Il mondo dei monitor si è ormai spostato su soluzioni con amplificatori in Classe D e DSP interno per migliorare tutte le performance. Sono rimasti in pochi a non seguire questa filosofia. Il produttore svizzero PSI persegue la strada dell’eccellenza con un modello di amplificazione rara e soluzioni originali per gli altoparlanti e l’elettronica. I risultati sono esaltanti!
PSI è un’azienda svizzera fondata oltre 40 anni fa da Alain Roux per produrre sistemi passivi per Hi-Fi e studio, con l’obiettivo di riprodurre tutti i microdettagli per un suono naturale. Se negli anni ‘80 il target era il mercato Hi-Fi con il brand Rowen, nel 1992 PSI divenne ufficialmente lo sviluppatore e produttore dei monitor Studer A523, A1, A3, e A5. Dodici anni più tardi, nel 2004, Studer venne acquistata da Harman e cessò la produzione e lo sviluppo dei monitor, abbandonando di conseguenza il contratto con PSI. Non tutto andò perso, anzi. L’esperienza e il know how accumulato per Studer è stata la base di partenza, già elevata, per progredire con i nuovi monitor PSI, dal classico colore rosso. L’obiettivo è rimasto sempre lo stesso: l’eccellenza nella costruzione dei monitor audio per studio.
I monitor A21 non sono sconosciuti ai più navigati sound engineer, perché riprendono i monitor Studer A3 del 1996 tanto che a oggi sono state venduti più di 10.000 monitor tra Studer A3 e A21. L’oggetto del nostro test, A21-M, corrisponde di fatto alla quarta serie di questi modelli storici.
Un progetto particolare
L’azienda svizzera ha adottato una serie di soluzioni inedite. Si parte dall’amplificazione in Classe G/H, che dispone di due coppie di livelli di tensione, richiamati in base alla potenza richiesta. L’amplificatore si rivela molto efficiente, con una bassa distorsione audio e una maggiore resistenza allo stress termico, ed è usato per il woofer o il driver dei medi quando presente. Il tweeter, invece, è sempre pilotato da un amplificatore in Classe A/B. Uno dei particolari più interessanti dell’accoppiata amplificatore e speaker è un circuito proprietario che adatta l’impedenza in uscita in continuazione, su tutti gli speaker, analizzando in tempo reale la corrente generata del movimento del coil nel magnete come segnale di feedback per modificare l’impedenza d’uscita dell’amplificatore, secondo la frequenza, e compensare le caratteristiche fisiche dei driver tra cui la risonanza della membrana, al fine di mantenere lo stesso damp factor per tutte le frequenze. L’obiettivo è chiaramente di mantenere un suono non colorato ed equilibrato indipendentemente dalla potenza di amplificazione.
Quel giochino della fase
Come è noto, la fase è un altro fattore fondamentale per mantenere intatti i transienti durante la riproduzione e, di conseguenza, avere anche un campo stereofonico eccellente. Le orecchie umane sono distanziate tra loro di circa 18 cm che significa avere un’alta sensibilità per le differenze di fase per le alte frequenze, mentre a basse frequenze questa distanza corrisponde a una differenza di fase troppo bassa: a 100 Hz la differenza è di soli 19 gradi, cioè non percepibile. Il nostro udito è in grado di apprezzare le differenze di fase tra i 200 Hz e i 3.000 Hz, che è un range dove praticamente sempre si installa un crossover per dividere l’intero segnale tra woofer, driver dei medi e tweeter. A complicare le cose ci si mette il cabinet e le risonanze dei materiali che, assieme al crossover, creano dei filtri che agiranno soprattutto sulla fase delle basse frequenze. Ci si trova in una condizione ben nota ai costruttori di monitor audio: le alte frequenze devono essere allineate alle basse frequenze. Per ottenere questo risultato si può intervenire su diversi componenti, come la posizione del tweeter rispetto al driver per i bassi, oppure si lavora con DSP. PSI ha scelto la strada analogica, utilizzando una serie di filtri all-pass per gestire il group delay, che hanno la caratteristica di modificare solo la fase e non l’equalizzazione, così da riallineare i segnali dei due speaker.
Hardware
Il monitor è realizzato con estrema cura e dettaglio. Tutti i driver sono stati progettati da PSI. A21 include un tweeter proprietario e un woofer costruito da un’azienda esterna a PSI che, assieme al cabinet, sono gli unici due componenti non prodotti direttamente da PSI. Ogni singolo monitor è calibrato in camera anecoica. Il tweeter è inserito in una guida d’onda più profonda del solito, a favore di una tridimensionalità e di un campo stereo corretto.
