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Studi: Over Studio, i campioni passano da qui


Da Samuele Bersani agli Stadio, passando per Umberto Tozzi, Dolcenera, Noemi, Vasco Rossi. La lista dei credit di Over Studio È lunga, se si pensa che ha festeggiato da poco i 12 anni dall’apertura. scopriremo perché tantissimi artisti scelgono Cento (FE) per incidere i propri dischi.

È in una tranquilla e alberata via di Cento, in provincia di Ferrara, che si trova uno degli studi di registrazione che si è fatto strada nelle produzioni mainstream del panorama italiano degli ultimi dieci anni: Over Studio. Situato al piano terra di una graziosa villetta, lo studio si apre su un ingresso dalle pareti in cui alloggiano dischi registrati qui, dove ci accoglie Raul Girotti, il sempre sorridente proprietario nonché studio manager di Over Studio. A questo punto le possibili strade da prendere sono due: a sinistra verso l’area relax e a destra verso il cuore della struttura. Nonostante la forte tentazione (di entrambe) di deviare a sinistra per sederci di fronte all’angolo bar a gustare un aperitivo, decidiamo che quella sarà l’ultima sala da visitare e ci dirigiamo in sala regia dove ci aspetta Angelo Paracchini, da anni il fonico residente della struttura nonché esperto chitarrista. Raul ci racconterà come è nato e cresciuto lo studio e il perché tanti clienti vi si affezionano; insieme ad Angelo ci addentreremo invece nel lato più tecnico e artistico. Completerà l’intervista una vecchia conoscenza degli Over Studio. Andiamo!

 

01 Raul Girotti e Angelo Paracchini

Giacomo Dalla: Da dove nasce l’idea dello studio?

Raul Girotti: Lo studio è nato negli anni ’90, periodo in cui lavoravo come DJ/producer. Inizialmente si trattava di un home studio, ma dopo non poche richieste per utilizzarlo conto terzi, ho deciso di ampliarlo e di costruire una struttura polifunzionale annettendo diverse sale prova, era il 1997. Con gli anni le richieste aumentavano via via perché ero l’unico che nella zona di Cento e dintorni potesse offrire un servizio del genere. Poi quando nel 2004 ho cambiato casa, ho deciso di adibire il primo piano della struttura ad abitazione e il piano terra a studio di registrazione, questa volta senza sale prova. La strada per arrivare all’Over Studio che vedete oggi è stata molto lunga, sono partito da poco migliorandolo un po’ alla volta grazie all’aiuto e alla professionalità di fidati collaboratori.

 

002 La sala di ripresa

GD: Quindi da DJ sei passato a studio manager.

RG: Ho preferito affittare lo studio a fonici freelance fin da subito, così da poter seguire lo studio più che dal punto di vista tecnico da quello manageriale. Mi tengo comunque sempre aggiornato riguardo alle macchine, i plug-in e le attrezzature, perché voglio che lo studio sia sempre al passo coi tempi. Come studio manager mi occupo della cura del cliente prima, durante e dopo le ore in sala di registrazione; le sessioni di lavoro sono gestite insieme ad Angelo Paracchini, che già da diversi anni è il fonico residente dello studio: abbiamo un’agenda condivisa che ci permette di organizzare e conoscere allo stesso momento anche da posti diversi gli impegni di lavoro. Inoltre lavoro molto sul web come promozione delle attività dello studio.

 

GD: Quindi molto lavoro anche sotto l’aspetto dei social network.

RG: Esattamente, saper sfruttare questi strumenti al meglio ti permette di creare una rete di contatti estesa e in tempo breve; Internet è però un’arma a doppio taglio, che bisogna saper gestire sapientemente per non risultare troppo esuberanti, o troppo poco. Siamo contenti del lavoro che stiamo facendo da questo punto di vista perché la maggioranza dei clienti non legati al mainstream ci raggiunge tramite il sito internet, le pagine social e gli articoli di giornale.

 

 003 La sala relax

GD: Il curriculum dello studio vede dei nomi altisonanti della discografia italiana e non solo, c’è stato un momento preciso di passaggio da realtà locali a nazionali?

