Ci sono voluti alcuni anni perché Omnisphere fosse portato alla sua seconda versione. Il synth virtuale per definizione si apre finalmente al mondo esterno, diventando una piattaforma molto personale per la sintesi e l’elaborazione dei campioni.
A leggere la lista delle novità di Omnisphere 2 si rimane subito impressionati dalla possibilità di importare campioni e dalle nuove capacità di sintesi che comprendono più di 400 nuove forme d’onda e tecniche di sintesi a wavetable, granulare, modulazione di frequenza e ring modulation, che si vanno ad aggiungere alla potente catena in sintesi sottrattiva e Variable Waveshaping. L’importazione dei campioni ha aperto anche la porta dello sharing di patch con campioni proprietari, allontanando l’obsolescenza del sintetizzatore. L’interfaccia grafica è stata riorganizzata, con un mini browser per le patch, le pagine per le modulazioni e un browser principale più largo. Il lavoro di creazione dei preset è a dir poco enorme: ci sono più di 4500 nuove patch suddivise in categorie che comprendono l’EDM e il sound design del nostro Diego Stocco, per un totale di quasi 12.000 suoni. Ci vogliono ore per esplorare la quantità inusitata di patch! Omnsiphere 2 diventa ancora più musicale grazie alle nuove funzioni di arpeggiatore che si integra spesso con campionamenti basati su frasi. Il comparto degli effetti vede 25 nuovi algoritmi con Aux Send pre e post fader. Nel live Omnisphere 2 può contare sui key split, candidandosi a performance di sicuro effetto. Spectrasonics è stata attenta a non rivoluzionare l’interfaccia grafica, per cui il passaggio dalla prima versione alla seconda è immediata. L’upgrade può avvenire con un download di circa 20 GB che si unisce e sovrascrive il precedente folder Steam, consentendo di utilizzare tutte le proprie patch della prima versione anche sulla nuova. Rimane il limite di sempre: Omnsiphere 2 necessita di un host per poter girare, non esistendo la versione standalone, limite raggirabile dalle speciali modalità per l’uso dal live che richiedono un semplice host e non una DAW completa per utilizzarlo.
Il concetto
Omnsiphere 2 è un sintetizzatore virtuale multitimbrico, dove una Multi include tutti gli effetti, le impostazioni del mixer, performance (Live Mode o Stack) e raccoglie fino a otto Part differenti per canali MIDI e range di tastiera, con ogni Part che include due Layer A e B, che possono utilizzare come sorgente sonora un campione audio (Sample Mode) o il motore sintetico interno (Oscillator). Usando la modalità Harmonia, ogni Layer può utlizzare fino a quattro oscillatori in più, per un totale di dieci oscillatori per singola Part. In Sample Mode, il Layer utilizza il formato Steam con lettura diretta da hard disk di multisample e informazioni opzionali come immagini, note e tag. Il totale del folder Steam ammonta ora a circa 60 GB con oltre 4800 soundsource e qui entra la modalità User Audio per la creazione dei propri campioni.
La navigazione
Omnisphere 2 mantiene molti concetti della precedente versione e le funzioni aggiuntive sono facilmente riconoscibili. L’header in alto permette di richiamare il menu Utility, le singole otto parti, la programmazione del mixer, degli effetti, della modalità Stack e del nuovo Live, nonché dei parametri di sistema. Il cursore orizzontale è legato al livello d’uscita. Il menu Utility permette di accedere all’automazione dei parametri, alla gestione delle Multi, delle Patch e del Layer, ma soprattutto è l’accesso alle nuove funzioni di User Audio e Share Sounds.
Il Mini Browser, alla sinistra della finestra principale, consente la navigazione e l’editing del suono senza cambiare pagine. Mette a disposizione le Multi e le Patch, in base alla selezione del momento sull’header, filtrandolo per quattro attributi che possono essere scelti da una lista di 14 tag disponibili se sono stati inseriti nel gruppo di Multi o Patch nel browser. Sound Match consente di identificare altri suoni simili a quelli filtrati al momento, che saranno mostrati nella parte bassa del Mini Browser. La finestra centrale mostrerà le note relative alla patch selezionata e una serie di parametri utili alla performance. Se è selezionato Layers si visualizzeranno le due sorgenti per la Patch che possono essere modificate all’istante. Tra le opzioni c’è il pulsante Audition per ascoltare la patch o per scorrere in alto o in basso nella lista.
È ovviamente presente il Browser principale, richiamabile dal Mini Browser con la lente d’ingrandimento, che è forse uno dei migliori browser di sempre per completezza di ricerca e tag, con opzioni di audizione che comprendono la nota e la durata, l’ascolto fin dal primo campione caricato. Dal Browser principale si possono anche marcare Patch e Multi per la condivisione o l’inserimento in un progetto. Il pulsante Share è infatti stato aggiunto a questa finestra, raccomandando di rispettare il copyright!
