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Speciale: Motown - il mito, la storia, il sound


Il nome Motown ha raggiunto le vette più alte nell'olimpo della discografia mondiale. Un concentrato di talento e genio che ha per sempre influenzato la produzione in studio e il modo di pensare la musica come business. Benvenuti a Detroit!

Siamo alla metà degli anni ’60. Le valvole degli studi di Abbey Road si accendono al suono di album come A Hard Day’s Night e Rubber Soul, Miles Davis è al lavoro nei 30th Street Studio di New York e i fratelli Chess assicurano che artisti come Chuck Berry e Muddy Waters lascino la loro indelebile firma indelebile nella storia della musica.

A due ore d’aereo, nella Detroit dei motori, Berry Gordy sta sapientemente mescolando genio e talento di Smokey Robinson, James Jemerson, Diana Ross e Marving Gaye per creare qualcosa di assolutamente unico nella storia della discografia: la Motown.

Il nostro speciale vi guiderà lungo la storia dell’etichetta di Detroit dagli anni ’50 fino all’inizio dei ’70 (quando i quartieri generali saranno trasferiti a Los Angeles), mantenendo uno sguardo attento alla visione e ai metodi che guidarono Gordy e i suoi discepoli al successo. Proseguiremo poi con una seconda parte più tecnica, in cui analizzeremo alcuni principi fondamentali usati nello Studio A, con esempi pratici per l’utilizzo coi software moderni.

 

speciale motown

Berry Gordy e gli anni ‘50

Breve passo indietro: siamo nel pieno degli anni ’50. Città come Chicago e New York sono già famose per il loro sound, ma Detroit è sulla mappa degli Stati Uniti come Motor City ed è proprio nella linea di assemblaggio Ford che troviamo il ventenne Berry Gordy.
La sua carriera inizia come pugile e prosegue, dopo una parente nell’esercito, con un negozio di dischi Jazz (3-D Record) finanziato dalla famiglia e fallito in breve tempo.

È proprio nella ripetitività del lavoro in catena di montaggio che Gordy trova il tempo e la concentrazione per iniziare a scrivere brani, che proporrà con metodica perseveranza a cantanti, contest e riviste locali. Il primo centro arriva con Jackie Wilson, anche detto Mr. Excitement: è grazie a Reet Petit e Lonely Teardrops, il singolo di più grande successo del cantante, che l’ex pugile fa il suo ingresso ufficiale nel mondo della discografia. A seguire, altri tre brani che riusciranno a raggiungere la Top Ten R&B: To Be Loved, That’s Why (I Love You So) e I’ll Be Satisfied.

La storia ha inizio

1957: Dopo i successi di Wilson, Gordy decide di produrre brani in proprio e si lancia alla ricerca di talenti per costruire un team di lavoro. Arrivano i primi tre incontri che definiranno il futuro della Motown: i The Miracles di William “Smokey” Robinson, nonché i due fratelli Eddie e Brian Holland.

1959: Il 12 Gennaio, con un prestito di $ 800 fatto direttamente dalla famiglia, Gordy e Smokey Robinson fondano la Motown, con sussidiarie Tamla Records, Gordy Records.

Dopo aver prodotto i primi singoli di successo, Come To Me di Marv Johnson e Merry Go Round di Eddie Holland, Tamla Records compra per $ 25.000 una casa a due piani in West Grand Boulevard, che diventerà quartiere generale e studio di registrazione della Motown. La targa sopra l’entrata principale non lascia dubbi alle ambizioni del proprietario: Hitsville, U.S.A.

 

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Il retro del vinile di Do You Love Me (riedizione), notare la collaborazione di Stevie Wonder su Just A Little Misunderstanding

L’era del singolo

I primi anni della produzione Motown sono fortemente influenzati dall’esperienza di Berry Gordy a 3-D Record: la chiave per il successo dell’etichetta sono i singoli. Vendere singoli ai negozi di dischi è impossibile a meno che questi non siano passati dalle radio e, perché ciò avvenga, ci sono tre requisiti essenziali: che i brani prodotti da Motown suonino più forte di tutti i rivali (benvenuti nella Loudness War!), che non saltino quando riprodotti su giradischi e che riescano a farsi strada nel mercato crossover (vedi box).