RG: Nel 2006 ho avuto il primo artista davvero importante nel panorama italiano: Samuele Bersani ha registrato agli Over Studio l’album L’Aldiqua. Da lì sono poi pian pianino arrivati tutti gli altri, grazie a Celso Valli e Marco Borsatti, il quale si è innamorato dello studio, già dalla prima visita. Lo stesso Marco ha contribuito profondamente alle migliorie acustiche e alla crescita dello studio non solo come clienti ma anche come dotazioni, insieme a Nicola Fantozzi e ad Angelo. La soddisfazione più grande è ricevere i complimenti di grandi nomi della discografia non solo per la qualità delle registrazioni, ma anche e soprattutto per la qualità e professionalità dello staff; l’arma vincente per me è saper fornire il massimo anche dal punto di vista umano, la cura per il cliente è sostanzialmente questo. In tanti si sono affezionati alla nostra struttura, per esempio Miss Nostalgia è il quarto album che gli Stadio hanno registrato qui, Umberto Tozzi ha finito la poco il secondo, Dolcenera è da due anni cliente fissa, e capita che siano loro stessi a chiedere espressamente alla produzione di incidere qui.

 

GD: Il Festival di Sanremo già vi conosce e in particolare quest’anno vi ha visto protagonisti. Di che cosa vi siete occupati per gli album di Stadio, Dolcenera e Noemi?

RG: Per quanto riguarda Miss Nostalgia degli Stadio, qui sono state incise tutte le parti di batteria, chitarra e basso, qualche parte di pianoforte e tutti i cori; del disco di Dolcenera, Le Stelle Non Tremano, abbiamo registrato tutte le chitarre e alcune batterie, a eccezione del brano Ora O Mai Più in gara al Festival che è stato inciso per intero nel nostro studio. Noemi per l’album Cuore Di Artista ha inciso qui batteria, pianoforte e organo Hammond. E non è un caso che tutti abbiano scelto di registrare almeno le batterie qui!

 

004 Un'altra angolazione della sala di ripresa

 

GD: Ecco quindi svelato il segreto degli Over Studio: la sala ripresa!

RG: Ci hai scoperto! È l’ambiente preferito dai musicisti, dopo la sala relax (ride). Tra l’altro la sala ripresa principale ha una pianta quadrata, il che non è il massimo in termini acustici; ciò nonostante è molto equilibrata su tutto lo spettro di frequenze, un po’ più accentuata sulle basse e con un giusto tempo di riverberazione, per cui strumenti come batteria e pianoforte suonano davvero bene (chiedete a Giovanni Pezzoli, batterista degli Stadio), tanto che non è necessario utilizzare un riverbero artificiale. La cosa bella è che in fase di progettazione, l’unica miglioria acustica che facemmo nella sala ripresa fu unicamente il contro soffitto con pareti in lana di roccia. Per nuove esigenze di registrazione, abbiamo di recente realizzato una seconda sala ripresa (e una terza è in arrivo), comunicante con la principale tramite due porte a vetri apribili, che utilizziamo nel caso di registrazioni simultanee o che debbano suonare più da live, ma anche semplicemente come luogo in cui riporre il pianoforte durante registrazioni di batteria o viceversa. Ultimamente abbiamo raggiunto diversi musicisti ed ensemble jazz che apprezzano l’acustica delle sale e la possibilità di esibirsi nello stesso ambiente o in ambienti visivamente comunicanti.

 

GD: Over Studio non è solo recording, mixing, mastering ma anche eventi.

RG: Sì organizziamo eventi, seminari e clinic molto variegati (per esempio ora sto finendo di programmare una clinic col grande batterista Gavin Harrison e due con l’autore Saverio Grandi) che permettono di estendere ulteriormente il nome dello studio. È un metodo di lavoro moderno, magari non condivisibile dai puristi con grandi nomi alle spalle, ma che ci sta dando grandi soddisfazioni come diffusione d’immagine della nostra struttura. Credo che oggi più che mai sia importante, anche per uno studio di registrazione, il tenersi aggiornati sotto l’aspetto organizzativo e pubblicitario, l’imprevedibilità di mercato te lo impone. Collaboriamo con la scuola di musica di Pieve di Cento insieme alla quale organizziamo brevi corsi di primo livello per aspiranti fonici; 24 ore divise in sei appuntamenti durante i quali i ragazzi affrontano tematiche che vanno dalla fisica del suono a cenni di mix. Poi una volta all’anno abbiamo un corso avanzato di mastering tenuto da Nicola Fantozzi il quale molto probabilmente sarà anche il docente di un corso di mix avanzato che stiamo progettando. Per fortuna abbiamo l’agenda bella piena almeno per i prossimi mesi.

