Andare in onda in un programma televisivo significa affrontare aspetti molto diversi fra loro: mix stereo e surround, loudness, radiocomunicazioni, programmazione intercom, gestione linee telefoniche, conoscenza delle problematiche video, Aoip, registrazioni e molto altro ancora. Pronti per l'on air?
Benvenuti all’interno di questa nuova rubrica dedicata all’audio broadcast. Quando si parla di broadcast, ufficialmente intendiamo tutto ciò che riguarda il mondo radiotelevisivo, anche se poi nella normalità, il termine broadcast lo si associa per antonomasia al lavoro relativo alla sola televisione. Chi si occupa di audio pro legato a questa applicazione, non può non essere informato o in contatto con il mondo del video, con il quale interagisce e collabora continuamente per la realizzazione del prodotto finale. Ecco perché credo che un fonico televisivo debba conoscere e comprendere i principi base del funzionamento video, al quale vorrei dedicare alcuni paragrafi nelle successive uscite della rivista. Per iniziare mi sembra corretto e doveroso ricordare i nomi di tre figure fondamentali quali: Paul Gottlieb Nipkov, John Baird e Vladimir Zworykin. Il primo brevettò nel 1884 un disco sul quale erano praticati una serie di fori a spirale posti in posizioni sempre più esterne; grazie al movimento rotatorio del disco si riusciva a esplorare l’intera immagine riga dopo riga secondo un metodo di scansione ancora oggi presente nei televisori moderni. Dalla parte ricevente trovavamo un altro disco sincronizzato con il primo, che girava davanti ad una luce al neon che inviava degli impulsi luminosi in base al segnale modulato. Il secondo, John Baird, nel 1925, fu il primo ad applicare concretamente le idee del suo collega russo, inviando la prima immagine televisiva a distanza. Infine il terzo, Vladimir Zworykin, fu uno studioso e inventore russo naturalizzato statunitense, le cui ricerche lo portarono all’invenzione del cinescopio, ovvero del primo tubo elettronico atto alla ripresa e riproduzione di immagini. Ci tenevo a rendere omaggio a questi tre grandi inventori, senza i quali, molto probabilmente, la vita professionale e non di molte persone, non avrebbe avuto lo stesso percorso.
All'esterno dello Stadio Santiago Bernabeu durante una partita di calcio (foto cortesia Videe Spa)
Chi lavora in una rete televisiva
Prima di iniziare la descrizione delle molteplici attività di un fonico broadcast, vorrei innanzitutto ricordare, a grandi linee, com’è organizzata una rete televisiva, quali sono le varie figure professionali presenti e come queste interagiscano fra di loro, influenzando in maniera decisiva anche le scelte tecniche sia audio che video. Una rete televisiva può essere suddivisa in quattro grandi settori: editoriale, commerciale, produzione e tecnico. La parte editoriale include l’editore della rete che coincide con la proprietà della rete stessa, al quale si affiancano varie figure manageriali che compongono il CdA: troviamo ovviamente un amministratore delegato, dei consiglieri del CdA, oltre che figure di consulenza editoriale, direttori di rete e delle testate giornalistiche, il produttore esecutivo e la parte autorale. Tutta la sezione editoriale ha il compito di gestire la rete televisiva; sono loro che decidono quale sarà il target del network, a quale pubblico puntare per ottenere il successo di pubblico desiderato. Dalle scelte editoriali verranno decisi i programmi da produrre, i format da creare e/o acquistare, verranno inoltre date le indicazioni generali al direttore di rete e della testata giornalistica, pur nel rispetto della professionalità e dell’indipendenza decisionale di queste importanti figure. La parte commerciale come dice il nome stesso, si occupa della gestione del budget, dei contratti, della pianificazione dei costi di produzione, dell’acquisto, vendita e gestione dei diritti dei format e della vendita della pubblicità. Spesso capita che quest’ultima parte venga demandata ad agenzie esterne. Per produzione si intende un settore più vicino e a diretto contatto con la parte tecnica. La produzione consta di uno o più direttori di produzione, ai quali si affiancano assistenti e segretari di produzione, ufficio marketing e ufficio stampa. Anche gli autori sono delle figure di trait d’union fra le volontà editoriali e la realizzazione vera e propria del progetto, della quale viene incaricata la parte produttiva. Per concludere possiamo affermare che chi lavora in produzione, deve conoscere il linguaggio editoriale e poterlo concretizzare in una trasmissione televisiva operando insieme alla parte tecnica per la realizzazione finale del prodotto. Appartengono a questo genere di figure di legame fra produzione, editoria e tecnica anche le figure professionali del regista, assistente alla regia, direttore della fotografia: loro saranno i realizzatori operativi del concept ricevuto. Passando ora a esaminare la parte tecnica, in tv possiamo distinguere due grandi famiglie: i tecnici di bassa frequenza e i tecnici di alta frequenza. Con il termine bassa frequenza intendiamo tutte quelle figure che sono a diretto contatto con la realizzazione del programma televisivo cioè: responsabili tecnici, capi-tecnici, controllo camere, operatori EVS, cameramen, fonici, assistenti audio e video, operatori di grafica, catalyst ecc…Con il termine alta frequenza invece, intendiamo tutte le figure tecniche che si occupano della gestione di segnali audio video non direttamente legati alla produzione. Si tratta cioè di tutti i tecnici che smistano i segnali in entrata ed uscita da una centrale, la cosiddetta MCR (Master Control Room) presente in tutte le reti televisive. Queste figure si occupano di gestire l’invio o la ricezione dei programmi attraverso trasmissioni satellitari, o in fibra ottica, così come operano nella distribuzione dei segnali di ritorno programma detti n-1 attraverso connessioni telefoniche analogiche, digitali e IP. Nel prossimo numero, analizzeremo nel dettaglio ruoli e situazioni varie in cui può operare un fonico nell’ambito televisivo.