La ricetta è, per ammissione dello stesso Gordy, ispirata al lavoro in fabbrica: “Ho preso questa idea dalla catena di montaggio della fabbrica di automobili in cui lavoravo. Le vetture arrivavano come semplici scheletri e uscivano dalla fabbrica come prodotto finito e pronto al mercato. Nella mia compagnia ho cercato di fare la stessa cosa… ma con esseri umani, il che è molto più interessante!”.

L’idea è, quindi, che i singoli ingranaggi della produzione siano affidati ai più grandi talenti in ogni settore: scrittura, produzione, registrazione, mix, mastering e… artist development!

 

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La copertina di My Guy

Gli anni ’60: la golden age

1960: Berry e Janie Bradford, receptionist Motown, compongono e registrano Money (That’s What I Want). Il brano vede alla batteria Benny Benjamin, che diventerà uno dei pilastri del sound dei Funk Brothers, e raggiunge la Top 30 quando passa nelle mani dell’etichetta della sorella di Gordy, distribuita da Chess Records. Seguiranno versioni cover di gruppi del calibro di Beatles e Rolling Stones.

Nello stesso anno arriva anche la prima vera e propria hit, che vende un milione di copie e raggiunge la il numero due della classifica Pop: Shop Around dei The Miracles. Il brano, originariamente scritto da Smokey per Barrett Strong, è registrato due volte: la prima versione è scartata da Gordy, che richiama il gruppo in studio alle 3 di notte e si occupa personalmente di suonare la traccia di piano.

1961: Se il 1960 è l’anno della firma del contratto per Marvin Gaye, nel ’61 è “Little” Stevie Wonder ad arrivare a Tamla Records. L’artista ha solo 11 anni.

Nello stesso anno avviene la pubblicazione del primo numero uno per Motown: Please, Mr. Postman delle Marvelettes. Il brano è prodotto da Brian Holland e Robert Bateman.

1962-63: È la penna di Berry Gordy a firmare la nuova hit Motown: Do You Love Me è originariamente pensata per i Temptations ma, quando questi tardano ad arrivare in studio, passa nelle mani dei Contour, per cui rimarrà il brano di maggior successo.

L’anno successivo, l’album The 12 Years Old Genius (Recorded Live) di Little Stevie Wonder è il primo album Motown a raggiungere il vertice della classifica Pop ed entrare al tempo stesso nella Billboard Hot 100. La registrazione è volutamente lasciata naturale tanto che, verso la fine, è possibile sentire un musicista urlare “What key? What key?”. Ignari che l’artista stesse per rientrare per un bis, infatti, i musicisti di Stevie lasciarono il palco alla band successiva. Ad intro di armonica già iniziato, il nuovo gruppo si trovò a improvvisare seguendo Wonder: da qui la disperata richiesta di aiuto.

Siamo alla fine del ’63: in soli quattro anni, Gordy si è assicurato la collaborazione di nomi che sapranno garantire a Motown il successo per molti anni a venire: i sei migliori gruppi vocali sul mercato sono già sotto contratto (Miracles, Four Tops, Marvelettes, Martha And The Vandellas, Supremes e Temptations), cui si aggiungono artisti come Marvin Gaye e Stevie Wonder, nonché produttori e autori come Mickey Stevenson, Smokey Robinson e il trio Holland-Dozier-Holland.

 

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Una copia Demonstrational Record di Dancing In The Street

1964-1966: My Guy, scritta da Smokey per Mary Wells, diventa il quarto numero uno della Motown negli USA (arriverà a scalzare dal trono addirittura i Beatles e la loro Love Me Do), nonché la prima hit nel mercato inglese (distribuita da EMI).

