Due proposte di sE Electronics che differiscono solo per la presenza, nel modello di punta, della raffinata tecnologia proprietaria Dynamite: buoni solo per il broadcast?
Dopo la prova dell’ottima capsula DMC8 (leggi il nostro test QUI), dal distributore italiano Midiware ho ricevuto questa coppia di compatti microfoni che sE Electronics ha inserito recentemente nel proprio catalogo, allestendo una vera e propria gamma DynaCaster. I due modelli DMC3 e DMC6 sono praticamente identici per forme ed architettura generale, ma il primo è un dinamico passivo, mentre il secondo può essere tramutato in attivo, grazie alla presenza del preamplificatore Dynamite studiato dal brand di Shangai.
sE Electronics DMC3 e DMC6: caratteristiche generali
Realizzati in robusto metallo, questi due modelli condividono con il top di gamma DMC8 una serie di elementi oltre al design del corpo, tra cui la spessa finitura di colore nero che protegge il corpo, il filtro antipop integrato e un dispositivo di sospensione interna della capsula studiato da sE Electronics che evita l’impiego di uno shockmount esterno, oppure i contatti nella presa XLR placcati oro.
I DMC3 e DMC6 sono due microfoni dinamici cardioide, con bobina in rame e magnete al neodimio. La risposta in frequenza dichiarata è di 40Hz – 18kHz, mentre l’impedenza di uscita è di 600Ω, mentre è di 135Ω nel DMC6 in modalità attiva. Il peso del DMC3 è di 512 grammi, mentre il DMC6 pesa sei grammi in più. Nella confezione, oltre al microfono e ai manuali (con sezione in Italiano) troverete in omaggio anche due adesivi.
Il test
sE Electronics non lesina nemmeno sui particolari, come l’elegante imballo, dotato di inserti in foam per evitare danni al microfono durante il trasporto: a prova di corriere espresso! La costruzione di questi microfoni si merita un dieci con la lode, perché il corpo, ma soprattutto la griglia di protezione della capsula sono in spesso metallo. L’antipop integrato non è estraibile come nel DMC8, ma potete sempre svitare la griglia e compiere piccole operazioni di pulizia all’occorrenza.
Lo shockmount è integrato, e nonostante il generoso peso complessivo, con qualche accortezza nel posizionamento, i DynaCaster DMC3 e DMC6 si possono fissare anche su un’asta microfonica a giraffa, evitando costosi investimenti per stand dedicati e accessori dedicati.
Per la prova sono partito con la modalità passiva in entrambi e mi sono avvalso sempre del Pre XMX-L integrato nell’interfaccia Presonus utilizzata per il test del top di gamma DynaCaster DMC8. L’impedenza in uscita in modalità passiva dei due DynaCaster richiede quasi tutto il range del gain nel nostro pre XMX-L, mentre attivando il preamplificatore Dynamite sul DMC6 si scende a un terzo del guadagno disponibile. In ogni caso, i due gemelli cinesi si sono rivelati sempre piuttosto silenziosi.
Con la bocca a pochi millimetri dalla capsula si genera un bell’effetto prossimità, con un piccolo boost intorno agli 80Hz. Se amate la voce calda per un podcast siete serviti. Allontanandosi a circa 10/15 centimetri dalla capsula, il carattere della voce ovviamente perde di rotondità, però mantiene sempre una certa freschezza in gamma alta, a partire dai 4kHz e senza percepire pericolose sibilanti, l’ideale non solo per un parlato, ma anche per un cantato. Questo buon equilibrio in gamma alta per chi scrive è merito dello spesso windscreen, ma anche il filtro antipop lavora bene, andando ad azzerare eventuali problematiche derivanti da consonanti esplosive. Ottimo.
Oltre al parlato/cantato, dove i 30 dB in più di guadagno consentono di bypassare preamplificatori di mixer o interfacce audio economiche, con il DCM6 vi potete spingere oltre in un home studio, magari per riprendere anche una chitarra acustica o delle percussioni, due territori sonori dove questo microfono ha ben figurato durante la prova. In situazioni essenziali in cui l’alimentazione Phantom è assente, basta acquistare con poche decine di euro un modulo dedicato come l’Xvive P1, per esempio, e potete usare il DMC6 ovunque. In conclusione, dato il prezzo richiesto per questi microfoni, una custodia morbida nella confezione è pretendere troppo.
Il video DCM3:
Il video di introduzione DMC6:
Conclusioni
Questa coppia di microfoni sE Electronics stacca un voto piuttosto alto nei miei giudizi, perché oltre alla resa, per costruzione, finiture e cura dei dettagli a certi prezzi sul mercato c’è ben poco. Le dimensioni ridotte li rendono due microfoni adatti anche a quei vlogger in cerca di un microfono performante, ma discreto come forme da inserire nel proprio set.
Quale scegliere dei due? Per il broadcasting, con poco più di cento euro vi portate a casa il DynaCaster DCM3, mentre se vi dividete tra il podcast e delle riprese musicali punterei sul DCM6, che costa 50 euro in più circa. In qualsiasi caso, se vi piace sperimentare, per voce, chitarre acustiche, amplificatori per chitarra o percussioni questi microfoni possono riservare belle sorprese. Due gemelli che – se avete un piccolo budget - non ci sono scuse, vanno necessariamente provati. Brava sE Electronics!
Pro
Costruzione e grado di finiture
Qualità della ripresa anche per altri strumenti
Contro
Nd
Leggi il nostro test precedente su DMC8 QUI
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