Siamo agli inizi degli anni '80, l'alba del digitale per i musicisti, e il leggendario Wolfgang Palm se ne esce dal suo laboratorio con un concetto inedito e rivoluzionario per i sound designer di tutto il mondo. Inserisce in slot di memoria adiacenti una serie di forme d'onda a singolo ciclo, creando l'idea della wavetable. Modulando il punto di scansione della wavetable si ottengono suoni cangianti del tutto nuovi. Saltiamo di quarant'anni ed eccoci a Modal Argon 8.
Quando abbiamo chiesto il prezzo di Argon 8 in Italia, abbiamo pensato a un errore. Un synth di questa qualità, anche costruttiva, e così ben ingegnerizzato è stato posto in range di prezzo sotto ai 700 euro e costringe tutti gli altri a confrontarsi con Modal. Ve lo diciamo subito: avrebbe potuto costare anche il doppio per la qualità dei risultati e lo avremmo comunque amato. Per capire il suo valore, occorre partire da tanto tempo fa...
C’era una volta...
Il PPG Wave 2 è stato il capostipite di una serie di sintetizzatori ibridi analogici e digitali: la parte analogica era composta da VCA e VCF (in questo caso i meravigliosi SSM 22440 nella versione Wave 2.2 e 2.3) e la parte digitale comprendeva la lettura e modulazione delle wavetable, con interpolazione dei campioni per evitare glitch, e naturalmente i convertitori A/D che per l’epoca erano quasi primordiali. La serie Wave aveva un prezzo molto elevato per l'epoca, tanto che anche oggi è difficile trovarlo. Se mai riusciste a provarne uno, a parte il complicatissimo sistema operativo e il poco comprensibile manuale, rimarrete entusiasti di come suona, perché non c'è stato nient'altro che abbia dato i risultati sonori di un Wave 2.2 o Wave 2.3
Fu seguito nel 1989 dalla reincarnazione in formato rack con il primo Waldorf Microwave, con filtri CEM, che però non suonava affatto come un Wave 2.3, anche se ci si avvicinava un po'. Waldorf ha costruito in seguito tutta la sua fortuna sfruttando al meglio il concetto di wavetable con filtri, arrivando al Microwave II e varianti, completamente digitale nei filtri ma con un suono ancora oggi notevolissimo per qualità, fino all'inarrivabile Wave. Più recentemente, Waldorf si è ripresentata al pubblico con il piccolo ma potente Blofeld e l'ammiraglia Quantum che offre diverse tecnologie di sintesi.
Anche altri produttori hanno battuto la strada della wavetable, tra cui Ensoniq con il concetto di Transwave, ma solo Waldorf è stata in grado di offrire pienamente lo scanning della wavetable fino a pochi anni fa, quando il concetto di wavetable è stato ripreso da alcuni nuovi nomi, tra cui Modal 002 che è stata la base di partenza per sviluppare Argon 8. In mezzo a questa mare, non possiamo dimenticare la sintesi vettoriale di Sequential Prophet VS, che metteva quattro oscillatori sotto il controllo di un joystick per modulare il mix in una catena con filtri e amplificatori analogici, ripreso poi in Korg Wavestation, che offriva però anche delle wavesequence molto differenti dal concetto di sintesi a wavetable.
La serie Argon 8
Completamente digitale e con otto voci di polifonia monotimbrica, è offerta in versione a tre o cinque ottave con Velocity e Aftertouch con ottima meccanica Fatar, oggetto del nostro test, e modulo. Le connessioni comprendono ingresso audio bilanciato su jack TRS, ingresso per pedale d’espressione TRDS commutabile in TRS via software, uscita cuffia, uscite stereo jack TS, interfaccia MIDI In/Out con Out configurabile in Thru, porta USB class compliant per l’editor ModalApp e interfaccia USB/MIDI, pedale sustain a polarità programmabile, Clock Sync In e Out e connessione per alimentatore esterno fornito in dotazione.
All'oscillator non si comanda!