Lo stesso anno vede anche il successo per le Supremes, i cui primi brani avevano riscosso una tiepida accoglienza: Where Did Our Love Go apre una serie di cinque numeri uno consecutivi che porteranno il gruppo a diventare il terzo nella storia della discografia dell’epoca in fatto di vendite (dopo Beatles ed Elvis Presley): alla prima hit seguono Baby Love, Come See About Me, Stop! In The Name Of Love e Back In My Arms Again.

Chiudono l’anno altri due pezzi che diventeranno classici: My Girl, scritto da Smokey Robinson per The Temptation, e Dancing In The Streets di Martha And The Vandellas (Holland-Dozier-Holland).

L’alba del 1965 è segnata dall’arrivo delle otto tracce nello studio A, grazie a un tape recorder progettato appositamente da Mike McLean, capo ingegnere Motown.

L’anno prosegue con il primo tour inglese per gli artisti dell’etichetta, nonché il decimo singolo a raggiungere il numero uno nella storia dell’etichetta: I Can’t Help Myself (Sugar Pie, Honey Bunch) dei Four Tops.

Altri due classici raggiungono le vette delle classifiche l’anno successivo: You Can’t Hurry Love per The Supremes e Reach Out I’ll Be There per i Four Tops.

 

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Il singolo Dancing In The Street/Nowhere To Run di Martha And The Vandellas

1967-1968: Sebbene tutti i gruppi e cantanti fossero trattati con uguale cura da Motown, non è un segreto che tanto Gordy quanto il pubblico delle Supremes avessero un debole particolare per Diana Ross e che ciò fosse causa di più di un malcontento da parte di Florence Ballard. Dapprima le tensioni destabilizzarono la cantante sul piano personale, portandola alla soglia dell’alcoolismo e poi sfociarono nella sua eventuale uscita dal gruppo nel 1967. A tutt’oggi non è chiaro se questa fu una scelta spontanea o forzata.

A breve distanza, Ballard è sostituita da Cindy Birdsong con cui il gruppo pubblica il primo singolo della storia sotto il nome di Diana Ross & The Supremes (l’originale sarà ripristinato a seguito dell’uscita dal gruppo della Ross).

Nel ’67 arriva anche la prima versione di I Heard It Through The Grapevine, registrata da Gladys Knight And The Pips. A Novembre, un totale di 10 album Motown occupano la classifica Top 100 LP di Billboard.

Il biennio 1967-1968 è probabilmente il più turbolento dell’epoca d’oro dell’etichetta ed è proprio dopo l’uscita di scena di Florence Ballard che arriva il vero e proprio terremoto: il trio delle meraviglie, Holland-Dozier-Holland, lascia Motown dopo essersi visto rifiutare la proposta per una diversa divisione degli introiti per i pezzi di proprietà.

Orfane degli storici autori e sotto un nuovo nome, le Supremes sono a disperata caccia di un singolo quando Gordy compie l’ennesima mossa vincente. Sarà un team di autori, supervisionato dallo stesso capo Motown, a realizzare Love Child (1968): il brano, che passerà alla storia come il più grande successo del gruppo, si distacca volutamente dalla produzione precedente per toccare temi smaccatamente sociali e connessi ai tumulti che popolano le news dell’epoca. Non a caso, la copertina del singolo è anche la prima in cui le tre cantanti sono autorizzate a comparire con una pettinatura afro.

A coronare lo stesso anno arrivano le sette settimane al vertice della Top Ten per I Heard It Through The Grapevine di Marvin Gaye.

Seguono i primi due album Motown a sedere sul trono della classifica album UK: il Greatest Hits dei Four Tops prima, che scalza niente meno che Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band e quello di Diana Ross And The Supremes successivamente.

