Una produzione salentina ripartita in diversi project studio, con catene e convertitori differenti, mixato e masterizzato da Salvatore Angelè e pubblicato poi su YouTube.
Prodotto da Diego Pennetta, con video diretto da Angelo Cascione per DPCinem’ART, il singolo di Pasco ha avuto una genesi che ha messo in gioco diversi studi, per sintetizzare il tutto nello studio di Salvatore Angelè. La sfida non era di quelle facili, soprattutto per uniformare la qualità delle voci e migliorarle rispetto ai file originali.
Luca Pilla: Qual è stato il tuo background musicale e come hai sviluppato le tue conoscenze sul recording, mastering e mix?
Salvatore Angelè: Circa dieci anni fa, all’età di 16 anni mi capitò di ascoltare in radio Changes di 2Pac. Non capivo una sola parola di quel brano, ma c’era qualcosa in quella musica, in quel modo di cantare, parlando, che mi emozionò, mi stimolò e mi diede la forza per rialzarmi da un momentaccio della mia vita. Mi documentai sulla cultura Hip Hop, sulle sue discipline e sui suoi maggiori esponenti. Tra le quattro discipline (writing, deejaying, breaking, rapping), il rap fu da subito una sana valvola di sfogo: scrivevo per sentirmi meglio. La voglia di riascoltare su supporto audio quello che scrivevo e cantavo, mi catapultò nel mondo dell’audio. Come si dice? La necessità aguzza l’ingegno! Così, inizialmente, attraverso internet, forum, riviste e tutorial, cercai di acquisire quante più informazioni possibili per creare un piccolo home studio. Col tempo, la passione per l’audio superò quella per il canto, così mi dedicai quasi totalmente alla registrazione e alla produzione di brani per altri artisti, lasciando da parte il rap. Ho lavorato alla realizzazione di circa 22 dischi per artisti emergenti salentini: la tanto famigerata gavetta, il tutto in ambito home recording. Nel 2009, per perfezionare le mie competenze, mi iscrissi al NAM (Nuova Audio Musicmedia) di Milano, diplomandomi nel 2011. Successivamente, nel 2013 frequentai un master in mastering all’APM (Alto Perfezionamento Musicale) di Saluzzo. Dopo aver arricchito le mie competenze con i predetti corsi, provai a entrare in contatto con artisti che facevano rap in americano e durante tale ricerca conobbi Pasco.
LP: Com'è partita la produzione di Pasco e quali sono stati gli step per la registrazione della voce?
SA: Con Pasco è stato feeling a prima rima: il suo rap mi conquistò sin da subito. Il brano in questione, Independent, è il secondo lavoro che affrontiamo insieme (sequel di Here I go, suo primo lavoro); il tutto è nato a quattro mani in studio, come un po’ tutte le produzioni. L’idea era quella di creare un brano che evidenziasse le sonorità del rap americano indipendente mescolato alle sonorità del dialetto salentino. Da qui la scelta di Flavio Eden G, leader dei Ghetto Eden, gruppo raggamuffin salentino. La comodità e la velocità del file sharing hanno contribuito tantissimo alla realizzazione del progetto, poiché la distanza e il tempo a volte possono essere dei veri e propri antagonisti in questo mestiere. Entrambi registravano le proprie voci in sessioni parallele e simultanee in due studi differenti. Ecco la comodità del file sharing: avere in pochi minuti le tracce registrate a 700 km di distanza, ad esempio.
LP: Quali microfoni, preamp e convertitori hai usato?
RD: il mio mentore mi ripeteva sempre che se hai un suono ben acquisito sei già a metà dell’opera. Niente di più vero! La catena di acquisizione mi è stata abbastanza chiara sin da subito, poiché già conoscevo bene il timbro di Pasco. Neumann U87 sulla sua voce preamplificato da un Neve 1073, in conversione ho usato un Apogee Symphony.
LP: La realizzazione è completamente in the box o hai usato outboard particolare?
RD: La realizzazione è avvenuta completamente in the box, a eccezione dell’utilizzo sul mix finale di una coppia di equalizzatori passivi Siemens ELA 75-15 in correzione timbrica pre-mastering. Uso spesso questo tipo di equalizzatori, poiché risultano molto clinici, puliti, precisi e sono un valore aggiunto sulle frequenze alte.
LP: Com'è avvenuta la costruzione della base, con quali software e library? Cosa hai usato per il pianoforte e i synth?