I due oscillatori digitali dispongono di 24 wavetable, dove ogni wavetable è formata da 127 forme d'onda che possono essere messe in morphing tramite le modulazioni o direttamente dall'encoder su pannello. Tra le wavetable offerte c'è una emulazione completa di una wavetable Virtual Analog per riprodurre le forme d’onda e relativi passaggi , quattro wavetable derivate da 002 e nomi che richiamano le caratteristiche sonore come Formant, Peaks, Complex, Harmonic, Perc, Reso, Sweep, Chaos. L'eccezione è il secondo oscillatore, che prevede anche wavetable PWM, Clocked Noise, Sine Noise e Square Noise. Fin qui tutto regolare, per un synth in wavetable. La scansione della wavetable può essere modulata dai due LFO, dall'inviluppo ADSR dedicato alla modulazione, da uno degli assi del joystick, dalla velocity, Expression e Aftertouch che, tutte assieme, costituiscono anche le sorgenti comuni per la matrice di modulazione a otto slot.
Dato che però siamo in pieno dominio digitale, Argon 8 non si limita allo scanning della wavetable, ma può applicare a ognuno dei due oscillatori una serie di 32 processori statici per diverse funzioni come wave folder, wave shapers, phase shapers, rectify, de-rez, crush, resample, reso-sync etc che modificano direttamente la wavetable che poi, di conseguenza, è sempre possibile scannerizzare. Il sogno di ogni programmatore di synth digitali si fa realtà. Basterebbe solo la prima wavetable, dedicata all'emulazione di un virtual analog con passaggio continuo da sinusoide, triangolare, quadra a dente di sega, a cui applicare uno dei 32 processori per renderlo un synth favoloso e dinamico come pochi. E invece no! Dobbiamo considerare che questo processo può essere applicato differentemente per i due oscillatori e per tutte le 24 wavetable a disposizione.
Il gioco diventa ancora più interessante e potentissimo con ulteriori otto processori che possono essere applicati per modulare un oscillatore usando l'altro come modulante. E chi troviamo tra queste funzioni? C'è la modulazione di fase, che altro non è che la classica FM, la modulazione di ampiezza (finalmente!), ring modulation, hard sync, windowed sync con una modalità differente di sync, inverter, sync RM per usare hard sync assieme a ring modulator, che sono tutte da provare perché spesso portano a risultati inaspettati. Il secondo oscillatore è sempre il modulante del primo nell'uso dei processori in tempo reale. Lasciatemi dire che solo la sezione oscillatori di Argon 8 vale l'intero acquisto del synth e a oggi è tra i pochissimi synth digitali che permette di avere una flessibilità di programmazione così ampia.
Gli oscillatori hanno parametri indipendenti di Tune e Fine, parametro comune di Glide, con velocità regolabile e possibilità di legato, e Spread, quest'ultimo per duplicare gli oscillatori fino ad aggiungere la terza maggiore, la quarta, la quinta, l'ottava superiore, la quinta un'ottava superiore, la quinta minore, l'ottava inferiore, e la nota due ottave sotto. Tutto quanto finora detto è gestibile direttamente da pannello, usando anche la funzione Shift e, purtroppo, richiede il manuale per alcune funzioni non serigrafate su pannello, ma che possono facilmente essere raggiunte da ModalApp.
Il filtro
Quattro modalità differenti, tra Standard, Standard Notch, Classic e Classic Notch, tutti con possibilità di morphing continuo tra LPF, BPF, Notch e HPF, dotati di cutoff, risonanza e controllo di morphing su pannello, e con pendenza a 12 dB/Oct. Il filtro standard chiude maggiormente rispetto al Classic. Il classic lascia sempre passare un po' di suono anche con cutoff a zero. Il filtro può essere modulato dall'inviluppo dedicato ADSR che ha una buona qualità sui tempi di attacco molto brevi anche se non raggiunge per pacca quello di un Moog o delle repliche digitali di Roland, anche perché si limita a 12 dB/oct. Tra le modulazioni fisse del filtro ci sono l'aftertouch e la nota suonata, cioè il key scaling, che può anche essere negativo. Cutoff, Resonance e Morphing sono tre sorgenti per la matrice di modulazione.