A dicembre del 1968, la Motown si ritroverà con ben cinque singoli nella Top Ten e nove album nella classifica Top 100.

Altri due eventi che si riveleranno chiave per il futuro dell’etichetta: Gordy apre una seconda filiale Motown in Woodward Avenue e acquista una casa a Los Angeles.

 

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La prima versione di I Heard It Through The Grapevine di Gladys Knight And The Pips

1969: Il decimo anno di attività dell’etichetta segna l’arrivo nelle classifiche dei Jackson 5, che nei due anni precedenti avevano avuto la prima audizione e firmato un contratto. Dei primi sei singoli, quattro raggiungeranno il vertice della classifica Pop, gli altri due si fermeranno al numero due. Da notare che, per evitare che quanto successo con Holland-Dozier-Holland si ripetesse, i brani del gruppo sono firmati col nome di The Corporation. Questo team include lo stesso Gordy, Freddie Perren, Deke Richards e Fonzie Mizell.

In totale, nel 1969 Motown pubblicherà 12 singoli da Top 10.

 

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You Can’t Hurry Love delle Supremes, notare le pettinature volutamente non afro

Gli anni ‘70

Il 1970 vede Diana Ross uscire dalle Supremes per tentare la carriera solista, con Jean Terrell a sostituirla. Sono ben 14 i singoli a toccare l’apice della classifica in questo anno, con ben sei pubblicati dai Jackson 5: I Want You Back sarà il primo di cinque brani consecutivi a raggiungere il numero uno, dove resterà per quattro settimane. A maggio, il primo tour dei Jackson 5 partirà da Philadelphia e segnerà l’inizio della Jackson 5-mania. Tutti gli album pubblicati dal gruppo nel 1970 raggiungeranno la Top 5.

Queste statistiche non sono solo una coincidenza, però. In questi anni, infatti, il mercato discografico non è più popolato di soli singoli: l’epoca d’oro dell’album è alle porte e il successo di What’s Going On di Gaye ne è la conferma. Per altro, anche questo album è una perla concepita al di fuori dalle tematiche e dal sound tipicamente Motown, ma è pubblicato col pieno supporto di Berry Gordy e rimarrà nelle classifiche per un intero anno.

Siamo dunque alla fine di un’epoca. Sebbene i singoli di successo non mancheranno lungo tutto il decennio, lo spostamento è verso il mercato degli album. Questo cambiamento coinciderà con l’ampliarsi degli uffici di Los Angeles e la connessa ossessione di Gordy per il cinema, nonché con l’arrivo della Disco. Il suono e la produzione Motown prenderanno allora nuove direzioni (con varie gradazioni di successo), fino ad arrivare al 1988, anno in cui l’impero di Berry Gordy sarà venduto a MCA e Boston Ventures per ben sessantuno milioni di dollari. Motown passerà poi nelle mani di Polygram e Universal Music Group.

 

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La copertina di Love Child delle Supremes, notare l’approccio grafico completamente diverso rispetto al passato

Conclusioni

In soli 14 anni, tra il 1959 e il 1973, Motown pubblicò qualcosa come 35 singoli capaci di arrivare al numero uno della Billboard Hot 100 e consegnò alla storia artisti come Marvin Gaye, Stevie Wonder, Diana Ross e Michael Jackson (o, meglio, i Jackson 5).

Forse primo grande esempio di etichetta discografica strutturata in senso moderno, Motown si affidò a concetti come il controllo di qualità e l’artist development per costruire un impero senza precedenti. A segnare le sue sorti furono però, più di ogni altra cosa, le capacità che Berry Gordy mise in campo nell’organizzare secondo la sua visione ogni singolo elemento dell’universo Motown.

Che le sue esperienze come pugile, venditore di dischi e operaio ebbero un ruolo fondamentale nella gestione degli uomini e del business è un fatto riconosciuto: pragmatico nel lavoro e visionario nelle scelte, Gordy mantenne Motown lontana dagli egocentrismi che ancora caratterizzano la nostra musica e seppe creare un perfetto equilibrio di talenti e capacità tecniche.