Gli A21 sono monitor a due vie, classificati come midfield per le dimensioni, con porta anteriore, e amplificatore da 120 Watt per il woofer da otto pollici e 50 Watt per il tweeter da un pollice, con risposta in frequenza da 38 Hz a 23 kHz, crossover analogico a 2,4 kHz e cabinet in MDF per un peso di 12,8 kg. L’SPL massimo è di 110 dB. L’elettronica proprietaria permette di definire il livello secondo la sensibilità, il roll off e il controllo di HF e LP, integrando anche un limiter il cui lavoro si evince dal led sul pannello frontale di accensione, che diventa rosso quando si attiva il limiter. L’ingresso audio ha una impedenza di 10 kOhm. I dati tecnici parlano di una risposta in frequenza misurata a un metro che si avvicina alla linearità con scostamenti di +/- 2dB, un vero record tra i monitor audio. E’ possibile scegliere tra tre colori per il cabinet. I controlli posteriori includono il pulsante di accensione, il controllo di sensibilità con un range di 20 dB e un roll-off di massimo 10 dB a 200 Hz, studiato per gestire l’effetto delle risonanze quando si dispone il monitor vicino a muri e angoli. La connessione audio è unicamente realizzata con XLR bilanciato. L’alimentazione è lineare, quindi niente switching, con un bel trasformatore toroidale.
In prova
Quando si passa da monitor amplificati in Classe D con DSP, per modificare la risposta in frequenza e la fase, a monitor della statura di PSI, la differenza si sente subito. Partiamo però da un concetto che deve essere immediatamente chiaro: i monitor A21-M sono classificabili come midfield e richiedono, per lavorare al meglio, una cubatura adeguata e soprattutto un controllo acustico molto preciso e professionale. Metterle in una stanza 4x4 senza un progetto acustico equivale ad aver buttato via soldi e tempo, perché vi ritroverete con un suono molto pieno di basse frequenze, le medie arretrate e qualche dubbio sulle alte frequenze, con il risultato di una riproduzione completamente errata. Noi ci siamo comportati esattamente così non appena gli abbiamo estratti dagli scatoloni, per giudicarne il suono in ambiente non controllato. Sapevamo che molti fonici hanno mantenuto un giudizio sospeso sulla qualità delle PSI, visto anche il prezzo, quando le hanno sentite in qualche fiera. Poi, però, le abbiamo messe accanto alle ATC nello studio principale, di cui conosciamo la risposta e trattato per l'acustica, e in questo contesto gli A21-M sono decollati raggiungendo subito le migliori vette della riproduzione audio. Il messaggio da portare a casa, dunque, è semplice: gli A21-M reagiscono e interagiscono con la qualità della risposta acustica dell’ambiente in cui sono inserite molto più di qualsiasi altro monitor. Più l’ambiente è corretto, meglio rispondono! La differenza è talmente evidente che ci siamo chiesti se per caso il circuito di feedback dal driver per il controllo dell’impedenza fosse la causa di questo comportamento. Un rapido scambio di email con Roger Roschnik di PSI ha chiarito un paio di dubbi: tutti i monitor PSI sono calibrati in camera anecoica per essere le più accurate possibili. Il comportamento delle pareti della stanza (riflettenti o assorbenti) influenza il tempo di risonanza (RT60) che caratterizzerà la risposta della stanza. Per le frequenze inferiori a 150 Hz in ambienti piccoli, il comportamento del suono è modale. Ciò significa che la distribuzione della pressione e dell’impedenza non è uniforme e la posizione del monitor sarà fondamentale. Spostare di soli 20 cm il monitor può avere un effetto enorme sulle basse frequenze ed è quindi importante dedicare il tempo necessario per sperimentare la corretta posizione, considerando l’intera gamma di frequenze. I monitor A21 sono estremamente sensibili, nella risposta in frequenza, al posizionamento e alla risposta della stanza. A oggi non abbiamo mai provato alcun altro monitor così interattivo con la risposta acustica della stanza.
Ci siamo presi la briga, poi, di provarle in un ambiente non troppo corretto usando tre sistemi differenti di correzione ambientale cioè IK Multimedia ARC III, Dirac Live e Neumann M1A usando un subwoofer: i risultati si sono capovolti. Dove prima i monitor A21-M avevano una risposta inadeguata in una stanza non trattata, con un carico di basse frequenze esagerato, con tutti i sistemi di correzione ambientale hanno migliorato notevolmente la qualità di risposta, ponendosi al di sopra di monitor a due vie delle stesse dimensioni ma non raggiungendo, ovviamente, le prestazioni che si ottengono quando sono inseriti in un ambiente acusticamente corretto. Detto in altre parole, i monitor PSA A21 sono da considerarsi adatti ad ambienti professionali. Inseriti in studi professionali, con generose dimensioni, regalano una delle migliori riproduzioni audio analogiche allo stesso livello, se non maggiore, dei migliori monitor di sempre a due vie.
