si è rivelato piuttosto rigido nell’intervento ma in grado di eliminare fastidiose risonanze. Con un Q di 4 tende a essere risonante ma risulta particolarmente efficace quando si lavora entro pochi dB e con una Q intorno a 1. La possibilità di agire su quattro range di frequenze consente una flessibilità notevole, tuttavia non è questo l’equalizzatore a cui chiedere di aggiungere aria sopra i 10.000 o rendere più corposi i bassi o i medi. È un ottimo tool per disegnare il suono e proprio sulle chitarre e sui bassi, ma anche su strumenti acustici in generale, permette di intervenire per tagliare il suono a proprio piacimento, sempre però senza aggiungere troppo del suo. Inutile dire che il circuito di Reamp per il segnale in uscita permette di lavorare al meglio con effetti e ripresa. Dopo ore di riprese un’idea ci è chiara: TD-1 è sullo stesso livello dei migliori pre e DI considerati trasparenti, malgrado l’uso della valvola e dell’eventuale trasformatore in uscita. Soprattutto il DI valvolare va considerato più verso la trasparenza che non verso la colorazione, proponendo però colori differenti dal FET o da altri circuiti discreti e mantenendo una vitalità del suono evidente. Difetti? Un paio e venali: la distorsione tende a intervenire prima che il led Overload si illumini e il livello delle cuffie non ha un potenziometro dedicato, ma in fondo dove avrebbero potuto metterlo? Occhio al peso: 6,8 Kg garantiscono fermezza sul piano ma anche qualche accorgimento in più se va nel rack.
Conclusioni
Difficile immaginare un prodotto più flessibile nel routing del segnale e nel suono. Tiriamo le somme: abbiamo un preamplificatore per microfono di indubbia qualità, un DI valvolare e a stato solido di eccellente classe con tre livelli di impedenza, un equalizzatore parametrico per scolpire il suono, due circuiti di Reamp per emulare la Stratocaster e la Les Paul, la possibilità di intercettare il segnale all’uscita dell’amplificatore o della testata e, non ultimo, anche una serie di schemi per la massa in grado di zittire i ronzii di un pickup. C’è da invidiare un chitarrista o un bassista anche cantante, perché con TD-1 ha, in unico prodotto di elevata caratura, tutto l’occorrente per ottenere registrazioni professionali. Non può essere classificato come semplice channel strip ed è più una tipologia di prodotto nuova, da cui il titolo di sistema di registrazione. Stiamo parlando di un sistema con qualità professionale, non certo da home-recording. Certo TD-1 può diventare meno interessante se si cerca solo il pre (sono altri i prodotti di Millennia per questo scopo), ma nello studio professionale o in un project studio dove sia prevista una chitarra o un basso elettrico, un DI diventa indispensabile e TD-1, con il pre microfonico incorporato, sembra perfetto per assolvere questo compito. Non smetteremo mai di consigliarlo a chitarristi e bassisti che amano registrarsi. TD-1 è anche particolarmente interessante per chi lavora con le DAW, perché da una parte costituisce l’elemento per riprendere il suono, dall’altra consente di elaborare le tracce registrate anche successivamente. TD-1 è il prodotto perfetto per chi ama la filosofia del project studio dove ci sono poche macchine ma tutte di altissima qualità. Nel nostro caso, Millennia ha riunito più funzioni sotto lo stesso tetto di metallo.
Intervista con Joel Silverman
Direttore vendite di Millennia, Joel ci ha concesso una breve intervista su alcuni aspetti hardware del progetto, che sono stati integrati dal designer John La Grou.
LP: Quali sono le parti comuni di TD-1 con gli altri prodotti di Millennia? L’equalizzatore e il preamplificatore sono identici ai modelli dedicati?
JS: Funzionalmente abbiamo scelto di usare gli stessi identici circuiti di HV-3, il nostro preamplificatore di riferimento, e di NSEQ-2, il nostro equalizzatore. L’unica differenza è nel layout, che è stato rifatto per poter accogliere le schede all’interno di TD-1.
LP: Quanti driver in uscita ci sono?
JS: La figura 1 illustra chiaramente il percorso del segnale e come abbiamo sviluppato il routing. Si può osservare che abbiamo impiegato ben sei driver differenti per altrettante uscite, mentre in ingresso sono quattro gli stadi di amplificazione separati. Noterai come il Direct Out può essere raccolto direttamente dal DI oppure passato nel buffer.
LP: La qualità del suono è alta, come ci si aspetta da un Millennia. Il suono valvolare è più complesso di quello FET, ma in genere lo stesso suono valvolare è migliore di molti altri prodotti simili, perchè?
JS: Siamo riusciti ad avere questo risultato grazie all’attenzione per i dettagli e all’esclusione del trasformatore dal segnale audio.
LP: Come è stato realizzato l’equalizzatore?
JLG: La sezione dei filtri è identica a quella di NSEQ-2. Sono quattro filtri shunt paralleli risonanti. Il progetto è importante per due considerazioni. L’audio presente all’uscita dell’equalizzatore non passa in realtà attraverso il filtro ma solo attraverso a un amplificatore in Classe A. Questo, ed è la seconda considerazione, avviene perché c’è un unico amplificatore sull’intero percorso del segnale, che si traduce in una importante riduzione dell’impatto dei circuiti attivi sul materiale audio che vi passa.
LP: All’interno ci sono degli IC senza nome: sono componenti standard o proprietari?
JLG: Sono circuiti integrati proprietari che abbiamo progettato noi