Sound lock
Funzione interessante e facile da usare, si trova nel Mini Browser sotto forma di lucchetto e nel Browser: si selezionano una o più caratteristiche che si vogliono mantenere costanti, tra le quali l’arpeggiatore, la velocità di clock, la matrice di modulazione, gli effetti, i filtri, gli inviluppi e gli LFO, che verranno applicate alle successive Patch selezionate. In pochi istanti si possono costruire pezzi elettronici con cambi timbrici immediati e inediti!
Importazione e condivisione
Share Sounds è in grado di creare un package con estensione .omnisphere che include tutti i componenti necessari per la condivisione della programmazione, dal singolo campione ai parametri di Multi selezionati per questa operazione. Il package ricevuto viene inserito con la funzione Add Sounds nelle directory Sharing di Multi, Patch e Soundsources. Oltre alla condivisione è ora possibile caricare il proprio campione (con qualità fino a 192 kHz - 24 bit) usando User Audio, che apre la classica finestra di importazione. Una volta importato, si passa automaticamente alla finestra di applicazione dei tag e delle informazioni per il recupero successivo del campione. Ogni singolo campione diventa un oggetto User Soundsource. Omnisphere 2 non è però in grado di supportare multicampionamenti con informazioni di zona di tastiera, round robin o velocity. Un solo campione grezzo e null’altro, ma più che sufficiente nell’ottica di un sintetizzatore puro.
Modulazioni e oscillatori
La nuova versione porta in dote un’espansione della matrice di modulazione che consente di scegliere la sorgente, con possibilità di smussare l’intervento, metterlo in mute o invertire la polarità, che andrà a modulare, con un livello programmabile, una delle decine di destinazioni che sono suddivise in parametri per oscillatore, filtri, amplificatore, LFO, Aux Sends, Envelope, Morphing Modulation, Arpeggiator e Part Effects. Il parametro modulato prende il posto del Mini Browser, così da evidenziare cosa sta accandendo tra le varie finestre. In tempo reale, Omnisphere mostra anche l’escursione del parametro di destinazione, utile visivamente per gli LFO. Da notare che è possibile modulare moltissimi parametri degli FX.
L’altra grande novità sono le 400 nuove forme d’onda generate in tempo reale dal DSP di Steam, con controlli di shape, symmetry, hard sync, analog e fase. Selezionata la sorgente dell’oscillatore, è possibile utilizzarlo in FM, Ring Modulation, Wave Shaping, Unison, Harmonia e sintesi granulare, ognuno con i propri parametri. Da sottolineare che è possibile usare contemporaneamente i moduli FM, Ring e Waveshaping, scegliendo il quarto modulo tra Unison, Harmonia e Granular Synthesis. Le possibilità sono quindi maggiori rispetto ad altri synth virtuali che, di solito, permettono di usare un solo sistema di sintesi alla volta.
Nel caso in cui si utilizzi invece un campione, i parametri dello stesso prevedono la modifica generale del timbro tra Crush (Bit Crushing) e Shift (trasposizione e cambio del pitch proporzionalmente opposto, un vecchio trucco usato su qualsiasi synth a wavetable), l’inversione della lettura del campione e la selezione del punto di star. Anche usando i campioni è possibile usare i singoli moduli di sintesi visti per le forme d’onda. Diversi parametri legati al multicampionamento sono modificabili accedendo alla pagina Soundsource, a dimostrazione del lavoro compiuto dai programmatori e delle possibilità di sample player che ha Omnisphere. Per esempio, se un campione è stato registrato con differenti microfoni, è possibile modificare il rapporto tra loro, poiché ogni Soundsource può essere composta da un massimo di quattro campioni in layer e con range di tastiera e velocity, a volte con articolazioni differenti.
FX
I 25 nuovi effetti portano a un totale di 58 i moduli d’effetto. La lista degli effetti include compressori valvolari e a stato solido, gate expander, equalizzatori vintage, grafici o parametrici fino a tre bande, filtri formanti e derivati dai pedali wah wah, effetti di distorsione, amplificazione virtuale per chitarra, modulazioni come chorus, phaser e flanger, delay e riverberi. Tra le novità c’è un Innerspace, per creare risonanze acustiche e texture organiche e ambientali. Fino a quattro slot sono disponibili nell’FX Rack, che si moltiplicano partendo dalle Part, dove ognuna di esse ha a disposizione quattro slot. Si arriva così a 16 effetti per Part, che sono otto in una Multi e quindi siamo a 128 effetti. A questi si possono aggiungere gli effetti propri della Multi, che comprendono anche quattro Multi Aux e un Master Rack per un totale di altri 20 effetti, almeno fino a che la CPU del computer regge! Anche qui c’è molta Italia! Ben 22 effetti sono stati realizzati dalla nostra Overloud. Gli altri sono stati realizzati in collaborazione con Nomad Factory, GForce, Smartelectronix, Audionerdz e Sinevibes, a testimonianza della ricerca di qualità di Spectrasonics per Omnisphere.