L’estetica del suono di un tweeter amplificato in Classe A/B è ancora un gradino sopra quando si parla di eleganza, pienezza e rotondità. Le PSI non fanno eccezione: quando si lavora nel jazz, nella musica acustica e sulle voci, la profondità del campo tridimensionale e stereofonico sono ampiamente rispettate e molto naturali. Le dimensioni del woofer sono sia il punto forte che debole del sistema: se i monitor sono inseriti in un ambiente non ben trattato, soprattutto per i nodi sulle basse frequenze, ci si ritrova con un suono quasi live con una punta sulle basse frequenze più estreme ma una ridotta percezione di medie tra i 200 e 400 Hz, che rendono l’ascolto differente da quanto possono in realtà esprimere: medie più arretrate e mix spostato sul fondo invece che davanti all’ascoltatore. In un studio professionale, soprattutto controllato sulle basse frequenze al di sotto dei 200 Hz, le PSI tirano fuori il meglio di sé, con un suono molto lineare sulle medie e le alte frequenze. I PSI A21-M sono tra i monitor meno stancanti e più piacevoli da ascoltare, con un bellissimo dettaglio sugli ambienti e con una buona separazione tra le tracce quando se ne segue una nel mix. L’aggiunta di un sub completa l’opera, con un sistema che diventa di fatto a tre vie e un suono di qualità molto alta, da porsi tra i migliori monitori di sempre. Nella musica classica e nelle colonne sonore, si possono ottenere dei grandi risultati in mix, anche nel controllo della dinamica. Il woofer regge bene le basse frequenze per gli effetti speciali o per i contrabbassi più profondi. Nel caso di musica pop, il risultato nell’ascolto richiama i migliori monitor amplificati in Classe A/B nella sonorità globale, con un punch sui transienti molto veritiero. Se siete abituati a monitor più moderni con amplificazione in Classe D con DSP nella stessa fascia di prezzo, potreste scoprire nuovi piani tridimensionali e la rotondità del suono, senza quelle asprezze sulle sibilanti che sanno di artificio digitale. Sono monitor molto utili anche nell’hip hop perché possono focalizzarsi molto bene sulle voci, in particolari quelle femminili, sulle medio alte, ma la dimensione del woofer e il punto di crossover non riescono a dare completamente corpo sulle medie e le medie alte, pur mantenendo la capacità di ascolto critico per le scelte. Nei confronti dell’EDM, A21-M non sono i più adatti perché hanno una neutralità spiazzante e non hanno quelle prestazioni che siamo abituati a sentire su monitor più adatti all’EDM, tipicamente con una presenza di alte frequenze più imponente. Dove dunque trovano la migliora collocazione? Sicuramente sono adatte per la musica classica, per chi lavora su colonne sonore e musica realizzata con strumenti acustici, nel jazz e nelle sue inclinazioni, ma anche nel soul e nel pop. Reagiscono bene anche nel rock mainstream, ma sono meno adatte al punk e ai generi più metal, dove hanno una minore spinta sulle medie o, semplicemente, hanno un carattere timbrico più neutro rispetto al colore del suono che ci cerca per questo genere.
Conclusioni
L’unico modo per apprezzare appieno gli A21-M è sentirli in uno studio di registrazione professionale, con un ottimo controllo sulle basse frequenze, o in un ambiente acusticamente trattato. Qui si dispiegano le ali di un progetto di grande precisione, dettaglio e dinamica. Sono monitor quindi adatti solo al mercato professionale e non a project studio evoluti ma con poco controllo sull’acustica. Se la vostra ossessione è la tridimensionalità, il campo stereofonico e una riproduzione non colorata, i monitor PSI A21-M saranno vostri compagni per una vita intera. Il rischio è sbagliare la valutazione quando sono installati in un progetto acustico non corretto, arrivando a un giudizio di sospensione. Per noi non ci sono dubbi: sono tra i miglior monitor di sempre che abbiano mai varcato la soglia dello studio.
Pro
Qualità di riproduzione eccellente
Risposta ai transienti
Campo tridimensionale e stereofonico
Contro
Necessita di un ambiente professionale trattato acusticamente
Info
Prezzi per singolo monitor:
A21-M Red Euro 2.952 inc. IVA
A21-M Metal Euro 3.094 inc. IVA
A21-M White Euro 3.094 inc. IVA
Griglia opzionale Euro 119 inc. IVA