LFO
I due LFO utilizzano lo stesso concetto di wavetable scannerizzabile, perché si parte dalla sinusoide per passare dalla dente di sega positiva e negativa, quadra e sample & Hold in 127 passi, con controllo di Depth sul destinatario, divisione del clock o frequenza (per LFO 2 si arriva in banda audio), modalità di Retrigger, Free o Single, quest'ultimo che completa il ciclo della forma d'onda e poi si ferma. LFO 1 Rate, LFO 2 Depth, Rate e Shape sono destinazioni per la matrice di modulazione. L’LFO 1 è un modulatore globale, mentre LFO2 è polifonico. L’assegnazione dell’LFO al parametro è molto semplice, perché da pannello si preme LFO Assign e si gira la manopola del parametro che si vuole modulare. Da notare che l’LFO2 si sincronizza alla nota suonata e potendo entrare in banda audio permette di creare effetti FM e AM, mantenendo fisso il rapporto tra nota e frequenza dell’LFO.
Gli inviluppi
Argon 8 dispone di tre generatori di inviluppo ADSR, di cui due assegnati di default al cutoff del filtro e all’amplificatore, e il terzo dedicato alle modulazioni. È possibile usare anche valori negativi per le ampiezze e ogni inviluppo dispone del parametro Depth con escursione positiva o negativa. È possibile modificare contemporaneamente i parametri dei tre inviluppi tenendo premuto un qualsiasi pulsante EG e muovendo il potenziometro del segmento dedicato.
L’arpeggiatore
Sincronizzabile anche da Sync In, permette di scegliere la divisione del clock, l’escursione e la direzione, lo swing negativo o positivo per ogni nota e il gate. I pattern programmati non rimangono in memoria e non sono memorizzati con la patch.
Il sequencer
Può registrare una traccia di 512 note, con numero di battute programmabile da una otto, quantizzazione in ingresso e contemporaneamente gestione di quattro lane per registrate e modulare fino a quattro parametri. Presente il metronomo, il loop di una sezione, la ripetizione di una sequenza (beat reapeter) e il salvataggio della sequenza con un patch. Oltre al Tempo, al momento non si può scegliere la metrica e non ci sono funzioni di editing particolari. Le quatto lane possono essere registrate direttamente da pannello, con editing successivo su ModalApp, dove è possibile anche creare con il mouse l’andamento preferito.
FX
La sezione effetti dispone di tre DSP indipendenti in serie che sono anticipati da un pre-FX per generare un effetto di distorsione ottenuto con un waveshaping non programmabile, se non nella quantità di distorsione. Ogni DSP può usare algoritmi di Chorus, Phaser, Flanger positivo e negativo, Tremolo, LoFi, Rotary, Stereo Delay, Ping Pong Delay, X-Over Delay e Reverb. Una volta assegnato un algoritmo , esso non potrà essere usato in un altro slot. Selezionando il pulsante di uno dei tre FX, si possono controllare fino a sei parametri in tempo reale, sincronizzando i tempi al clock del sequencer. E’ possibile salvare fino a 100 preset, Di serie ne sono forniti 60.
Modulazioni
Abbiamo già incontrato per strada alcune modulazione di Argon 8, anticipando il fatto che dispone di una matrice di modulazione a otto slot, facilmente programmabile da ModalApp ma indirizzabile anche da pannello in pochi passi. Abbiamo 11 sorgenti di modulazione per 52 parametri con valori positivi e negativi di intensità, ma non tutto è possibile. Mentre si possono usare più sorgenti per modulare un unico parametro, ci sono dei limiti strutturali che rendono meno potente questa matrice. Per fortuna non occorre imparare a memoria la tabella delle possibilità (non aggiornata sul manuale): selezionando la sorgente di modulazione, ModalApp aggiorna automaticamente i parametri disponibili. Scopriamo così che l’inviluppo dedicato alla modulazione può essere assegnato solo a risonanza, morphing, Wave 1, Wave 2, Mix, Tune 1, Tune 2, OscMod, Spread, LFO2 Depth, LFO2 Rate, LFO2 Shape, FEG Depth, Distortion e Global Frequency, che non sono affatto male come lista. Purtroppo sono esclusi dalla modulazione di questo inviluppo le singole fasi degli inviluppi di ampiezza e filtro, come anche la velocity non può modulare i parametri di LFO1. Poi però si scopre che l’LFO1 può modulare sé stesso nel Rate. Alcuni bug rimangono: per esempio togliendo una destinazione da uno slot, Argon 8 non esegue l’azione e occorre mettere in bypass lo slot. Anche i parametri degli effetti sono destinazioni di modulazione.