 

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Una copertina passata alla storia, What’s Going On di Marvin Gaye

Crossover!

L’arrivo di Shop Around ai vertici della classifica Pop rappresenta l’ingresso della Motown nel cosiddetto mercato crossover, cioè quello del Pop all’epoca definito bianco. Per ammissione dello stesso Gordy, l’obiettivo della Motown era creare musica for all people, con sound e testi in grado di toccare tanto il pubblico bianco quanto quello nero.

Non è un caso, quindi, che le copertine dei primissimi vinili Motown non mostravano foto di artisti neri.

Questo approccio si rivelò tanto rivoluzionario quanto vincente, ma forse ancora più geniale fu la decisione di assumere Barney Ales a capo dell’ufficio Vendite & Marketing e circondarlo di collaboratori capaci di entrare nel circuito di vendite bianco dalla corsia preferenziale.

Questo nuovo modo di intendere la produzione musicale non spiazzò solo le etichette concorrenti, ma anche gli stessi artisti: è la stessa Mary Wilson delle Supremes a raccontare la tiepida accoglienza del trio nei confronti di Where Did Our Love Go, giudicata troppo semplice e pop anche dalla stessa Diana Ross, che dapprima tentò addirittura di rifiutare la registrazione.

La rincorsa al mercato crossover catturò anche l’interesse di rivali come i fratelli Chess, che arrivarono a trasformare Etta James e il suo rock in un sofisticato soul.

 

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Il retro di una riedizione CD di ABC dei Jackson 5, notare il motto The Sound Of Young America che caratterizzò Motown sin dagli inizi

Moto...label

La catena di montaggio Motown iniziava con produttori e autori, tra cui lo stesso Gordy. Molto spesso, un gruppo era abbinato a uno specifico produttore, come nel caso di Smokey e le Temptations, o Holland-Hozier-Holland e le Supremes.

Grazie ai ritmi tenuti dai tecnici nello studio A, i singoli riuscivano ad arrivare in registrazione anche immediatamente dopo la scrittura ed è proprio qui che il ruolo dei Funk Brothers diventava insostituibile. Spesso, cantante e produttori entravano in studio con la sola struttura di accordi ed erano i musicisti a creare l’arrangiamento in diretta, a esclusione dei cosiddetti Sweetening (archi e simili, con partiture scritte).

Il missaggio era passato per il master e poi inciso su vinile prima dell’invio al reparto qualità per l’ascolto: Gordy, infatti, esigeva che le valutazioni avvenissero sul prodotto finale che sarebbe poi andato in radio. In altre parole, l’unico modo per verificare se la registrazione avrebbe saltato sul giradischi del dj e se il pezzo avrebbe vinto la guerra del loudness era ascoltare il vinile anziché il materiale multitraccia originale.

Dal controllo di qualità, solo i brani considerati major hit erano considerati ed eventualmente rinviati in studio per modifiche al mix, tutti quelli considerati minor hit erano scartati.

 

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A dimostrare l’importanza del trio Holland-Dozier-Holland, un intero album di loro successi cantati delle Supremes

Artist Development Department

Parte della catena di montaggio della Motown era l’Artist Development Department di Maxin Powell, che si occupava di insegnare agli artisti non solo portamento ed etichetta, ma anche coreografia e presenza scenica.

Con la TV a far arrivare le esibizioni praticamente in ogni casa, l’Artist Development si rivelò un’arma cruciale per la Motown perché l’immagine dei cantanti fosse accettata sul mercato crossover.

Tra le curiosità, fu proprio Maxin a insegnare a Marving Gaye come cantare con gli occhi aperti… e a molti altri insegnò a scendere da una limousine!

