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Steinberg SpectraLayers 11, analitico e preciso - Review


SpectraLayers 11, quando il gioco si fa serio

Steinberg ha rilasciato lo scorso 19 giugno la nuova versione di SpectraLayers, arrivato così al numero 11. Il software, acquisito da Magix, è apparso sin dagli inizi della nuova gestione (dal 2019) interessante e potenzialmente utile in alcuni campi applicativi specifici, ma non sappiamo quanti avrebbero preso sul serio chi ai tempi avesse profetizzato che, di lì a cinque anni, sarebbe arrivato all’undicesima versione e a un livello di completezza e maturità tale da mettere seriamente in discussione il trono di iZotope RX nei campi dell’editing spettrale e del restauro audio.

Su AudioFader abbiamo sempre dato notizia delle nuove release di SpectraLayers con il riassunto sintetico delle principali novità, ma l’ultima prova dettagliata è stata quella della versione 6 (la prima targata Steinberg). Ripartire da lì può essere utile per farsi un’idea del balzo evolutivo mostrato dal software in questi cinque anni.

La recensione della versione 6 (https://www.audiofader.com/test-steinberg-spectralayers-pro-6-la-grafica-al-servizio-della-creativita-audio/) si chiudeva così:

In conclusione, SpectraLayers Pro 6 non è un software indispensabile nell’armamentario del producer, ma una volta che si dispone di una buona DAW e, a seconda dei casi, di un buon audio editor, potrebbe rivelarsi un ottimo investimento. I principali campi di applicazione sono senza dubbio il Sound Design e le manipolazioni creative, ma questo software può tornare utile anche per restauro, mix e mastering.

Dopo aver testato la versione 11, le righe di sintesi riportate sopra dovrebbero diventare qualcosa di simile a:

SpectraLayers 11 è un software ormai maturo e ricco di funzionalità, in alcuni casi esclusive. Può tornare utile nell’armamentario del producer, per il Sound Design e le manipolazioni creative, ma brilla veramente e si pone come punto di riferimento imprescindibile nei campi del restauro audio, della produzione di contenuti sonori e audiovisivi (podcast, documentaristica, interviste), del mixaggio (in particolare nel caso di eventi live) e nel mastering. I prossimi anni ci diranno se abbiamo un nuovo re nel settore dell’editing spettrale e della manipolazione del suono tramite AI, ma le premesse ci sono tutte.

Un giudizio troppo generoso? Passiamo in rassegna le principali novità, e potrete valutate voi stessi. Per il test abbiamo utilizzato la versione Pro del software, ma parte di quanto descritto è presente anche nella più accessibile Elements. La tabella dettagliata con le differenze tra le diverse versioni è disponibile all’indirizzo https://www.steinberg.net/spectralayers/compare-editions/.

Interfaccia utente e workflow

L’interfaccia grafica si è fatta più immediata e sfruttabile, con l’aggiunta, sul lato destro, dell’area Modules, che elenca tutti i processori (l’assonanza con RX è qui evidente). È possibile visualizzare solo le funzioni legate a Unmix o restauro, o i tool etichettati come Utilities. Si possono anche creare collezioni di processori personalizzate, e caricare qualsiasi plugin VST3. Particolarmente utile è lo strumento Modules Chain, che consente di creare catene effetto, e di salvarle/richiamarle come preset.

SpectraLayers 11 Steinberg recensione review test Pierluigi Bontempi news audiofader

L’area destra, con al centro la sezione Modules, e sulla sinistra il pannello della Modules Chain

Per guadagnare spazio a schermo, l’area destra può essere ridotta alle sole icone (tasto TAB), come si può anche passare alla visualizzazione del software a tutto schermo (F11). Con SpectraLayers 11 arriva anche la possibilità di riprodurre in loop la selezione modificando in tempo reale effetti e catene, ascoltandone l’anteprima. Singoli processi o catene possono ora essere applicati anche massivamente, grazie alla nuova funzione di Batch Processing.

Funzioni di unmix

Le ultime versioni di SpectraLayers si sono affermate all’attenzione degli utenti soprattutto per le notevoli capacità di unmix (ovvero di separazione di progetti mixati su diversi layer). Nella versione 10, da un brano mixato si potevano estrarre voce, chitarra, basso, batteria e… il resto (un unico layer raggruppante tutti i materiali che non ricadono nella casistica precedente). Nella batteria era poi possibile separare cassa, rullante e piatti. SpectraLayers 11 a tutto questo aggiunge innanzitutto il charleston della batteria e sax/ottoni. Non si ferma però qui, introducendo anche la possibilità di separare la voce solista dai cori (funzione definita Unmix Chorus) e di isolare i rumori del pubblico (Unmix Crowd Noise). Abbiamo testato le due nuove funzioni a fondo su materiali di vario genere, ottenendo sempre risultati eccellenti. Nonostante le capacità di unmix di SpectraLayers siano ai vertici della categoria non bisogna comunque aspettarsi una separazione perfetta e totalmente immune ad artefatti sonori indesiderati. Questi sono però generalmente di entità modesta, e facilmente percepibili di fatto solo quando il layer è in solo. Quando invece i layer generati dall’unmix vengono utilizzati per ridefinire il bilanciamento tra le diversi componenti del brano, o comunque sono uniti ad altri layer, distinguere gli artefatti diventa il più delle volte impossibile o quasi.

