Negozi e mercatini (ma anche cantine) possono nascondere oggetti, o nel nostro caso sintetizzatori, d’annata molto interessanti a prezzi abbordabili. ecco un primo esempio per sfatare il mito che associa vintage a costoso
Alzi la mano chi non ha mai dichiarato: oggi non me lo posso permettere, aspetto un po’ e il prezzo cala. Al sottoscritto è accaduto spesso e, in molti casi, ha dovuto attendere qualche anno per potersi permettere strumenti prima irraggiungibili: per esempio, quei costosi campionatori hardware che imperavano negli anni ottanta/novanta. Cresciuto a pane e sampler, ho sempre nutrito una passione viscerale per questa categoria di strumenti ma solo in tarda età mi sono potuto permettere a poche centinaia di euro ciascuno di essi, strumenti quali le serie S di Akai o i potenti campionatori dell’americana EMU che – in origine – viaggiavano su prezzi variabili dai quattro ai dodici milioni delle vecchie lire! Recentemente, in uno studio di registrazione di amici sul lago Maggiore, mi sono imbattuto in un synth sampler con cui arricchire la mia personale collezione, peraltro abbandonato dal proprietario in un angolo della sala di ripresa dello studio: il Casio FZ-1. Per chi non lo conoscesse, ecco qualche piccolo cenno storico su questo interessante strumento giapponese: rilasciato in un periodo (1987), in cui il mercato dei campionatori a prezzo ragionevole era in forte espansione, si distingueva da concorrenti quali l’Akai S900 o i Roland S-50/S-550 per alcune peculiarità, tra cui: il sistema operativo ospitato in ROM (e non su Floppy Disk), la presenza di una generazione di sintesi in additiva/sottrattiva, la tastiera a 61 tasti dell’FZ-1 che supporta l’Aftertouch monofonico ma soprattutto una risoluzione del campionatore elevata fino a 16 bit. La quantità di RAM on-board per ospitare i campioni ammonta a 1MB, espandibile a 2MB tramite una scheda opzionale, mentre la frequenza di campionamento è selezionabile entro il range fra 9kHz e 36kHz.
L’FZ-1 è multitimbrico a otto parti con polifonia massima di otto note. Un punto di forza del Casio FZ-1 è sicuramente il sintetizzatore perché tra le forme di onda in ROM troviamo anche quelle previste nella storica serie di sintetizzatori CZ di Casio: Random, Pulse, Double Sine, Square, Sawtooth, Saw/Pulse, ma anche 48 armoniche combinabili grazie alla visualizzazione grafica sul display. Rispetto alla serie CZ, l’FZ-1 dispone inoltre di un LFO migliorato, con controlli per il Pitch dell’oscillatore, i livelli di filtro e sezione Amp. Altre caratteristiche degne di nota dell’FZ-1 sono il filtro passa-basso con controllo della risonanza e l’amplificatore entrambi analogici, con un inviluppo a otto stadi ciascuno: controllo e livello delle due sezioni sono a cura di quattro chip Casio MB87186, ma nell’FZ-1 il filtraggio avviene a valle della conversione DA. Le connessioni prevedono ben otto uscite separate dove indirizzare le parti disponibili. Analogamente ai suoi concorrenti, anche l’FZ-1 Casio non dispone di blocchi DSP per gli effetti. Casio realizzò in seguito due versioni expander di questo strumento: gli FZ-10M e FZ-20M furono migliorati nella resa sonora con l’introduzione di un nuovo convertitore DA e di una memoria per il campionamento espansa a 2MB; dell’FZ-1 fu realizzata anche una variante di colore bianco marchiata Hohner (HS-1).
A mio parere, i punti deboli dell’FZ-1 sono due: la tastiera poco reattiva in termini di risposta al tocco e il pannello comandi sprovvisto di un tastierino alfanumerico sul pannello per l’inserimento dei dati, che obbliga l’utilizzo dei quattro switch per la navigazione e i pulsanti incremento/decremento. Cosa invece apprezzo nel suono dell’FZ-1 è che, a paragone con altri strumenti dell’epoca o più recenti (penso al potente EMU IV degli anni novanta), lo strumento giapponese si difende bene in gamma bassa, regalando per esempio timbriche di drum machine anni ottanta piuttosto incisive. Grazie a una completa sezione di sintesi, l’FZ-1 potrebbe rivelarsi un tassello con cui ottenere timbriche di pad di buon spessore o emulare alcune sonorità tipiche di sintetizzatori vintage; se amate la Supersaw di Roland provate questo Casio d’annata! Prima di cedere a facili entusiasmi e gettarvi in rete alla caccia di un FZ-1, ricordate che è sempre opportuna qualche verifica prima dell’acquisto: oltre allo stato di uso e le condizioni della tastiera, controllate inoltre che la retroilluminazione del display sia in ordine, perché se il ricambio è reperibile a basso costo, la sostituzione può rivelarsi piuttosto laboriosa. Anche il lettore floppy di questa serie va testato con cura, perché parliamo di un supporto che è diventato difficoltoso (e costoso) recuperare oggi sul mercato. Con l’avvento di sintetizzatori dotati di interfaccia user friendly, gli editor software in commercio sono quasi scomparsi, quindi ricordatevi che l’editing sarà praticabile solo con l’interfaccia dello strumento: se dopo 10 minuti di navigazione non trovate il giusto approccio, salutate lo strumento senza rammarico e guardate altrove. Last but not least, la libreria sonora può incidere in maniera rilevante sulla valutazione dello strumento, e nel caso dell’FZ-1 ricordate che la reperibilità su internet di pacchetti dedicati non è così semplice. Quanto vale un FZ-1: se in buone condizioni e dotato di un congruo parco di floppy a corredo, la valutazione viaggia su cifre intorno ai 300 euro; la variante expander può costare di più, soprattutto nella più rara versione FZ-20M. Se volete dare un ascolto a come suona FZ-1, YouTube è pieno di video come ad esempio questo. Buona caccia…!