Controlli
La tastiera è un altro punto di forza di Argon 8: si comporta maggiormente da semipesata, con uno scalino quando si attiva l’aftertouch per meglio controllarlo. Sono previsti parametri di Ottava per cambiare l’escursione, trasposizione, memorizzazione dell’accordo per suonarlo con singole note, attivazione della modalità monofonica e polifonica, unisono a 2, 4 o 8 note, stack a 2 o 4 note di polifonia, drift per scordare le voci e width per creare il campo stereo. L’ingresso audio invia il segnale ai tre effetti interni. Diverse le opzioni, tra cui l’invio delle note dell’arpeggiatore al MIDI Out, la scelta della curva di aftertouch e di velocity, gestione del joystick per modulation e pitch bend, filtri MIDI configurabili in ingresso e uscita. I parametri principali del pannello sono assegnati a quasi tutti i Control Change disponibili, rendendo facile la registrazione di una performance su DAW.
ModalApp
Modal offre gratuitamente l’editor di Argon 8, che può essere usato anche come plug-in VST nella DAW, che semplifica enormemente la gestione del synth, con un semplice colpo d’occhio. Non ci sono menu nascosti e ogni parametro è facilmente raggiungibili in un massimo di due click. La finestra è dimensionabile a piacere, cosa che farà piacere a chi porta gli occhiali!
In prova
Argon 8 è prima di tutto un synth che sarà amato visceralmente da chi da anni programma synth, perché il suo blocco di oscillatori è a dir poco entusiasmante. Chi non ha mai programmato un synth in wavetable, può anche accontentarsi dell'emulazione VA e del resto della catena, più che valida per ottenere un suono molto moderno, sicuramente digitale, ma mai sterile o non musicale. Argon 8 ha un suono tutto suo e si ritaglia una nicchia ben precisa soprattutto nell’EDM e nel sound design. Nulla gli assomiglia, se non i modelli maggiori di Modal.
L'ascolto dei preset è quanto di più inutile ci sia, perché Argon 8 va programmato a piacere e non è il synth per imitare gli altri synth. Diventano invece utili quando si preme il Play per il sequencer interno, che riproduce quanto il programmatore aveva pensato per quel preset. Ora tutto ha un senso. Il suo timbro, quando si armeggia con la distorsione e le funzioni di waveshaping sulle wavetable, è apertissimo sulle medio alte, ma mai artificiale o spiacevolmente digitale, con una rotondità che è molto musicale e additiva. Nell'emulazione VA, per esempio, è probabilmente il miglior synth digitale per emulare la qualità dei synth analogici Oberheim, in particolare l'OBXA.
I filtri sono digitali e si sentono per come suonano, perché sono sempre molto controllati ma non per questo non fanno il loro lavoro. Hanno una pendenza che ricorda il Moog, anche se sono dichiarati essere a 12 dB/Oct, cosa che non sembra proprio alla prova dei fatti. La fase di decadimento degli inviluppi, che è indispensabile per realizzare timbri percussivi o di basso, è sufficientemente buona ma ho sentito di meglio in altri synth digitali, studiati per l’emulazione analogica. Manca un po’ di pacca nella fase di attacco. Tra tutte le funzioni, il comportamento del decay dell'inviluppo andrebbe migliorato per poter creare bassi synth più incisivi o bass drum. Le wavetable, ovviamente, sono tutte da scoprire e passerete ore a divertirvi ascoltando ipnotizzati il suono. Le funzioni legati agli oscillatori e alla modifica statica o dinamica del timbro sono il sogno di ogni sound designer e raramente ho visto una tale quantità di funzioni così ben programmate.