I Funk Brothers

Ingrediente fondamentale della pozione magica dell’etichetta di Detroit furono senza alcun dubbio i musicisti di studio, che accompagnarono praticamente tutte le registrazioni dal 1959 al 1972. Per la sezione ritmica abbiamo al basso l’incomparabile icona James Jemerson e alla batteria Benny “Papa Zita” Benjamin: quest’ultimo è meno menzionato di Jemerson, ma forse ancor più rilevante per il sound Motown, tanto che dovette essere sostituito da due musicisti al momento della morte (1968). I designati furono Richard “Pistol” Allen e Uriel Jones. Troviamo poi i percussionisti Jack Ashford ed Eddie (Bongo) Brown, i chitarristi Robert White, Eddie Willis e Joe Messina, i tastieristi Earl Van Dyke e Johnny Griffith, il trombonista Paul Riser, il vibrafonista Jack Brokensha e il bandleader Joe Hunter. Si dice che i Funk Brothers fossero considerati da Gordy talmente essenziali al suono Motown che, già all’inizio degli anni ’60, ricevessero come salario tra i venti e i cinquantamila dollari l’anno.

Da notare che il primo album Motown a inserire crediti per i musicisti arriverà non prima del 1971 con What’s Going On di Marvin Gaye.

Molti tra i Funk Brothers erano tra i migliori musicisti Jazz, che Berry portò alla Motown attraverso la sussidiaria Jazz Workshop Jazz. Fondata nel 1962, l’etichetta, non aveva alcuna velleità discografica, ma il solo intento di convincere i musicisti a prendere parte alle registrazioni delle tracce Pop ricevendo, in cambio, la possibilità di pubblicare le loro sessioni via Workshop Jazz. Gli 11 album così rilasciati sul mercato sono tra i più rari firmati Tamla.

Nonostante il background tradizionale dei Funk Brothers, non mancarono le sperimentazioni: si racconta che il rullante di Nowhere To Run (Martha And The Vandellas) fu doppiato dal suono di una catena da neve, mentre per Dancing In The Street dello stesso gruppo si utilizzò una chiave per dadi delle ruote. L’introduzione di It’s Growing (The Temptations) fu suonata da Van Dyke su un piano giocattolo.

 

Discografia essenziale (singoli)

Non potendo stilare una discografia completa dei singoli pubblicati da Motown, riportiamo una lista di brani che rivestirono un ruolo fondamentale nella storia dell'etichetta e incarnano il sound di Detroit dal 1959 al 1972.

 