 

GD: La sala regia di Over Studio non ha un banco ma una superficie di controllo, quali sono i motivi di questa scelta?

Angelo Paracchini: Inutile negare la bellezza di un banco Neve, SSL per non parlare di API, console che hanno fatto la storia della musica ma che purtroppo non si integrano nelle modalità di lavoro di un disco pop di oggi. I tempi di produzione devono essere più veloci e per la nostra realtà, flessibilità è la parola chiave, immaginate di dover riaprire un mix fatto sul banco dopo una giornata di lavoro di un altro artista, vorrebbe dire ore di lavoro e l’incertezza di un recall non preciso al 100%. Molti artisti oggi hanno la necessità di poter intervenire sui loro progetti in tempi rapidi anche a distanza di mesi. La superficie di controllo che abbiamo, il C24 di Digidesign, dà comunque la percezione di lavorare sui fader abbandonandoti alla musica chiudendo gli occhi, ma con tutti i vantaggi dell’integrazione totale con Pro Tools. Possiamo lavorare in maniera ibrida, unendo le forze di outboard e plug-in di Pro Tools, il quale nella versione 12 è diventato ancora più comodo in questo grazie alla funzioni Commit, Freeze e Bounce offline.

 

007 L'outboard

 

GD: Qui l’assenza di un banco è colmata da un arsenale di outboard!

AP: Infatti, è come se potessimo disporre di quattro banchi differenti e questo in fase di registrazione ci permette di scegliere il colore adatto al dato strumento e ottenere un suono praticamente definitivo; per esempio anche per le ultime produzioni sanremesi che sono passate da qui, l’obiettivo che ci è stato richiesto era proprio questo. Per fare ciò, oltre al corretto posizionamento dei microfoni e la fortuna di avere un sala ripresa che suona veramente bene, disponiamo di tante tipologie differenti di equalizzatori e compressori (API, Neve, GML, Maselec, SSL, Chandler) oltre che preamplificatori, che possiamo utilizzare già in fase di recording e, cosa non importante ma fondamentale, quelli che abbiamo montati sono tutti perfettamente funzionanti. Crediamo che la professionalità di uno studio si veda anche da semplici gesti quali l’ordine, la pulizia e la manutenzione continua di quello che si trova nelle proprie sale; un musicista così come un produttore, deve poter utilizzare al meglio ogni cosa messagli a disposizione dallo studio, altrimenti partirà già svantaggiato dal poter esprimere al massimo le sue potenzialità. Avere una cuffia con il jack danneggiato o un pop filter non pulito sono cose che non si dovrebbero mai verificare in uno studio di registrazione professionale, anche perché non c’è da scherzare con artisti e produttori che nel loro lavoro danno il cuore.

 

GD: Su cosa basate le scelte degli outboard?

AP: Abbiamo tutti una grande ammirazione verso i grandi sound engineer d’oltre oceano (la mia predilezione per Tony Maserati è cosa risaputa qui in studio), che sono un po’ i nostri guru e quindi il setup di cui disponiamo, molte tecniche di lavoro e anche le sale di ripresa comunicanti prendono spunto dai modelli americani. Essendo prima di tutto appassionati del nostro lavoro poi, siamo sempre attenti alle novità sia in materia di hardware che di software e ci confrontiamo sempre e tanto prima di ogni acquisto assieme a Nicola Fantozzi e al grande Marco Borsatti.

 

006 Digidesign C24

 

GD: Cosa utilizzate come somma e conversione?

AP: Gli ascolti 5.1 sono collegati alle uscite del C24, mentre normalmente per lo stereo utilizziamo PreSonus Central Station che è molto comoda. Come convertitori montiamo Avid 192, ne possediamo tre di cui una HDX collegate tutte a Pro Tools con clock interno, il quale ora è aggiornato alla versione 12.4; all’occorrenza abbiamo anche delle Apogee AD-16X. Per quanto riguarda la somma abbiamo provato per un periodo diversi outboard dedicati tra cui Chandler Mini Mixer, SPL Mixdream, Dangerous Music 2 Bus e Thermionic Culture The Fat Bustard. Dopo diversi mesi di test e blind test abbiamo deciso di tenere unicamente il Fat Bustard che personalmente utilizzo di più per miscelare le tracce che per una somma di un mix; per esempio in caso di chitarre con doppia microfonazione dinamico - nastro (Shure SM57 o Sennheiser MD421 e Royer R121), una volta scelto il carattere in preamplificazione (solitamente API o SSL per chitarre aggressive, Neve o GML per chitarre più morbide) mando le due tracce al Fat Bustard che, anche con valori di Attitude bassi, fornisce dei timbri con un carattere piuttosto marcato. Tutti rimangono stupiti dai suoni che si ottengono con questa semplice ma efficace tecnica, che ti risparmia del tempo in fase di missaggio. Le chitarre degli Stadio che sentite sul disco sono state registrate così.