La matrice di modulazione consente il controllo di ogni parametro visibile su ModalApp, compresi quelli degli effetti, diventando un tool importantissimo, assieme alle quattro linee di Animation che, da sole, possono creare suoni alla Prophet VS o Wavestation in un sol colpo di mouse. Mi aspettavo di più, invece, circa le sorgenti di modulazioni, che sono un po' poche per un synth di questa potenza e non prevedono, per esempio, funzioni matematiche o l’uso di control change, sebbene quasi tutti i parametri siano mappati in Control Change. In ogni caso, quel che può fare questo piccolo synth ha del miracoloso in fatto di suoni inediti, modernissimi e futuristici. Ciò che più mi ha sorpreso è il fattore ispirazione: normalmente ogni synth ha una serie di timbri che risaltano meglio degli altri e portano a suonare e a comporre. Ce ne sono altri, invece, che per quanto ci si applichi tendono a bloccare quel processo intuitivo per trovare lead, accordi o ritmi. Quando ho cominciato a programmarlo come volevo, mi sono ritrovato a registrare in continuazione dei groove, linee lead, linee di basso e serie di accordi come non mi era mai capitato su altri synth digitali, men che meno in quelli a wavetable. Porta il musicista direttamente nel mondo del rock, quando si programma come un synth analogico, e contemporaneamente anche nella dance, nell'EDM e nell'hip hop, con una naturalezza sorprendente. Considerata questa sua felicissima attitudine, il sequencer interno è più che una necessità, perché su Argon 8 timbro e composizione sono embricati e inscindibili.
Gli effetti sono di buona qualità, organici al synth, ma non sono adatti, soprattutto i riverberi, per dare tridimensionalità. Vanno visti nell’ottica di una estensione per il sound design. Dopo aver compreso un paio di concetti che portano fuori strada, come per esempio il fatto di aver messo serigrafie con nome Wave 1 e Wave 2 su panello, o Bank 1 e Bank 2 che fanno pensare che ci siano altri parametri nascosti, la programmazione su pannello fila via molto liscia e velocissima, rendendo questa fase (almeno per gli esperti) naturale e intuitiva. Alcune funzioni sono descritte solo su manuale, forse perché aggiunte in seguito, ma tutto può essere richiamato da pannello. L'applicazione Modalapp Argon 8 chiarisce in un istante la logica operativa, anche se avrei preferito avere dei menu a tendina per le funzioni di WaveMod 1 e 2 e per il processore per i due oscillatori. Qualche bug su ModalApp c’è, ma nulla che non permetta di portare a casa il risultato.
Conclusioni
Molto raramente un synth digitale ha catturato la nostra attenzione come Argon 8, che si trova in una fascia di prezzo accessibile a tutti ma offre risultati timbrici degni dei migliori synth digitali recenti. Occorre essere maniacalmente amanti della sintesi del suono per apprezzare appieno le sue capacità, ma anche chi ne conosce poco è in grado di ottenere velocemente risultati. Il suo suono è unico e apre orizzonti nuovi. Non aspettatevi l’emulazione perfetta di un PPG o di un VA, ma andate dritto al cuore sintetico di Argon 8, che rivoluziona il concetto di wavetable associandolo a un timbro molto musicale ed evocativo. Destinato al successo, soprattutto per chi ama sondare nuovi colori e lasciarsi ispirare!
PRO
Eccellente rapporto qualità prezzo
Costruzione e meccanica di tastiera
Sintesi molto flessibile
Suoni creativi e musicali
Editor molto efficace e semplice
CONTRO
Blocco nella trasposizione in ottava inferiore
Pattern non memorizzati con la patch
Limiti nell’assegnazione delle destinazioni nelle modulazioni
Nessuna possibilità di importare campioni
INFO
Argon 8 €664,90
Argon 8X €767,38
Argon 8M €596,58