  1. Money (That’s What I Want) — Barrett Strong, 1959. La prima hit a essere registrata per Motown, fu poi ripresa niente meno che da Beatles e Rolling Stones. Autori sono lo stesso Gordy e Janie Bradford
  2. Please Mr. Postman – The Marvelettes, 1961. Si tratta del primo numero uno (classifica Pop) Per Motown. Pubblicata il 21 Agosto 1961. Il vinile originale riporta come autori Dobbins/Garrett/Brianbert, mentre Songwriters Hall of Fame riporta Holland/Bateman/Gorman. In realtà, lo scheletro iniziale del brano fu scritto da un amico di Giorgia Dobbins (William Garret), la quale poi si prese l'onere di trasformarlo in versione femminile. Co-autori furono Brian Holland e Robert Bateman (pseudonimo Brianbert) e Freddie Gorman (un postino e autore amico di Holland) prese parte alle rifiniture.
    La traccia fu registrata durante la prima sessione sul tre tracce (1/2”) in parte costruito da Mike McLean utilizzando componenti Ampex. Come in molte delle prime riprese, la prima traccia era dedicata alla voce, mentre ottoni e backing vocal erano sulla seconda traccia e la sezione ritmica (che secondo la leggenda qui include anche Marvin Gaye) sulla terza
  3. Do You Love Me - The Contours, 1962. Il brano è scritto e prodotto da Gordy, il quale sostiene che il testo sia assolutamente autobiografico
  4. My Guy - Mary Wells, 1962. Il primo singolo Motown a raggiungere il numero uno nella Hot 100 Billboard, dove rimase per una settimana, scavalcando Love Me Do dei Beatles. My Guy è anche il primo singolo Motown ad avere successo in UK. Sul fronte tecnico, fa la sua comparsa l’Hammond B3 di Van Dyke
  5. Where Did Our Love Go - The Supremes, 1964. Il primo di cinque consecutivi numeri uno per il gruppo. Scritto dal trio Holland-Dozier-Holland. Secondo Bob Olhsson, questo fu il primo brano a essere registrato sul nuovo otto tracce dello Studio A. Da notare il reverbero sui clap dell’intro. Come vedremo in seguito, fino al 1966 Motown disponeva di EMT 140, Echoples, Binson Echolette e un riverbero Fender modificato per operare come outboard della consolle. C’erano, inoltre, camere dedicate al riverbero
  6. Baby Love - The Supremes, 1964. Scritta da Holland-Dozier-Holland, rimase al numero uno della Hot 100 per quattro settimane consecutive ed è entrata nella lista delle 500 canzoni migliori di tutti i tempi secondo Rolling Stone
  7. Nowhere To Run - Martha And The Vandellas, 1965. Altro successo del trio Holland-Dozier-Holland. Il geniale video del brano fu girato all'interno della catena di assemblaggio Ford, mentre gli operai erano al lavoro. Il brano, nato per far ballare tutta l’America è assolutamente irresistibile e paradigma di come l’exciting compression fosse utilizzata dagli ingegneri per mettere al centro di tutto il ritmo, nella convinzione che ciò avrebbe trascinato il brano (e gli ascoltatori)
  8. I Can't Help Myself (Sugar Pie Honey Bunch) – Four Tops, 1965. Al numero uno della Hot 100 per due settimane consecutive, fu scritta da Holland-Dozier-Holland. L’intro è caratterizzata dal sound della mitica linea di basso (ripreso in diretta), come per altro avviene nella storica My Girl (The Temptations)
  9. You Can’t Hurry Love — The Supremes, 1966. Scritta da Holland-Dozier-Holland, rimase al numero uno della Hot 100 per due settimane. Entrò nella Top 10 di Australia, Austria, Belgio, Canada, Olanda, Germania, Irlanda, Nuova Zelanda, Svezia, Svizzera e Inghilterra. Scritta da Holland-Dozier-Holland, vanta anche una cover realizzata da Phil Collins. Altra storica esecuzione di Jamerson al basso: l’eq usato in Motown per questo strumento era quasi sempre un Pultec in boost sui 100-200 Hz
  10. Reach Out I'll Be There – The Four Tops, 1966. Scritta da Holland-Dozier-Holland. Rispetto agli standard dei mix Motown, qui la voce è più in alto rispetto alla base strumentale
  11. I Heard It Through The Grapevine - Marving Gaye, 1978. Scritta da Norman Whitfield e Barrett Strong, forse uno dei più grandi successi per Motown
  12. Love Child – Diana Ross And The Supremes, 1968. Scritta da R. Dean Taylor, Frank Wilson, Pam Sawyer, Deke Richards
  13. I Want You Back - Jackson 5, 1969. Al numero uno per una settimana, fu scritta da The Corporation e inclusa nel primo album del gruppo: Diana Ross Presents the Jackson 5. Notare il suono più moderno e l’arrangiamento più complesso rispetto al passato e più vicino a quella Pop-Disco anni ’70 che caratterizzerà poi Motown
  14. ABC - Jackson 5, 1970. Numero uno della Hot 100 per due settimane, scritta ancora da The Corporation
  15. Superstition — Stevie Wonder, 1972. Scritta e prodotta dallo stesso Wonder. Per l'autore seguiranno altri storici numeri uno come I Wish e Sir Duke, da Songs In The Key Of Life (1977)

 

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