005 Il Thermionic Culture Fat Bustard, usato già in fase di ripresa

GD: Per quanto riguarda microfoni, monitoring e backline?

AP: Abbiamo un vasto parco microfoni che valorizza ulteriormente il suono della stanza (AKG C12, Neumann U47 FET, Ribera C12, Neumann U87, Coles 4038, Royer R121 etc.) e che si può adattare a tanti generi diversi; con gli anni ci siamo poi dotati di diversi set di batteria tra cui una Ludwig e una splendida Rogers degli anni ’70 oltre a tantissimi rullanti diversi. Testate e cabinet per chitarra e basso non mancano dai vintage ai più moderni, così come un bel pianoforte (un Yamaha C3 mezza coda). Per il monitoring dei musicisti e la comunicazione tra regia e sale ripresa abbiamo un sistema HearBack di Hear Technologies e di recente abbiamo acquistato un sistema Behringer P16-M del quale siamo davvero contenti, è semplicissimo da usare e permette al musicista di gestire in cuffia fino a 16 tracce mono con eq e pan discreti. Una goduria anche per quelli più esigenti.

 

GD: Ci sono aneddoti accaduti in studio che ci puoi raccontare?

AP: Diversi… durante le incisioni del suo ultimo disco, Umberto Tozzi che canta sempre e ovunque, dopo una lunga sessione di lavoro, alle due di notte si è messo sotto il portico a cantare canzoni dei Beatles e io per non essere da meno ho imbracciato una chitarra e l’ho accompagnato. Un altro aneddoto pseudo divertente è l’upgrade più importante dello studio nel 2015: un’artista (di cui non posso fare il nome) è entrata in sala regia con gli occhiali da sole e nell’attimo esatto del saluto è inciampata nel gradino all’ingresso rischiando di farsi seriamente male! Quel gradino è stato tolto al più presto e noi per fortuna non ci abbiamo rimesso la cliente (e neanche la casa). Ultimo aneddoto che ricordo è accaduto insieme a Marco Borsatti: durante una sessione di registrazione di batterie per un disco di Laura Pausini, Marco nonostante fosse un po’ di tempo che non veniva in studio, riconobbe da subito che il suono della sala ripresa non era lo stesso di sempre; secondo lui la causa di risonanze maligne era un piccolo armadio per riporre le aste che avevamo da poco installato in studio. Increduli, lo abbiamo smontato in frettissima e… ovviamente Marco aveva ragione.

 

 

Quattro domande a Marco Borsatti

 

GD: Possiamo definirti un membro onorario degli Over Studio? Come nasce la tua collaborazione con gli Over Studio?

Marco Borsatti: In un certo senso sì, conosco Raul da tanti anni e da quando lo studio ha inaugurato nella sede dove è oggi sono sempre stato coinvolto come collaboratore attivo dello studio; da qualche anno invece Angelo e Nicola hanno preso il mio posto e sono diventato cliente/collaboratore. Nel 2004 lo studio era diversissimo da come lo vedete ora, montava Pro Tools e poco altro e il lavoro fatto nella progettazione della sala regia non soddisfaceva Raul; mi sono occupato personalmente della riprogettazione dell’impianto audio, mentre il mio fido collega Josif Vezzoli di JV Acoustics si è occupato del progetto acustico. Abbiamo poi creato una sala macchine che era davvero necessaria, scelto degli ascolti adeguati e proposto degli acquisti mirati in ambito di outboard e microfoni. Raul è sempre stato disponibile (mi ricordo che per un disco in presa diretta che dovevo realizzare insieme a Celso Valli, fece costruire apposta un box per gli amplificatori) e si è fidato dei miei consigli, in pochi anni ha costruito una struttura professionale di alto livello. Tuttora Raul si confronta con me per nuove aggiunte alle dotazioni dello studio.