RD: I rapper e i producer sono fissati con i cosidetti bassoni, ormai è un dato di fatto. Dopo aver testato vari plug-in che emulavano testate, pedalini e amplificatori per basso, mi son soffermato sulla Chris Lord Alge Collection di Waves. È un pacchetto di plug-in che fa davvero il suo lavoro; ho trattato il basso con il CLA Bass eccitando le frequenze bassissime (sub) e ho post equalizzato con un Api 560 per riequilibrarne il suono. I miei monitor in mix e master sono una coppia di Yamaha HS80 e una coppia di Adam A8X.
LP: C'è una chiara estensione stereo nel mix, come è stata ottenuta?
RD: In mix, mi diverte aprire i suoni in modo da ottenere una grande spazialità; sarà che con la mia mole ho bisogno di spazio e quindi le cose strette non mi fanno impazzire! Sarcasmo a parte, mi piace realmente giocare con i pan e con lo stereo imager. Volevamo che il brano suonasse quanto più aperto e grande possibile, cercando di evitare problemi di fase o effetti chorus indesiderati, creati dal delay aggiunto su bande di frequenza. Izotope Ozone ha uno stereo imager funzionale, lo uso spesso al temine dei miei mix o su singoli strumenti quando voglio ottenere maggiore spazialità.
LP: Parliamo di mastering, come è stato svolto?
RD: Lavorando in the box e curando il lavoro a 360° si ha la fortuna di poter agire direttamente sul mix ancora aperto andando a modificare eventuali pecche che chiaramente su un bounce di mix chiuso non riusciresti a risolvere allo stesso modo. Di solito, lavorando in questo modo, si riesce a ottimizzare il tempo e il risultato. C’è da dire però che in questi termini è difficile capire dove finisce il mix e inizia il mastering, poiché divengono due passaggi quasi complementari. Ad esempio, le correzioni timbriche potrebbero avvenire ancora in mix anche se in genere questa tecnica fa parte maggiormente del mastering. Ad ogni modo, una volta ottenuto il timbro desiderato, attraverso equalizzazioni ed exciting (Vitamin Sonic Enhancer e Aphex Vintage Aural Exciter del pacchetto Waves), ho utilizzato il compressore multibanda Waves C4 per controllare la dinamica delle varie bande e per aumentare il livello RMS, infine ho limitato tutto con un Waves L2 riuscendo ad ottenere ancora un po’ di guadagno in termini di valore RMS.
LP: Considerando il punto di partenza, il progetto è ben riuscito in molti aspetti anche sonori. È la dimostrazione che anche senza studi da centinaia di migliaia di euro si può arrivare a un buon prodotto, soprattutto in ambito hip hop. Quali sono i tuoi progetti futuri?
RD: Non si può negare che la tecnologia abbia fatto passi da gigante e che il digitale stia diventando (se non lo è già) il futuro alla portata di tutti. In alcuni generi musicali (vedi il rap, per esempio), ha preso piede sostituendo (purtroppo) quasi del tutto l’analogico. Ciò vuol dire che ci saranno sempre più persone pronte a improvvisarsi, quindi più musica ma meno qualità. Sappiamo bene cosa comporta l’evoluzione. Dal mio punto di vista si può ottenere un buon prodotto senza studi da centinaia di migliaia di euro, ma tenendo bene in mente che di base occorrono un minimo di buon senso, di gavetta, di conoscenza e di esperienza. A tutto c’è un limite e se punti a crescere ci metti poco a capire che il digitale ha i suoi limiti, come del resto anche l’analogico; per questo il compromesso è sempre la carta vincente che colma le lacune di entrambi i metodi di lavoro. Per esempio, non potrei mai immaginare di poter fare dell’editing denso senza un sistema digitale, come non potrei mai immaginare di poter colorare o caratterizzare un suono senza l’ausilio di una macchina analogica. Se c’è una cosa che ho imparato in tutti questi anni è che non si finisce mai di imparare. Partendo da questo presupposto, il mio intento è quello di continuare a migliorare e affinare le mie skill & knowledge, così le chiamano nel posto dove ho intenzione di andare! Vorrei trasferirmi negli USA, a Los Angeles in particolare, confrontarmi con una realtà chiaramente diversa da quella italiana, apprendere nuove metodologie lavorative e toccare con mano il genere musicale che amo e che mi ha salvato la vita; vedremo cosa mi riserverà il futuro.
Pasco – Independent feat Flavio Eden-G