L’arpeggiatore
Decisamente potente l’arpeggiatore di Omnisphere 2: undici diverse modalità di play, differenti sistemi di trigger e clock rate, lunghezza variabile fino a 32 step e la funzione Groove Lock per agganciarlo ai groove di Stylus RMX o qualsiasi altro file MIDI. Sono compresi numerosi preset pronti all’uso ed è possibile salvarne di propri. Presenti le funzioni di Legato, Note per il restart dell’arpeggiatore dal primo step e Song Position per seguire la posizione della song nell’host. È possibile estendere l’escursione a quattro ottave e impostare lo swing. La velocity in ingresso può determinare la dinamica delle note dell’arpeggiatore. Ogni singolo step dispone anche un offset ed è possibile combinare più step adiacenti per un legato.
I nuovi orizzonti
Già Omnisphere 1 era un synth perfetto per colonne sonore elettroniche e timbri industriali o cinematici, ora con la versione 2 si compie un salto di qualità verso timbri ancora più emozionali, grazie ai campioni Psychoacoustic, Circuit Bend e Spotlight EDM, tutti perfettamente contemporanei e frequentemente futuristici. Per chi non ne vuole sapere di programmare esiste la funzione Sound Lock che consente di mantenere fissi alcuni aspetti della patch, come gli inviluppi, le modulazioni o l’arpeggiatore, cambiando però la sorgente sonora. La cosa è particolarmente comoda soprattutto per i fraseggi dell’arpeggiatore legato alle modulazioni, consentendo di spazzolare tra sonorità differenti mantenendo per esempio lo stesso BPM o il groove. L’arpeggiatore è più che necessario per un synth come Omnisphere ed è stato ben implementato. A livello di sintesi, Omnisphere si conferma tra i migliori tool per sperimentare od oltrepassare i limiti dell’hardware mantenendo però prestazioni timbriche di eccellenza. Non abbiamo descritto la sezione filtri e inviluppi, ma ci riserviamo di creare alcuni tutorial dedicati. L’importazione audio è la benvenuta, anche per trattare in parallelo, per esempio, un bus stereo di un pezzo per renderlo ancora più sintetico. Può caricare anche campioni con informazioni di loop, ma non è al momento paragonabile a un sampler hardware o software. In qualche modo Spectrasonics ha voluto limitare questa sezione, considerando che da sempre è in grado di gestire multicampionamenti (basta osservare la descrizione di una qualsiasi Soundsources). Il nuovo pacchetto EDM rende giustizia a un synth che è sempre stato il cavallo di battaglia di colonne sonore, trailer, musica elettronica sofisticata e pop. Ora Omnisphere 2 può concorrere direttamente con Native Instruments Massive. Entrambi hanno le loro carte da giocare, sebbene il suono sia differente nel carattere e nella profondità, con un Omnisphere che appare elegante ed emozionalmente attraente e coinvolgente. Passerete ore a provare i preset e probabilmente vi fermerete a comporre! Un altro punto a favore di Omnisphere è l’eccellente interfaccia grafica: se non volete programmare avete tutto quanto pronto, se volete partire da zero vi bastano pochi click per essere nel tunnel della sintesi sottrattiva, granulare e waveshaping. Gli effetti sono un altro campo molto interessante: la collaborazione con software house di fama (tra cui spicca Overloud e Nomad) è un vantaggio non indifferente rispetto alla concorrenza. Sempre l’interfaccia grafica consente di spegnere velocemente effetti che magari saranno impostati in una sessione della DAW per mantenerne il controllo. Non ci sono dunque punti a sfavore di Omnisphere 2: chiunque abbia usato la prima versione dovrebbe fare l’upgrade quanto prima!
Conclusioni
Spectrasonics è ancora oggi il punto di riferimento per i synth virtuali adatti a qualsiasi genere musicale moderno, elettronico o cinematico. Malgrado siano passati più di sette anni dalla prima versione, il progetto mantiene tutta la sua validità tanto da poterlo considerare un classico nei generatori timbrici virtuali. La seconda versione apre all’espansione dei suoni e si comporta quasi come un ecosistema ben definito per la creazione di eventi sonori, sintetizzatori analogici, pad e interventi ritmici di grande qualità e suggestione.
PRO
Quantità di patch
Effetti
Possibilità di sintesi
Audio Import
Interfaccia grafica
CONTRO
Non consente l’import di multicampionamenti
Può pesare sulla CPU per sintesi ed effetti
Info
Mas Acoustics & Co.
www.masacoustics.it
Prezzo: € 330 + IVA