 

GD: Over Studio è uno dei tanti studi che hai progettato o dei quali sei stato consulente.

MB: Sì, insieme a Josif abbiamo lavorato per tanti studi di registrazione, mixing e mastering; io mi occupo della progettazione dell'impianto audio e dei cablaggi mentre Josif realizza il progetto acustico delle sale. Abbiamo iniziato con la sala di mastering di Fonoprint a Bologna, poi lo studio di Celso Valli sempre a Bologna, l’Ex Cantine di Imola, il Kafer Records Studio di Marco Adami, il Posada Negra di Roy Paci, il Big’s Studio di Luca Bignardi e altri studi prestigiosi tra cui uno in via Emilia Levante a Bologna e uno in Brianza.

 

GD: Quali sono secondo te i punti di forza di Over Studio?

MB: Il primo è sicuramente il suono della sala di ripresa, davvero invidiabile; il grosso equipaggiamento di cui lo studio può disporre è il secondo. La grande versatilità che si esplica nella possibilità di effettuare multi-riprese riuscendo a isolare tutti gli strumenti non è una cosa che tutti gli studi possono fare. L’ultimo, non per importanza, l’aspetto umano e la calda accoglienza che riservano sempre Raul e sua moglie Silvia.

 

GD: In una scala crescente da 1 a 10 che valutazione daresti al suono della sala ripresa degli Over?

MB: È difficile trovare studi che abbiano una sala di ripresa che suoni cosi bene, con vivacità e tempo di riverberazione così importanti. A livello italiano un bell’otto è più che meritato; anche a livello mondiale la valutazione è piuttosto alta, gli darei un sette e mezzo, come dimensione e come zona in cui è situato lo studio.

 

Marco Borsatti

SCHEDA TECNICA 

Recording system: Apple MacPro, Pro Tools 12 HDX, Avid 192 I/O. Monitoring: Adam S5A mkII, Adam Sub 24, Adam A7X, Adam Sub 12 mkII, Quested vs 2108, Studio ProAc, Yamaha NS10, Adam Sub 10 mkII, Avantone Mixcube, HearBack monitoring system. Cuffie: AKG 141, AKG 240, AKG 171, AKG 271, Beyerdynamic DT770. Pre: Thermionic Culture Earlybird, Amek 9098, API 512, DM1, GML 8304, SSL XR 621. Neve 1073LB. Eq: Amek 9098eq, API 550, API 550, GML 8200, SSL XR 625, Neve 1073LB eq. Comp: API 527, Maselec MLA2, Manley Vari MU, Thermionic Culture The Phoenix, Universal Audio 1176. Chandler Limited TG1 EMI, Universal Audio LA-2A, Empirical Labs Distressor EL8-X. Altri outboard: .Thermionic Culture The Fat Bastard, Lexicon 480L, Brunetti Par 400, Audioscope 2813E Analyzer. Mic: Neumann M149, Neumann U47 FET, Neumann U87, Neumann KM184, Blue Mouse, Sonitronics Halo, Sennheiser MD421, Electrovoice RE20, Coles 4038, Royer R121, Royer R101, Rode NT5, Schoeps CMC5 (capsula mk4), AKG C12 WR, AKG C414B XLII, AKG C451, AKG D112, AKG D12VR, AKG D12 Vintage, Yamaha SKRM 100 Subkick, Shure SM7, Shure SM58, Shure SM57, Shure SM94. Instrument: Yamaha C3, Yamaha Clavinova CLP240, M-Audio Oxygene 88, Yamaha DW9, Ampeg SVT Heritage, Orange AD 30, Vox AC 30, Marshall JCM900, Ludwig Classic Maple Custom. Plug-in: Waves Platinum TDM Bundle, Native Instruments Massive 6, Native Instruments GuitarRig, TC Electronics MD3, Orange Vocoder, Celemony Melodyne, Waves SSL 4000, CLA Drums, CLA Bass, Maserati VX1, AmpliTube 3, Waves Abbey Road Studios J37, Native Instruments Komplete 9. Accessori: Radial J48 mkII, Radial ReAmp, Avalon U5 D.I., Little Labs IBP Junior, Radial SGI.

Allegati

FileDescrizione
pdf AF003_06 Over Studio

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