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Una sezione del brano Man in the Mirror, di Michael Jackson (dall’album Bad, 1987). Tramite la funzione Unmix Song le voci sono state isolate dal resto del brano. Quindi, con Unmix Chorus, la voce principale (in viola) è stata separata dalle seconde voci (in azzurro). Curiosamente gli schiocchi di dita sono stati identificati prima come parte vocale e poi come backing vocal. Anche a situazioni di questo tipo comunque SpectraLayers 11 oƯre rimedio, tramite la possibilità di trasferire su altri layer ciò che si desidera, semplicemente selezionandolo graficamente con lo strumento Transfer (prima colonna, settima icona dall’alto, sulla sinistra).

Nuova è anche la funzione di Unmix Mid-Side. Aggiungendo infine la nuova possibilità di gestire graficamente l’inviluppo di volume di ciascun layer appare chiaro come le potenziali applicazioni in fase di mastering, mix (in particolare per la gestione dei rumori del pubblico) o remix siano notevoli.

Più interessante per i settori audiovisivo, documentaristico o dei podcast è la funzione di Unmix Multiple Voices (che separa le voci presenti nel file audio, anche quando queste si sovrappongono tra loro). Questa era già presente in una versione più semplice in SpectraLayers 10, ma nella nuova veste risulta ancora più a fuoco e funzionale. All’utente è ora richiesto di identificare ciascuna voce selezionandone un frammento nello spettro.

Restauro audio

Alle funzioni, già presenti in SpectraLayers 10, di de-clip (ricostruzione dell’onda in clipping) e de-reverb (riduzione del riverbero) si aggiungono ora le loro versioni dedicate specificamente alla voce, Voice DeClip e Voice DeReverb, entrambe convincenti. Restano disponibili gli altri processori già visti in precedenza, con il Voice DeNoise che guadagna un nuovo algoritmo dedicato agli ambienti particolarmente rumorosi (Noise(Strong).

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I moduli di restauro audio, con aperta la finestra di settaggio della funzione di Voice DeClip.

Editing spettrale

SpectraLayers 11 migliora notevolmente la gestione dei fade sulle selezioni. La possibilità di effettuare selezioni libere, poligonali, rettangolari o ellittiche con margini sfumati è stata storicamente presente nel software, ma l’entità della sfumatura andava definita a priori, senza possibilità di modificarla a selezione avvenuta (in caso di errore bisognava annullarla, modificare i parametri di fade ed effettuare una nuova selezione). Ora, durante la selezione, basta cliccare con il pulsante destro del mouse prima di rilasciare quello sinistro per vedere comparire due slider di controllo della sfumatura sull’asse orizzontale (Time Fade) o verticale (Frequency Fade). Si possono così modificare i fade a selezione avvenuta, osservandone in tempo reale la resa grafica. Nella stessa direzione si muovono i due nuovi tool di Selection Fade e Selection Sharpen, che consentono di aumentare o diminuire la sfumatura di una selezione esistente andando ad agire in modo indipendente su ciascuno dei quattro lati nel caso di selezioni rettangolari o poligonali, o addirittura “pennellando liberamente” i fade in caso di selezioni ellittiche o libere.

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Lo strumento di modifica dei fade e, sulla sinistra in alto, i nuovi tool di Selection Fade e Selection Sharpen

Molto interessante e potenzialmente utile per sound design e mastering è anche il nuovo strumento Transient Pencil, che permette di intervenire graficamente per rafforzare transienti poco definiti.

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Coppia ravvicinata di colpi di cassa. Nel secondo screenshot il primo transiente è stato rafforzato tramite la Transient Pencil, in modo da non risultare più debole rispetto al secondo.

Concludendo

Gli aggiornamenti introdotti in SpectraLayers 11 meritano senza alcun dubbio l’aggiornamento dalla versione 10, anche considerato che il costo appare più che ragionevole (al momento in cui scriviamo in offerta a 67,99€ per la versione Pro o a 25,49€ per la Elements). Non mancano le possibilità aggiornamento da versioni precedenti. Il prezzo pieno è invece di 299€ (Pro) e 79,99€ (Elements), e ci pare più che corretto dato ciò che offre il software. Il costo è allineato a quello di Acoustica Post Production Suite di Acon Digital (https://acondigital.com) e più basso di quello di iZotope RX (che arriva di listino a 1299 €, con la versione Advanced). RX Advanced ha ancora molte frecce al proprio arco, di cui SpectraLayers non dispone, mentre comparando il software Steinberg con la versione Standard di RX (di poco più costosa – la tabella comparativa tra le versioni di RX è disponibile all’indirizzo https://www.izotope.com/en/products/rx/compare.html) o con il pacchetto Acon la sfida si fa decisamente più serrata. Non dubitiamo però che le funzioni descritte in questo articolo, alcune delle quali esclusive di SpectraLayers (si pensi ad esempio a Unmix Chorus e Unmix Crowd Noise) e il flusso di lavoro semplice e intuitivo renderanno il software Steinberg una scelta pressoché automatica per molti utenti.

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